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Il mio legame con l'Italia - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:45

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Il mio legame con l’Italia

Noriko Oguma, vice responsabile donne e giovani donne SGI, nel 1994 aveva accompagnato Kaneko e Daisaku Ikeda nel loro viaggio in Italia. Il sentimento di affetto che la lega al nostro Paese è stato rafforzato dalla calorosa accoglienza ricevuta anche in questa occasione

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Noriko Oguma, vice responsabile donne e giovani donne SGI, nel 1994 aveva accompagnato Kaneko e Daisaku Ikeda nel loro viaggio in Italia. Il sentimento di affetto che la lega al nostro Paese è stato rafforzato dalla calorosa accoglienza ricevuta anche in questa occasione

Ero già stata in Italia, e avevo incontrato molte volte membri italiani in Giappone. Ma solo adesso mi sono resa conto di quale grande tradizione avete riguardo al corso estivo, mi ha colpito l’organizzazione e la vostra passione. Credo che questo potrebbe essere un modello di corso estivo per tutto il mondo.
Io pratico da quarantotto anni. La prima volta che ho incontrato il presidente Ikeda avevo vent’anni, in occasione di una lezione di Gosho per la Divisione studenti. Capii allora che questa filosofia buddista poteva far espandere la mia vita come tutto l’universo, rivoluzionare la mia esistenza e condurre alla felicità tutti gli esseri umani. Posso dire che ascoltando quella lezione ho trovato la mia strada. Fino ad allora non avevo fiducia in me stessa, anche un piccolo problema mi faceva diventare triste. Quindi in quella occasione, grazie a quella lezione di Ikeda, ho determinato nel profondo del mio cuore che avrei vissuto per kosen-rufu.
Nel mio percorso di pratica ho sperimentato molte cose. Ho avuto vari problemi, di lavoro, in famiglia, nell’attività, ma sono sempre riuscita a risolverli nel modo migliore. Oggi sto conducendo una vita meravigliosa, che quando ho iniziato a praticare non avrei minimamente immaginato.
Nel ’94 ho avuto la fortuna di venire con sensei in Europa. Trentanove giorni di visita a Pisa, Firenze, Milano un’esperienza che considero il beneficio più grande della mia vita, un tesoro.
Durante quel viaggio ho rideterminato di fare tutto il possibile per lo sviluppo di kosen-rufu. Un giorno che mi tormentavo per il mio futuro, Ikeda mi ha regalato una frase: «Non fare paragoni con gli altri, tu devi essere te stessa. Percorri la tua strada, la missione che hai scelto, a testa alta e con orgoglio». Anche ora, nei momenti di difficoltà, penso a queste parole e mi torna il coraggio.
Il 24 agosto Ikeda ha celebrato il sessantesimo anniversario della sua conversione, sua moglie Kaneko il sessantaseiesimo. In questi sessant’anni Ikeda ha ereditato l’insegnamento dal presidente Toda, continuando a lottare perché tutte le persone del mondo siano felici. Egli recentemente ha detto: «Fino a ora in qualunque battaglia ho sempre combattuto con tutto me stesso senza mai risparmiarmi, per questo sono riuscito a costruire una storia di vittorie». Se oggi esiste la Soka Gakkai, è grazie all’eredità del legame fra maestro e discepolo.
Quando Toda ha subito un fallimento nel suo lavoro, l’unico rimasto a sostenerlo è stato Ikeda, che aveva poco più di vent’anni. Anche dopo la sua morte, Ikeda ha cercato di realizzare tutti i sogni del maestro, l’università e le scuole Soka ecc., e di far conoscere il suo esempio nel mondo. Anche gli attacchi da parte del potere o dei mass media contro la Soka Gakkai, Ikeda li ha presi su di sé per proteggere l’organizzazione e noi membri.
Il 19 agosto scorso, durante una riunione alla quale ho partecipato anche io, sensei ha ricordato la sua nomina a terzo presidente, il 3 maggio 1960. Quel giorno, al suo ritorno a casa, la moglie Kaneko gli disse: «Considero oggi un giorno di lutto per la nostra famiglia, dedicati con tutte le tue forze alla Soka Gakkai e ai membri senza lesinare la tua vita». In quello storico giorno non solo sensei ha espresso la sua determinazione di far avanzare il movimento di kosen-rufu, ma anche sua moglie ha dovuto prendere una decisione difficile, come vera discepola, per mantenere la promessa fatta a Toda di proteggere Daisaku».
«Il 24 aprile 1979 – ha proseguito il presidente Ikeda – mi sono dimesso dalla carica di presidente, a causa della manipolazione del clero pazzo di gelosia e dei traditori che avevano dimenticato la gratitudine. Mi sono dimesso ma non sono cambiato. Sono sempre rimasto il vero discepolo del presidente Toda, anche di fronte al vento contrario. Quando dissi a mia moglie di essermi dimesso, lei mi disse con un sorriso: “Grazie di tutti i tuoi sforzi, al di là di tutto sono contenta che tu stia bene”».
Quando ho sentito queste parole, mi sono resa conto di quanto sia stato difficile per il mio maestro e per sua moglie, e ho sentito ancora di più gratitudine nei loro confronti. La signora Kaneko sostiene Ikeda con un gran sorriso, tutto il mondo riconosce questo lavoro e lo apprezza. È grazie a Ikeda e a sua moglie se oggi possiamo vivere questa vita suprema per kosen-rufu.
Per il sessantesimo anniversario della conversione del nostro maestro è importante che noi discepoli non solo ci facciamo proteggere ma che lo proteggiamo e lo sosteniamo. È importante unire il nostro cuore a quello del maestro, e fare noi stessi il voto di creare una profonda relazione tra maestro e discepolo. È anche importante approfondire studiando i discorsi di sensei. Quando andiamo a incoraggiare qualcuno dovremmo pensare: «Ikeda cosa direbbe? Di fronte a questo problema il nostro maestro come si comporterebbe?». Mettendo al centro la recitazione del Daimoku vi chiedo di lottare insieme al maestro. Auguro a tutti i membri della Soka Gakkai italiana di stare bene, e di avanzare per creare questa vostra storia meravigliosa.

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