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Il mondo tra le mie mani - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:32

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Il mondo tra le mie mani

Iris Nicomedi, Roma

Mi è caduto il mondo addosso e non capivo perché fosse andata così. Dopo questa profonda delusione, ho deciso di affidarmi al Gohonzon. Intanto mi sfogavo nello sport, ottenendo risultati mai visti

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Mi è caduto il mondo addosso e non capivo perché fosse andata così. Dopo questa profonda delusione, ho deciso di affidarmi al Gohonzon. Intanto mi sfogavo nello sport, ottenendo risultati mai visti

Ho diciotto anni e pratico regolarmente da quando ne avevo quattordici. Sono nata in una famiglia di praticanti, perciò quando avevo un problema pronunciavo quella “strana” frase che i miei ripetevano sempre e tutto si risolveva “quasi per magia”.
Arrivata alle medie i problemi diventarono più seri: sebbene fossi tra i migliori della classe, una professoressa mi prese di mira. Andare a scuola divenne peggio di un incubo. I miei mi spinsero a recitare Daimoku per risolvere questa situazione, ma nonostante avessi un bellissimo rapporto con loro, ebbi una sorta di repulsione verso il Buddismo e non volevo farlo, quasi per ripicca. Alla fine iniziai a praticare per trasformare questo problema, e in poco tempo la professoressa non poté fare a meno di riconoscere il mio impegno, includendomi fra gli studenti di cui seguire l’esempio.
Sebbene questa mia prima esperienza mi avesse dato la prova che la pratica buddista “funzionava”, recitavo solo quando avevo un problema. Crescendo, naturalmente, i problemi aumentavano e, all’inizio della quarta ginnasio, nel 2006, ho cominciato regolarmente. Da allora non ho più smesso.
Mi ero messa un grande obiettivo sull’amore per la fine dell’anno e volevo fare un’esperienza di fede che mi desse la spinta iniziale per il nuovo anno. Effettivamente ho realizzato ciò che desideravo, e il percorso per arrivarci mi ha veramente arricchito. Da allora ogni difficoltà l’ho affrontata con la pratica e ho iniziato a partecipare alle attività… anche se da piccola, quando vedevo i miei andare alle riunioni, ripetevo che io non l’avrei mai fatto! A febbraio del 2009 poi ho deciso di diventare membro della Soka Gakkai.
I mesi successivi sono stati i più difficili della mia vita. Ho dovuto affrontare delle cose che sentivo più grandi di me: a distanza di venti giorni l’una dall’altra sono morte due persone per me importantissime, di cui una che consideravo come una seconda mamma. A scuola poi avevo trovato un’altra professoressa che non mi dava un attimo di tregua. Ai primi di aprile, appena dopo un importante intervento chirurgico subìto da mia madre, ho partecipato al mio primo corso del gruppo Leonardo. Al mio ritorno, visto che lei non si sentiva bene, abbiamo deciso di non trascorrere più le vacanze di Pasqua nel paesino vicino L’Aquila dove abbiamo una casa.
È stata una grande fortuna perché proprio quella notte, il 6 aprile, c’è stato il terremoto che ha causato la morte di oltre trecento persone. Nel nostro paese non ci sono state vittime, ma non riesco a descrivere lo shock che ho provato quando un mese dopo ho visto la distruzione dei luoghi dove sono cresciuta, compresa la nostra casa che versa ancora oggi in condizioni critiche.
Nel 2008 avevo fatto domanda per partecipare a un progetto di scolarizzazione in Francia offerto dalla mia scuola, un liceo classico internazionale. La preside aveva deciso di far partire solo quattro ragazze per l’anno scolastico 2009-2010 e solo per tre mesi, da settembre a dicembre, o da gennaio ad aprile. Nella mia classe avevamo fatto domanda in tre, io e le mie due migliori amiche, ma sarebbero partite solo le due con la media più alta. Mi impegnai molto per mantenere voti alti, anche se, con tutte le difficoltà di quei mesi, mantenere la concentrazione a scuola, fare attività, impegnarmi nella pallavolo a livello agonistico, e mantenere rapporti sociali fu veramente difficile. Per riuscire a fare tutto diminuivo le ore di sonno, arrivando a livelli di stress spaventosi. Ad aprile abbiamo saputo che dalla mia classe saremmo partite tutte e tre, insieme a una ragazza di un’altra sezione. Recitando Daimoku ero sicura di partire con una delle mie compagne da settembre a dicembre così avrei avuto le vacanze di Natale per recuperare con la scuola, senza perdere i mesi centrali del campionato di pallavolo. Avendo la media più alta, mi sarebbe spettata la precedenza e invece, a sorpresa, hanno deciso di estrarre a sorte, inserendomi nel turno che consideravo “sfigato” da gennaio ad aprile, e con la ragazza dell’altra classe. Mi è caduto il mondo addosso e non capivo perché fosse andata così. Dopo questa profonda delusione, ho deciso di affidarmi al Gohonzon. Intanto mi sfogavo nello sport, ottenendo risultati mai visti. Purtroppo, una settimana prima delle finali, sono caduta facendomi male alla caviglia. Dopo un anno così pesante avrei voluto solo rilassarmi e avere un’estate fantastica, invece di doverla passare con le stampelle!
A settembre, oltre alla difficoltà di recuperare la forma fisica per poter continuare a giocare, mi sono sentita sola, senza le mie due migliori amiche, partite insieme per la Francia. Sono state proprio queste difficoltà a fortificarmi e a farmi crescere nella fede, perché mi spingevano a pregare con più determinazione. A scuola ho scoperto nuove amicizie e la ragazza con cui sono partita per il viaggio di studio è diventata una carissima amica, “trasformandosi”, addirittura, nel mio primo shakubuku con Gohonzon.
Mentre mi trovavo in Francia ho fatto domanda per restare fino a giugno; ho potuto richiedere questa deroga perché ero capitata nel turno “sfigato”, (dopo di me non partiva più nessuno). La mia richiesta è stata accolta anche grazie ai buoni voti e al supporto dei professori.
Ho creato, inoltre, un forte legame con la famiglia francese che mi ospitava nel week-end, e ho fatto conoscere il Buddismo a tanti studenti. Un atteggiamento gentile e disponibile mi ha aperto molte strade e ho trascorso i mesi più belli della mia vita, anche grazie all’immancabile sostegno dei miei che, appena potevano, venivano a trovarmi.
A settembre è iniziato l’ultimo anno di liceo durante il quale ho dovuto studiare tanto per recuperare il programma svolto mentre mi trovavo in Francia. Inoltre in questo periodo sto seguendo un corso di inglese molto impegnativo, studio per la patente e mi dedico all’attività per gli altri. Lo scorso novembre decisi di partecipare agli esami di Buddismo di primo livello, che sono stati un’occasione per approfondire la fede e riflettere su tante cose. Come risultato immediato, due giorni dopo, ho trovato il coraggio di lasciare la pallavolo, dopo sette anni di allenamento nella stessa squadra, perché era divenuta causa di sofferenza e stress e mi lasciava meno tempo per vivere la mia vita, ma dalla quale non riuscivo a staccarmi. Sto crescendo anche nell’attività e una volta al mese organizziamo delle riunioni a livello di territorio del gruppo Leonardo con l’intento di coinvolgere sempre di più i giovanissimi.
Al momento ho tanti obiettivi da realizzare, ma prima di tutto desidero concludere con un bellissimo esame di maturità. Desidero inoltre fare una bella esperienza riguardo all’università e scegliere la più adatta a me con serenità e fiducia trovando, possibilmente, anche le risorse economiche necessarie. Per quanto riguarda l’attività vorrei che il mio gruppo diventasse più stabile e che i giovani crescessero non solo nella mia zona, ma in tutta Roma. Dopo tutte le esperienze che ho fatto con il Gohonzon, sono sicura che praticando vincerò in ogni situazione. Scrive il presidente Ikeda: «Qual è lo scopo nella vita? Essere vincitori, essere felici. Cos’è dunque la felicità? Essenzialmente è realizzazione. […] Ma cos’è la realizzazione? È la lotta contro le difficoltà. Senza difficoltà, senza sfide, non ci può essere realizzazione e senza realizzazione non esiste alcuna felicità» (I protagonisti del XXI secolo, vol. 2, pag. 128).

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