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Il mio personale progresso per kosen-rufu - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:35

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Il mio personale progresso per kosen-rufu

Mirando al 18 novembre, ognuno di noi si è impegnato per celebrare questa tappa fondamentale trasformando le proprie difficoltà in fonte di speranza per gli altri, facendo propri i motti “il mio personale progresso per kosen-rufu” e “il progresso di kosen-rufu nella mia famiglia”. In queste pagine pubblichiamo alcune esperienze di trasformazione e vittoria, pronti a puntare a nuove, grandi realizzazioni verso il 2030

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Mirando al 18 novembre, ognuno di noi si è impegnato per celebrare questa tappa fondamentale trasformando le proprie difficoltà in fonte di speranza per gli altri, facendo propri i motti “il mio personale progresso per kosen-rufu” e “il progresso di kosen-rufu nella mia famiglia”. In queste pagine pubblichiamo alcune esperienze di trasformazione e vittoria, pronti a puntare a nuove, grandi realizzazioni verso il 2030

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Vito Trentino, Genova

Un faro per la mia famiglia, un pilastro nel mio lavoro

Nonostante una serie di delusioni lavorative e personali, Vito non si abbatte. Con il lockdown, per lui particolarmente doloroso, seguendo l’esempio del maestro Ikeda e basandosi sul Daimoku, tocca le corde profonde della sua vita e realizza una grande vittoria

Con il Buddismo la mia vita è cambiata molto in questi anni, in particolare nell’ultimo periodo.
A inizio 2019, dopo esser stato messo in cassa integrazione, mi misi alla ricerca di un nuovo lavoro. Fu un periodo turbolento e a giugno conclusi anche la mia relazione, una convivenza che durava da tre anni.
Mi trasferii ad Alessandria per iniziare un percorso professionale diverso da ciò che avevo sempre fatto, venendo selezionato da una compagnia ferroviaria per fare un corso, al termine del quale sarei diventato macchinista. Dopo aver superato diversi esami, a settembre 2019 venni bocciato all’orale. L’azienda inizialmente aveva detto che avremmo avuto la possibilità di sostenerlo due volte, ma così non fu. Con alcuni dei miei colleghi protestammo senza successo. Fu l’ennesimo fallimento lavorativo della mia vita.
Il nostro maestro ci insegna ad andare sempre fino in fondo e io reagii rafforzando la mia preghiera e parlando della pratica buddista ai miei colleghi del corso: tre di loro hanno recitato Daimoku con me e due sono venuti anche a una riunione. Parlare agli altri del Buddismo mi è servito molto perché nel cercare di dare il buon esempio sono riuscito a mantenere la calma, nonostante la mia tendenza a essere irascibile.
Il Buddismo insegna che i tesori del cuore, ovvero i legami di valore che instauriamo con le persone, sono la cosa più importante nella vita. Anche se le cose dal punto di vista sentimentale e nel lavoro non andavano bene, ero comunque contento di aver creato fiducia tra i colleghi, in particolare con i miei nuovi amici a cui avevo parlato del Buddismo.
Nel mese di novembre 2019 partecipai a un corso della Soka Gakkai al Centro culturale di Milano. In quella occasione mi venne proposto di fare il presentatore, un tipo di attività che mi ha fatto sempre sentire a disagio. L’avevo già fatta altre volte, ma con enorme fatica e quasi senza riuscire a sorridere.
Il maestro Ikeda, però, insegna che la cosa più importante nella vita è vincere sui nostri limiti e quindi decisi di accettare quell‘attività sforzandomi al massimo. Fu una bellissima esperienza. Ero contento di aver vinto su me stesso.
Nichiren Daishonin scrive: «La fragranza interna otterrà protezione esterna» (I tre tipi di tesori, RSND, 1, 752). Quel mio cambiamento interiore produsse subito un effetto che si concretizzò in un lavoro di rappresentanza in una nuova azienda fino ad aprile 2020.
Tuttavia, le difficoltà si presentarono subito: la società era in perdita da tre anni e non godeva di buona reputazione. Ispirato dal maestro Ikeda che ci incoraggia a essere un esempio sul luogo di lavoro a prescindere dalle situazioni, mi attivai subito per cambiare in meglio le cose. A marzo è scoppiato il Covid-19 e dovetti interrompere il lavoro per oltre un mese.
La pandemia, purtroppo, ha avuto pesanti conseguenze sulla mia famiglia: ad aprile mia mamma venne ricoverata per un’ulcera e pochi giorni dopo morì di Covid-19.
In quei giorni mi dedicai allo studio del Buddismo e incoraggiato dalle guide di Sensei iniziai subito a pensare come poter essere un faro per la mia famiglia: mio padre, mio fratello più grande e io. Una sera, sentii casualmente mio padre che diceva a mio fratello: «Meno male che c’è Vito!».
In quei giorni ho sentito la vicinanza di tutti i miei amici e di tutti i colleghi, per i quali provo molta gratitudine.
è un prezioso tesoro del cuore che porto con me.
Decisi di scrivere a Sensei per esprimere le mie determinazioni riguardo alla mia vita personale e ai miei obiettivi per kosen-rufu.
A maggio, quando tornai a lavorare, non sapevo ancora nulla di come sarebbe andato il mio contratto e comunque non potevo ancora andare a trovare i miei clienti.
Ma il Buddismo insegna ad agire sulla base della saggezza in accordo con le circostanze mutevoli, e così mi diedi subito da fare telefonando ai clienti e sviluppando contatti per una fetta di mercato che l’azienda non aveva ancora esplorato. Dopo alcuni riscontri positivi, iniziai a sentire sempre più fiducia in me stesso.
Il risultato concreto è stato che dal primo luglio ho firmato un contratto di un anno e subito dopo una grande azienda si è proposta per un accordo con la nostra società proprio nel settore di cui mi occupo.
A coronamento di questa esperienza di fede, ho ricevuto la risposta di Sensei alla mia lettera. Coerentemente con ciò che gli ho promesso, determino di creare una famiglia armoniosa, di essere indispensabile nel mio lavoro e di dedicarmi con tutto me stesso alla diffusione del Buddismo.

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Stefania Fusco, Sassari

La strada diretta per la felicità

Grazie all’allenamento nelle attività della Soka Gakkai, in cui si è tuffata fin da giovanissima, Stefania ha potuto costruire solide basi in ogni aspetto della sua vita

Ho avuto l’immensa fortuna di far parte della Soka Gakkai da quando ho diciannove anni.
In particolare, il fatto di aver trascorso sedici anni nel Gruppo giovani mi ha permesso di costruire la mia fede e le basi della mia vita, realizzando delle vittorie incredibili in tutti gli aspetti e delineando il mio percorso lavorativo.
È stato durante questo periodo che ho fatto le mie promesse al nostro meraviglioso maestro, a cui ritorno sempre nei momenti cruciali. Da quando, nel 2006, decisi di intraprendere la carriera accademica, dopo aver vinto in modo totalmente inaspettato un dottorato di ricerca a Pavia, ho dovuto affrontare ostacoli molto forti dovuti al sistema delle università italiane e sicuramente anche al mio senso di inadeguatezza.
Mi sono sempre impegnata per mettermi al passo in un percorso scelto relativamente tardi, e tante volte sono stata sul punto di mollare. All’interno dell’università ho spesso lavorato gratis, in attesa di soluzioni che tardavano ad arrivare.
Pur di continuare a coltivare i miei studi ho fatto moltissimi lavori, alcuni molto umili e pesanti, ma grazie al costante impegno nell’offerta per kosen-rufu sono sempre riuscita a vivere dignitosamente e a fare tutto ciò che desideravo.
Tre anni fa hanno iniziato a chiamarmi come supplente di sostegno alle scuole superiori dove ho fatto delle esperienze molto forti, tuttavia il mio sogno non era quello.
Non avevo fatto tanti sforzi, Daimoku e shakubuku per accontentarmi, e così determinai di fare del 2018 “l’anno in cui tutto iniziò a cambiare”.
Mentre continuavo a impegnarmi sia nel lavoro che nell’attività, ispirata dallo slogan della riunione donne “vinci su te stessa e sii felice”, sono riuscita a pubblicare il mio primo libro, che ho spedito con gioia al maestro Ikeda. Poco dopo è uscito il bando per un concorso come ricercatore nella mia materia, a cui ho potuto partecipare con un buon numero di pubblicazioni.
Dopo varie difficoltà, proprio durante la settimana di giugno dedicata alle riunioni donne, è stata fissata la data del concorso.
Ero molto tranquilla, ma gli ostacoli non tardarono a manifestarsi e la mia oscurità prese il sopravvento.
L’ansia mi stava divorando, finché recitando Daimoku ho sentito che se quello era il mio posto per kosen-rufu niente avrebbe potuto portarmelo via perché io avevo il Gohonzon, i compagni di fede e Sensei al mio fianco.
L’inizio dell’esame è stato molto duro, la commissione ha iniziato a evidenziare i punti deboli del mio lavoro, ma io non ho ceduto.
Arrivati alla prova di inglese, che mi preoccupava molto, avrei dovuto tradurre un testo inerente alla mia materia.Tuttavia, poiché i commissari si erano dimenticati di portare il materiale, hanno chiesto all’ufficio Erasmus nell’aula accanto un testo qualsiasi in inglese.
Era un articolo tratto dalla rivista della facoltà di Legge di Osaka sul disarmo nucleare: non potevo crederci!
In quel preciso istante ho percepito l’immensità del Gohonzon e ho sentito la vittoria nel cuore. Ho tradotto fluentemente quell’articolo perché conoscevo quel tema grazie all’attività di Senzatomica che ho portato avanti dal 2011 al 2015, realizzando ventitré eventi a sostegno, per poi arrivare all’organizzazione della mostra a Sassari, nel 2016.
La mia vittoria è stata schiacciante: esattamente come diceva il maestro Toda, le attività della Gakkai sono la strada più diretta per la vittoria!
Ero felicissima di questo beneficio, quando ho iniziato ad avere seri problemi di salute per i quali uno specialista mi ha diagnosticato una perdita dell’udito lieve ma non più recuperabile. Sospettava qualcosa di serio, mi fece fare la risonanza magnetica alla testa e tutta una serie di altri esami.
La mia ipocondria è esplosa, più recitavo Daimoku più stavo male, ero tutta concentrata sul mio piccolo io. Sapevo benissimo che era un ostacolo ma non riuscivo ad uscirne, finché non ho iniziato a pregare per allineare il mio cuore a quello del maestro.
Così il mio ichinen è cambiato e ho finalmente trovato i medici che hanno capito i miei problemi e trovato le cure giuste.
Con l’inizio del 2020, tra i miei obiettivi c’era quello di finire un libro al quale stavo lavorando da anni ed era diventato una montagna impossibile da scalare. Ho iniziato a lavorarci senza troppa convinzione, finché è arrivato il lockdown.
Così ho trascorso una quarantena bellissima, scandita dal Daimoku, dalle ore di studio, dalle attività on line ma, soprattutto, cosa assolutamente impensabile, durante la quarantena ho completato il mio libro, che è stato pubblicato a luglio e ho comprato la mia nuova casa!
Nemmeno nelle mie fantasie più sfrenate avrei pensato a una casa in mezzo alla pineta e ai ginepri, a due passi dalla spiaggia, tra l’altro acquistata a un prezzo di molto inferiore al valore commerciale: un beneficio enorme che sento come il frutto della mia costante offerta della casa per le attività di kosen-rufu.
Nel messaggio di giugno rivolto alle donne e alle giovani donne, il maestro Ikeda afferma: «In una lettera indirizzata a una sua discepola, Nichiren Daishonin scrive: “La nostra mente è come l’acqua: una fede debole è come l’acqua torbida, una fede risoluta è come l’acqua limpida” (Risposta alla monaca laica Nichigon, RSND, 1, 957).
Se la nostra fede è forte e pura verrà riflessa nello specchio del Gohonzon e così, in perfetto accordo con il nostro “cuore che crede” tutta la nostra vita comincerà a trasformarsi indirizzandosi verso la vittoria e la felicità. Questo passo del Gosho ci insegna che nei momenti cruciali la cosa più importante è avere una fede limpida che ci permetta di vedere tutto in modo chiaro e di agire di conseguenza, con coraggio» (NR, 675, 9).

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Elisa Pinagli, Castelnuovo (Lucca)

Il mezzo per trasformare ogni problema

La preghiera e le attività della Soka Gakkai sono il mezzo più sicuro per trasformare le sofferenze in felicit

Sono un’infermiera di ventisette anni di Castelnuovo di Garfagnana. A novembre 2018 ebbi la possibilità di partecipare al Corso europeo giovani “Il voto”, in Giappone, insieme a 120 ragazzi da tutta Europa. All’epoca vivevo a Genova.
In quell’occasione rinnovai e consolidai nel mio cuore il voto per kosen-rufu e il legame con il nostro maestro. Prima del corso ciascuno di noi ha scritto una lettera a Sensei con gli obiettivi per il 18 novembre 2020. Io gli ho promesso che dopo anni di lontananza, avrei avuto un lavoro stabile nella mia zona di origine per realizzare la mia missione per kosen-rufu, e che sarei stata un sole luminoso portando armonia nella mia famiglia e nel lavoro.
Un anno dopo, a novembre 2019, mi sono licenziata da un ospedale di Genova dove avevo un contratto fisso, per un’opportunità di tre anni presso l’ospedale di Castelnuovo, il mio paese.
Nel frattempo, sono risultata vincitrice di un concorso pubblico per infermieri a tempo indeterminato nella regione Toscana.
Agli inizi di marzo è uscita la graduatoria del concorso e subito ho determinato di restare nel luogo dove mi trovavo.
Ho fatto l’offerta per kosen-rufu e ho deciso di impegnarmi sempre più nell’attività, soprattutto negli incoraggiamenti ai membri della zona per creare unità.
Dopo pochi giorni è scoppiata l’emergenza Coronavirus.
Subito dopo ho ricevuto una e-mail di assunzione presso l’Ospedale di Pisa. La gioia della tanto attesa chiamata ha lasciato spazio alla delusione perché non volevo andare via dalla mia città.
Recitando Daimoku di fronte al Gohonzon ho sentito che quello era il momento di rideterminare di nuovo che avrei realizzato la promessa fatta al maestro, senza il minimo dubbio.
Scrive il maestro Ikeda: «Anche se dovete affrontare una moltitudine di problemi, per favore sfidateli dedicandovi nel contempo alle attività della Soka Gakkai. Fate in modo che i vostri problemi diano impulso alle vostre attività per kosen-rufu. Se pregate e vi date da fare per kosen-rufu riceverete di sicuro dei benefici. L’importante, quindi, è che usiate l’attività come un mezzo per sfidare ogni vostro problema e trasformarlo in una pietra miliare della strada verso la felicità. Se le attività arrivano ad avere un chiaro significato nella vostra vita, saranno fonte di forza e di energia per voi» (NRU, 2, 80).
Per superare le difficoltà e la pesantezza di quella situazione, ho proposto di fare una catena di Daimoku giornaliera con il settore Garfagnana, per realizzare ognuno una grande vittoria, e di approfondire lo studio del Gosho tutti uniti in itai doshin. Così ho trovato il coraggio di rispondere alla e-mail rifiutando l’assegnazione a Pisa, ma restando a disposizione per Castelnuovo. Il giorno dopo mi è stato chiesto se volessi accettare l’incarico a tempo indeterminato per il presidio ospedaliero dove già lavoro… Potete immaginare la gioia!
L’inverno si trasforma sempre in primavera!
Provo tanta gratitudine per questa vittoria e per il nostro maestro, e sono pronta a impegnarmi al massimo nel mio lavoro per il benessere della mia comunità e nelle attività per kosen-rufu!

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Nuovi membri

Gabriele Baldi, Milano

Una forza mai provata prima

Lo scorso luglio hai ricevuto il Gohonzon. Cosa ti ha portato a questa decisione?
Non è stata una scelta dettata dalle difficoltà oggettive che stiamo vivendo. È stata una scelta maturata dopo un percorso di avvicinamento, di pratica, di approfondimento della fede e di consapevolezza interiore. Aver ricevuto il Gohonzon proprio in questo momento mi ha portato a vedere la mia vita con occhi differenti, a vivere questo periodo di difficoltà con più forza e coraggio. Non mi sono mai sentito solo. Posso dire che la mia vita è più centrata: ogni cosa, ogni avvenimento oggi lo vivo in maniera più profonda e con più fiducia. È come se la ruota della vita avesse iniziato a girare in maniera decisa, con una forza che non avevo mai percepito prima. Sento di avere una missione, una responsabilità non legata soltanto alla mia vita, ma anche alle persone intorno a me.

Come ti sei trovato con le attività online della Soka Gakkai?
Ho potuto partecipare, fortunatamente, a diverse riunioni online. Penso che le attività siano proseguite nella maniera migliore, adattandosi al periodo e alle difficoltà.
È stato importante sentirsi comunque vicino ai compagni, seppure in maniera virtuale.

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Laura Caruso, Palermo

Siamo qui per migliorare e crescere

Cosa è cambiato nella tua vita con la pratica buddista?
Praticando il Buddismo ho concretizzato un beneficio molto grande che riguarda la mia famiglia, che negli ultimi anni ha vissuto tante difficoltà legate alla crisi economica e alla malattia di mio padre. L’atmosfera a casa era diventata pesante e si litigava, si era spezzata l’armonia familiare. Ma grazie al Daimoku, tra luglio e agosto sono riuscita a riconnettermi emotivamente e a comunicare meglio con loro. Finalmente adesso ognuno si rispetta e si prende più cura di se stesso. Per me questo cambiamento è stato una prova concreta. Da lì ho voluto fare il passo successivo e lo scorso settembre ho ricevuto il Gohonzon.

Qual è l’aspetto che più ti colpisce della Soka Gakkai?
La cosa che più mi stupisce è la mancanza di giudizio. Fin dal primo zadankai potevo essere liberamente me stessa, siamo tutti qui per migliorare e crescere, ognuno di noi ha un potenziale enorme, è un Budda. Nel mio caso mi mancava la fiducia in me stessa. Siccome sono molto sensibile, nelle relazioni vivevo le emozioni in modo amplificato e mi domandavo come non provare più questa sofferenza.
Poi, grazie al Buddismo ho capito che questa è la mia modalità e che imparare a rispettare la mia emotività significa rispettarmi come Budda. Tramite lo studio è come se avessi aperto un mondo che già conoscevo e tutto quello che leggo ha perfettamente senso, un senso profondo. Ho fatto chiarezza su molte domande, su me stessa e sulla vita.

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