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I nostri pionieri - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:42

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I nostri pionieri

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Nel 1961 il presidente Ikeda ha visitato il nostro paese per la prima volta e quest’anno ricorrono sessant’anni da quella visita.
Nel maggio del 1981, in uno dei suoi viaggi in Italia, Sensei incontrò molti giovani e li incoraggiò con tutto se stesso infondendo in loro coraggio e speranza. Quei giovani hanno dato poi vita al movimento di kosen-rufu di cui siamo protagonisti tutti noi oggi.
Per comprendere meglio la nostra storia, diamo il via a una nuova rubrica, “I nostri pionieri”, in cui alcuni “giovani dell’81”, raccontano il loro incontro con il presidente Ikeda e cosa ha significato nella loro vita.
Nel capitolo 4 del volume 30 de La nuova rivoluzione umana, il maestro Ikeda racconta quegli incontri con i giovani italiani.

Nella puntata 33 scrive:
«Shin’ichi Yamamoto nutriva la forte convinzione che solo nel momento in cui le persone si fossero risvegliate all’eterna Legge della vita, che è il Buddismo, sarebbe apparso un nuovo rinascimento della vita. Con i giovani che erano con lui, si diresse poi verso la collina di Fiesole e tenne con loro un altro momento di conversazione. […] Cogliendo un momento in cui i ragazzi avevano smesso di porre domande, ammirando il panorama della città che si estendeva in lontananza, Shin’ichi disse: ”Verrà presto il giorno in cui, in molte delle abitazioni che si scorgono da qui, si accenderà la luce della Legge mistica. È giunto il momento di realizzare kosen-rufu. Ora spetta a tutti voi di alzarvi e agire con coraggio“.
Quando Josei Toda fu nominato secondo presidente della Soka Gakkai, non c’erano che tremila membri. Ma i giovani che si erano risvegliati alla missione della lotta condivisa con il maestro passarono all’azione e, in meno di sette anni, la Gakkai raggiunse le settecentocinquantamila famiglie di aderenti, il profondo desiderio che Toda aveva coltivato per tutta la vita. Fu la vittoria del dialogo portato avanti con coraggio e con fermezza. Noi tutti condividevamo una forte convinzione nella verità del Buddismo del Daishonin.
Ci dedicavamo allo studio con grande impegno e perciò riuscivamo a trasmettere i princìpi buddisti con chiarezza e coerenza. Inoltre, avevamo una passione che sgorgava inesauribile.
Il dialogo unisce i cuori e diventa la forza per creare una nuova epoca».

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Cosa è rimasto inciso nel tuo cuore dell’incontro con Sensei nell’81?

Vincere sempre con il maestro
Lucia Brongo, Roma

Ho iniziato a praticare nel 1977, a diciassette anni. Il cambiamento e la svolta decisiva per approfondire la mia pratica e la mia fede si verificò con la “riunione generale dell’amicizia e della cultura“ a Firenze il 31 maggio 1981, dove ho fatto attività byakuren.
Un momento molto significativo è stato quando Sensei ha voluto fare la foto ricordo con noi byakuren. Ero in fondo in ultima fila con la mia carissima amica a cui avevo fatto shakubuku e, prima che venisse scattata la foto, Sensei dalla prima fila passò all’ultima fila e me lo ritrovai accanto!
Mi girai e incrociai il suo sguardo, in quell’istante mi arrivò il suo ichinen, come se mi dicesse di avere coraggio, di non nascondermi, di essere protagonista della mia vita e di vincere al 100%. Se non avessi recitato tanto Daimoku in vista della sua visita non avrei potuto cogliere quel messaggio. Dopo la foto Sensei ci parlò del significato di “emergere dalla Terra”: «Voi tutti siete Bodhisattva della Terra. A volte sarete pieni di speranza, altre volte potrete provare grandi sofferenze e frustrazioni, la vita può definirsi una lotta contro le avversità. Ma tutte le difficoltà e le sofferenze esistono per essere sormontate e per dimostrare l’immenso potere del Buddismo» (NRU, 30, cap. 4, p.ta 29).
Dopo quella giornata di fine maggio dell’81, nella mia vita e in tutta Italia iniziò una nuova fase.
Negli anni a seguire tutte le persone a cui avevo parlato della pratica buddista sono sbocciate.
Nel 1983 mio fratello iniziò a praticare e divenne membro, due amiche che abitavano nel mio palazzo decisero di ricevere il Gohonzon.
Anche la mia amica Paola ricevette il Gohonzon. Nel 1986 iniziò a praticare mia sorella e nel 1990 anche mia madre.
Da questa esperienza e anche da quelle fatte successivamente ho capito che tutto parte dalla decisione e dall’impegno costante nella recitazione di Gongyo e Daimoku per aprire la propria vita e preparare l’atteggiamento giusto per affrontare qualsiasi situazione con lo stato vitale del Budda.
Ogni giorno ringrazio e prego per non smettere mai di praticare e per continuare a vincere accanto al mio maestro dedicandomi alla realizzazione di kosen-rufu in Italia.
Sono orgogliosa di far parte di questa meravigliosa famiglia Soka.

Una fiducia sconfinata
Riccardo Baldaccini, Firenze

La cosa più forte che mi è rimasta incisa nel cuore è che Sensei ci ha trasmesso una smisurata fiducia. Nessuno in quel periodo nutriva aspettative verso noi giovani, probabilmente neanche i nostri genitori, e devo dire neanche noi stessi. Eppure in quei giorni, in quell’atmosfera irreale, piena di sole, di sforzi, di corse, ho sentito che sarei stato capace di superare qualsiasi ostacolo.
Lo staff del presidente Ikeda, per esempio, era sempre con me (io ero responsabile dei sokahan) e nonostante avessi solo ventuno anni mi affidavano compiti senza esitazioni. Pensavamo di incontrare un “grande” uomo quando è arrivato il presidente Ikeda (ed è stato così!), ma quando è ripartito ci sentivamo “grandi” anche noi, tanto è stato quello che ci ha trasmesso.
Parlando del presente, posso dire che a distanza di tanti anni l’incoraggiamento che più mi è rimasto è quello di non aver paura, come ci aveva detto Sensei quel pomeriggio. L’insegnamento buddista mi ha permesso di affrontare con coraggio dolorose separazioni, difficoltà economiche, malattie, incidenti e in ultimo una gravissima malattia di mia figlia. Le ho tutte superate grazie alla forza e alla saggezza che ho potuto attingere dal Buddismo e anche dalle persone che mi sono state vicine, a cominciare dalla mia famiglia allargata e dalla famiglia Soka.

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