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Il dialogo tra genitori e figli - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 07:49

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Il dialogo tra genitori e figli

Daisaku Ikeda

Pubblicato sul Seikyo Shimbun del 30 agosto 2023

In questa puntata della serie “Linee guida della speranza” presentiamo alcuni incoraggiamenti del maestro Ikeda in cui parla del legame tra genitori e figli

Foto di Daisaku Ikeda, Lago Ferril di Denver, Stati Uniti (giugno 1996)
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Quando incontro un giovane che non vive più in famiglia, a volte gli chiedo come stanno i suoi genitori. Se poi aggiungo: «Ogni tanto vai a trovarli per mostrare loro quanto stai bene!», spesso mi sento rispondere: «Purtroppo sono molto impegnato…».
Tuttavia, ho l’impressione che la maggior parte delle volte ciò avvenga non tanto perché si è impegnati, ma perché la si reputa una seccatura.
In una lettera indirizzata a Nanjo Tokimitsu, Nichiren Daishonin afferma:

«Siamo sempre attenti a procurare loro [ai genitori] ogni sorta di cose buone o, quando è impossibile farlo, a rivolgere loro almeno due o tre sorrisi al giorno» (Le quattro virtù e i quattro debiti di gratitudine, RSND, 2, 600)

Questo è un passo che mi colpì molto quando ero giovane.
Sono parole colme di compassione, in cui il Daishonin spiega che a volte, anche se si desidera donare qualcosa ai propri genitori, non si è ancora in grado di farlo da soli. In quei casi, esorta a mostrare loro anche solo un sorriso pieno di gioia, che senza dubbio li renderà felici più di ogni altra cosa.
(Da Daisaku Ikeda zenshu, vol. 68, pag. 69)

I conflitti di interesse o di natura emotiva sono molto comuni, e spesso portano alla rottura del dialogo. In definitiva, non è altro che un fallimento derivante dall’attaccamento alla propria posizione. La frattura tra genitori e figli non può essere superata facilmente finché entrambe le parti rimangono ancorate al proprio punto di vista e al proprio “ruolo”.
Tuttavia, nel momento in cui genitori e figli riescono a percepire profondamente di essere membri di un’unica famiglia, le cose dovrebbero migliorare in modo sorprendente.
Non credo ci sia bisogno di sottolineare che quanto più profonda è questa consapevolezza condivisa, tanto più si riuscirà a comprendere e ad accogliere stili di vita diversi dal proprio, e tanto più fruttuoso sarà il dialogo.
(Da Daisaku Ikeda zenshu, vol. 19, pag. 518)

Nella maggior parte dei casi, fare ciò che dicono i propri genitori si rivela la cosa migliore. Ma c’è anche il pericolo che talvolta i genitori – magari perché la loro mentalità è un po’ di vecchio stampo o perché l’amore per i figli li rende autoritari – finiscano per forzare i figli in una direzione che suscita risentimento e ribellione.
Le cose cambiano col mutare dei tempi, perciò in definitiva io credo che la cosa migliore sia probabilmente che ognuno di voi stabilisca i propri obiettivi e si assuma la responsabilità di realizzarli. È importante che lavoriate duramente, sudando e sforzandovi, scegliendo il sentiero da seguire – quello che sentite il più giusto per voi e che non vi causa alcun rimpianto – e poi lo perseguiate mettendocela tutta.
Dico questo perché la vita è lunga. Siete voi che dovete vivere la vostra vita, combattere le vostre battaglie e conquistare le vostre vittorie. I vostri genitori non ci saranno sempre. Credo che la via migliore perché genitori e figli diventino felici sia che i genitori sostengano i figli lungo il sentiero che i figli hanno scelto.
(Da Sfide e visioni per il futuro, Esperia, pag. 65)

Ogni famiglia vive circostanze e problemi che soltanto i suoi membri possono capire a fondo. Posso dire una cosa: indipendentemente dal tipo di persona che sono, loro sono i vostri genitori. Senza di loro non sareste nati. È importante capire il profondo significato di questo. Potreste domandarvi perché mai siate nati nella vostra famiglia, o perché i vostri genitori siano meno gentili di altri, o perché non abbiate una casa più bella o una famiglia migliore. Potreste persino arrivare a desiderare di lasciare la vostra casa.
Ma il fatto è che siete nati in questa particolare famiglia, in quel particolare posto, sul pianeta Terra. Non siete nati altrove. Nel Buddismo, niente accade a caso, tutto ha un significato.
(Sfide e visioni per il futuro, Esperia, pag. 18)

Da che mondo è mondo, i genitori sono soliti rimproverare i loro figli. E cercano anche di mantenere in qualche modo la loro autorità e reputazione in quanto genitori. Provate a mettervi nei loro panni per comprendere la loro posizione, spesso difficile. Quando vostro padre inizia a comportarsi in modo un po’ autoritario, potreste pensare: “In questa vita papà è nato come un cittadino comune, ma sembra che almeno a casa voglia provare a fare il ‘presidente della Repubblica’ o un piccolo ‘direttore d’azienda’. Anche lui probabilmente si trova in una posizione difficile. Va bene, sarò un comune cittadino e lo ascolterò con spirito di dedizione”.
Una persona che riesce a pensare in questo modo è matura, è un adulto.
Inoltre, nel caso in cui vostra madre si dovesse arrabbiare, se subito rispondete: «Sì, va bene» oppure: «Hai ragione» e vi comportate in modo gentile e pacato, lei non si arrabbierà ulteriormente.
Provate a sviluppare un cuore accogliente, che riesce a pensare in questo modo: «Sta piangendo tanto, è rossa di rabbia e fa tante facce strane… Forse non è riuscita a fare l’attrice in questa vita e allora si sta esercitando per la prossima!».
In ogni caso, sarebbe molto bello se ogni tanto vi mostrate gentili e premurosi nei loro confronti, dicendo ad esempio a vostro padre: «Papà, posso farti un massaggio alle spalle?», oppure facendo un complimento a vostra madre, tipo: «Mamma, oggi sei particolarmente bella!», così da renderli felici. Penseranno che siete diventati proprio dei bravi figli.
Comunque, ricordatevi che anche voi siete i “protagonisti” della vostra famiglia.
Non avete un ruolo secondario.
Pertanto, avete il privilegio di condurre – attraverso il vostro impegno attivo e in prima persona – la vostra famiglia verso un’esistenza luminosa, sana e felice.
(Da Daisaku Ikeda zenshu, vol. 73, pag. 32)

Potete […] provare a parlare con un tono gradevole, rispondendo educatamente quando i genitori vi chiedono qualcosa di importante.
Questo è un trucco magico per rassicurarli. Ad esempio, quando vi augurano una buona giornata mentre andate a scuola, rispondete con un allegro: «Ci vediamo più tardi!», oppure se vi chiedono di fare i compiti basta dire: «Sì, li sto facendo!». Qualunque sia la situazione, sentirvi rispondere in maniera allegra li rasserenerà.
(Da Il mondo vi attende, pag. 45)

È naturale che ciò che dicono i vostri genitori non corrisponda a quello che pensate voi. Essi appartengono a una generazione completamente diversa, hanno una sensibilità diversa e provengono da un diverso contesto di vita. I tempi cambiano rapidamente.
Ecco perché è naturale essere diversi. Il punto è: riuscirete a superare queste differenze e ad andare d’accordo o finirete per litigare a causa di queste differenze?
(Da Kibō taiwa, pag. 135)

Perché il Budda Shakyamuni espose il Sutra del Loto?  
Nichiren Daishonin afferma:

«Shakyamuni espose il Sutra del Loto per ripagare il debito di gratitudine verso il padre e la madre» (Il comportamento filiale, RSND, 1, 918)

In altre parole, espose il Sutra del Loto e indicò come sviluppare una condizione vitale di felicità eterna, che attraversa le tre esistenze di passato, presente e futuro, animato dal desiderio che i suoi genitori – verso cui aveva un immenso debito di gratitudine – raggiungessero uno stato di felicità eternamente indistruttibile, non solo nell’esistenza presente. […]
Toda Sensei disse ai giovani:

«La nostra lotta ci richiede di sviluppare compassione per tutti gli esseri viventi. Ci sono ancora tanti giovani che non sono capaci di amare i loro stessi genitori. Come possono pensare di prendersi cura degli altri? Lo sforzo di superare la mancanza di compassione e l’indifferenza presenti nella nostra vita e di sviluppare la stessa compassione del Budda è l’essenza della rivoluzione umana» (Linee guida per i giovani, NR, 509)

Desidero che siate giovani che sorridono sempre e rendono felici i propri genitori.
(Da Daisaku Ikeda zenshu, vol. 80, pag. 99)

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