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Il cuore è un cielo azzurro - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:51

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Il cuore è un cielo azzurro

«Siamo noi che causiamo le tempeste, ma con la fede il cielo può tornare sempre limpido», le disse un giorno sensei, trasmettendole un senso di semplicità e leggerezza nella vita che Sakae ha voluto condividere con i partecipanti

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«Siamo noi che causiamo le tempeste, ma con la fede il cielo può tornare sempre limpido», le disse un giorno sensei, trasmettendole un senso di semplicità e leggerezza nella vita che Sakae ha voluto condividere con i partecipanti

Invece di tenere una lezione teorica Sakae Takahashi, responsabile delle giovani donne e donne d’Europa, ha deciso di farsi conoscere ai membri italiani raccontando alcuni episodi della sua esperienza di vita e di pratica.
La sua famiglia iniziò a praticare circa cinquant’anni fa, spinta da problemi di povertà e malattia. La prima a convertirsi fu la madre; all’epoca la piccola Sakae aveva solo otto anni, ma ne ebbe un’impressione positiva e quando le chiesero se voleva diventare membro, accettò immediatamente. Durante l’adolescenza e la prima fase della sua giovinezza però visse un momento assai tormentato, pieno di domande, di dubbi sul significato dell’esistenza e di sfiducia in se stessa. «Sapevo che nel Buddismo c’erano tutte le risposte, ma non riuscivo a sentire questa convinzione nel mio cuore. Inoltre, facendo parte di una organizzazione, sappiamo che ci sono sempre problemi di relazioni umane e questi mi facevano soffrire». A incoraggiarla in quel periodo fu studiare nella Rivoluzione umana (RU, 4, 244) come, grazie alla profonda relazione che li legava, Daisaku Ikeda e il suo maestro Josei Toda riuscirono a trasformare la disperata situazione finanziaria di quest’ultimo in una grande opportunità per il progresso di kosen-rufu: l’insegnamento profondo era che, anche quando sembra che l’oscurità stia prendendo il sopravvento, l’importante è continuare a credere nel proprio maestro, perché lottare insieme al maestro permette al discepolo di far emergere un’incredibile forza e superare ogni difficoltà.
Per Sakae Takahashi il primo passo per uscire dal suo tunnel di oscurità di quel periodo fu superare la sua indecisione e decidere di assumere un atteggiamento più attivo nei confronti della propria pratica buddista. Infine, dopo tanta attività e varie vicissitudini, ci fu la lettura di una poesia di Ikeda, scritta in occasione di un Capodanno, in cui parlava della torre preziosa, di come farla emergere nella propria vita attraverso la fede, di come bussando al cuore dei propri amici si possa far emergere la stessa torre anche nella loro vita e di come, con la somma di questi piccoli gesti incospicui, si riesca a costruire una società pacifica. E, alla fine della poesia, chiedeva ai membri della Soka Gakkai di impegnarsi in quest’impresa insieme a lui. «In quel momento – ha ricordato Sakae – capii la mia piccolezza ma capii anche che se avessi portato avanti questa grande missione per la pace nel mondo al fianco del mio maestro avrei potuto realizzare una vita di grande valore».
Così, infine, quella ragazza di circa vent’anni si decise. Questo accadeva trentotto anni fa. «Grazie a questa mia decisione ho potuto vivere fino a oggi, superando ogni avversità. Ho vissuto tanti momenti in cui l’oscurità ha preso il sopravvento ma sono sempre riuscita a superarli attraverso gli incoraggiamenti di Ikeda» ha ribadito Sakae, condividendo con i presenti un episodio a lei particolarmente caro che riguardava proprio uno di questi momenti di crisi. In un momento di pausa di un’estenuante attività di staff che si svolgeva all’aperto, fu raggiunta alle spalle dal presidente Ikeda che le indicò il cielo sopra di lei: «Guarda oggi come è azzurro! È uguale anche per noi esseri umani, il nostro cuore in realtà è sempre come questo cielo, ma siamo noi che causiamo le tempeste e le pioggie; comunque, se ci impegniamo nella fede e nella pratica, riusciremo sempre a far ritornare questo cielo limpido nei nostri cuori». Quell’incontro durò solo un istante, ha osservato Sakae, ma ancora oggi ricordo quel cielo azzurro e la voce calda del mio maestro e, da allora, ogni volta che nella mia vita ci sono state tempeste e saette, grazie al ricordo di quell’incontro sono sempre riuscita a mantenere la convinzione che dietro alle nubi nel mio cuore splendesse il sole.
Nel ringraziare con grande calore tutti i responsabili di gruppo e settore presenti per gli sforzi e le difficoltà che affrontano nel prendersi cura delle altre persone, Sakae ha voluto narrare un altro breve incontro con il suo maestro in cui la incoraggiò pressapoco con le seguenti parole: «So quanto è difficile fare il responsabile perché ci sono passato. C’è chi non fa che criticare, chi non mantiene i propri impegni e così via, perciò grazie di cuore! Se riuscite a prendervi cura di ogni compagno di fede, questo impegno vi permetterà di realizzare una vita ancor più nobile. Se non fuggirete e continuerete a incontrare le persone più difficili, questo sforzo vi permetterà di ottenere una condizione vitale grande come l’universo». E Sakae ha voluto “girare” questo grande incoraggiamento a tutti i responsabili presenti, ricordando loro che più ci sforziamo di occuparci delle persone e delle situazioni più difficili, più la nostra rivoluzione umana progredirà rapidamente, soggiungendo «Ho provato con la mia vita che questo è vero».
Infine un ultimo episodio, sempre riguardo alla sua relazione personale col maestro. Risale a quando era appena stata nominata responsabile delle 500.000 donne di Tokyo e, come si può immaginare, incontrava ogni sorta di difficoltà e si sentiva inadeguata. Un giorno improvvisamente ricevette un libro in regalo da parte del presidente Ikeda, all’interno del quale c’era una poesia scritta di suo pugno: «Grande Tokyo, vinci attraverso la preghiera di ichinen sanzen!». Poi, pochi giorni dopo, a una riunione egli spiegò che, secondo il principio di ichinen sanzen (tremila mondi in un singolo istante di vita), tutto l’universo è contenuto nella nostra vita e quindi grazie a un cambiamento nel nostro ichinen possiamo far cambiare tutto l’universo. In parole povere, davanti a qualsiasi problema se preghiamo con questo ichinen che abbraccia tutto, potremo realizzare qualsiasi cosa. Poi il presidente Ikeda aveva aggiunto scherzosamente che «forse noi non stavamo usando tutti i tremila mondi a nostra disposizione, ma solo trecento!».
Anche se preghiamo con forza ma dentro di noi pensiamo che un problema o una persona sono così difficili che non cambieranno mai, invece di contenere tutto nel nostro ichinen, lo stiamo rimpicciolendo sempre di più. È la nostra mente che lo fa diventare sempre più piccolo, pensando: «questo non si può realizzare, e nemmeno quest’altro e così via…». «In quel momento» ha detto sempre sorridendo, «ho pensato che forse i mondi nel mio ichinen non erano nemmeno trecento, forse erano solo trenta!» E ha ricordato ai presenti che la fonte del cambiamento, nostro e del mondo, sta in una radicale trasformazione della nostra preghiera al Gohonzon. Per certe situazioni ci vorrà più tempo e forse la soluzione non sarà quella che immaginiamo ma se continuiamo a pregare con questo “ichinen che contiene tutto” riusciremo via via a superarle tutte.
Poi, guardando i presenti con i suoi occhi luminosissimi, pieni di convinzione e al tempo stesso di allegria, Sakae, ha concluso: «Da quando mi sono trasferita nel Vecchio Continente mi sono permessa di cambiare una parola in quella poesia del presidente Ikeda che voglio dedicare a noi tutti: “Grande Europa, vinci attraverso la preghiera di ichinen sanzen!».

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Nel numero 340 del Nuovo Rinascimento è stata pubblicata un’intervista nella quale Sakae Takahashi racconta dettagliatamente la sua esperienza.

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