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Il nostro vero io - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 17:34

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    Il nostro vero io

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    Il presidente Ikeda ci esorta spesso a creare legami umani, di amicizia, basati sul dialogo e sul rispetto profondo tra le persone, mostrando con la nostra vita la forza della pratica buddista. Rispettare le persone significa riconoscere che ognuno possiede la natura di Budda nella propria vita e ciò si manifesta tramite il nostro comportamento verso gli altri e le azioni che compiamo per migliorare costantemente noi stessi e trasformare le nostre tendenze negative. Recitando Nam-myoho-renge-kyo con tutto il cuore possiamo far emergere la forza del Gohonzon e sentire la Buddità nostra e quella degli altri. Per realizzare un secolo di umanesimo, come ci chiede il presidente Ikeda, c’è bisogno di abbracciare una prospettiva più ampia, una luce più grande che possa cambiare il cuore delle persone. Ora è il momento di risvegliare una consapevolezza più profonda, recitando Daimoku con forte convinzione per rompere il guscio e allargare la nostra condizione vitale, così da far scaturire la nostra Buddità.
    Attualmente viviamo immersi in un grande buio e ci sono ancora molte sfide che attendono l’umanità, ma anche quando siamo immersi nelle difficoltà, abbiamo la certezza che Nam-myoho-renge-kyo è la chiave per affrontare qualsiasi problema. È proprio nei momenti più difficili che possiamo comprendere con la nostra vita il significato della frase «Più la notte è oscura, più vicina è l’alba» (RU, 1, 24) e recitando Daimoku possiamo diventare più forti, più coraggiosi e manifestare un profondo rispetto per noi stessi. Basandoci su una profonda preghiera davanti al Gohonzon possiamo aprire al massimo la nostra vita e sviluppare il nostro vero io, così non diventiamo schiavi dei problemi ma li utilizziamo come occasioni di crescita.
    La prefazione del romanzo La rivoluzione umana inizia con la frase: «La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino dell’umanità». Ciò significa che al centro di tutto c’è l’essere umano, e ciò che più conta è il cambiamento di ogni singola persona, così è possibile creare un secolo di umanesimo e di pace.
    La Soka Gakkai è un’organizzazione dell’umanesimo, e fin dalle origini si sta impegnando a realizzare una famiglia Soka basata sul rispetto reciproco, a partire da ogni singola persona, dalla rivoluzione umana di ogni individuo.
    Qualunque sia l’obiettivo e qualunque siano le circostanze, bisogna ripartire dal Daimoku e compiere azioni rivolte al miglioramento personale e alla creazione del bene. Ognuno di noi ha iniziato a praticare per la propria felicità, poi, approfondendo l’insegnamento di Nichiren Daishonin e facendo attività nella Soka Gakkai ci siamo resi conto che la nostra e l’altrui felicità sono inseparabili, e pian piano la nostra condizione vitale si è allargata sempre di più verso gli altri, piuttosto che restare intrappolata nel piccolo io. Quando nella nostra vita proviamo il desiderio di essere felici insieme agli altri, allora sperimentiamo una gioia senza limiti e una condizione vitale vasta come l’universo. Inoltre, non siamo più dominati dall’egoismo e riusciamo a condividere le sofferenze degli altri e desiderare con tutto il cuore la felicità e la pace per tutti. Come scrive il presidente Ikeda: «Nel Buddismo del Daishonin pregare per risolvere i nostri problemi e pregare per la realizzazione di kosen-rufu e la felicità degli altri sono essenzialmente una cosa sola e indivisibile. Entrambe le preghiere ci spingono verso la vittoria. Le nostre vittorie personali sono vere e proprie prove di kosen-rufu e quando preghiamo sinceramente per lo sviluppo della SGI, che consiste nella propagazione di kosen-rufu, sviluppiamo al contempo un io solido che non si lascerà abbattere da nulla, e saremo capaci di raggiungere l’imponente stato vitale dei campioni» (BS, 140, 63).

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