Sono passati sessant’anni da quando Josei Toda affidò ai giovani il compito di realizzare kosen-rufu. Da allora, ogni 16 marzo i giovani della SGI si riuniscono per rinnovare il voto di realizzare kosen-rufu. Quest’anno, in Giappone si riuniranno 600.000 giovani da tutto il mondo per la riunione mondiale dei giovani.
In Italia ogni capitolo o settore terrà una riunione a cui invitare giovani amici, con i quali condividere la gioia della pratica buddista.
Tutto ebbe inizio il 16 marzo 1958 quando il secondo presidente Toda, ormai gravemente malato, raccolse le ultime energie e riunì circa seimila giovani. Voleva affidare loro il compito di sostenere e prendersi cura del futuro portando avanti il Buddismo del Daishonin e creando valore nel posto in cui si trovavano. Pochi giorni dopo, il 2 aprile, Toda morì e il giovane Daisaku Ikeda, profondamente colpito dall’accaduto, decise di raccogliere il testimone per portare avanti lo stesso scopo del maestro. L’anno successivo, per ricordare il primo anniversario di quella cerimonia, i rappresentanti dei giovani si riunirono nuovamente. In quella occasione Ikeda propose che ogni 16 marzo i giovani tenessero delle riunioni per rinnovare la promessa di portare avanti kosen-rufu.
Ogni giorno è il 16 marzo
«Il 16 marzo – scrive Ikeda – è il giorno in cui portare avanti lo spirito combattivo per realizzare kosen-rufu, in cui alzarsi con coraggio, orgogliosi come paladini di giustizia, in cui avviarsi verso la vittoria assoluta nella lotta condivisa di maestro e discepolo.
Il 16 marzo 1958 il presidente Toda esclamò in tono appassionato: “La Soka Gakkai è sovrana nel mondo religioso!”. Fu questa la clamorosa dichiarazione di vittoria del nostro maestro, per aver realizzato il sogno di propagare la Legge mistica a 750.000 famiglie. […] Toda diceva spesso: “Se siete miei discepoli, allora siete tutti cuccioli del re leone! Con quanta più cura i cuccioli di leone vengono addestrati, tanto più forti diventano!”. Quella cerimonia del 16 marzo fu la parte conclusiva dell’allenamento, l’insegnamento finale che Toda ci diede personalmente. Io mi assunsi la piena responsabilità di assicurare il successo di quel giorno. […]
Quando giunse improvviso quel richiamo, seimila giovani si riunirono appassionati e senza esitazioni. Tutti i responsabili dei giovani lavorarono con impegno insieme a me, uniti nel cuore e nella mente, per far sì che la cerimonia procedesse al meglio e senza incidenti. […]. Nonostante si fosse impegnato in tal senso, il primo ministro giapponese alla fine non partecipò e Toda ne fu amareggiato. Era proprio l’idea di invitarlo che aveva ispirato Toda: tenere una cerimonia che servisse da prova generale per kosen-rufu. […]
Dopo la cerimonia Toda mi fissò con uno sguardo intenso, gli occhi ardenti di luce sfavillante. Quindi mi disse: “Lottiamo!”. Questo immortale grido di battaglia del mio maestro è il battito stesso della mia vita. Per me ogni giorno è il 16 marzo, il giorno in cui ricomincio a lottare per kosen-rufu» (NR, 371, 4).