Come possiamo spiegare agli ospiti che partecipano agli zadankai il significato del Gohonzon? Ecco alcuni brani tratti dal dialogo con i giovani Preghiera e azione
Il significato letterale del termine honzon è “oggetto di fondamentale rispetto”. Go è un titolo onorifico.
Anche chi afferma di non avere credenze religiose sicuramente considera di estremo valore qualcosa nella vita, sua o in generale; qualunque cosa abbia di più caro, quello è il suo “oggetto di fondamentale rispetto”, il suo “oggetto di culto”. Anche se affermano volentieri il contrario, ci sono persone per le quali il denaro è l’oggetto di culto, mentre per altri può essere lo stato sociale; per qualcun altro sono oggetto di devozione il proprio partner o la propria
famiglia. Per altri ancora è la conoscenza. C’è persino qualcuno che venera la divinità, o qualche vago concetto di cielo o di verità.
In ogni caso, la natura dell’oggetto cui rivolgiamo la nostra massima considerazione avrà profonda influenza sulla nostra vita. Il Buddismo del Daishonin ha come “oggetto di fondamentale rispetto” la vita del Budda, l’eterna entità della vita connaturata con l’universo. Questo oggetto
di culto non è astratto o irraggiungibile, poiché si tratta della vita stessa.
Il Daishonin scrive: «Non cercare mai questo Gohonzon al di fuori di te. Il Gohonzon esiste solo nella carne di noi persone comuni che abbracciamo il Sutra del Loto e recitiamo Nam-myoho-renge-kyo». La vita eterna dell’universo esiste dentro ognuno di noi. Il Gohonzon esiste nei nostri cuori. Il Buddismo del Daishonin è la filosofia dell’assoluto rispetto degli esseri umani e della vita nella sua totalità. Nichiren Daishonin materializzò l’entità della sua vita nella forma del Gohonzon per rendere possibile il manifestarsi del Gohonzon che esiste nelle nostre vite.
(Preghiera e azione, esperia, pagg. 35-36)
La Legge mistica è certo invisibile, ma esiste senza alcuna ombra di dubbio. Nichiren Daishonin ha rivelato l’oggetto di fondamentale rispetto, il Gohonzon, nella forma di un mandala, in modo da rendere visibile il potere della Legge mistica così come sgorga e si manifesta nella nostra vita. Il presidente Toda un giorno utilizzò un esempio piuttosto semplice ma molto efficace: «Perdonatemi se uso un’analogia tanto banale, ma il Gohonzon può veramente essere paragonato a una macchina fabbrica-felicità».
Quando facciamo Gongyo e recitiamo Daimoku di fronte al Gohonzon, il microcosmo della vita individuale entra, senza incontrare ostacoli, in armonia con il macrocosmo della vita universale. (Ibidem, pag. 11)