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I semi germogliano sempre - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:51

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I semi germogliano sempre

«Voi siete i frutti dei semi piantati quarantacinque anni fa da Ikeda» ha detto Takahashi. Come ha tenuto a precisare, questa continua fioritura può avvenire solo grazie al desiderio di tutti di contribuire al movimento di kosen-rufu

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«Voi siete i frutti dei semi piantati quarantacinque anni fa da Ikeda» ha detto Takahashi. Come ha tenuto a precisare, questa continua fioritura può avvenire solo grazie al desiderio di tutti di contribuire al movimento di kosen-rufu

L’intervento di Hideaki Takahashi, presidente della Soka Gakkai europea, è ruotato intorno allo sviluppo del movimento di kosen-rufu in Europa: quest’anno si ricorda il quarantacinquesimo anniversario della prima visita in questo continente del presidente Ikeda. La coincidenza è che proprio nello stesso anno, il 1961, lui e la sua famiglia iniziarono a praticare. Naturalmente, ha ricordato, a quell’epoca era impensabile immaginare kosen-rufu su scala mondiale. Qualche anno fa Takahashi ha scoperto che colui che introdusse la sua famiglia al Buddismo – un vicino di casa, il signor Karakama, nel racconto della Nuova rivoluzione umana – fu una delle cinque persone che nel 1961 accolsero Ikeda all’aeroporto di Düsseldorf. «Quando l’ho saputo, ho pensato che non poteva essere una semplice coincidenza, ma doveva essere la manifestazione della legge di causa ed effetto». Il legame con l’Europa è quindi per lui una sorta di legame karmico col Vecchio Continente, anche perché allora non avrebbe mai pensato di poter venire a viverci un giorno. Ha anche raccontato di aver lavorato per quattordici anni presso la segreteria del presidente Ikeda a Tokyo e di aver avuto la fortuna, negli anni Ottanta, di accompagnare Ikeda nei viaggi in Europa. Così ha avuto la possibilità di essere testimone di alcuni fatti raccontati nella Rivoluzione umana: come ad esempio che in tutti i posti in cui andava, sensei recitasse sotto voce Daimoku col desiderio che tante persone potessero risvegliarsi alla Legge mistica e che pregasse proprio con l’atteggiamento di “seminare” questo Daimoku, di “impregnare la terra di Daimoku. E questo è accaduto anche a Roma, Firenze e Milano. «Voi – ha poi fatto notare ai duemilacinquecento partecipanti – siete proprio la dimostrazione di quello che ho appena raccontato. Certo – ha detto con fare scherzoso – so benissimo che da un punto di vista pratico avete incontrato il Buddismo di Nichiren grazie a parenti, amici o conoscenti, però vorrei che sviluppaste la consapevolezza che siete emersi dalla terra italiana grazie a questo Daimoku “seminato”».
Ricordando un momento importante della sua gioventù, Takahashi ha raccontato di un ciclo di lezioni sul Gosho tenute dal presidente Ikeda negli anni Sessanta per un gruppo di giovani fra i quali c’era anche lui. Alla fine delle lezioni temevamo di non ricordare niente, ha detto, ma Ikeda ogni volta ci incoraggiava a non preoccuparsi perché nel momento del bisogno ci saremmo ricordati tutto. E questo è ciò che è avvenuto. Nell’incontro conclusivo, Ikeda ci salutò con queste parole: «In questi mesi ho piantato un seme dentro di voi, ma il fatto che questo seme cresca e diventi un grande albero non è mia responsabilità, dipende da voi». Takahashi ha tenuto infine a precisare che il maestro è colui che pianta un seme nei discepoli senza alcuna distinzione, ma che è loro, nostro compito far germogliare questi semi. L’invito che ha rivolto a tutti è stato di rinnovare la propria determinazione individuale nel portare avanti in Italia questo movimento per la pace, proprio come sta facendo il maestro.

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