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Il mio castello prezioso - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:39

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Il mio castello prezioso

Serena Colongo, Firenze

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Cominciai a praticare il Buddismo nel 2000 grazie ad Angela, una mia collega al Ministero dei Beni Culturali. Iniziai per risolvere una situazione con una coinquilina che mi creava disagio. Recitai Daimoku per la sua felicità e la sofferenza incredibilmente si sciolse, fu uno dei primi risultati importanti. Finii gli studi laureandomi con centodieci all’Accademia di Belle Arti. Andai a lavorare a Londra per cinque mesi e al mio rientro presi in affitto una cameretta in un appartamento con altre ragazze. Il primo anno mi trovai benissimo ma la situazione cambiò con una nuova arrivata. Fu in quel periodo che decisi: «Voglio una casa tutta per me con una cucina, un bagno, una camera matrimoniale, una sala dove dipingere, il salotto e il balcone e semmai anche il caminetto, che mi piace tanto». Non avevo soldi per permettermi una casa simile a Firenze ma decisi comunque di coltivare questo desiderio e, come segno di gratitudine, avrei offerto la casa per le riunioni. Daisaku Ikeda scrive: «Custodire il Gohonzon nella propria casa, ma non aver cura del luogo in cui si abita o non mantenere buoni rapporti con i vicini, vuol dire non [comprendere che i dieci mondi in cui viviamo si manifestano sia in noi stessi sia nel nostro ambiente]. Soltanto quando costruite un castello prezioso nella vostra casa, quando la riempite di felicità e contribuite al benessere della società, potete avanzare sulla strada che trasforma tutto il mondo nella terra del Budda» (D. Ikeda, La vera entità della vita, esperia, 2005, pag. 14). Desideravo con tutto il cuore costruire questo castello prezioso.
Quando anche la convivenza con questa ragazza diventò impossibile, compresi che era un punto nodale nella mia vita che io, e solo io, potevo decidere di cambiare. Così decisi di sradicare il problema alla radice, recitando Daimoku per influenzare l’ambiente, consapevole che è il nostro specchio. Contemporaneamente, mi davo da fare in tutte le attività che richiedevano una mia trasformazione e approfondivo gli scritti di Nichiren e di Daisaku Ikeda. Nell’estate uscì un concorso per casiera in una storica biblioteca fiorentina, cioè un servizio di vigilanza in cambio di una casa, per coloro che lavorano al Ministero dei Beni Culturali. Vi partecipai. A fine novembre mi fu comunicato che ero arrivata terza nella graduatoria per la casa ma, dato che i primi due avevano rinunciato, avrei potuto già visitare la casa. Le mie paure mi assalirono, iniziai a vedere tutti i lati negativi della situazione ma poi con una preghiera determinata al Gohonzon, i dubbi svanirono. La casa era bellissima. Accettai la casa e il lavoro a tempo pieno, percependo anche un guadagno maggiore. Nel giro di pochi giorni mi trovai in un ambiente di lavoro nuovo e migliore e il 3 gennaio, giorno del mio compleanno, mi trasferii in questa casa fantastica dove non dovevo pagare neanche l’affitto! È situata nel centro di Firenze, ha due terrazze grandissime con vista sul Duomo, un caminetto proprio come desideravo, il salotto, la camera da letto, una stanza per dipingere e una per il Gohonzon. Vivono con me Ambra e Cleopatra, due meravigliose gattine.
Desidero diffondere il Buddismo ad Asmara, in Eritrea, la mia città natale e far praticare la mia famiglia. Mio padre, che all’inizio era scettico, qualche volta ha recitato Daimoku; a volte mi ascolta soltanto, ma questo è… un buon inizio! Durante questo percorso ho approfondito ulteriormente la relazione con il mio maestro, il presidente Ikeda, e le sue parole mi incoraggiano sempre a non fermarmi mai.

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