Riferendosi al significato del 18 novembre, giorno della fondazione della Soka Gakkai, nel saggio pubblicato a pag. 8 il maestro Ikeda afferma che non si tratta di una celebrazione che riguarda il passato, piuttosto è il momento di una nuova, profonda decisione: «In questo mese di novembre vi prego di scrivere una pagina senza precedenti nella storia della vostra vita. Fate sì che sia un mese di rinascita in cui uscire dal vostro guscio, in cui infrangere i limiti che voi stessi vi siete posti e in cui ripartire con coraggio e con lo spirito di alzarsi da soli».
In particolare, per avanzare verso la realizzazione dell’obiettivo di 100.000 membri felici entro il 18 novembre 2020 – novantesimo anniversario della fondazione della Gakkai – in questo mese si terranno in tutta Italia attività che hanno lo scopo di espandere la nostra cerchia di amicizie e condividere con quante più persone possibili la gioia di praticare il Buddismo di Nichiren Daishonin.
La seconda settimana di novembre i giovani faranno riunioni di shakubuku per far conoscere il Buddismo agli amici.
Anche la terza settimana sarà dedicata a riunioni di shakubuku, giovani e adulti insieme (vedi pagg. 14 e 15).
In queste pagine, oltre a ripercorrere gli eventi storici più significativi legati al 18 novembre, pubblichiamo delle esperienze, prove concrete di vittoria che possano ispirare ciascuno di noi ad alzarsi con coraggio per dare nuovo slancio alla propria rivoluzione umana e al movimento di kosen-rufu.
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18 novembre 1930
Nel 1930 viene pubblicato il libro Teoria per una pedagogia per la creazione di valore, frutto del lavoro del maestro Tsunesaburo Makiguchi e del suo discepolo Josei Toda. È il 18 novembre, e questa data segna la fondazione della Soka Kyoiku Gakkai (società educativa per la creazione di valore), antesignana della Soka Gakkai.
18 novembre 1944
Il 18 novembre 1944 Makiguchi muore in carcere. Makiguchi e Toda, durante la guerra, erano stati incarcerati per essersi opposti al governo militarista che imponeva lo Shintoismo come religione di Stato. Toda viene rilasciato il 3 luglio 1945 e, alzandosi da solo, dà inizio alla ricostruzione della Soka Gakkai.
18 novembre 2013
Viene inaugurato a Tokyo il Kosen-rufu Daiseido, il Palazzo del grande voto. Da quel giorno i membri di tutto il mondo vi si recano per formulare il voto di kosen-rufu insieme al maestro Ikeda. Questo edificio rappresenta la vittoria dei maestri e dei discepoli Soka che, superando tutte le difficoltà, hanno aperto la nuova era di kosen-rufu mondiale.
18 novembre 2019
Tokyo, 18 novembre 2019. Apertura del Centro mondiale Seikyo della Soka Gakkai, che il presidente Ikeda descrive come «una nuova fortezza della parola scritta che forgia, unisce e illumina i cittadini globali» (NR, 658, 4).
Verso il 18 novembre 2020
Novantesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai.
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Il 18 novembre in Italia
Per celebrare il 18 novembre di questo “Anno della vittoria Soka“, desideriamo dare un forte slancio alle nostre attività di propagazione, per creare un’ondata di entusiasmo nei nostri gruppi e settori e avanzare verso la realizzazione di 100.000 membri felici in Italia entro il 18 novembre 2020, novantesimo anniversario della fondazione della Gakkai.
Per questo, nella terza settimana (la settimana dello zadankai) desideriamo organizzare tante riunioni di shakubuku, da lunedi 18 a domenica 24 novembre, a cui invitare i nostri familiari e tantissimi amici.
Prepariamo queste riunioni in modo creativo con l’obiettivo di far sentire la gioia della pratica buddista a tutti i partecipanti, in particolare attraverso esperienze di fede che mostrino la prova concreta della nostra rivoluzione umana.
Anche i giovani, nella seconda settimana di novembre, organizzeranno riunioni mirate ad accogliere tanti amici non praticanti.
Allo scopo di sostenere le riunioni dei giovani, questo mese non si terranno le riunioni del Gruppo uomini e del Gruppo donne della seconda settimana.
A partire da una forte preghiera, impegniamoci in prima persona nello shakubuku e realizziamo tutti insieme un’attività gioiosa.
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Riunioni dei giovani nella seconda settimana
Le attività dei giovani saranno dedicate ad accogliere tanti nuovi amici
Come possiamo contribuire noi giovani all’obiettivo di 100.000 membri felici in Italia?
Basandoci sulle guide di sensei, la nostra sfida sarà recitare Daimoku per realizzare tanti dialoghi di amicizia e far conoscere il Buddismo a più persone possibili, e invitarle alle riunioni che si svolgeranno nella seconda settimana del mese, a livello di settore o capitolo.
L’obiettivo è che questa ondata di giovani possa riversarsi nelle riunioni che si terranno nella settimana successiva, realizzando un record di presenze.
Sensei scrive: «Per raggiungere un’espansione senza precedenti in questo breve lasso di tempo, occorre raccogliere una grande saggezza. Sono sicuro che state pensando a quante persone avete introdotto al Buddismo negli ultimi mesi e non sapete a chi altro parlare di Buddismo. Questo modo di pensare è un ostacolo. Dove si trova l’ostacolo? È nella nostra mente. Siamo noi stessi a crearlo. Intorno a noi ci sono tante persone a cui potremmo parlare del Buddismo. Probabilmente non abbiamo ancora avuto l’opportunità di farlo oppure non abbiamo avuto con loro un dialogo approfondito. È qui che serve la saggezza, ovvero capire come dialogare e toccare il cuore degli altri» (NRU, 17, 185).
Creiamo occasioni in cui dialogare e toccare il cuore di quante più persone possibili, grazie alla saggezza che emerge dalla nostra risoluta preghiera!
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Le attività del mese di novembre
seconda settimana
Riunioni giovani di shakubuku, a livello di capitolo o settore
terza settimana
Da lunedi 18 a domenica 24 novembre, riunioni di shakubuku aperte a tutti, giovani e adulti.
* Lo zadankai della prima settimana e la riunione di studio della quarta settimana restano invariate.
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Da lunedi 18 a domenica 24 novembre: riunioni di shakubuku
Dove?
In tutti i gruppi o settori d’Italia, per celebrare insieme l’anniversario della fondazione della Soka Gakkai.
Quando?
Da lunedi 18 novembre a domenica 24 novembre, orario e giorni a scelta dei gruppi e settori.
Qual è l’obiettivo?
Invitare tanti amici, vicini di casa, colleghi e familiari, per far conoscere la pratica buddista e la Soka Gakkai in un clima gioioso e accogliente.
A chi sono rivolte?
A tutti, giovani e adulti, membri, simpatizzanti e ospiti.
Chi le prepara?
Tutti insieme, dando ampio spazio alle proposte e alla creatività di tutti i membri nei gruppi e settori. Collaboriamo insieme e coinvolgiamo ogni persona.
Qual è la formula vincente?
Partiamo innanzitutto da una forte preghiera, recitando Daimoku per la felicità di ognuno.
Facciamo shakubuku e invitiamo amici e familiari, condividendo con gioia le nostre esperienze di rivoluzione umana basate sulla fede.
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Uniti da un obiettivo comune
«Quando fra le persone prevale lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”, esse realizzeranno tutti i loro scopi»
di Jasmina Cipriani, responsabile nazionale delle giovani donne
Uniti da uno scopo comune, stiamo avanzando insieme ai membri di tutto il mondo verso il prossimo 18 novembre, per mirare poi al 18 novembre 2020, novantesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai.
Il Daishonin scrive: «Quando fra le persone prevale lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”, esse realizzeranno tutti i loro scopi» (Diversi corpi, stessa mente, RSND, 1, 550).
Il nostro scopo comune per le riunioni di questo novembre è incoraggiare ogni singolo membro a vincere nello shakubuku, per sperimentare i benefici del Buddismo e una gioia senza limiti.
Pensando alle mie esperienze legate allo shakubuku, una delle più importanti cominciò quando mi proposero, per la prima volta, di partecipare al Corso mondiale giovani, nel 2016. La gioia era talmente grande che decisi di fare un’esperienza indimenticabile.
Spesso mi ero messa l’obiettivo di condividere il Buddismo con gli altri, ma la mia preghiera risultava sempre poco chiara. Incoraggiata dalle guide del nostro maestro, ho stabilito uno scopo preciso, partendo prima di tutto dalla preghiera.
Tuttavia, nonostante la mia decisione, niente sembrava muoversi e le persone a cui avevo parlato del Buddismo, anche se partecipavano alle riunioni, non decidevano profondamente di praticare. La mia determinazione iniziava a vacillare.
Mentre approfondivo lo studio del Buddismo per prepararmi al corso in Giappone, mi resi conto che noi siamo tutti Bodhisattva della Terra: se nutriamo questa convinzione, diffondere il Buddismo diventa la cosa più naturale del mondo.
Questa consapevolezza mi permise di fare una preghiera libera da ogni senso di inadeguatezza rispetto alle mie capacità di condividere il Buddismo con gli altri.
Un giorno mi incontrai per recitare Daimoku con una persona a cui avevo parlato della pratica buddista diverso tempo prima. Pregai con il desiderio di lottare per sempre al suo fianco, per la sua felicità. Subito dopo aver recitato Daimoku insieme, mi disse: «Ho deciso di diventare membro della Soka Gakkai!». Continuai a pregare con una forte convinzione, e un’altra amica decise di ricevere il Gohonzon.
Grazie a queste esperienze ho potuto approfondire la mia fede, e nel 2018 ho fatto una grande esperienza in famiglia, quando gli ultimi miei due familiari che non erano ancora membri della Soka Gakkai, hanno deciso di diventarlo.
Ora la nostra “rivoluzione umana familiare” sta proseguendo in modo incredibile!
Adesso è arrivato il momento di fare nuove esperienze di shakubuku, sostenendoci l’un l’altro. Facendo nostro il cuore del maestro, avanziamo fino alla vittoria!
Sensei afferma: «Quando tutti si adoperano per raggiungere lo stesso scopo, ci si accorge che si possono ottenere risultati inaspettati. Questo è il modo in cui progredisce la Soka Gakkai» (NRU, 4, 178).
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Diventare finalmente felice
di Alessandra Benedetto, Torino
Il maestro Ikeda ci ricorda spesso il Gosho che afferma: «Quelli che credono nel Sutra del Loto sono come l’inverno, che si trasforma sempre in primavera. Non si è mai visto né udito, sin dai tempi antichi, di un inverno che si sia trasformato in autunno, né si è mai sentito di alcun credente del Sutra del Loto che sia diventato un essere comune» (L’inverno si trasforma sempre in primavera, RSND, 1, 477).
Diciamo che il mio inverno è durato quarantasei anni. Mi è stato affidato il Gohonzon il 28 aprile 2019 ma conosco il Buddismo da più di venti anni. Le mie sorelle sono membri della Soka Gakkai da molto tempo e io mi sono avvicinata e allontanata diverse volte, ma non ho mai cominciato seriamente a praticare.
Mi sono sempre concentrata sulle mie difficoltà, lasciandomi assorbire dai problemi della mia famiglia. La disabilità di mia figlia era la mia principale preoccupazione e io sono sempre stata concentrata su di lei, sulla sofferenza e la fatica di portare avanti da sola questa cosa così grande.
Negli anni ci sono stati alti e bassi, ma lo scorso anno penso di avere raggiunto il momento più difficile in cui non riuscivo a vedere una via di uscita, un appiglio al quale aggrapparmi.
In realtà mi aspettavo che arrivasse qualcosa dall’esterno che potesse aiutarmi, ma quel qualcosa non arrivava. Fino a che, a Capodanno, sono stata invitata nuovamente a una riunione buddista. Ho accettato di partecipare ed è stata un’illuminazione: credo di aver realizzato in quel momento che non poteva arrivare niente dall’esterno ad aiutarmi, dovevo farlo da sola e trovare la forza dentro di me. Potevo finalmente prendere in mano la mia vita. Il Gohonzon è entrato nella mia vita in modo significativo e da subito ho avuto grandi benefici, in particolare riguardo alla situazione di mia figlia. Un esempio per tutti: lo scorso anno frequentava l’ultimo anno del liceo, senza una prospettiva; recitavo molto Daimoku affinchè si aprisse uno spiraglio verso il futuro. In risposta alle mie preghiere, è stato avviato un progetto, costruito su misura per lei dagli insegnanti di sostegno, grazie al quale potrà ottenere il diploma e le verrà riconosciuto l’impegno e il valore come persona e studentessa.
Nel giro di poco tempo ho così deciso di diventare membro della Soka Gakkai e ho portato il Gohonzon a casa dove è stato accolto in modo assolutamente naturale da tutta la famiglia.
In questi mesi penso di essere cambiata e cresciuta, ho iniziato a capire cosa vuol dire avere fede e affidare la propria vita al Gohonzon.
Ho tante cose da risolvere, tanto da guardarmi dentro e da approfondire, ma cerco di determinare ogni giorno: il mio principale obiettivo è diventare finalmente felice.
Recitare Daimoku mi aiuta a trasformare i miei limiti e le mie sofferenze in forza e determinazione. Gli alti e bassi ci sono sempre ma ora ho il Gohonzon e il sostegno dei compagni di fede e so come fare per rialzarmi.
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Mantenersi sempre in “modalità di sfida”
di Marilena Ronzan, Roma
Quando iniziai a praticare sette anni fa, venni subito attratta dalla potenza del Daimoku e dopo le riunioni ero sempre piena di speranza. A casa raccontavo tutto a mia madre e anche lei iniziò a recitare Daimoku. Accumulavo i tesori del cuore e i benefici più preziosi furono quelli invisibili. Non sono mai stata così felice come quando ricevetti il Gohonzon, fu una nuova partenza.
Due mesi dopo mi laureai e durante la discussione della tesi una professoressa criticò il mio lavoro, ma grazie al Daimoku e al sostegno dei compagni di fede riuscii ad affrontare la situazione come una leonessa. Per la prima volta sentii il coraggio che deriva dalla pratica buddista.
In seguito vinsi una borsa di studio per fare ricerca all’estero. In Scozia, la ricercatrice con cui lavoravo aveva un carattere difficile, spesso alzava la voce e tutti ne avevano paura. Io, che dovevo lavorare a stretto contatto con lei, ebbi l’occasione per fare un’esperienza di fede.
Recitai tanto Daimoku e ogni giorno con coraggio le parlavo cuore a cuore, la ascoltavo, cercavo di capire il suo punto di vista. Alla fine diventammo amiche. Lavoravo molto, praticavo e mi impegnavo per kosen-rufu in Scozia, a volte viaggiando per ore per raggiungere un luogo di riunione. Sono ricordi bellissimi che tengo stretti nel cuore. Riuscii anche a partecipare a un corso studenti a Londra dove fummo incoraggiati a sfidarci, a superare i nostri limiti.
Ciò che desideravo, ma che mi faceva paura, era conseguire un dottorato. Decisi di non ascoltare la paura: tornata in Italia partecipai e vinsi il bando per una borsa di studio per il dottorato in Botanica. Non fu per niente facile, ma mettendo alla base il Daimoku e gli incoraggiamenti di sensei, ogni giorno credevo un po’ di più in me stessa e nelle mie potenzialità. Nel frattempo sostenevo le giovani donne nella mia zona, con l’obiettivo di far emergere tutto il potenziale di ciascuna di noi.
La mia bussola era una frase di sensei che dice: «I giovani non dovrebbero mai cercare un cammino facile. Nessuno si sviluppa in un ambiente protetto. I giovani dovrebbero andare alla ricerca di sfide e difficoltà, trasformandole in valore e, tramite questa lotta, diventare persone di grande carattere e capacità» (D. Ikeda, Giorno per giorno, Esperia, 31 gennaio).
Per mantenermi sempre in “modalità di sfida”, nel 2016 decisi di rilanciare conseguendo il dottorato europeo in Botanica per cui era richiesto un ulteriore periodo all’estero.
Mi trasferii in Germania per alcuni mesi e durante la mia assenza mia madre iniziò a frequentare gli zadankai. Quando tornai divenne membro della Soka Gakkai. Fu una gioia immensa! Ora eravamo in due in famiglia a impegnarci insieme a sensei!
A febbraio del 2018, per la discussione della mia tesi, venne a Roma come membro della commissione proprio il professore con cui avevo lavorato in Scozia. Mi sentii veramente protetta e mi accorsi che tutti i benefici che si stavano manifestando erano il risultato dei miei sforzi nelle attività per kosen-rufu. Quel giorno erano presenti tanti amici con cui avevo lottato e recitato Daimoku. Ero così felice! Ottenni il massimo dei voti con i complimenti della commissione.
Da lì iniziò la sfida più difficile: la ricerca del lavoro. Ogni giorno facevo azioni concrete, seguendo il principio di honnin-myo (“da adesso in poi”). La mattina facevo Daimoku e scrivevo tutte le idee che mi venivano in mente. Nel frattempo sono emerse molte giovani donne valorose nella mia zona. Ho rilanciato con l’attività, soprattutto quella di byakuren (accoglienza e protezione al Centro culturale) che mi ha permesso di costruire un forte io.
Intanto, continuavo a parlare del Buddismo ad amici e conoscenti.
Nel 2018 andai in Giappone, al Daisedo, per fare il voto di realizzare kosen-rufu. E là, per la prima volta, sentii il Daimoku e il Gongyo di sensei. Capii dalla sua voce la forza della sua determinazione che mi incoraggiò tantissimo.
Tornata in Italia mi aspettavano due importanti congressi. Ero felice e piena di gratitudine. Uno era presso un’agenzia delle Nazioni Unite, l’altro al CNR (Consiglio nazionale delle ricerche). Nel primo ebbi l’opportunità di rientrare tra gli esperti di un gruppo di lavoro sulla contaminazione dei suoli nel mondo. Mentre al CNR incontrai una ricercatrice con la quale presentai un progetto alla NASA sulla crescita delle piante nello spazio, un tema che mi appassiona molto. A gennaio del 2019 venni selezionata per un progetto per l’Ente italiano di ricerca agroalimentare e ad aprile seppi che c’era la possibilità di un’assunzione presso l’agenzia delle Nazioni Unite con cui collaboravo come volontaria. Mandai la mia candidatura, fiduciosa nelle mie capacità.
Mi sentivo una leonessa! Scrissi sul mio quaderno che volevo essere assunta entro il 2 giugno, giorno dell’Ikeda Kayo-kai.
Mi arrivò un’email da quell’agenzia delle Nazioni Unite che mi chiedeva la disponibilità per un’assunzione, due settimane dopo il 2 giugno. Accettai subito. Ovviamente si sono presentati ostacoli lungo il cammino, ma ho recitato ancora più Daimoku con la convinzione di uscirne vittoriosa. Due mesi dopo ho firmato il contratto.
Ora lavoro a un progetto di interesse mondiale: la contaminazione dei suoli e la loro “rimediazione”, ovvero riportare il terreno alla sua funzione naturale. I temi che trattiamo rientrano tra gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) che sensei cita spesso nelle sue Proposte di pace.
Sento che ogni sforzo che ho fatto lungo questo cammino è stato essenziale per la mia rivoluzione umana e il materializzarsi dell’obiettivo è stata solo una conseguenza.
Sono profondamente grata al maestro Ikeda per questa esperienza e sono pronta a vincere ancora, per incoraggiare più persone possibili sulla potenza della pratica buddista.
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Un artista per kosen-rufu
di Valerio Di Benedetto, Roma
Sono un attore e ho trentaquattro anni.
“Il mio legame con il maestro” è l’espressione più frequente che sentivo all’inizio della mia pratica buddista, e quella che ho più lungamente evitato. Con gli anni ho iniziato ad approfondire lo studio e mi sono reso conto che nonostante tutti gli sforzi mi mancava sempre qualcosa: il legame con il maestro.
Leggere il romanzo La rivoluzione umana è stato il primo passo per costruirlo, ogni giorno leggevo un capitolo, sottolineavo e prendevo appunti, e con gli anni questa relazione con il maestro Ikeda è emersa e si è radicata.
Ho imparato a cercare e a trovare sensei in ogni istante. Specialmente quando incontro degli ostacoli mi domando: “Cosa farebbe lui in questo momento?”.
Cercare di essere come Shin’ichi Yamamoto è una sfida, una responsabilità e soprattutto una grande fortuna. Per consolidare questo legame, ho scritto due volte al maestro Ikeda: la prima volta gli promisi che sarei diventato “un artista per kosen-rufu”, la seconda volta gli raccontai tutte le vittorie e i benefici che stavo realizzando. Ne La rivoluzione umana si legge: «Un vero discepolo è colui che dedica la sua vita a ciò che crede, a un grande obiettivo» (RU, 1, 106).
Grazie a sensei ho imparato a vivere la sofferenza come la più grande occasione della mia vita: non mi domando più “Perché proprio a me?”, ma penso “Ecco perché a me!”, e determino di sfruttare ogni sfida per realizzare una nuova crescita.
Un momento cruciale fu la fine di una relazione importante, quando provai un dolore mai sperimentato prima e l’unica cosa che mi dava ossigeno era recitare Daimoku. Per mesi praticai quattro ore al giorno cercando di illuminare quel buco nero che avevo nel petto. Condividevo quella sfida incoraggiando i compagni di fede e parlavo della pratica a tutti. I miei amici non capivano come potessi essere così felice e luminoso nonostante ciò che stavo attraversando, e a volte non lo capivo neanch’io. Nel giro di un anno e mezzo, nove persone a cui avevo parlato del Buddismo hanno ricevuto il Gohonzon.
«Quando si ha una determinazione irremovibile e sincera, le altre persone iniziano a muoversi» (Linee guida per kosen-rufu, pag. 13).
In quel periodo così caotico iniziai a scrivere delle poesie. Come attore non avevo molte occasioni di esprimere certe sensazioni, e così mi affidai alla penna. Avevo scritto tanto e decisi di provare a pubblicare un libro, ma cosa mi spingeva a farlo? Gli incoraggiamenti del maestro Ikeda. Egli scrive: «Rivoluzione significa morte dell’egoismo» (RU, 3, 127), e quei miei versi di lotta, perseveranza e trasformazione avevano una missione specifica: spronare le persone a intraprendere la propria rivoluzione umana, seguendo l’esempio di sensei.
Solo due anni dopo la prima poesia, il mio libro stava sugli scaffali delle librerie di tutta Italia!
Ho anche iniziato a dipingere le mie poesie sulle serrande dei negozi. Mentre aspettavo la risposta dell’editore, Roma era diventata un libro a cielo aperto tutto da colorare…
Ho continuato a dipingere a Roma, Milano, Parigi, ho partecipato con le mie opere a varie mostre, di cui due personali, fino a esporre alla Biennale di Venezia.
Ma se nell’ambito della streetart e della poesia mi muovevo libero e senza aspettative, raggiungendo velocemente ogni obiettivo, il mio lavoro primario, quello di attore, era costantemente minato da dubbi e sfiducia.
Per anni sono avanzato arrancando, e ogni risultato che raggiungevo, con una fatica immensa, pensavo di non meritarlo.
Condividere il Buddismo con gli altri mi ha permesso di scoprire una cosa di me che non avevo mai preso in considerazione: ero arrogante e non mi accorgevo di esserlo. Infatti, non capivo perché le persone a cui parlavo della pratica buddista, nonostante i miei incoraggiamenti, non approfondissero la fede. Qualcuno anzi smetteva di praticare e questo mi dava una grande sofferenza. Arrivai a pensare che non tutti possono manifestare la Buddità…
Continuando a recitare Daimoku ho pian piano riconosciuto i miei atteggiamenti arroganti e ho cominciato a lodare profondamente le persone, cercando di ascoltare il loro cuore per riuscire a sostenerle. Questo cambiamento interiore mi ha portato a lodare anche la mia vita e a vedere il mio valore.
Da lì a una settimana ho vinto un provino per una serie tv di rilievo, per la prima volta dopo dieci anni! È stato l’inizio di un cambiamento di rotta.
Ogni giorno cerco di approfondire la fede e ho cambiato radicalmente il mio modo di condividere il Buddismo con gli altri: ognuno ha il proprio passo nell’intraprendere la rivoluzione umana e la cosa migliore che possiamo fare è incoraggiare gli altri con le nostre vittorie e il nostro miglioramento personale.
Ho trasformato completamente anche il mio modo di pormi nel lavoro, che si tratti del rapporto con l’agente o di affrontare un provino, non mi sento più sbagliato e sento di meritarmi tutte le vittorie che sto ottenendo e otterrò.
Sensei scrive: «Quando ci si pone degli obiettivi con tutto il cuore, non resta spazio per l’incertezza» (RU, 3, 14).
Sono profondamente grato di avere un maestro così, che non smette mai di incoraggiarmi e mi sta permettendo di manifestare la migliore versione di me. Ogni mattina rinnovo il mio voto davanti al Gohonzon, e la promessa che feci a sensei tanto tempo fa: essere un artista per kosen-rufu.
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La gratitudine è il motore della vita
di Francesco Appoloni, Pescara
Sono cresciuto in una famiglia bellissima ma sempre sul fondo della precarietà economica. Qualche anno fa sentivo nel cuore il desiderio di ripagare il mio debito di gratitudine nei confronti dei miei genitori mettendo loro a disposizione un’abitazione dignitosa in cui poter vivere. Individuata una casa accogliente ho chiesto un prestito in banca per firmare il compromesso… e dal quel momento è iniziata un’infinita serie di ostacoli. La proprietaria della casa è morta dopo il compromesso lasciandomi senza l’atto di acquisto, ma con un debito enorme.
Tuttavia grazie a questo “veleno” ho potuto scoprire lo straordinario potere della “medicina” di Nam-myoho-renge-kyo.
Infatti poco dopo, nel 2010, conosco la pratica buddista e mi butto a capofitto, frequento gli zadankai, studio i princìpi fondamentali e gli incoraggiamenti del maestro, leggo le riviste e La nuova rivoluzione umana … pian piano comincio a leggere con occhi diversi tutto ciò che mi sta accadendo.
Sono stati anni di ostacoli apparentemente insormontabili ma io intensifico il Daimoku e cerco di mettere in pratica il Gosho che mi incoraggia a non retrocedere di un solo passo mentre, in piena tempesta economica, sperimento con tutto il cuore il beneficio dell’offerta per kosen-rufu.
Nel frattempo accolgo con gratitudine la responsabilità prima di gruppo e poi di settore. Per farla breve, affidandomi completamente al potere del Gohonzon nel gennaio del 2014 con le lacrime agli occhi riesco a consegnare ai miei meravigliosi genitori le chiavi della casa dove tutt’ora abitano.
Mia madre nel frattempo ha ricevuto il Gohonzon e, a ottant’anni, anche se ipovedente si prende cura di mio padre malato di Parkinson, offre casa per gli incontri del gruppo e ora si prepara a sostenere l’esame di secondo livello.
Nel 2016 mi accorgo che la mia vita non procede sui binari giusti, mi sento schiacciato dal troppo lavoro e decido di cambiare qualcosa per poter dedicare più tempo a kosen-rufu.
Da questa determinazione, nata dal rispetto per la mia vita, sono scaturiti incredibili benefici e buona fortuna che mi hanno permesso di realizzare il mio desiderio.
Sono riuscito a far fiorire la mia attività lavorativa in modo tale da poter dedicare al lavoro il tempo giusto, da poter fare tutti i mesi l’offerta per kosen-rufu e avere il tempo di sostenere come responsabile uomini il capitolo che mi è stato affidato. Inoltre, grazie a un beneficio economico del tutto inaspettato, ho potuto comprare un’altra casa, realizzare degli investimenti per garantirmi una stabilità economica e sostenere le spese per l’università dei miei due figli.
Nutro una profonda gratitudine verso il maestro Ikeda e la Soka Gakkai, perché grazie all’attività e ai compagni di fede sto trasformando la mia vita.
Nell’aprile di quest’anno ho voluto compiere un viaggio meraviglioso in Giappone per rinnovare il mio voto per kosen-rufu e ringraziare il maestro Ikeda.
Al Kosen–rufu Daiseido, mentre recitavo Gongyo guidato dalla voce del mio maestro, mi è sembrato che tutte le difficoltà vissute si sciogliessero come in un sogno, mentre la mia preghiera avvolgeva tutte le persone che in questo percorso mi hanno accompagnato e che non smetterò mai di ringraziare.
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«Facciamo in modo che le nostre famiglie, i nostri amici, la nostra comunità, la società, il nostro paese e il mondo intero possano conseguire la Buddità in questa esistenza, che tutte le persone ottengano l’Illuminazione e si realizzi la pace nel paese attraverso l’adozione dell’insegnamento corretto, eliminando l’infelicità e la sofferenza da questo mondo.
Non dobbiamo mai smettere di lottare, ma continuare ad avanzare sempre per elevare lo stato vitale del genere umano»
Daisaku Ikeda (NR, 641, 8)