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Il Gosho è la chiave per vincere in ogni sfida - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:41

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Il Gosho è la chiave per vincere in ogni sfida

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In questo saggio scritto nel maggio del 2000, il presidente Ikeda racconta he il suo maestro Josei Toda, nel dare consigli personali, utilizzava sempre il Gosho, in cui è racchiuso l’insegnamento di Nichiren Daishonin

In passato ho scritto riguardo alle mie lezioni mattutine all’”università Toda”, durante le quali il mio maestro, Josei Toda, mi trasmise un’ampia gamma di materie.
C’erano tante altre persone che venivano ogni giorno a chiedere consigli nella fede a Toda ed egli, anche se si trovava nel mezzo di un lavoro, si ritirava in una stanza per dedicare loro del tempo. I membri erano afflitti da ogni sorta di problemi e sofferenze: c’era chi era povero, chi stava affrontando una difficoltà apparentemente insormontabile e chi si sentiva insoddisfatto o voleva abbandonare la fede.
In quelle occasioni Toda mi voleva al suo fianco e standogli vicino ogni giorno, dietro le quinte, a volte venivo chiamato a trasmettere i suoi consigli e le sue guide a tante altre persone.
Perciò ascoltavo ogni parola con molta attenzione cercando di inciderla nella mia mente.

A volte Toda dava consigli utilizzando esempi concreti e facilmente comprensibili, a volte incoraggiava le persone in modo appassionato e ispirante, altre volte esprimeva le sue conclusioni con parole semplici e concise. In certe occasioni riportava svariati aneddoti sorridendo e conversando con modi affettuosi e amichevoli che riscaldavano il cuore dell’altro.
A volte si adirava come un padre severo ma amorevole, indicando all’interlocutore la sua pigrizia, la debolezza o l’arroganza, nello sforzo di aiutarlo a correggere quei difetti.
Quando una donna in miseria si presentava da lui portando un neonato sulle spalle e un altro figlio per mano, Toda apriva il Gosho e le leggeva vari passi per incoraggiarla e rincuorarla. E ogni volta, prima di farlo, puntualizzava umilmente: «Queste non sono parole mie. Sono le parole del Daishonin, del quale tu pratichi l’insegnamento». Rivedo ancora il modo in cui Toda si rivolgeva alle persone, con infinito calore e compassione.
«Quelli che credono nel Sutra del Loto sono come l’inverno, che si trasforma sempre in primavera» (RSND, 1, 477).
«Coloro che credono nel Sutra del Loto attireranno la fortuna da diecimila miglia lontano» (RSND, 1, 1009).
Sceglieva frasi degli scritti di Nichiren Daishonin che fossero facilmente comprensibili per incoraggiare quelle donne che si dibattevano in mezzo a gravi difficoltà economiche e cercavano di andare avanti nella vita, nonostante la strada fosse tutta in salita. Le rassicurava sottolineando più volte: «Questo è l’insegnamento del Daishonin, non sono parole mie». Altre volte, quando venivano a trovarlo i giovani, citava i passi del Gosho istruendoli con rigore.
Quando le giovani donne chiedevano un consiglio, utilizzava le auree parole del Daishonin per indirizzarle sulla strada giusta, e diceva: «Questo è per la tua felicità futura».
Un giorno, dando guida a una persona che non riusciva ad andare d’accordo con i suoi fratelli, Toda lesse e spiegò una delle lettere scritte dal Daishonin ai fratelli Ikegami (cfr. RSND, 2, 859). Due fratelli che agiscono in unità, scrive il Daishonin, sono come le due ruote di un carro o le due ali di un uccello. Aggiunge che se lo consideravano il loro maestro, dovevano risolvere ogni disaccordo e unire i loro intenti.
Se non lo avessero fatto, potevano esser certi che i Budda e le divinità celesti non li avrebbero più protetti. Poi ricorda loro che, come sostenitori del Sutra del Loto avevano già dei nemici, e che se avessero continuato a combattersi tra loro, sarebbero finiti come il cormorano e la vongola che, intenti a litigare, furono catturati dal pescatore. Citando questa favola antica il Daishonin chiarisce in modo eloquente il suo punto di vista.

Il maestro Toda riprendeva inoltre severamente coloro che offendevano i compagni di fede, citando vari passi del Gosho. «Dovete rispettarlo [la persona che abbraccia il Sutra del Loto] come fareste con il Budda. Questo intende il sutra quando afferma: “Dovrai alzarti e salutarla di lontano, mostrandole lo stesso rispetto che mostreresti a un Budda”» (RSND, 1, 671).
Con questo passo Toda sottolineava quanto è importante che i membri si rispettino a vicenda, così come rispetterebbero il Budda: questo è l’insegnamento del Daishonin e del Sutra del Loto.
Quando poi citava le parole: «Quindi, il miglior modo per conseguire la Buddità è quello di incontrare un buon amico» (RSND, 1, 531), Toda voleva far capire fino in fondo quanto sia importante la presenza di “buoni amici” che ci aiutano a conseguire la Buddità.
Leggendo il passo: «In questa epoca impura, dovete sempre parlare fra di voi e non smettere mai di pregare per la prossima vita» (RSND, 1, 399), commentava: «Proprio perché viviamo in questo mondo corrotto, il Daishonin ci esorta a dialogare costantemente fra noi e a impegnarci con tutto il cuore per kosen-rufu, in modo da ottenere insieme una felicità eterna. Non abbiamo tempo per criticarci o litigare fra noi. Saremo rimproverati dal Daishonin se ci lasciamo sviare da questi sentimenti meschini».

Quando i responsabili si recavano da lui per qualche problema all’interno dell’organizzazione, Toda basava la sua guida sui passi del Gosho che insegnano il principio fondamentale dell’unità. Nella vita, come nel Buddismo, ciò che conta sono le basi.
«Quando fra le persone prevale lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”, esse realizzeranno tutti i loro scopi, mentre se hanno uno “stesso corpo e diverse menti” non possono ottenere niente di notevole» (RSND, 1, 550).
«Al contrario, sebbene Nichiren e i suoi discepoli siano pochi di numero, poiché hanno lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”, realizzeranno sicuramente la loro grande missione di propagare ampiamente il Sutra del Loto. Un solo scroscio di pioggia spegne molti fuochi ruggenti, e una singola verità dissolve molte forze malvagie» (RSND, 1, 550).
Toda spiegò con fermezza anche un passo cruciale de L’eredità della legge fondamentale della vita: «In generale, che i discepoli di Nichiren, preti e laici, recitino Nam-myoho-renge-kyo con lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”, senza alcuna distinzione fra loro, uniti come i pesci e l’acqua, questo si chiama eredità della Legge fondamentale della vita. In ciò consiste il vero scopo della propagazione di Nichiren. Se è così, anche il grande desiderio di un’ampia propagazione potrà realizzarsi» (RSND, 1, 190).
La Soka Gakkai è un’organizzazione di credenti armoniosamente uniti che lavorano insieme per kosen-rufu, in cui scorre l’eredità spirituale di Nichiren Daishonin. Perciò non possiamo permettere che venga distrutta questa organizzazione, che Toda definiva più preziosa della sua stessa vita. La Soka Gakkai vincerà sempre grazie all’unità di diversi corpi, stessa mente.
Parlando con grande passione e convinzione, Toda dichiarò che solo proteggendo e rafforzando la Soka Gakkai, che ha ereditato l’intento e il mandato del Budda, sarà possibile realizzare kosen-rufu.
«Un sutra [Sutra del Nirvana] dice: “Affidatevi alla Legge, non alla persona”» (RSND, 1, 774). La Soka Gakkai è forte perché si basa sul Gosho. In qualsiasi circostanza, se ritorniamo sempre a questo fondamento, non giungeremo mai a un punto morto.
Nella sua prefazione all’edizione della Soka Gakkai della Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, Toda dichiarò: «Il mio più fervido desiderio è che questa preziosa scrittura si diffonda fra le persone di tutta l’Asia e del mondo intero».
Oggi, in accordo con il desiderio di Toda, gli scritti del Daishonin sono stati tradotti in molte lingue in tutto il globo. Il Gosho è già stato tradotto in coreano e, per il settantesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai, dovrebbe uscire la traduzione in cinese.
Proprio l’anno scorso (1999) è stata pubblicata la tanto attesa traduzione inglese interamente rivista. È un evento della massima importanza che ha reso accessibili gli scritti del Daishonin a qualcosa come 1,8 miliardi di lettori di lingua inglese in tutto il mondo.
La SGI, che conta membri in 165 nazioni (oggi 192, n.d.t.), ha il suo nucleo centrale nel Gosho.
Il Daishonin ci insegna che niente supera la strategia del Sutra del Loto.
Il Gosho è la chiave per vincere in ogni sfida. Toda soleva dire con sicurezza: «Coloro che si sforzano di mettere in pratica l’insegnamento del Daishonin diffondendo ampiamente la Legge mistica, sono dei bodhisattva e dei Budda». Buddismo significa essere vittoriosi.
Per questo è essenziale lottare e vincere in ogni circostanza, in accordo con i princìpi insegnati nel Gosho. Questa è la via della fede per i discepoli del Daishonin. I benefici che otterremo vivendo in questo modo saranno eterni, la nostra fortuna sarà incommensurabile e la nostra vittoria garantita per sempre.

(Seikyo Shimbun, 23 maggio 2000)

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