Congratulazioni per l’inizio dell’Anno delle persone capaci e della crescita dinamica!
Vi invio questo messaggio insieme alle preghiere sincere, mie e di mio marito, affinché tutti i nobili membri della Divisione donne e giovani donne in ogni parte del mondo possano quest’anno compiere grandi passi, godere di tanta energia e buona salute, e brillare di fortuna e saggezza.
La mia famiglia si unì alla Soka Gakkai nel 1941, quando il Giappone era già in guerra. Ricordo le riunioni di discussione che si tenevano a casa nostra sotto gli occhi indagatori dei funzionari della tristemente famosa polizia speciale o “polizia del pensiero”. Il fondatore della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi, sosteneva con coraggio le sue idee senza farsi intimidire minimamente dalla loro presenza. Sto parlando di settant’anni fa: il tempo vola!
Quand’ero membro della Divisione giovani donne, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda ci garantì che il tempo dell’ampia propagazione della Legge mistica in Asia e in tutto il mondo sarebbe sicuramente giunto. E adesso la SGI ha diffuso il Buddismo in centonovantadue luoghi tra aree e paesi e ovunque sbocciano fiori di pace e felicità.
Mio marito attribuisce sempre la crescita straordinaria del nostro movimento soprattutto alle forti preghiere e all’impegno costante delle donne e delle giovani donne.
La Soka Gakkai ha celebrato l’anno scorso l’ottantesimo anniversario e adesso ha intrapreso una nuova fase di crescita dinamica che ci porterà al suo centenario.
Anch’io sono determinata a piantare ancora tutti i semi di cui sarò capace per la crescita futura di kosen-rufu. Ho inciso nel mio cuore un passo degli scritti di Nichiren Daishonin che ho letto spesso con mio marito: «Poiché io ho esposto questo insegnamento, sono stato esiliato e quasi ucciso. Come dice il proverbio: “Un buon consiglio irrita l’orecchio”. E tuttavia non sono scoraggiato. Il Sutra del Loto è il seme, il Budda il seminatore e la gente il campo» (Gli elementi essenziali per conseguire la Buddità, RSND, 1, 664).
Kosen-rufu è una lotta continua, che ha lo scopo di piantare i semi della Buddità nel “campo” che è il cuore delle persone con cui veniamo in contatto, senza farci intimidire dalle grandi difficoltà che probabilmente incontreremo lungo la strada.
Quest’anno celebriamo il sessantesimo anniversario della fondazione della Divisione donne (10 giugno 1951) e della Divisione giovani donne (9 luglio 1951). La storia di queste due Divisioni è una storia di rivoluzione umana, portata avanti da grandi donne e madri che hanno piantato semi di felicità e li hanno coltivati e curati fino alla loro fioritura.
Poco prima della nascita di queste Divisioni, fu fondato il Seikyo Shimbun (il 20 aprile 1951). Il primo numero riportava un articolo sull’espansione di kosen-rufu realizzata dai membri del quartiere Tsurumi di Yokohama, nella prefettura di Kanagawa.
Mi viene in mente una donna di Tsurumi che una volta mi narrò di come mio marito, molti anni prima, aveva incoraggiato lei e il suo consorte. È una storia che mi ha profondamente commosso, e vorrei raccontarvela.
La coppia, di mezza età, aveva cominciato a praticare a causa della malattia dell’uomo, costretto a letto da una tubercolosi spinale, e per le difficoltà finanziarie che ne erano derivate. Mio marito, allora ventitreenne, faceva loro visita regolarmente per incoraggiarli e insieme leggevano brani del Gosho.
Una volta si sedette al capezzale del marito e stringendogli le mani lo rassicurò: «La fede nel Buddismo del Daishonin porterà di certo risultati positivi. Se pratichi sinceramente riuscirai senz’altro a trasformare il tuo karma. Come dice il Daishonin: “L’inverno si trasforma sempre in primavera” ».
Un’altra volta la moglie, con una sfumatura di disperazione nella voce, chiese a mio marito: «Riusciremo davvero a venir fuori da tutto questo?». Lui rispose con totale convinzione: «Immagina di accumulare sottili fogli di carta, uno sull’altro, ogni giorno un foglio. Nei primi giorni ti sembrerà che il mucchietto non cresca affatto, ma, se continui a farlo, tutti i giorni, per dieci o vent’anni, alla fine avrai creato una montagna di fogli così alta che tutti la potranno vedere. Con la nostra pratica buddista abbiamo il potere di accumulare questo “beneficio invisibile”».
La coppia fece tesoro di questo incoraggiamento e si dedicò assiduamente a kosen-rufu. Lui vinse la malattia e insieme riuscirono a risollevarsi dalla povertà e a mostrare la prova concreta della loro nuova condizione di vita agiata e sicura. La donna fece il voto di far conoscere il Buddismo del Daishonin a tante persone quanti erano i suoi anni di vita e alla fine, grazie a lei, più di ottanta persone ricevettero il Gohonzon. Proprio come mio marito aveva detto, l’accumulo di benefici invisibili gradualmente si manifestò in un immenso beneficio, e la coppia visse a lungo una vita piena di soddisfazioni, amata e ammirata da tanti compagni di fede e giovani successori.
Come afferma il Daishonin: «È il cuore che è importante» (La strategia del Sutra del Loto, RSND, 1, 889); la vera felicità dipende assai di più dalla nostra condizione interiore che dalle circostanze esterne. Portare avanti le attività per kosen-rufu insieme ai compagni di fede e alla Soka Gakkai, impegnandoci per la felicità degli altri e vivendo ogni anno della nostra vita con un senso di vera missione e realizzazione ha come risultato un’esistenza di autentica felicità.
Recentemente, in occasione di una nuova partenza della Divisione giovani donne in una zona del Giappone, ho inviato loro un messaggio: «È questo il momento in cui, nella vostra vita, avete la possibilità di costruire una felicità duratura; per questo prego che ogni vostro giorno sia un giorno memorabile».
Siamo tutti impegnati in una lotta senza fine con i problemi e le sfide della vita quotidiana. E le cose non sempre vanno come le avevamo progettate o come avremmo sperato. Mi vengono in mente le parole che la dottoressa Lygia Pupatto, ex rettore dell’Università statale Londrina in Brasile, disse agli studenti delle scuole Soka del Kansai (14 aprile 2004): «Se guardate le piante d’inverno, la maggior parte di esse non ha né fiori né foglie. Non sembrano nemmeno vive, ma questo non è vero. Stanno aspettando il momento giusto per sbocciare. Stanno aspettando il momento migliore per loro. Allo stesso modo è necessario che crediate nella vostra forza e nella vostra saggezza interiore, e che le utilizziate per superare ogni difficoltà o problema».
Mi trovo assolutamente d’accordo con queste sue parole. E ciò mi fa anche pensare quanto sia essenziale ricevere calde parole di incoraggiamento quando si sta affrontando l’inverno delle difficoltà.
La presenza anche di una sola donna che abbraccia la Legge mistica, in famiglia, sul posto di lavoro, o nella propria comunità, è come un sole luminoso di speranza. Proprio come il sole nel cielo brilla in tutte le direzioni, donando senza limiti la propria luce, le donne di Soka, con il loro comportamento saggio e premuroso, permettono alle persone vicine a loro che non praticano il Buddismo del Daishonin di creare un legame con esso, e in questo modo piantano nel loro cuore semi che sbocceranno, trasformandosi in fiori di felicità.
Sono lieta di poter dire che mio marito continua a godere di un’ottima salute e sta continuando a guidare la crescita dinamica di una Soka Gakkai fresca e giovane. A una recente riunione di responsabili nazionali in Giappone ha inviato questo messaggio: «Porterò avanti la lotta per kosen-rufu con un’energia ancor più grande, con una forza vitale ancor più vibrante. Impegniamoci insieme e vinciamo insieme!».
Io so che tutte voi, donne radiose di Soka, che vi dedicate ad aprire la strada di kosen-rufu ciascuna nel luogo della sua missione, siete una presenza costante piena di luce nel cuore di mio marito.
Recentemente ha composto questa poesia per le rappresentanti della Divisione donne e giovani donne della SGI che sono venute in Giappone:
Mai dimenticherò il tuo nome,
luminosa protagonista
di kosen-rufu,
di te, stai certa,
il tuo maestro è fiero.
Per concludere vorrei citare queste parole famose che Nichiren Daishonin scrisse a Shijo Kingo e a sua moglie Nichigen-nyo: «Non c’è vera felicità per gli esseri umani al di fuori del recitare Nam-myoho-renge-kyo. […] Quando c’è da soffrire, soffri; quando c’è da gioire, gioisci. Considera allo stesso modo sofferenza e gioia, e continua a recitare Nam-myoho-renge-kyo» (Felicità in questo mondo, RSND, 1, 607).
Anche quest’anno noi, donne di Soka, recitiamo Daimoku con gioia e con fiducia, e lavoriamo insieme in armonia per espandere la nostra rete per la pace, la cultura e l’educazione.
Auguro a ognuna di voi di godere di ottima salute.
Kaneko Ikeda
responsabile onoraria delle donne della SGI