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Il fiore della mia missione è sbocciato - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:08

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Il fiore della mia missione è sbocciato

Martina Occhipinti, Cesena

Durante il Corso nazionale di Tivoli, Martina ha condiviso con i partecipanti il percorso che l’ha portata a riconoscere la strada della sua missione e ad affermarsi nel suo lavoro di psicoterapeuta

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Sono nata in una famiglia di praticanti ma i miei genitori nel periodo della separazione hanno entrambi smesso di praticare quando ero ancora piccola. 
A 16 anni con un forte desiderio di stare bene e trovare la mia strada, ho iniziato a recitare Daimoku e frequentare le riunioni di discussione, da sola.
Mi sono laureata alla magistrale di Psicologia il 16 febbraio 2016, l’anniversario dei miei dieci anni di pratica. Era un meraviglioso traguardo ma mi restava un po’ di amaro in bocca perché il voto di laurea non era alto, nonostante gli sforzi fatti in quel periodo. 
Durante gli anni di università avevo una forte ansia che mi impediva di studiare e lottavo contro il senso di inadeguatezza: mi chiedevo continuamente se stessi percorrendo la strada giusta e in confronto ai miei colleghi mi sentivo meno determinata e poco portata verso la materia. 
In quel periodo non mi risparmiavo nell’attività, approfondendo gli incoraggiamenti che Sensei scriveva per le giovani donne, rimasi colpita dalla sua considerazione: 

«Mai dimenticherò il tuo nome, luminosa protagonista di kosen-rufu, di te, stai certa, il tuo maestro è fiero» (Trenta Gosho per l’Ikeda Kayo-kai, pag. VII)

Ogni volta che mi sentivo persa e volevo cambiare percorso universitario recitavo molto Daimoku per capire in che direzione andare, la risposta che mi davo era sempre la stessa: “Per lo meno finisci la magistrale!”.
Terminata la magistrale emerse il desiderio di trovare un lavoro che mi desse la possibilità di «togliere la sofferenza e dare gioia». Recitavo Daimoku per rafforzare il mio voto di Bodhisattva della Terra perché ero molto indecisa sulla strada da intraprendere. 
Un po’ per “caso” finii a svolgere il servizio civile in una comunità per minori che mi diede la possibilità successivamente di lavorare in diverse comunità presenti sul territorio. 
Nel frattempo, riuscii anche a passare l’esame di stato per entrare nell’albo degli psicologi e cominciai una scuola di specializzazione in psicoterapia. 

Per cinque anni ho lavorato in una cooperativa che si occupa di educativa scolastica ma non è stato per niente semplice, oltre ai casi di disabilità grave che mi venivano affidati lo stipendio era molto basso, assolutamente non adeguato al tipo di mansione. 
In quel periodo ho avuto l’occasione di fare delle grossissime esperienze di fede sul mio karma economico, a volte mi mancavano i soldi per fare la spesa… rilanciavo con tantissimo Daimoku e mi sfidavo nel fare l’offerta per kosen-rufu. Il grande beneficio è che ho sempre avuto ciò di cui avevo bisogno. 

A novembre del 2020 con la scuola di psicoterapia ho la possibilità di essere terapeuta di un adolescente di una comunità. Era la prima volta che mi sperimentavo nel ruolo, avevo studiato per anni ma non sapevo se fosse adatto a me, la paura di scoprire che il lavoro non mi piaceva e che avevo perso tanto tempo prezioso, mi attanagliava. 
Uscii dalla stanza di terapia molto felice e completamente soddisfatta: compresi profondamente che quella era la mia missione! 
In quel momento ho determinato di impegnarmi al massimo per contribuire al raggiungimento del terzo obiettivo dell’agenda 2030, ovvero quello della salute e benessere, soprattutto per quanto riguarda la salute mentale. 

Nel frattempo, insieme a dei colleghi, ho aperto uno studio come psicoterapeuta che per molto tempo ha faticato a partire… per tutto il 2022 non ho avuto nessun paziente.
Nei confronti del lavoro provavo un senso di fastidio, non ero abbastanza pagata e valorizzata, inviavo curriculum per cercare un altro lavoro, ma poi mi ricordai dell’incoraggiamento di Sensei Ikeda che afferma:

«Scava sotto i tuoi piedi; è lì che troverai la fonte» […] Il luogo dove siete adesso è cruciale. Mai cercare di evitare quello che c’è da fare; sfidate le circostanze e perseverate con fermezza. Ai miei giovani successori vorrei dire: “Fai sbocciare il fiore della tua missione nel luogo dove sei adesso. Decidi di scrivere la tua storia di vittoria!”» (NR, 367)

Decisa a migliorare la situazione lavorativa, chiesi un aumento del livello del contratto e determinai di impegnarmi maggiormente nel fare shakubuku lì. Nonostante l’anno precedente avessi condiviso il Buddismo con una sola persona, nel giro di una settimana ne parlai a tre colleghe. 
Dopo poco avvenne la svolta: venni contattata dalla mia prima paziente pagante che mi chiese di fare sedute di psicoterapia e poi mi chiamarono dal Comune di Cesena per lavorare come educatrice, perché avevano fatto scorrere la graduatoria di un concorso a cui avevo partecipato qualche anno prima. Lo stipendio era quasi il doppio del lavoro che facevo in cooperativa ed era a cinque minuti a piedi da casa! Presa dall’entusiasmo mi licenziai. 
Ma al momento della firma del contratto, accennai di avere la partita iva ma mi dissero che per lavorare con loro avrei dovuto chiuderla. 
Ero molto combattuta: rifiutare un lavoro che mi dava sussistenza o rinunciare al mio sogno proprio nel momento in cui iniziavo ad avere i primi pazienti? Rinunciai al lavoro per inseguire il mio sogno di terapeuta. Ero spaventatissima. 
Mio padre, con il quale ho un rapporto molto stretto, mi rimproverò di non aver fatto la scelta giusta. 

In quel periodo facevo tre ore di Daimoku al giorno per capire le migliori azioni da intraprendere e per essere protetta. 
Dopo pochi giorni con mio stupore mi contattò nuovamente il Comune proponendomi di mantenere la partita iva ma facendo solo 18 ore settimanali… ero felice ma il mio stipendio rimaneva inadeguato. Durante la firma del contratto però, per una serie di “coincidenze”, la responsabile mi propose di lavorare 36 ore settimanali tenendo la partita iva aperta! Avevo vinto! Nonostante la paura non ero indietreggiata di un solo passo, ero rimasta ferma nella mia decisione. Mio padre mi chiamò per farmi i complimenti perché avevo rischiato tutto per ottenere tutto e per dirmi che era molto orgoglioso di me. 

A giugno, a causa di una delusione d’amore, è emersa una fortissima sofferenza, anche perché non avevo mai sistemato alcune cose del mio passato. 
Nel pieno della sofferenza ho trascorso il fine settimana dai miei genitori e chiesi loro di sostenermi andando insieme a fare Daimoku al Centro culturale. Nei venticinque anni di separazione tra loro ci sono sempre state tensioni molto forti, e anche se mia madre non praticava più da tempo e mio padre aveva appena ricominciato, abbiamo recitato un’ora di Daimoku tutti insieme. Mi sono sentita totalmente sostenuta da loro, così come sono. 
Questa sofferenza è stata l’occasione per ristabilire le basi della mia vita, ripartendo dalla pratica buddista e iniziando un percorso di psicoterapia, per essere felice indipendentemente dalla presenza di un compagno o meno.  

Un tasto dolente che mi ha sempre accompagnato nella mia carriera scolastica era di non aver mai preso un 30, dopo due anni dalla fine della specializzazione in psicoterapia sono riuscita ad avere il voto finale del percorso: era un 30! 
Questo stesso periodo è stato caratterizzato da una nuova apertura nel mio cuore nei confronti degli altri, che mi ha permesso di stabilire nuove amicizie basate sul dialogo, grazie alle quali non mi sento più sola. 
A luglio, in aggiunta al lavoro in Comune, sono stata selezionata per una piattaforma di terapia online che mi sta dando la possibilità di sperimentarmi nel lavoro, anche con un discreto ritorno economico. Inoltre, nel 2022 mi ero messa lo scopo di avere almeno dieci pazienti entro la fine del 2023, obiettivo che ho raggiunto e superato! 
Sono certa che tale risultato è dovuto anche all’attività che abbiamo fatto, come giovani dell’Emilia-Romagna est, per la preparazione del Festival dei giovani per la pace che si è svolto il 19 novembre e ha visto la partecipazione di 150 giovani. Un’occasione per unirci ancora di più tra adulti e giovani per l’obiettivo comune che abbiamo di far emergere un nuovo giovane membro per ogni gruppo di zadankai.  
La scuola alberghiera di Cervia dove si è svolto il festival è stata coinvolta nella preparazione e ha invitato i suoi alunni di 4° e 5° superiore, mentre la preside di una scuola media ha invitato i propri alunni. All’evento ha partecipato l’assessore alle politiche giovanili del Comune e io stessa ho invitato l’assessore dei servizi sociali. Un vero successo!
Recentemente mi sono stupita di come mio padre abbia ricominciato a praticare a pieno ritmo, ospitando persino l’ultimo zadankai a casa sua e recitando mezz’ora di Daimoku con mia cugina che non pratica. Concludo con un passo dal Gosho La strategia del sutra del loto che mi ha incoraggiato molto in questo periodo: 

«Non importa quanto forte Nichiren possa pregare per te, se manchi di fede sarà come tentare di accendere il fuoco con un’esca bagnata. Sforzati di raccogliere il potere della fede. Considera prodigiosa la tua sopravvivenza. Usa la strategia del Sutra del Loto prima di ogni altra. Allora «riuscirai […] a sconfiggere tutti gli altri nemici» (RSND 1, 889)


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