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Il nostro 16 marzo in Africa - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:34

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Il nostro 16 marzo in Africa

L’esperienza di un gruppo di donne e giovani donne del capitolo Supernova di Roma partite seguendo la promessa fatta al presidente Ikeda un anno prima. «Con noi – hanno detto al ritorno da un breve soggiorno fatto di tante emozioni – portiamo la pratica del sorriso»

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L’esperienza di un gruppo di donne e giovani donne del capitolo Supernova di Roma partite seguendo la promessa fatta al presidente Ikeda un anno prima. «Con noi – hanno detto al ritorno da un breve soggiorno fatto di tante emozioni – portiamo la pratica del sorriso»

«Quanto sarebbe meraviglioso creare – come suggerisce Ikeda – una rete di contatti costanti nello spirito di unità e come sarebbe interessante per tutti se a farlo contribuissero i giovani buddisti di tutto il mondo» (NR, 405, 24). Da questa frase è nata la nostra determinazione di concretizzare il desiderio del nostro maestro, che è diventato anche il nostro. L’articolo parlava dell’Africa, del movimento di kosen-rufu che anche lì sta avanzando nonostante le difficoltà. «Sarebbe bello organizzare un viaggio in Africa per incontrare i giovani africani e magari invitarli in Italia» ha pensato una di noi. Ne abbiamo parlato e da quel momento abbiamo sempre saputo che ce l’avremmo fatta, a dispetto degli ostacoli che avremmo incontrato. Senza neanche conoscersi, ma unite dallo stesso spirito, tante persone hanno cominciato a lavorare al medesimo obiettivo: portare una rappresentanza femminile italiana in Africa. La meta è stata il Kenya. Tanti hanno reso possibile questo viaggio e il sogno di essere lì per celebrare il 16 marzo: l’autrice dell’articolo ha fatto da tramite tra i responsabili del Kenya e noi. Dall’Africa i compagni di fede hanno aperto la strada per accoglierci; i membri del nostro capitolo e anche tanti altri ci hanno sostenute con il Daimoku e ci hanno aiutato a raccogliere i regali da portare ai membri che avremmo incontrato e ai bambini di un orfanotrofio che siamo andate a trovare. Siamo partite in sette, ma prima abbiamo scritto a sensei. Quello che segue è un breve diario della nostra permanenza a Mombasa e dei nostri meravigliosi incontri.
8 marzo 2009: Aeroporto di Fiumicino. Partiamo lasciando a casa ansie e paure.
9 marzo, Mombasa: Arriviamo a destinazione alle 6,40. Siamo molto stanche, ma già in questo primo giorno sperimentiamo una condizione di armonia. I fratelli di Lucy, nostra compagna di viaggio, ci accolgono e ci coccolano nel loro resort. Sembra di essere in una di quelle pagine del Sutra del Loto che descrive il mondo di Buddità. Siamo senza parole. E tutti gli sforzi e le difficoltà affrontate nei mesi scorsi ci appaiono trasformati.
10 marzo: Domani incontreremo per la prima volta i membri di Mombasa e siamo molto eccitate! Questi due giorni di riposo e di meravigliosi paesaggi sono stati fondamentali per riprendere le forze. A sei giorni dal 16 marzo i ricordi vanno a un anno fa e alla promessa fatta insieme a cinquemila giovani. Fabiola ha parlato del Buddismo al giardiniere, un ragazzo di diciannove anni, Kombo, che ha iniziato subito a recitare Daimoku e ha deciso che diventerà membro della SGI.
11 marzo: Il grande incontro. Siamo emozionate e curiose. Nonostante qualcuna di noi avesse difficoltà con la lingua, le prime persone che incontriamo – Leah Bryant, vice responsabile nazionale Divisione donne e Angelika Janicke – sono arrivate dritte al nostro cuore. Infinita la gratitudine che manifestano per aver incontrato Nam-myoho-renge-kyo. Leah ci parla del suo incontro con il presidente Ikeda, del suo sguardo, del modo in cui ti stringe la mano. Ci parla delle difficoltà di fare attività in Kenya, delle distanze, delle lentezze abissali. Ma ci dice anche quanto su tutto questo conti la determinazione. Tutte noi ci sentiamo benissimo, nonostante il caldo infernale. La persona che in passato ha introdotto Leah al Buddismo ha un amico che abita accanto a noi. Così Leah passerà il week-end con noi, cosa che sarebbe stato impossibile per via delle distanze. Non abbiamo dubbi che il presidente Ikeda stia recitando Daimoku per noi e ci stia proteggendo.
12 marzo: Giorno dopo giorno percepiamo quanto sia stato importante preparare il nostro viaggio col Daimoku: «La fragranza interna otterrà protezione esterna», scrive Nichiren. Quanto è vero! Il fratello di Lucy ci ha messo a disposizione una macchina con autista.
Visita all’orfanotrofio. I bimbi ci vengono incontro con le braccia aperte per essere presi in braccio. Cantano per noi: non riusciamo a trattenere le lacrime. Diamo loro i regali portati dall’Italia. Sono in fila in silenzio, ognuno prende il suo regalo e poi pian piano li scartano e cominciano a giocare insieme, senza litigare per il regalo dell’altro.
Kombo ha recitato Nam-myoho-renge-kyo con noi per quindici minuti. Gli abbiamo regalato un juzu. Ha detto di sentirsi molto felice.
Stasera abbiamo partecipato alla riunione più bella della nostra vita. A lume di candela, con il rumore delle onde dell’oceano, siamo riuscite ad aprirci tra noi e a confrontarci liberamente. Siamo sette donne meravigliose!
13 marzo: Stamattina relax sulla spiaggia. Fabiola ha scritto sulla sabbia kosen-rufu. Leah è arrivata nel primo pomeriggio insieme alla sua bambina, Tatiana, e alla sua amica, Sheila.
14 marzo: Ieri notte Lucy, Leah e Noemi hanno recitato Nam-myoho-renge-kyo sulle sponde dell’oceano sotto la luce della luna, poi sono arrivate Marina, Fabiola e Irene e abbiamo parlato a lungo. Con le parole è praticamente impossibile descrivere quel momento. Non lo dimenticheremo mai. È impresso nei nostri occhi e nei nostri cuori. È stato come capire la motivazione più profonda di questo viaggio. Oggi stiamo scrivendo le esperienze per la riunione di domani. Leah ha deciso di restare con noi anche questa notte. Tornerà a Mombasa domani mattina presto.
15 marzo: Il grande giorno. Armonia, afa e tanta commozione: in questa atmosfera si svolge l’incontro del 16 marzo, anticipato di un giorno. Siamo a casa di Leah a Mombasa. Ci sono anche Masumi Odari, responsabile nazionale della Divisione donne, e Phillemon Banja, responsabile nazionale Divisione uomini. E poi i membri di tutta la costa, da Malindi a Mombasa. Un meeting multirazziale con africani, italiani, spagnoli, indiani, giapponesi. Ascoltiamo le esperienze, come quella di un ragazzo orfano cheracconta le sue difficoltà nel fare accettare la pratica nel suo villaggio. Masumi ci racconta del suo ultimo viaggio in Giappone e ci trasmette il messaggio di sensei. Noi raccontiamo il percorso che ciha portato in Africa. Il loro obiettivo, ci dicono, è di diventarealmeno mille in Kenya entro l’anno prossimo. Viene sottolineata l’importanza della pratica del sorriso, vale a dire mettere la gioia come causa nella propria vita.
Tutti ci ringraziano per questo incontro Africa-Europa. È difficile trattenere le lacrime davanti a tutto questo. Questa sera un’ultima passeggiata sulla spiaggia, sotto le stelle.
16 marzo: Sveglia alle quattro del mattino. Gongyo e via verso l’aeroporto. Le emozioni sono ancora forti. Questa terra ti rimane nella pelle, nel sangue.
Oggi è il giorno di kosen-rufu. E in questo giorno ognuna di noi ha scolpito una nuova esperienza nel suo cuore. Siamo felici, unite come non mai, piene di gratitudine.

P.S. Abbiamo ricominciato le recitazioni con il grande desiderio di andare in Giappone e incontrare sensei. Dopodiché partiremo per un altro paese…

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