Nel corso della sua esperienza, Asano ha incontrato i normali alti e bassi della vita, ma il rapporto di sostegno reciproco col presidente Ikeda è il punto d’origine a cui fa sempre riferimento
Ho ricevuto shakubuku da mia sorella minore. All’epoca avevo vent’anni e frequentavo l’università, il resto della mia famiglia aveva iniziato a praticare in seguito al fallimento dell’azienda di mio padre. Io frequentavo una scuola protestante e non volevo sentir parlare di Buddismo.
Apparentemente potevo sembrare una persona allegra, ma dentro provavo molta tristezza e pessimismo. La verità è che spesso mi sentivo mortificata anche per un piccolo errore. Inoltre avevo molti ideali che non riuscivo a realizzare, insomma facevo fatica ad andare avanti.
Ero alla continua ricerca di un modo per valorizzarmi contribuendo nel contempo alla società. In quel periodo mia sorella mi parlò di Buddismo. Era molto più giovane di me, frequentava le scuole superiori e faceva attività per gli altri con molto entusiasmo. Così, dopo avermi spiegato vari princìpi, mi disse: «Recitiamo insieme. Se nel giro di qualche tempo non vedrai risultati, smetterò di praticare anch’io, perché la sento come una mia responsabilità». Rimasi molto colpita da quelle parole e iniziai a praticare, con la decisione di andare fino in fondo.
All’epoca la mia responsabile mi seguiva e mi incoraggiava molto. Diceva che il mio futuro, con la pratica, si sarebbe aperto diventando grande come un oceano. Così ho cominciato a recitare e a lottare per kosen-rufu a fianco di sensei.
A ventitré anni ho iniziato a lavorare presso la sede della Soka Gakkai e ho visto con i miei occhi la battaglia quotidiana portata avanti dal presidente Ikeda che lottava con tutta la sua energia. Anch’io decisi di fare in questo modo.
In occasione di una riunione della Divisione giovani donne, incoraggiò una ragazza che stava attraversando un periodo difficile nella pratica: «Comunque vada, io ti verrò a cercare e ti farò diventare felice. Questo è lo spirito della Soka Gakkai». Di fronte a queste parole compassionevoli mi sono commossa e ho promesso di rinascere con il mio maestro in ogni mia esistenza futura.
Adesso sono trascorsi quarantatré anni da quando ho iniziato a praticare. Nel corso di questo tempo ho incontrato varie sofferenze ma ho potuto anche realizzare una vita che non avrei mai immaginato. Sono convinta che seguendo le guide del presidente Ikeda si possono realizzare delle vite incredibili. Per questo sono determinata a ritornare ancora una volta al punto originale della relazione tra maestro e discepolo.