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Il Budda Soka Gakkai - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:43

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Il Budda Soka Gakkai

Presso il Centro culturale di Roma il 3 e il 4 maggio si sono riuniti i responsabili nazionali in occasione della Consulta. Un momento per approfondire, insieme a Hideaki Takahashi, i capisaldi della comunità buddista

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Presso il Centro culturale di Roma il 3 e il 4 maggio si sono riuniti i responsabili nazionali in occasione della Consulta. Un momento per approfondire, insieme a Hideaki Takahashi, i capisaldi della comunità buddista

«Al 31 marzo 2008 la SGI del Vecchio Continente conta oltre novantamila membri – ha esordito il presidente europeo Hideaki Takahashi – e quando il presidente Ikeda è stato informato ha commentato felice: «In Europa avete creato una grande storia! Sarà ancora più bello quando arriverete a centomila compagni di fede!».
Sono consapevole che questo traguardo è stato possibile grazie al sincero impegno quotidiano di tutti i membri italiani che rappresentano più della metà dei membri europei. Desidero esprimere la mia gratitudine e apprezzamento nei confronti di tutti i compagni di fede italiani!».
Con questa piacevole notizia il 3 maggio, “Giorno della Soka Gakkai”, si è aperta la Consulta nazionale. È stata l’occasione per approfondire il significato della Soka Gakkai. Attraverso il commento di Ikeda sul Gosho L’eredità della Legge fondamentale della vita (puntata n. 8, di prossima pubblicazione su BS n. 129) sono stati sottolineati i punti cardine per sviluppare una comunità direttamente collegata al pensiero e alla volontà del Budda: l’unità di itai doshin (diversi corpi, stessa mente) e la relazione di non dualità di maestro e discepolo.
Il presidente Ikeda scrive: «Finché lo spirito fondamentale di impegnarsi per kosen-rufu, dimostrato dai primi tre presidenti, pulsa in maniera vitale nella nostra organizzazione e ciascuno è unito nello spirito di “diversi corpi, stessa mente”, la Soka Gakkai avrà in sé la grande forza vitale del Budda che conduce tutte le persone all’Illuminazione. Questa vibrante forza splende con la grande luce della compassione che rompe l’oscurità delle sofferenze umane e dà coraggio e speranza. Dotata del potere del Budda, la Soka Gakkai si erge come comunità di praticanti solidamente uniti nei loro intenti, come un grande e indistruttibile baluardo di dedizione comune di maestro e discepolo che supererà perfino i più terribili attacchi dei tre ostacoli e quattro demoni. Per questo motivo il presidente Toda predisse che nei sutra del futuro il nome della Soka Gakkai sarebbe stato ricordato come il “Budda Soka Gakkai”. L’assemblea della Soka Gakkai, direttamente collegata al Daishonin e attiva nel rendere kosen-rufu una realtà, è essa stessa un Budda. Questa era l’incrollabile convinzione del mio maestro».
Tamiko Kaneda

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La cultura di pace della SGI
Dagli Stati Uniti all’Europa, una carrellata di riconoscimenti e di iniziative che attestano il contributo della SGI alla pace.

La SGI conta 192 paesi
Durante la riunione generale di aprile il presidente Ikeda ha annunciato che due nuovi stati sono entrati a far parte della SGI: le isole Solomon (nell’Oceano Pacifico) e il Montenegro.

Un riconoscimento a stelle e strisce per i coniugi Ikeda
Lo scorso 15 marzo, lo stato americano della Georgia ha proclamato “cittadini onorari” Daisaku e Kaneko Ikeda, come riconoscimento per la loro dedizione nel “diffondere un clima di pace in tutto il mondo”. Fra le motivazioni, si legge, “aver promosso gli scambi culturali e il dialogo” e “aver contribuito a diffondere una filosofia incentrata sullo sviluppo della personalità e sull’impegno per la pace”. La cittadinanza onoraria ha inteso anche premiare il contributo della SGI statunitense nella città di Atlanta, concretizzatosi attraverso varie attività come la campagna “Victory over violence”, lanciata dalla Divisione giovani per far crescere la consapevolezza sulla necessità di combattere la violenza in ogni sua forma e la mostra “Costruire una cultura di pace per i bambini del mondo”.

Dialogando con il Club di Roma
Dopo l’edizione giapponese del 2005, adesso i dialoghi intercorsi tra Daisaku Ikeda e il presidente onorario del Club di Roma, Ricardo Díez-Hochleitner (nella foto a Tokyo nel ’94), sono stati pubblicati anche in lingua inglese a opera della casa editrice londinese I.B. Tauris. Nel libro, intitolato “Fiducia nella rivoluzione dell’uomo: un dialogo tra est e ovest” (la traduzione è nostra), gli autori prendono in considerazione le sfide e le opportunità che, nell’era della globalizzazione, l’umanità si trova costretta ad affrontare. Uno dei punti chiave del dialogo è stato il concetto di “rivoluzione umana”, una profonda trasformazione individuale capace di portare a un vasto cambiamento sociale. Un concetto basato sul principio buddista di “origine dipendente”, secondo il quale ogni forma di vita e ogni fenomeno sono legati da una profonda interrelazione. Per questo, la conclusione è che i problemi che l’essere umano sta affrontando a livello globale, possono essere risolti solo a partire da una profonda trasformazione interiore dell’uomo stesso.

La sicurezza dell’essere umano nell’era del nucleare
Il 30 aprile, presso la sede delle Nazioni Unite di Ginevra, è stata inaugurata la mostra “Trasformare lo spirito dell’uomo: da una cultura di violenza a una cultura di pace”, che esamina le armi nucleari in relazione alla sicurezza del genere umano. Infatti, a dispetto del fatto che la Guerra Fredda sia terminata da quasi vent’anni, la diffusione della tecnologia legata alle armi nucleari ha reso ancora più plausibile la minaccia che tali armi possano essere usate. La mostra, creata dalla SGI, è composta da 36 pannelli che mettono in risalto da una parte il pericolo di un modo di pensare che vede nelle armi l’unica risposta, dall’altra la possibilità, riducendo le spese militari generali, di soddisfare molte necessità del genere umano. Nel corso della cerimonia d’inaugurazione, alla quale hanno partecipato personalità del mondo diplomatico così come diversi attivisti del disarmo, è stato letto un messaggio di Daisaku Ikeda incentrato sull’importanza, a ogni livello, del dialogo.

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Da Roma due riconoscimenti per Daisaku e Kaneko ikeda
In conclusione della mostra della SGI sull’ambiente tenuta in una scuola multietnica della capitale.

Due riconoscimenti al presidente Ikeda e a sua moglie Kaneko sono stati conferiti, il 12 maggio, dal VI e VII Municipio del Comune di Roma. La cerimonia (nella foto) si è svolta nella scuola elementare Carlo Pisacane, a coronamento di un’intensa attività realizzata dai membri della zona intorno alla mostra I semi del cambiamento.
Giammarco Palmieri, presidente del VI Municipio ha ringraziato a nome di tutti i cittadini e ha comunicato le motivazione del premio conferito a Daisaku e Kaneko Ikeda «per lo straordinario contributo alla diffusione di una cultura di convivenza basata sulla pace e sul rispetto dell’ambiente».
Il presidente Roberto Mastrantonio – che non ha potuto partecipare personalmente alla cerimonia – ha motivato il premio conferito dal VII Municipio con queste parole: «A Daisaku Ikeda per il suo impegno a favore dell’educazione quale strumento di pace».
Immediato, quasi in tempo reale, è giunto il messaggio di ringraziamento da parte di Daisaku e Kaneko Ikeda che è stato letto da Asa Nakajima e Anna Conti: «Siamo profondamente onorati di questi premi e non abbiamo parole per esprimere la grande gioia che sentiamo. La notizia di questo avvenimento sarà pubblicata sulla prima pagina del quotidiano Seikyo Shimbun. Grazie dal profondo del cuore a tutti i presenti».
La scuola statale Carlo Pisacane, ci ha raccontato la preside Nunzia Marciano, è caratterizzata da una notevole presenza multietnica: più del 80% di bambini stranieri – in particolare da Bangladesh, Cina e Romania e Pakistan. Una realtà complessa, che a volte comporta problemi di convivenza con la comunità italiana, e questo spiega, tra le iniziative della scuola, l’istituzione di un corso di lingua italiana per le mamme straniere.
La mostra I semi del cambiamento, dal 5 al 12 maggio, ha rappresentato l’occasione per coinvolgere tutte le scuole del territorio, dalle elementari ai licei, in un’intensa attività di approfondimento delle tematiche relative all’ambiente e allo sviluppo sostenibile, con laboratori, visite guidate. Più di mille i visitatori, di cui oltre 800 bambini.
A conclusione della cerimonia di conferimento – a cui hanno assistito anche nove delegati europei esperti di politiche educative in viaggio di studio a Roma – uno spettacolo di musica, danza e prosa creato con grande entusiasmo dagli artisti dei tre capitoli coinvolti. Un’esplosione di vitalità e allegria, ma anche un invito alla riflessione.
Alessandra Fornasiero

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Non solo un resoconto

A Potenza, il 30 marzo, in sessanta tra giovani e adulti, provenienti da tutta la Basilicata hanno rafforzato la decisione di dedicarsi alla rivoluzione umana personale e alla trasformazione della propria terra. L’occasione è stata il racconto gioioso dei giovani che hanno partecipato alla riunione di Milano. Un impegno che ha come chiave la relazione con il maestro. «Con il 16 marzo – afferma Dario – sorgono naturalmente le domande: “Come sento il mio rapporto con Nichiren Daishonin? Come sento il mio rapporto con il maestro Ikeda?”, ed è quella la strada per riuscire a praticare appieno questo Buddismo. Proprio grazie a questa riunione europea ho deciso di rafforzare il legame con il mio maestro». Un maestro come esempio, come guida, come compagno. «Diventare un sole. Vivere, qualunque cosa accada, con la convinzione di essere un sole. Questo ci chiede Ikeda – racconta Carmela. Qualunque cosa accada, nonostante le difficoltà di salute, familiari, di lavoro, di relazione che quotidianamente affrontiamo. Così Ikeda ci incoraggia ad andare avanti nel nostro cammino per diventare uomini, donne, sorelle, fratelli, figli, figlie, colleghi, colleghe, cittadini e cittadine migliori».
Ilaria varriano

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Un ponte di amicizia
Un viaggio di migliaia di chilometri ha portato un gruppo di bolognesi in Giappone. Quindici giorni scanditi da incontri indimenticabili e visite ai luoghi della Soka Gakkai.

In tredici, lo scorso aprile, siamo partiti per visitare la terra di Nichiren. Dodici membri bolognesi accompagnati da un membro giapponese, Hiromichi Haruyama, residente in Italia. In ognuno di noi c’era un sogno rivelato ad alta voce: incontrare il presidente Ikeda. Entusiasmo, gioia, passione, erano i sentimenti che ci animavano alla partenza. Ognuno di noi immaginava una grande esperienza ma quello che abbiamo vissuto è stata una vera e propria esplosione di emozioni.
Quando siamo arrivati a Tokyo, i giovani del Club Italia insieme ad alcuni membri adulti erano già al nostro albergo, calorosi e felici di accogliere chi aveva fatto un viaggio così lungo per incontrare il maestro. Ma era solo l’inizio. Il vortice di incontri, abbracci, inchini, scambi di doni e di esperienze sarebbe durato per due settimane. Tra le affollate stradine del quartiere dove la Soka Gakkai ha il suo centro principale salutavamo facce sconosciute con cui ci saremmo ritrovati a fare Gongyo e Daimoku di lì a poco in un affollatissimo kaikan (alle 10 del mattino!).
Al Toda Center abbiamo scoperto quanto impegno c’è dietro la trasmissione del messaggio di Nichiren. Persone che lavorano instancabilmente per tradurre in più lingue possibili i Gosho e gli scritti del presidente Ikeda, che catalogano ogni pubblicazione, che tengono i contatti con i centonovanta paesi del mondo dove si recita Nam-myoho-renge-kyo. Il senso della forza e della determinazione di quanto una sola persona può realizzare utilizzando semplicemente la propria fede nel Sutra del Loto, era ben visibile in ogni luogo che visitavamo, in ogni edificio su cui spiccava la bandiera dai tre colori, giallo, rosso e blu.
Un universo della creazione di valore che ci ha completamente riempito il cuore quando il 2 aprile siamo stati alla Soka University. Mentre sensei inaugurava l’anno accademico noi siamo stati letteralmente travolti da questa gioventù piena di progetti positivi per il futuro. Difficile non farsi coinvolgere da tanto fervore. Molti di loro sono già stati in Italia e hanno imparato la nostra lingua, altri torneranno entusiasti e desiderosi, così hanno detto, di imparare da noi. Imparare da noi? Ci siamo chiesti guardandoci stupiti. Poi abbiamo capito. Quando una giovane donna, e poi altri ancora, ci hanno fatto notare quanto importante è la determinazione di chi si mette in cammino con un unico obiettivo: kosen-rufu. Noi, partiti per la terra del Budda, venivamo salutati in ogni angolo come gli inviati del Budda. Percepire il grande valore che i nostri nuovi amici davano a ognuno di noi, è stata la più grande esperienza che abbiamo vissuto. L’impressione è quella di aver tracciato un ponte che sicuramente torneremo a percorrere con l’intento, ogni volta, di allargare legami che ci hanno riempiti di meraviglia.
«Dal momento in cui leggerai questa lettera sforzati di accumulare i tesori del cuore» (SND, 4,177). Quanti tesori abbiamo accumulato in pochi giorni! Sono tanti i kaikan che abbiamo visitato durante il nostro viaggio e di ognuno conserviamo un ricordo speciale. Quello di Kanagawa, dove il presidente Ikeda determinò di diffondere Nam-myoho-renge-kyo nel mondo. Quello di Senju, dove siamo stati accolti da un coro di bambini e dall’applauso di cinque generazioni di praticanti (nella foto). Quelli di Kyoto e Osaka, nel “Kansai sempre vittorioso” dove Luca e Vita si sono sposati con rito buddista. Alla fine comprendiamo: abbiamo percorso migliaia di chilometri per visitare la terra del Budda Nichiren, ma è la terra del Budda che ha viaggiato con noi.
Antonella Sinopoli

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Italiani nel mondo / Brasile
1500 alberi per l’Amazzonia

Mi sono trasferito in Brasile nel 2001, a quarantatré anni, con moglie, figli, madre e venticinque anni di pratica e attività buddista alle spalle svolta tra Milano, Vercelli e Torino.
L’estensione del Brasile è cinquantasei volte l’Italia: a causa di queste distanze, la riunione principale si svolge una volta al mese. Chi ha la fortuna di avere l’auto, accompagna i membri più lontani o con difficoltà motorie: a volte percorro seicento chilometri, trovandomi in improbabili strade desertiche, nel poverissimo interno, ma la maggior parte dei membri usa i mezzi pubblici o si sposta a piedi. I brasiliani sanno perseverare nelle difficoltà.
Brasile e Italia hanno in comune la grande crescita di membri, sensei segue entrambi con particolare affetto.
Kosen-rufu è cominciato grazie agli immigrati giapponesi. Oltre ai centri regionali, c’è la rinnovata sede centrale della Soka Gakkai a San Paolo, mentre il Centro culturale campestre, situato fuori dalla città, è costituito da edifici perfettamente integrati con l’ambiente tropicale e immerso in un’area protetta di svariati ettari. Nel cuore dell’Amazzonia, c’è il nuovo Centro culturale di preservazione e studio dell’ambiente.
Vivo nel nord-est, poverissimo, con meno membri ma eccellenti “lottatori”, di grande cuore. Alla generale difficoltà di studiare il Buddismo si sopperisce con grandi quantità di Daimoku, con una forte fede e una particolare attenzione alle visite a casa. Il cuore dell’attività brasiliana è il contatto vita a vita costante: i membri si sostengono l’un l’altro anche in questioni pratiche, generando un risultato enorme.
Parte della settimana vivo a Paracuru, a un’ora di strada dalla capitale, dove possiedo un terreno e coltivo piante ornamentali. Il resto della settimana lo trascorro a Fortaleza: due milioni di abitanti, dispersi nell’enorme periferia intorno al piccolo e ricco centro, o perlomeno… asfaltato!
Sono responsabile di un capitolo composto da due settori e tre centri esterni, di cui uno a trecento chilometri di distanza, verso l’interno che è caldissimo. Mia moglie Carol, medico, parla molto del Buddismo del Daishonin, soprattutto alle donne. Prima di lei, praticavano solo due fantastiche veterane, madre e figlia, che vivono in una bella casa di terra, tipica degli indio, senza luce fino a poco fa e con l’acqua a trecento metri di distanza. In mezzo a questa povertà ho imparato a non lamentarmi e che il mio passato di lotta ha valore solo nell’azione del presente. Immerso nella natura rigogliosa, vivo drammaticamente la distruzione dell’Amazzonia, ultimo paradiso in terra. L’aumento della temperatura è visibile: siamo costretti ad aumentare l’irrigazione dei campi. Io e Carol abbiamo contribuito piantando millecinquecento alberi, senza agrotossici, e molti animali vi trovano rifugio. Nell’ultima preghiera di Gongyo, penso al bene di tutti gli esseri viventi, madre terra compresa. Ma vogliamo fare di più. Penso con amore all’Italia e abbraccio tutti voi meravigliosi membri.
Giovanni “Tomino” Sambonet

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Esami di Buddismo di primo livello

Si ricorda che il 16 novembre 2008 si terranno a livello nazionale gli esami di Buddismo di primo livello. Possono sostenere l’esame tutti coloro che non hanno mai dato esami e che hanno ricevuto il Gohonzon entro il 31 dicembre 2007, nonché coloro che non hanno superato il primo esame. Per partecipare all’esame è necessario riempire una scheda di iscrizione, da consegnare al territorio entro il 20 giugno. Chi non l’avesse ancora ricevuta la può scaricare dal sito web dell’Istituto oppure richiederla ai propri responsabili. Il programma per l’esame è stato pubblicato nel n. 397 del Nuovo Rinascimento a pag. 14; il materiale d’esame sarà raccolto in una pubblicazione della casa editrice Esperia presto in vendita nei negozi Creacommercio.

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