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Il reale aspetto del Gohonzon - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:38

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Il reale aspetto del Gohonzon

Chi riceve il Gohonzon ha la possibilità di trasformare appieno la propria esistenza. È naturale offrire questa immensa possibilità a chi ci sta intorno, ha spiegato Saito ai membri giunti da tutta Italia

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Chi riceve il Gohonzon ha la possibilità di trasformare appieno la propria esistenza. È naturale offrire questa immensa possibilità a chi ci sta intorno, ha spiegato Saito ai membri giunti da tutta Italia

«L’obiettivo di questo incontro di studio è che ognuno di noi sviluppi una fede ancora più profonda nel Gohonzon» così ha esordito Katsuji Saito rivolgendosi a una platea di 1800 membri riunitisi il 22 luglio a Milano da ogni parte d’Italia, in un’atmosfera elettrizzata. «In questo Gosho Nichiren Daishonin spiega il profondo significato del Gohonzon e il grande beneficio che deriva dall’aver fede in esso. Il Gohonzon viene rivelato negli otto capitoli del Sutra del Loto (dal quindicesimo, “Emergere dalla Terra”, al ventiduesimo “Affidamento”) che descrivono la Cerimonia nell’aria, durante la quale il Budda Shakyamuni affida la propagazione dei cinque caratteri di Myoho-renge-kyo a innumerevoli bodhisattva emersi dalla Terra. I bodhisattva promettono solennemente di propagare la Legge per condurre tutte le persone all’Illuminazione e gioiscono nello scoprire che questa Legge esisteva già nel loro cuore.
«Quindi, la rivelazione della Legge suprema come oggetto di culto è tutt’uno con l’affidamento della sua trasmissione. Questo punto è molto importante – ha osservato Saito -. Nel Gohonzon le quattro guide dei Bodhisattva della Terra sono raffigurate alla stessa altezza di Shakyamuni e Molti tesori, a indicare che non c’è alcuna differenza di livello, ma sono sedute rivolte verso i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo, guardandoli di fronte: questa posizione raffigura il loro voto di propagare la Legge, ed è la stessa in cui ci troviamo quando recitiamo Daimoku davanti al Gohonzon: siamo noi i Bodhisattva della Terra, eravamo tutti presenti alla Cerimonia nell’aria e ora siamo apparsi nell’Ultimo giorno della Legge per adempiere la nostra missione!».
Il Gohonzon concretizza la condizione vitale di “gioia illimitata” manifestata dal Daishonin che si è risvegliato alla Legge mistica e, sconfiggendo tutti gli ostacoli e le funzioni negative, è diventato tutt’uno con essa. Grazie alla fede nel Gohonzon, tutti gli esseri umani possono manifestare nella loro vita questa stessa condizione di vera felicità. A garanzia di ciò, Nichiren ha apposto l’ideo­gramma kao, che in giapponese è la certificazione della firma. L’iscrizione “Nam-myoho-renge-kyo, Nichiren kao” al centro del Gohonzon significa dunque la non dualità tra la Legge suprema e il comune mortale: il raggiungimento della Buddità nella forma presente da parte del Daishonin garantisce la stessa possibilità per ognuno di noi. Per questo motivo, intorno a Nam-myoho-renge-kyo, sono rappresentati tutti i dieci mondi.
Saito ha così riassunto: «Ci sono tre punti essenziali per la propagazione dell’oggetto di culto: il primo è la “fede” in Myoho-renge-kyo, il secondo ne è la dimostrazione, la prova concreta, il “beneficio” che realizziamo nella nostra vita e il terzo è la trasmissione, tramite la nostra capacità di ispirare gli altri. Chi porta avanti questi tre punti è un Bodhisattva della Terra.
Al giorno d’oggi, solo la Soka Gakkai ha compreso correttamente il significato del Gohonzon come “vessillo per la propagazione del Sutra del Loto”. «Nella nostra pratica quotidiana ciò significa consegnare personalmente il vessillo della rivoluzione umana e della trasformazione del karma a ogni singola persona. Non si tratta di allargare un’influenza religiosa – ha precisato Saito -, kosen-rufu significa realizzare il desiderio originario che esiste nella profondità della nostra vita, un ideale di libertà illimitata in accordo con la Legge mistica che funziona dentro di noi, andando oltre i limiti interni ed esterni che ogni vita possiede. Questo desiderio di cui ogni vita è naturalmente dotata non è altro che Myoho-renge-kyo». A questo punto, di fronte all’entusiasmo della platea che gli chiedeva di ripetere questa frase per appuntarla parola per parola, Saito ha esclamato: «Ora capisco meglio il carattere pieno di allegria degli italiani: siete persone che amano gli ideali!».
«Nella cerimonia descritta nel Sutra del Loto – ha proseguito – tutti i partecipanti vengono sollevati in alto: questo particolare raffigura uno stato di libertà dalle sofferenze e dal karma. Tutti gli esseri dei dieci mondi rappresentati nel Gohonzon, infatti, mantenendo la propria forma presente, la gioia e la sofferenza come i pregi e i difetti in accordo con il proprio stato vitale, lottano utilizzando gioia e sofferenza, pregi e difetti come un trampolino di lancio per realizzare questo grande ideale originario di “un mondo armonioso in cui tutti gli esseri viventi possano coesistere e prosperare eternamente”. Pensare che la fede buddista sia solo qualcosa che aiuta a risolvere i propri problemi vuol dire avere una visione estremamente limitata della propria missione. Coloro che veramente si dedicano a kosen-rufu, siano essi studenti, casalinghe, insegnanti od operai, sono tutti Bodhisattva della Terra.
«Non cercare mai questo Gohonzon al di fuori di te – scrive inoltre il Daishonin -. Il mandala-Gohonzon iscritto dal Daishonin è uno specchio limpido per manifestare la suprema condizione vitale che esiste dentro la nostra vita. Quando lucidiamo il nostro “cuore” appannato dai desideri terreni e trasformiamo i desideri terreni in Illuminazione, possiamo dimostrare che la verità della nostra vita, così come quella di ogni singola persona, è di per sé un’entità della Legge mistica che permea l’intero universo.
La fede rappresenta gli “occhi per guardare” nel limpido specchio del Gohonzon.
Avere fede nell’oggetto di culto significa credere nella sacralità della vita, credere nella Legge mistica insita nella nostra vita, credere che in ogni essere umano è insita la forza infinita della creazione di valore. Solo attraverso la “fede” nella nostra vita si manifesta il Gohonzon.
«Fai ogni possibile sforzo in previsione della tua prossima vita», scrive inoltre il Daishonin, e ci assicura che il beneficio ottenuto grazie alla fede nel Gohonzon è eterno. Dopo la morte infatti, il nostro corpo, che è il “palazzo della nona coscienza”, scompare, ma per chi ha forgiato un cuore che è un tutt’uno con Myoho-renge-kyo, il “palazzo” della Buddità diventa l’universo stesso. Questo è il significato di “entrare nella torre preziosa del Gohonzon”.
«Chi recita Nam-myoho-renge-kyo portando avanti la pratica per sé e per gli altri – ha concluso Saito -, riuscirà a consolidare in questa esistenza una condizione vitale di assoluta felicità e di non dualità di vita e morte».

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