Il Nuovo Rinascimento accoglie in questo numero l’esperienza di una piccola praticante di Firenze, Emma, di nove anni. Ci auguriamo che sia solo l’inizio e che tanti contributi di ragazzi e ragazze provenienti da tutta Italia arricchiranno queste pagine con le loro storie e i loro contributi
Recito Nam-myoho-renge-kyo da circa un anno, non proprio tutti i giorni ma mi piace tantissimo. Quando posso vado alla riunione di pomeriggio dalla Giada e facciamo Gongyo insieme agli altri ragazzi. Il mio gruppo si chiama Genesi. Questo è un gruppo di ragazzi dai nove ai sedici anni. Da tre anni ci incontriamo tutte le settimane e ci raccontiamo le nostre esperienze. Il nostro è un gruppo molto attivo, facciamo tante cose insieme, anche spettacoli e attività artistiche con i giovani della zona. La Giada ha già dei bambini ed è veramente carina anche perché ci sostiene molto.
I miei genitori sono buddisti da tanto tempo e io li ho sempre ascoltati quando recitavano perché ero curiosa.
Fin dalla prima elementare ho avuto problemi a scuola: non riuscivo a leggere e a scrivere tanto bene e neanche in matematica andavo bene e questo mi faceva stare tanto male. Anche con gli altri bambini non riuscivo a legare e spesso mi ritrovavo a giocare da sola. Insomma, ero sempre arrabbiata.
Poi, con i miei genitori, abbiamo preso la decisione di andare da una dottoressa che poteva aiutarmi e, alla fine della seconda elementare, anche di cambiare scuola. Durante l’estate del 2008 ho provato a imparare Gongyo e a recitare Daimoku e spesso mi sono sentita contenta senza motivo. Poi nella nuova scuola è andato subito tutto benissimo, ho trovato tanti amici e un’amica del cuore: Nur. Lei è musulmana. Le mie maestre sono brave e molto buone e anche a leggere e a scrivere sono migliorata, anche con l’aiuto di tutti e di un programma speciale al computer.
Nel tempo ho potuto vedere che il Buddismo funziona. Lo dico sempre a tutti, anche alla maestra di religione alla quale ho portato il libro sulla storia del principe Shakyamuni.
Quest’anno a scuola abbiamo imparato a suonare il flauto e quando la maestra ci ha chiesto di portarne uno, io ho pensato subito che lo avrei voluto colorato. Colorato non l’avevo mai visto e neanche la mia mamma; comunque un sabato siamo partite in macchina e abbiamo cominciato a chiederlo a tutti i negozi di musica. Piano piano stavo diventando triste e anche un po’ arrabbiata perché in tutti i posti che andavamo ci rispondevano che c’era solo di due colori, bianco o nero, e costava dai dieci ai dodici euro. Non mi volevo arrendere e ho cominciato a recitare Nam-myoho-renge-kyo in macchina. Soprattutto quando la mamma mi ha detto che saremmo state nell’ultimo negozio di musica e se non ci fosse stato nemmeno lì avremmo smesso di cercarlo colorato. Allora ho proprio determinato di trovarlo e quando siamo entrate nel negozio, accanto alla cassa c’erano sul bancone quattro flauti tutti colorati: verde, fucsia, celeste e trasparente. Non solo: il flauto che ho comprato, celeste, è costato soltanto sette euro! Che felicità!
Poi, da poco, ho avuto un problema con la mia amica: un giorno mi ha detto che non ero più la sua migliore amica e mi si è spezzato il cuore.
Sono andata alla riunione del mio gruppo e ho raccontato questa cosa che mi faceva soffrire tanto. Mi hanno incoraggiato molto e hanno promesso che avrebbero recitato Daimoku per me. Dopo qualche giorno la mia amica mi ha detto che ero tornata a essere la sua migliore amica.
Adesso faccio Nam-myoho-renge-kyo forte forte perché ho un desiderio grande: voglio diventare bravissima a scuola. Visto che sto lavorando tanto credo proprio di meritarmelo!