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I tre tipi di tesori - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:12

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I tre tipi di tesori

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brani scelti

Sushun Tenno Gosho (Sanshu Zaiho Gosho)
Gosho Zenshu pag. 1170
Gli scritti di Nichiren Daishonin vol. 4 pag. 171

Ho ricevuto i vari doni inviati con un tuo messaggero, compreso un abito bianco invernale e un kan[ref]Kan: antica unità monetaria giapponese costituita da mille monete legate insieme con una corda.[/ref]di monete, oltre le altre cose elencate nella lettera del signor Toki[ref]Toki Jonin, uno dei principali discepoli del Daishonin che viveva nella provincia di Shimosa. Vassallo del signore di Chiba, era il conestabile della provincia.[/ref]. Ho particolarmente gradito i cachi, le pere e le alghe fresche e secche.
Sono molto addolorato per la malattia del tuo signore. Sebbene egli non abbia fede nel Sutra del Loto, tu sei un membro del suo clan ed è grazie alla sua considerazione che sei in grado di fare offerte al sutra. Perciò tutti i tuoi doni sono in effetti preghiere per la guarigione del tuo signore. Un alberello sotto un grande albero o l’erba vicino a un grande fiume non ricevono direttamente la pioggia o l’acqua, tuttavia prosperano attingendo la rugiada dall’albero grande o attirando l’umidità del fiume.
Così è per voi. Il re Ajatashatru era un nemico del Budda ma, siccome il suo ministro Jivaka credeva nel Budda e gli faceva continuamente offerte, i meriti delle sue azioni ritornarono ad Ajatashatru.
Un importante principio buddista dice che “la fragranza interna[ref]Fragranza interna è la natura di Budda. Quando questa si risveglia interiormente appare anche l’effetto della protezione esteriore.[/ref] otterrà protezione esterna”. Il Sutra del Loto dice: «Io vi rispetto profondamente»[ref]Il Sutra del Loto, cap. 20, pag. 355.[/ref] e il Sutra del Nirvana dice: «Tutte le creature viventi possiedono la natura di Budda». Il Daijo kishin ron di Ashvaghosha afferma: «Quando la natura di Budda si manifesta continuamente, spariscono subito le illusioni e appare il corpo della Legge». Lo Yuga ron del bodhisattva Maitreya contiene un’affermazione simile. Un’azione invisibile produrrà un beneficio visibile.
Probabilmente il Demone del sesto cielo, conoscendo questo principio, è entrato nei corpi dei tuoi colleghi e li ha istigati a inventare quella grossa calunnia[ref]Grossa calunnia: l’accusa, formulata al Signore di Ema dai colleghi di Shijo Kingo, che quest’ultimo avrebbe cercato di disturbare il dibattito di Kuwagayatsu per mettere in difficoltà il prete tendai Ryuzo-bo.[/ref] per impedirti di fare offerte al Sutra del Loto. Poiché la tua fede è profonda, forse le Dieci divinità sono venute in tuo aiuto e hanno provocato la malattia del tuo signore. Egli non ti considera suo nemico, ma avendo una volta creduto alle false accuse dei tuoi colleghi, si è ammalato gravemente e non tende a guarire. Ryuzo-bo, che quelle persone consideravano il loro pilastro, è già caduto e quelli che ti hanno calunniato hanno contratto la malattia. Ryokan, che è più colpevole degli altri, sarà sicuramente colpito da qualche disgrazia o provocherà qualche grave problema e si troverà in grave pericolo.

[…]

L’epidemia che sta infuriando in questo momento colpirà le persone dei ranghi più alti della società entro la fine dell’anno come tu hai predetto. Forse questo è il disegno delle dieci divinità. D’ora in avanti resta calmo e guarda cosa accade. Non lamentarti con gli altri delle difficoltà che incontri nella vita. Se lo fai non ti comporti da persona intelligente. Se uno si comporta così, dopo la morte, la moglie, sopraffatta dal dolore per la perdita del marito, anche senza volerlo racconterà tutte le umiliazioni subite. E non sarà colpa di lei, ma solamente il risultato della condotta scorretta del marito. È raro nascere uomini come è difficile per i granelli di terra rimanere su un’unghia. È difficile conservare la vita come la rugiada sull’erba. Ma è meglio vivere un solo giorno con onore piuttosto che morire a centoventi anni in disgrazia. Questo è importante! Vivi in modo che tutte le persone di Kamakura lodino Shijo Kingo per la devozione al suo signore, al Buddismo e per la bontà d’animo verso gli altri. Più preziosi dei tesori di un forziere sono i tesori del corpo, e prima dei tesori del corpo vengono quelli del cuore. Dal momento in cui leggerai questa lettera sforzati di accumulare i tesori del cuore.
Vorrei raccontarti un episodio che di solito si tiene segreto[ref]Fatto di cui si parla nelle Cronache del Giappone. Probabilmente non viene citato in maniera esplicita in quanto riguarda l’assassinio di un imperatore da parte di uno dei suoi funzionari.[/ref]. Nella storia del Giappone ci sono stati due imperatori assassinati. Uno di questi era il trentatreesimo imperatore Sushun. Era figlio dell’imperatore Kimmei, zio del principe Shotoku. Un giorno chiamò Shotoku e gli disse: «Abbiamo saputo che siete un uomo di insuperata saggezza. Esaminate la nostra fisionomia e dite cosa ci vedete». Il principe declinò per tre volte, ma l’imperatore insisteva che obbedisse all’ordine imperiale. Alla fine, non potendosi rifiutare oltre, il principe esaminò con riverenza la fisionomia di Sushun e riferì: «L’espressione del volto di Vostra Maestà indica che sarete assassinato da qualcuno». Il viso dell’imperatore cambiò colore. «Che prove avete per sostenere tale affermazione?». Il principe replicò: «Vedo delle vene rosse nei vostri occhi. Questo segno indica che vi attirerete l’odio degli altri». Allora l’imperatore chiese: «Come possiamo sfuggire a questo destino?». Il principe disse: «È difficile sfuggire. Ma ci sono dei soldati che si chiamano “cinque grandi princìpi”. Fino a quando terrete questi guerrieri al vostro fianco, non correrete pericolo. Nelle scritture buddiste questi soldati sono definiti “tolleranza”, una delle sei paramita».
Per qualche tempo dopo questo episodio, l’imperatore Sushun osservò fedelmente la pratica della tolleranza. Ma essendo irascibile di natura, un giorno violò il precetto, quando uno dei suoi sudditi gli donò un giovane cinghiale. Egli tolse l’asta attaccata al fodero della spada e colpì il cinghiale in un occhio dicendo: «Questo è ciò che faremo uno di questi giorni all’uomo che odiamo!». Il principe Shotoku che era presente esclamò: «Che cosa terribile avete fatto! Vostra Maestà si attirerà sicuramente l’odio degli altri. Le parole che avete pronunciato saranno la spada che vi colpirà». Allora il principe ordinò che venissero portati degli oggetti di valore e che fossero divisi tra coloro che avevano sentito le parole dell’imperatore [sperando di comprare il loro silenzio]. Ma uno di loro riferì l’episodio al primo ministro Soga no Umako. Umako, credendo di essere lui la persona odiata dall’imperatore, convinse Atai Goma, figlio di Azumanoaya no Atai Iwai, ad assassinare l’imperatore[ref]Nel 588 un principe scelto da Soga no Umako salì al trono come imperatore Sushun. Ma, nel 592 Soga consolidò il suo potere facendolo assassinare e sostituendolo al trono con la propria nipote, l’imperatrice Suiko. Atai Goma: Azumanoyama Goma, i cui antenati erano venuti in Giappone dalla Cina al tempo dell’imperatore Ojin. Era addetto alla supervisione degli artigiani forestieri. La sua famiglia godeva di grande influenza economica e politica ed era alleata del clan Soga. Si dice che sia stato ucciso dopo la scoperta di una sua relazione clandestina con una concubina dell’imperatore.[/ref].
Così come un re deve stare attento a non esprimere liberamente i suoi pensieri, Confucio diceva «nove pensieri, una parola»[ref]Confucio, Analetti.[/ref], volendo dire di pensare nove volte prima di parlare. Tan, il duca di Chou, desiderava tanto ricevere i visitatori che si legava i capelli tre volte mentre li lavava, che sputava tre volte il cibo durante il pasto pur di non farli aspettare. Ascolta bene quanto ti dico, così che tu non abbia motivo di rimproverarmi in seguito. La ponderatezza fa parte del Buddismo. La chiave di tutti gli insegnamenti di Shakyamuni è il Sutra del Loto e la chiave della pratica del Sutra del Loto è esposta nel capitolo Fukyo. Cosa significa il profondo rispetto del bodhisattva Fukyo per la gente? Il vero significato dell’apparizione del Budda Shakyamuni in questo mondo sta nel suo comportamento da essere umano. Come è profondo ciò! Il saggio si può definire umano, ma gli sconsiderati non sono nient’altro che animali.

Nichiren
L’11 settembre del terzo anno di Kenji (1277)

Cenni storici

Questa lettera, del 1277, fu scritta a Minobu ed è indirizzata a Shijo Nakatsukasa Saburo Saemon-no-jo Yorimoto, più conosciuto come Shijo Kingo. Quest’ultimo, uno dei più fedeli discepoli del Daishonin, sin dal 1274 aveva cercato di convertire il suo signore, di nome Ema, alle dottrine del suo maestro. Ma Ema, lungi dal convertirsi, ridusse le dimensioni del feudo di Kingo e minacciò di inviarlo nella remota provincia di Echigo. Anche gli altri samurai del clan di Ema, a cui Shikjo Kingo apparteneva, non lo vedevano di buon occhio, per vari motivi, dall’invidia per la fiducia che il suo signore, di cui egli era anche il medico personale, nutriva nei suoi confronti, alla sua fede nel Buddismo del Daishonin, che a Kamakura veniva considerato un prete rinnegato, e forse anche per il suo carattere focoso e impulsivo. Nel sesto mese del 1277 si tenne un dibattito religioso tra il prete Ryuzo-bo, un protetto di Ryokan, e Sammi-bo, un discepolo del Daishonin. Sammi-bo vinse il dibattito e alcuni samurai del clan Ema videro in questo episodio un’occasione per screditare ulteriormente Shijo Kingo, riferendo al signore di Ema la falsa notizia che Kingo aveva disturbato il dibattito facendo irruzione con uomini armati. Ema, molto adirato, scrisse a Shijo Kingo una lettera ufficiale in cui condannava il suo comportamento e gli ordinava di abiurare per iscritto la sua fede nel Sutra del Loto, pena la confisca del feudo. Kingo scrisse allora una lettera al Daishonin dichiarando non avrebbe mai abbandonato la sua fede, anche a costo della vita. Nichiren Daishonin incoraggiò il suo discepolo inviandogli una petizione scritta di suo pugno in nome di Shijo Kingo, la Lettera di petizione di Yoritomo, da inviare al signore di Ema, in cui oltre a chiarire come erano andate realmente le cose, denunciava le reali intenzioni dei preti Ryokan e Ryuzo-bo e denunciava gli errori delle dottrine buddiste che essi sostenevano. Ma fortunatamente pare che non ci fu bisogno di inviare la petizione. Nell’autunno di quell’anno un’epidemia colpì Kamakura e il signore di Ema si ammalò gravemente. Si rivolse allora nuovamente a Shijo Kingo e grazie alle sue cure guarì velocemente; nel 1278, in segno di gratitudine, reintegrò il feudo del samurai e in seguito gli elargì ulteriori possedimenti.

Spiegazione

Tutti i membri della Soka Gakkai europea si stanno impegnando da quest’anno a creare un’ulteriore espansione della meravigliosa Legge di Nam-myoho-renge-kyo. I prossimi anni saranno decisivi per i futuri cinquant’anni del movimento di kosen-rufu. Con questa consapevolezza anche noi membri italiani vogliamo dare un grande contributo e costruire delle solide fondamenta per la pace sul pianeta. I pilastri della nostra pratica buddista sono il Daimoku, lo shakubuku e lo studio.
Il Gosho che studiamo questo mese ci offre la possibilità di affrontare il tema della propagazione. Dapprima Nichiren si pose all’avanguardia della propagazione della Legge mistica, svolgendo lui per primo shakubuku, in seguito, dopo Sado, anche i discepoli decisero di assumersi in prima persona la responsabilità di questo compito. Da allora è iniziata la lunga marcia delle persone comuni per realizzare la pace mondiale. La pratica del Daimoku e quella di shakubuku devono andare di pari passo – così insegna il Daishonin – ed entrambe andrebbero praticate “ogni giorno”. Avere lo stesso cuore del Daishonin significa preoccuparsi della felicità di tutti i Budda potenziali che incontriamo quotidianamente e quindi metterli in grado di realizzare pienamente la loro Buddità. Shakubuku significa essenzialmente dire la verità sulla propria esperienza di vita con il Buddismo e trasmettere la gioia di praticarlo.
Cambiando lo stato vitale delle persone anche la società intera, in tutti i suoi aspetti, ne trarrà giovamento, visto che la trasformazione dello stato vitale del singolo permette la trasformazione del suo ambiente.

Un importante principio buddista dice … Un’azione invisibile produrrà un beneficio visibile.

Non è un caso che l’affermazione del principio per cui la “fragranza interna otterrà protezione esterna” sia seguita dalla citazione della prima parte del cosiddetto Sutra del Loto di ventiquattro caratteri: «Nutro per voi un profondo rispetto; non oserei mai trattarvi con disprezzo o arroganza. Perché? Perché voi tutti state praticando la via del bodhisattva e conseguirete certamente la Buddità», che compare nel capitolo ventesimo del Sutra, Il bodhisattva mai Sprezzante ed è tradizionalmente considerata la versione “abbreviata” del Sutra del Loto.
La versione abbreviata del Sutra del Loto non è altro che il condensato dell’intero insegnamento del sutra, cioè la fede nella sacralità della vita. Tutti i praticanti dovrebbero sviluppare questa consapevolezza cercando quotidianamente di apprezzare la dignità della vita, propria e degli altri, e conseguentemente preoccuparsi di non generare mai violenza. Ogni membro della Soka Gakkai quotidianamente lotta per far emergere questa consapevolezza, attraverso la recitazione del Daimoku e le riunioni di discussione; un impegno semplice solo in apparenza. A volte sono la mente o il “caratteraccio” che ci impediscono di comportarci come la teoria vorrebbe. A volte, pur sapendo che una determinata azione non andrebbe fatta, le redini del cavallo della mente ci sfuggono di mano, ma ciò non ci deve spaventare, né tanto meno dobbiamo perdere fiducia nelle nostre innate qualità. È normale, in quanto esseri umani, a volte cascare, l’importante è rialzarsi, chiedendo scusa magari a coloro che abbiamo ferito, per poi ripartire più determinati di prima. Se recitiamo Daimoku attingiamo alla forza dell’intero universo che ci rende capaci di sconfiggere l’oscurità o ignoranza fondamentale della vita. Se poi alla recitazione uniamo lo studio del Gosho, questo costante impegno, ci permetterà di portare a compimento il processo che Josei Toda chiamò “rivoluzione umana”.
Tornando alla “fragranza interna che genera protezione esterna” si può affermare che la vera causa dell’ottenimento della Buddità è avere nel cuore la pratica del rispetto. Ma cosa significa concretamente questa pratica del rispetto? È avere come pensiero costante la venerazione per la natura di Budda, e chiedersi, come nella frase finale del capitolo sedicesimo del Sutra del Loto che ripetiamo mattina e sera nella cerimonia di Gongyo: «Come posso far sì che tutti gli esseri viventi accedano alla via suprema?».
La pratica del bodhisattva Mai Sprezzante è desiderare l’Illuminazione di tutte le persone e concretizzare questo desiderio facendo shakubuku, ciò permette di sradicare le offese passate e di prolungare la vita.
Coloro che si impegnano per la realizzazione di kosen-rufu, così come il Budda insegna, riceveranno il beneficio dell’Illuminazione nella forma presente e quindi percepiranno la vera realtà delle cose, attraverso la purificazione degli organi di senso (per un maggior approfondimento di questi concetti vedi la lezione di Katsuji Saito pubblicata nel n. 107 di Buddismo e Società, pagg. 46-63).

È raro nascere uomini come è difficile per i granelli … e per la bontà d’animo verso gli altri.

La vita, apparentemente lunga, in realtà è breve e c’è un limite alle esperienze che si possono vivere in una sola vita. Nichiren esorta a vivere con onore anche un solo giorno piuttosto che vivere fino a centoventi anni e morire in disgrazia. E l’ “onore” o la “disgrazia”, come abbiamo appena visto, non sono che il riflesso esterno della nostra condizione interiore, dell’atteggiamento del nostro cuore. Considerare le sofferenze degli altri come se fossero nostre, pregare e lottare assieme a una persona dopo l’altra, e vincere insieme a loro, arricchisce senza limiti la vita e cambia la qualità del comportamento.
Solo preoccupandosi dei problemi e delle sofferenze degli altri e agendo per la loro felicità e il loro benessere, possiamo stabilire una condizione di felicità nella nostra vita che nessuna difficoltà o avversità potrà distruggere. Solo così emergono i reali benefici della pratica buddista.

Più preziosi dei tesori di un forziere sono i tesori del corpo … sforzati di accumulare i tesori del cuore.

Ovviamente, quando si parla di tesori del forziere viene immediatamente da pensare ai beni materiali, alla ricchezza, alla prosperità economica, a quei soldi a cui il mondo attuale dà tanta importanza. Mentre i tesori del corpo fanno pensare alla salute fisica e mentale. Dunque è abbastanza facile anche per un occidentale capire che i tesori del corpo, cioè una buona salute della nostra vita individuale nel suo complesso è più importante che essere ricchi. Resta da capire cosa siano esattamente i “tesori del cuore” che per Nichiren Daishonin sono ancor più importanti di quelli del corpo.
Commentando questa frase, nel secondo volume del Mondo del Gosho Daisaku Ikeda afferma: «Per far sì che una società che sta colando a picco verso l’oscurità si diriga verso un mondo illuminato, caratterizzato dal rispetto per gli esseri umani, l’unica strada è che ognuno di noi dimostri di essere riuscito a vincere manifestando la natura di Budda nelle proprie azioni. Perciò il nostro combattimento interiore per credere fermamente nella Buddità propria e degli altri ha un’enorme importanza. Questo è il “tesoro del cuore”. L’affermazione: “Più preziosi dei tesori di un forziere sono i tesori del corpo, e prima dei tesori del corpo vengono quelli del cuore” esprime una maniera di pensare di importanza vitale e non vi è alcun dubbio che nel ventunesimo secolo verrà rivalutata come una teoria di supremo valore. Il “tesoro del cuore” per noi significa far proprio il voto di kosen-rufu. Non esiste “tesoro del cuore” più grande. Accumulando i “tesori del cuore” che derivano dagli sforzi per condividere con gli altri gli insegnamenti del Daishonin possiamo condurre una vita d’immenso valore. Decine di milioni di persone hanno percorso questa strada, consolidandola per quelli che sarebbero venuti dopo di loro. È giunto il tempo in cui questa grande prova concreta, dimostrata grazie al potere della fede, sarà applaudita in tutto il mondo. I benefici di essere stati i pionieri di questo movimento sono incommensurabili e saranno condivisi da tutti i membri che hanno lottato instancabilmente per kosen-rufu e dai loro figli e discendenti. Come scrive il Daishonin: “Un’azione invisibile produrrà un beneficio visibile” (SND, 4, 172)» (MDG, 2, 156-157).

La chiave di tutti gli insegnamenti di Shakyamuni … gli sconsiderati non sono nient’altro che animali.

Nella nostra battaglia per kosen-rufu è molto importante ricordarsi che la pratica di shakubuku non ha niente di fanatico ed è un’espressione concreta della fede nell’esistenza della natura di Budda in noi e negli altri. È quindi un atto umanistico che esprime il massimo rispetto per gli altri. Nel dialogo con chi non pratica, non bisognerebbe mai sconfinare nel fanatismo o nel dogmatismo e tenere invece ben presente che un conto è la fermezza nell’affrontare radicalmente la natura oscurata insita nella vita di ognuno e altro è la mancanza di rispetto.
Il Buddismo di Nichiren Daishonin è la filosofia e la pratica del rispetto, chi recita Daimoku dovrebbe sviluppare intrinsecamente la consapevolezza che ogni persona possiede la natura di Budda e che questa è il nucleo essenziale della natura umana.
Il Buddismo di Nichiren Daishonin è la filosofia della fiducia nelle persone, è la pratica dell’entusiasmo e della speranza. Chi abbraccia sinceramente e con tutto il cuore il Gohonzon, senza nutrire pregiudizi, chi si affida a esso così come un neonato alla madre, vede l’evolversi degli eventi in maniera positiva; non percepisce le cose del mondo in modo tale da esserne negativamente influenzato ma, pur con la consapevolezza che l’epoca in cui viviamo, l’”Ultimo giorno della Legge”, è un’epoca di conflitti e dispute, nutre nel cuore e percepisce a livello vitale una grande speranza nel futuro, basata sulla fede nella Buddità in noi e in tutti gli altri. Anche in questo Gosho Nichiren Daishonin descrive quest’Ultimo giorno della Legge come «un’epoca caotica in cui anche i saggi troveranno difficile vivere».
Nonostante ciò non vi è traccia nel Buddismo di Nichiren Daishonin di visioni catastrofiche, né di lamentele. Tra i tanti consigli che il Daishonin offre a Shijo Kingo, si legge infatti in questa lettera: «Non andare in giro a lamentarti di quanto ti sia difficile vivere in questo mondo. Un simile comportamento è del tutto sconveniente per un uomo saggio».
Ovviamente uno stato vitale così positivo, così lanciato verso il futuro, nasce quando il singolo individuo è consapevole dell’importanza di fare shakubuku, cioè di lottare e refutare la natura demoniaca intrinseca alla propria vita; di conseguenza, per prima cosa, ognuno di noi dovrebbe far emergere al meglio qualità umane e ingaggiare una lotta quotidiana contro le proprie tendenze negative. Il Buddismo si trova, infatti, solo nel nostro comportamento come esseri umani. La Legge mistica rimarrebbe una mera teoria priva di valore se non si manifestasse concretamente tra gli esseri viventi e nella loro terra. Il nucleo del comportamento da essere umano consiste nel manifestare la Buddità e nell’adoperarsi per coltivare la Buddità di tutti.
In questo senso il Buddismo di Nichiren Daishonin è definito il Buddismo dell’umanesimo attivo. Umanesimo attivo è portare avanti la pratica di far emergere la natura di Budda in noi e negli altri. Il nostro sguardo va rivolto al tempo stesso verso la nostra rivoluzione individuale, con fiducia nella nostra intrinseca natura di Budda e, con altrettanta fiducia verso coloro che ci stanno di fronte.
Daisaku Ikeda sottolinea che: «Alla radice della pratica di shakubuku del Daishonin c’era la sua immensa compassione di aprire gli occhi delle persone ingannate dagli insegnamenti errati e condurle all’Illuminazione. La nostra pratica di shakubuku deve ispirarsi alla sua stessa compassione e sorgere dal desiderio di riuscire assolutamente a condurre gli altri alla felicità» (MDG, 2, 120).
Afferma inoltre che: «”Confutare” naturalmente non significa litigare o mettersi a urlare, né tanto meno impiegare mezzi diversi dal dialogo. Significa spiegare ciò che è vero e ciò che è falso, affermare l’insegnamento corretto. Limitarsi a far notare che un’opinione è “sbagliata” non è sufficiente. La persona che stiamo cercando di convincere non si persuaderà. Solo facendo capire esplicitamente qual è il punto di vista corretto potremo mettere veramente le persone in grado di compiere il primo passo verso la trasformazione della propria vita» (Ibidem, 119). Alla base quindi vi è sempre la compassione, non l’arroganza e la maleducazione.
Il Buddismo di Nichiren Daishonin insegna che l’esempio che noi dovremmo seguire nel fare shakubuku è quello del bodhisattva Mai Sprezzante (Fukyo) e che lo scopo essenziale della nostra pratica buddista si verifica nel nostro comportamento.
«Il vero significato dell’apparizione del Budda Shakyamuni in questo mondo sta nel suo comportamento da essere umano» scrive Nichiren Daishonin. Infatti, solo agendo secondo l’esempio del bodhisattva Mai Sprezzante si può aprire la porta della Buddità celata nella profondità della nostra vita.
Comportarsi come un vero essere umano, nutrire per noi stessi e per gli altri un profondo rispetto è la chiave d’entrata nel mondo dell’Illuminazione.
Se da un punto di vista teorico il cuore, l’essenza di tutti gli insegnamenti di Shakyamuni è il Sutra del Loto, la maniera essenziale di praticare il Sutra del Loto stesso, manifestare concretamente la propria Buddità, si trova nell’esempio del bodhisattva Mai Sprezzante, citato nel ventesimo capitolo del Sutra del Loto che ne porta il nome. Il rispetto per tutte le forme di vita, per tutte le manifestazioni della vita è la chiave di accesso alla Buddità, ai benefici e alla gioia. Ricapitolando, solo se il nostro sforzo si concentra nel miglioramento del nostro reale e quotidiano comportamento, avvicinandolo sempre più e meglio all’esempio di Fukyo, ci possiamo definire buddisti nei fatti e non solo a parole.

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