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Il tempo della qualità - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:53

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Il tempo della qualità

Quest’anno impegniamoci a valorizzare ciascun individuo affinché tutti possano offrire al meglio il proprio contributo. Riduciamo al minimo le riunioni di programmazione e utilizziamo il nostro tempo per coltivare nuove amicizie, curare le riunioni di discussione, sostenere e incoraggiare ogni persona

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Quest’anno impegniamoci a valorizzare ciascun individuo affinché tutti possano offrire al meglio il proprio contributo. Riduciamo al minimo le riunioni di programmazione e utilizziamo il nostro tempo per coltivare nuove amicizie, curare le riunioni di discussione, sostenere e incoraggiare ogni persona

Durante l’ultima Consulta del 2013, svoltasi a Firenze il 30 novembre e il primo dicembre, il direttore generale Tamotsu Nakajima ha parlato dell’attività dell’”Anno dell’apertura di una nuova era di kosen-rufu nel mondo”, facendo riferimento a un recente discorso nel quale il presidente Ikeda incoraggia ciascuno di noi ad allargare la cerchia di amicizie, costruendo relazioni con almeno dieci nuovi veri amici.
Anche quest’anno l’Istituto Buddista Italiano rinnova l’obiettivo di accogliere due nuovi membri per ogni gruppo di cui almeno uno giovane, con la decisione di «proseguire finché non si vede il risultato». Con il desiderio che tutti siano felici, occorre curare bene ogni singola persona, sia che pratichi da tempo o che sia entrata recentemente a far parte dell’Istituto Buddista, approfondendo e sperimentando insieme l’importanza dello spirito dell’offerta e di leggere e sostenere le nostre pubblicazioni.
«Vi chiedo – ha proseguito Nakajima – anche una cosa quasi impossibile: diminuire il numero di riunioni dell’ottanta per cento. Gli incontri tra responsabili sono un momento importante in cui si discute insieme su come condurre al meglio le attività, ma non sono un’attività buddista vera e propria. I nostri sforzi dovrebbero essere diretti nel migliorare la qualità delle riunioni che facciamo organizzandole con criterio, nell’andare a trovare a casa i membri, nello sperimentare la gioia di condividere l’insegnamento buddista con gli altri e di accompagnare gli amici allo zadankai». È difficile coltivare nuove amicizie se trascorriamo tutto il nostro tempo libero facendo riunioni di responsabili. Nakajima ha poi sottolineato l’importanza di «dialogare per trovare insieme un modo nuovo di realizzare riunioni di discussione con un’atmosfera volta ad accogliere gli ospiti e far apprezzare loro il Buddismo e la Soka Gakkai. Non c’è bisogno di offrire tè e biscotti, ma di rinnovarci per creare una nuova era di kosen-rufu».

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Domanda e risposta

Tamotsu Nakajima parla dei problemi legati alla crisi economica e dell’importanza di rendersi utili, a prescindere dall’età

Come incoraggiare chi soffre

Durante la sessione di domanda e risposta è stato affrontato il tema di come poter incoraggiare chi ha perso il lavoro o sta soffrendo per problemi economici.
Ha risposto Nakajima: «La crisi finanziaria è molto profonda e la disoccupazione sta aumentando, questa è la situazione attuale della società. Noi però abbiamo il Gohonzon e la pratica buddista per realizzare la nostra missione, e questi “mezzi” funzionano al cento per cento. Tutto dipende da come li utilizziamo. Ricordate i quattro poteri? Il potere della Legge, del Budda, della pratica e della fede. [Il potere del Budda e della Legge, contenuti nel Gohonzon, vengono attivati dal potere della pratica e della fede che dipendono da noi, n.d.r.]. Le difficoltà nella vita ci sono e ci saranno sempre, cambiano solo forma. Il punto è come le affrontiamo: non ci sono soldi e non c’è lavoro, ma tutti abbiamo la vita e possiamo recitare Daimoku. Anche se desideriamo risolvere i problemi, se ci lamentiamo e nutriamo dubbi il risultato sarà sicuramente negativo. Non dobbiamo cercare rifugi o scappatoie, cosa che a parole sembra facile, ma in realtà non lo è affatto. Se invece andiamo avanti, resistiamo e perseveriamo nello sforzo di recitare Daimoku per kosen-rufu e nel fare shakubuku con tutto il cuore, allora riusciamo a vincere sul dubbio e a costruire quella certezza che si chiama fede, trasformando qualsiasi situazione».

L’età dei “tesori”

Nakajima ha risposto così a una domanda riguardante i responsabili che essendo in età avanzata hanno qualche difficoltà nel portare avanti le attività a livello operativo: «Non è il ruolo, ma la persona che dobbiamo rispettare. Non ci interessano titoli o medaglie da esibire per essere rispettati: l’unica vera medaglia di cui ci si possa fregiare è fare qualcosa di utile. Dobbiamo impegnarci per creare un’organizzazione funzionante, nella quale ogni persona possa svolgere il proprio ruolo, la sua missione e così com’è portare avanti una buona attività. Quando si costruisce una casa, prima si gettano le fondamenta, poi si alzano i pilastri, si costruiscono i muri e infine si copre con il tetto. Tutti insieme costituiamo la casa. Un tetto non può essere un pavimento: occorre che ciascuno comprenda e svolga la sua funzione. Noi possiamo rendere la nostra organizzazione un ambiente dove chiunque possa essere apprezzato, come in una famiglia. In questo momento, per esempio, esistono gruppi denominati “Molti Tesori” che accolgono persone della terza età, il cui sostegno è importante per la buona riuscita delle attività di tutte le Divisioni. Non si tratta di creare un’altra Divisione istituzionale, che per il momento non è necessaria, ma piuttosto di valorizzare, apprezzare e rispettare tutti. Ognuno di noi ha la responsabilità fondamentale di far crescere un successore. I giovani hanno energia e bellezza e realizzeranno grandi risultati. Il problema è che non riusciamo a crederlo e rimaniamo attaccati al nostro ruolo».

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