Qual è il ruolo di ognuno di noi per cambiare la società? Al Centro culturale Ikeda per la Pace di Milano, il 9 giugno si è tenuto un evento in cui attivisti, giornalisti e personalità di spicco hanno condiviso le loro esperienze e riflessioni su questo tema.
In queste pagine un resoconto della giornata e di alcuni interventi che hanno stimolato riflessioni e nuovi progetti nelle oltre tremila persone che hanno partecipato all’evento.
Corsico, 9 giugno – L’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai ha aperto le porte del Centro culturale Ikeda per la Pace di Milano accogliendo tremilaseicento persone per l’evento “Il sole dei diritti umani – Il mio ruolo per cambiare il mondo”.
Tre tavole rotonde hanno approfondito diversi aspetti del tema. Durante la giornata si sono tenute anche la mostra “Senzatomica, trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari” – allestita già in settantotto comuni italiani e visitata da oltre trecentocinquantamila persone e l’esposizione “Viaggio in Afghanistan” di Ugo Panella, affermato fotografo.
Numerosi altri spettacoli e attività hanno coinvolto gli ospiti durante la giornata, tra cui la performance “La rete di Indra”, una jazz experience in omaggio a Herbie Hancock e Wayne Shorter, musicisti legati al maestro Daisaku Ikeda da una profonda amicizia.
Essere donna in questo millennio, Il valore delle differenze e Il sole dei diritti umani: questi i temi delle tre conferenze su cui venticinque relatori e relatrici si sono confrontati nel corso della giornata. Ognuno di loro ha lasciato una “parola chiave” come espressione del proprio impegno personale per i diritti umani e il cambiamento del mondo.
Essere donna in questo millennio
Alberto Aprea, presidente dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, ha aperto la conferenza condividendo una riflessione sull’importanza della creazione di ponti di amicizia per dar vita a un movimento di pace. “Rivoluzione umana” è stata la sua parola chiave.
Vittoria Doretti, ideatrice e responsabile del Codice Rosa, un percorso di accoglienza al pronto soccorso per le donne vittime di violenza, ha spiegato perché ha scelto la parola “Avantinsieme”, sottolineando la necessità di un lavoro congiunto di operatori e operatrici in vari campi per riconoscere e far fronte a violenze e discriminazioni.
Il valore delle differenze
Daniela Di Capua, vincitrice del Premio Donna per l’Intercultura 2019, ha moderato la seconda tavola rotonda: «Nella società si sta diffondendo un sentimento di xenofobia che nasce dalla percezione di una differenza discriminante tra noi e l’altro. Ma proprio valorizzando quella differenza – o meglio, diversità – che caratterizza ognuno di noi, possiamo trasformare situazioni problematiche in opportunità per creare valore».
Presente anche Susanna Prada, campionessa mondiale di Sci Nautico Disabili, che a vent’anni aveva già fondato un gruppo sportivo per non vedenti a Milano. Sono tre i punti chiave che l’hanno aiutata a raggiungere traguardi così importanti: «Avere le idee chiare sui propri obiettivi, ricordarsi che non siamo mai impotenti e avere fiducia nel fatto che una soluzione è sempre possibile».
Il sole dei diritti umani
Prima dell’ultima conferenza è intervenuto l’Assessore alle Politiche sociali e alla Cultura del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino: «Sviluppare la curiosità per l’altro ci permette di riconoscerne il valore ed è un antidoto alla xenofobia e alla paura».
Infine Moni Ovadia, musicista, attore, scrittore e attivista, ha introdotto il confronto conclusivo dichiarando che la dignità viene prima di tutto: «Nessuno può esserne privato, e nessuno deve essere obbligato a privarne qualcun altro».
Per Maaike Beenes, rappresentante di ICAN, che porta avanti la campagna per l’abolizione delle armi nucleari, premio Nobel per la Pace nel 2017, la parola chiave è stata “Io posso”, traduzione letterale di ICAN.
«Il nostro compito è far prendere consapevolezza alle persone di come vengono investiti i loro soldi e di come sono di fatto coinvolte nel finanziamento delle armi nucleari» ha affermato Benees.
«Ognuno di noi ha il potere di scegliere» ha concluso, mostrando la medaglia del Nobel, condiviso con tutti coloro che si stanno impegnando per il disarmo nucleare tra cui, in prima linea, Senzatomica.
Ha concluso i lavori Luca Lo Presti, presidente fondatore di Pangea, un’associazione attiva nella difesa dei diritti umani, che ha affermato: «Scegliere di portare rispetto a noi stessi: è quello il momento in cui potremo portare rispetto anche agli altri. I diritti umani sono responsabilità di tutti».