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Il dialogo crea la storia - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:41

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Il dialogo crea la storia

«Il dialogo è una prerogativa degli esseri umani. Esso trascende le barriere che ci separano e unisce i cuori con dei legami indissolubili» (Daisaku Ikeda, in conclusione del capitolo “Dialogo” del sedicesimo volume de La nuova rivoluzione umana, in cui racconta i suoi incontri con lo storico Arnold J. Toynbee)

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«Il dialogo è una prerogativa degli esseri umani. Esso trascende le barriere che ci separano e unisce i cuori con dei legami indissolubili» (Daisaku Ikeda, in conclusione del capitolo “Dialogo” del sedicesimo volume de La nuova rivoluzione umana, in cui racconta i suoi incontri con lo storico Arnold J. Toynbee)

A maggio 2017 ricorre il quarantacinquesimo anniversario dell’inizio dei dialoghi tra il presidente della SGI Daisaku Ikeda e lo storico inglese Arnold J. Toynbee (1889-1975). Dopo una corrispondenza durata alcuni anni, nel 1972 Ikeda e la moglie Kaneko si sono recati a Londra, in risposta all’invito di Toynbee e della moglie Veronica. All’epoca Toynbee aveva ottantatré anni e Ikeda quarantaquattro. L’incontro è stato replicato anche l’anno successivo.
I dialoghi intercorsi tra loro hanno avuto la durata complessiva di quaranta ore e sono stati raccolti e pubblicati nel libro Choose life, tradotto in ventotto lingue tra cui l’italiano (nel 1988, con il titolo Dialoghi. L’uomo deve scegliere, edizioni Bompiani).
Ikeda e Toynbee hanno approfondito la loro visione di una vasta gamma di argomenti, che vanno dalla natura dell’uomo e di come interagisce con i suoi simili e con l’ambiente, ai metodi per raggiungere la pace mondiale, alla natura della vita e della morte e dell’universo.

Quell’incontro fu molto significativo per entrambi. Toynbee, che morì poco dopo la pubblicazione del libro, visse i dialoghi con Ikeda come un’importante occasione. Egli disse in apertura: «Signor Ikeda, ho atteso a lungo questo momento. […] Sono molto preoccupato, come lo è lei, di cosa accadrà nel mondo quando lei, e sicuramente io, non ci saremo più» (BS, 161, 41).

Fin dalla giovinezza, Ikeda ha studiato con interesse le opere dello storico inglese, colpito dalla sua analisi della storia che non si sofferma sui singoli avvenimenti, più o meno eclatanti, ma la studia in una scala temporale molto ampia. Toynbee, impegnandosi nel superare un’ottica esclusivamente occidentale, arrivò a ipotizzare lo scenario globale fino al quarto, quinto e sesto millennio, immaginando l’umanità unita in una grande famiglia. Nella sua teoria, la religione svolge un ruolo fondamentale, dirigendo le correnti della storia umana.

Alla base dei suoi studi e delle sue ipotesi c’è infatti la convinzione che la storia sia fatta da movimenti lenti e profondi, e cioè dalle interazioni e i dialoghi tra gli esseri umani, che sembrano invisibili e di poco conto rispetto ai grandi eventi, ma che invece plasmano il corso dei tempi e l’evoluzione o il declino delle civiltà.
Questa convinzione coincide con quella di Ikeda ed è alla base del Buddismo che egli ha diffuso in tutto il mondo a partire dal 1960. Scrive Ikeda: «Quando il nostro dialogo volse al termine, chiesi [a Toynbee] se avesse un consiglio personale per me. Egli fece questa premessa: “Penso che sia piuttosto impertinente da parte mia dare un consiglio a lei, perché io sono un accademico e lei è un uomo d’azione”, e poi aggiunse: “Penso che entrambi siamo d’accordo su ciò che un essere umano dovrebbe fare in questa vita: la Via di mezzo, come lei stesso ha detto, è la strada da seguire”. La Via di mezzo è la via dell’umanesimo basato sulla filosofia buddista del rispetto della dignità della vita. È la via della gradualità, dell’avanzare per la gente e con la gente. Toynbee proseguì: “Sono sicuro che la Soka Gakkai sta guardando molto lontano. Questo è ciò che dovremmo fare tutti”» (­Ibidem).

Fu lo stesso Toynbee – che nel 1972 scrisse la prefazione alla traduzione inglese del libro La rivoluzione umana – a chiedere a Ikeda di curare la raccolta e la pubblicazione dei loro dialoghi, come lascito per le generazioni future. Fin da subito il libro è stato adottato come testo di riferimento in numerosi corsi accademici e superiori.
Tra i tanti, un episodio può testimoniare la portata di questa opera. Quando nel 1990 Daisaku Ikeda e Nelson Mandela si incontrarono a Tokyo per la prima volta, quest’ultimo gli disse: «La conosco molto bene». Infatti, anni prima un membro giapponese della Soka Gakkai aveva regalato la copia del libro Choose life a un ricercatore africano che viveva in Giappone. Questi, dopo averlo letto, lo aveva spedito a un poe­ta africano rifugiato negli Stati Uniti, il quale, a sua volta, lo inviò in carcere a Mandela. In uno degli incontri con Ikeda, Mandela disse: «Ero sicuro di vincere contro l’apartheid, ma non sapevo come agire dopo aver ottenuto la vittoria. In quel momento il libro del presidente Ikeda mi ha dato un grande insegnamento di vita» (BS, 91, 17).

Sul finire del loro incontro, Toynbee raccomandò a Ikeda di tenere tanti altri dialoghi come quello intercorso tra loro. Ikeda ha tenuto fede alla speranza espressa da Toynbee e nel corso degli anni ha incontrato più di settemila esponenti degli ambiti più diversi, pubblicando più di cinquanta libri come risultato di questi dialoghi, e ha tenuto ventidue conferenze in università, istituti di ricerca e accademie in tutto il mondo.

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