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I nostri cuori all'unisono - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:14

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I nostri cuori all’unisono

Il cuore, unione di mente e sentimenti, si manifesta nelle azioni ed è il deposito dei tesori più importanti. In questo intervento Ikeda sottolinea come esso sia veramente centrale: per sostenere e lodare i giovani, per continuare a lodare da adulti, per proseguire lo sviluppo di kosen-rufu

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Il cuore, unione di mente e sentimenti, si manifesta nelle azioni ed è il deposito dei tesori più importanti. In questo intervento Ikeda sottolinea come esso sia veramente centrale: per sostenere e lodare i giovani, per continuare a lodare da adulti, per proseguire lo sviluppo di kosen-rufu

Nella SGI stanno sbocciando persone magnifiche, dotate di talento e capacità. Andiamo avanti per la nostra strada con allegria, mostrando la grandezza del nostro movimento.
Congratulazioni alla Divisione giovani! Per la vostra riunione dei responsabili avete una giornata davvero meravigliosa! Se avesse piovuto, la gente avrebbe potuto dire che i giovani uomini non avevano fatto Gongyo! Fortunatamente, le nuvole che incombevano nelle prime ore del mattino si sono aperte facendo largo a un sole luminoso. Mia moglie ha commentato: «Vedi? Puoi sempre contare sui giovani». Il mio desiderio è che queste riunioni generali siano assemblee dove i nostri cuori – i vostri e il mio – battono all’unisono. “Riunione responsabili della Divisione giovani”: queste parole mi riempiono il cuore di gioia. Sono felice di comunicarvi che a partire dalla prima riunione responsabili della Divisione giovani della nuova era, tenuta nel settembre scorso, la Divisione giovani uomini ha introdotto al Buddismo del Daishonin diecimila nuovi giovani! È fantastico! La Divisione studenti ha tenuto oltre duecentosettantamila dialoghi e anche le giovani donne, nei primi due mesi del 2008, hanno dialogato con più di due milioni di nuovi amici. Toda riponeva le più alte speranze nella Divisione giovani donne e diceva che una giovane donna Soka possiede la forza di dieci, perfino cento persone. Grazie per il vostro impegno, finalmente siamo entrati nell’epoca dei miei discepoli diretti!
Makiguchi ebbe Toda come discepolo, e Josei Toda ebbe me. Ora voi, miei giovani successori della nuova era, siete i più importanti tra i veri discepoli, coloro che ho personalmente allenato e istruito. Sono felice di vedere i vostri progressi. Toda dichiarò: «Il tempo di kosen-rufu è arrivato. Proseguite con coraggio, sventolando in alto il vessillo Soka». Egli mi diceva spesso: «Daisaku, conto su di te» e «Divisione giovani, conto su di voi». Per lui, io ero la Divisione giovani. Servivo e sostenevo il mio maestro Toda con tutta la mia vita. Posso dichiarare con orgoglio e sicurezza a tutti i Budda e bodhisattva delle dieci direzioni e delle tre esistenze di passato, presente e futuro: «Il discepolo, Daisaku Ikeda, ha sostenuto il suo maestro e lo ha servito con tutto se stesso». Questo è lo spirito della Soka Gakkai.
Toda dedicò la sua energia e i suoi sforzi nell’incoraggiarmi e prepararmi. Lo fece per il bene futuro della Gakkai. A quei tempi dovetti lasciare la scuola serale che stavo frequentando, ma in compenso diventai uno studente di quella che con affetto amo definire l’”università Toda”. Ero determinato a crescere, approfondire e studiare trecentosessantacinque giorni l’anno. E Josei Toda era un maestro straordinario.
Sono sempre i giovani che aprono le porte di una nuova era. Ho iniziato a tracciare il sentiero di kosen-rufu all’età di diciannove anni. Ho assistito e sostenuto Toda in tutti i modi possibili e – insegnando il Buddismo agli altri e approfondendo lo studio – mi sono sempre sforzato al massimo, consapevole di rappresentare Toda. Coloro che si dedicano instancabilmente alla causa di kosen-rufu e alla felicità delle persone assaporeranno la condizione di Buddità esistenza dopo esistenza, rinascendo sempre come vincitori, e le loro vite saranno pervase dalla fortuna dei Budda.
In ogni impresa degli esseri umani la terza generazione è cruciale. Toda ha trasmesso a me, futuro terzo presidente, l’essenza della sua condizione mentale e spirituale. Poiché sono stato in grado di raccogliere da lui questa profonda eredità, la Soka Gakkai ha potuto svilupparsi fino a diventare un’organizzazione globale, vittoriosa in tutto il mondo. Invece di preoccuparsi di essere bravi oratori, i responsabili devono agire con compassione. Se i responsabili in futuro dovessero mostrare segni di arroganza, di corruzione, di degenerazione, se dovessero tradire lo spirito di maestro e discepolo, dovete unire le vostre forze e cacciarli. Voglio riconfermarlo qui, di fronte a tutti voi.
Seguendo le istruzioni di Toda, io mi sono alzato da solo. A quei tempi i nostri sforzi nella propagazione languivano. «Daisaku – mi chiese Toda – assumerai la guida?». «Lo farò!», risposi. Ero tutt’uno con il mio maestro, e condussi una marcia rapida verso la vittoria. Kosen-rufu dipende da un singolo individuo che abbraccia fino in fondo lo spirito di maestro e discepolo.
Il nostro maestro, in quel periodo, era sottoposto a un intenso attacco di forze distruttive. Stava lottando contro i tre ostacoli e i quattro demoni, contro i tre potenti nemici. Chi lo avrebbe sostenuto e difeso? Ci sono state persone che, invece di mettersi al fianco di Toda, si sono rivoltate contro di lui nel modo più vile, investendolo di insulti e imprecazioni. Ci sono stati individui egoisti che con astuzia hanno pensato solo a proteggere se stessi, evitando di correre rischi. Si sono pavoneggiati in giro e se la sono presa comoda, divertendosi mentre tutti gli altri lavoravano. Sono stati subdoli e sleali e hanno sfruttato la nobile Soka Gakkai per i loro fini personali. Ho lottato con determinazione per smascherare queste persone ingrate.
Se non debelliamo i “parassiti nel corpo del leone”, i membri sinceri e devoti finiranno per soffrire. Questo vale anche per il futuro. Dobbiamo assicurarci che ciò non avvenga. I veri discepoli sono coloro che si prodigano generosamente per il benessere degli altri. Vi prego di proteggere sempre e ampliare il regno meraviglioso della Gakkai che ci siamo tanto impegnati a costruire – un regno di solidarietà e giustizia basato sullo spirito della relazione tra maestro e discepolo.

Il ruolo di interpreti e traduttori

Si ritiene che Isaac Newton (1643-1727) abbia iniziato a compiere le sue grandi scoperte, inclusa la legge di gravità, nel 1666, all’età di ventiquattro anni. D’altra parte Albert Einstein (1879-1955) aveva ventisei anni quando pubblicò la sua teoria della relatività, nel 1905. I giovani sono molto importanti, dobbiamo davvero apprezzarli. Siamo entrati in un’epoca in cui un giovane può realizzare più cose di quanto siano in grado di fare cento persone. Gli studi sul cervello hanno mostrato che l’”intelligenza fluida” – la capacità di memorizzare nuove informazioni o compiere nuove scoperte – arriva al suo culmine tra i venti e i venticinque anni.
Io ne avevo diciannove quando ho incontrato Josei Toda. Ho lottato e mi sono impegnato con tutte le mie forze. Il periodo fino ai venticinque anni è stato il più intenso della mia vita. È stato allora che ho compiuto grandi imprese pionieristiche per la Soka Gakkai. Kosen-rufu – la rivoluzione spirituale dell’umanità – sarà realizzato soprattutto grazie alla passione e al potere dei giovani. Giovani, conto su di voi!
Vorrei cogliere quest’opportunità per ringraziare i nostri eccellenti interpreti per il loro impegno. I nostri interpreti e traduttori stanno giocando un ruolo importante nel nostro movimento e meritano di essere lodati come dei Kumarajiva contemporanei. Dobbiamo apprezzare i loro sforzi.
Kumarajiva era un traduttore dell’antico regno buddista di Kucha e visse tra il quarto e il quinto secolo. Il regno di Kucha era situato nell’odierna contea di Kuqa, nella regione autonoma cinese di Xinjiang Uygur. Come vostro rappresentante, sono stato nominato cittadino onorario di quella contea nell’ottobre del 1995.
Si dice che Kumarajiva, allora adolescente, abbia ricevuto in consegna dal suo maestro la missione di trasmettere il Buddismo nei paesi a est. Impresse le parole del suo maestro nel cuore, e dedicò la sua vita a realizzare quel voto. Per un periodo di sedici anni, da poco prima dei quaranta a dopo i cinquanta, Kumarajiva affrontò grandi avversità. La sua patria fu sconfitta in guerra e lui stesso fu preso prigioniero. Eppure non aveva fatto niente di male. Tutte le grandi persone hanno immancabilmente patito gravose privazioni nel corso della vita. Senza farsi sconfiggere dal pericolo che metteva a rischio la sua vita, Kumarajiva continuò i suoi studi in prigionia affinando le sue abilità linguistiche.
Per inciso, anche il mio amico Nelson Mandela, ex presidente del Sudafrica, passò i suoi lunghi anni di prigionia a studiare. I momenti di sfida e privazione rappresentano opportunità per approfondire e studiare. Non dimenticherò mai il fatto che Mandela, dopo essere uscito di prigione, visitò nell’ottobre del 1990 il Giappone e venne a trovarmi alla sede del Seikyo Shimbun a Tokyo.
Tornando a Kumarajiva, poiché egli aveva preso un impegno con il suo maestro, non si sarebbe mai lasciato sconfiggere da una difficoltà.
Niente è più forte del legame tra maestro e discepolo. Toda sviluppò la base di kosen-rufu in Giappone e riabilitò il suo maestro Makiguchi, morto durante la prigionia a opera delle autorità militari giapponesi. Io, a mia volta, ho sviluppato le basi di kosen-rufu a livello mondiale adempiendo la promessa fatta al mio maestro Toda. Ho reso nota la sua grandezza in tutto il mondo. Ho riabilitato questo grande campione che coraggiosamente ha lottato contro la natura demoniaca dell’autorità. A chi tocca ora? Tocca a tutti voi. «Tocca a me!»: questo è ciò che ogni persona dovrebbe decidere nel proprio cuore. Coloro che prendono una simile decisione sono degni di ammirazione. Questo non ha nulla a che fare con l’età o con il ruolo nell’organizzazione: è la via del Buddismo.
Quando Kumarajiva venne liberato dalla sua lunga prigionia, iniziò a tradurre le scritture buddiste. Con forza e determinazione indomite, tradusse l’immortale Sutra del Loto in cinese. Grazie alla sua eccellente traduzione, le popolazioni della Cina, del Giappone e del mondo intero hanno potuto conoscere la vera grandezza del Sutra del Loto. Questo fu l’impegno culminante del periodo centrale della sua vita – un’età corrispondente a quella di molti membri della nostra Divisione uomini. Spero che i membri di questa divisione affronteranno ogni sfida da invincibili campioni, tenendo fede alla loro promessa come veri discepoli. È qui che volevo arrivare con il mio racconto sull’impegno di Kumarajiva.

Incoraggiare i giovani

Nell’aprile del 1979 fui costretto a dimettermi da presidente della Soka Gakkai. Individui malvagi che avevano tradito la nostra causa stavano complottando con il clero corrotto per allontanarmi dal mio incarico, anche se non avevo commesso nulla di sbagliato. Tutto ciò avveniva in un momento molto critico per il nostro movimento – quando la Soka Gakkai stava per librarsi verso nuove altezze e gli sforzi compatti per garantire questa crescita sarebbero stati fondamentali. Così decisi di sopportare quell’ingiusto trattamento per proteggere i nostri membri.
Cosa ne è stato di coloro che cercarono di causare la mia rovina sfruttando la Soka Gakkai per il proprio vantaggio personale? Si sono ritrovati in una condizione di miseria. Il Buddismo è inflessibile. Il poeta inglese John Milton (1608-74) scrive: Ma colui che cela un animo nero e pensieri nefandi / Cammina ottenebrato nel sole di mezzodì; / costruendo a se stesso una prigione. È proprio così. Le persone corrotte vivono nella prigione dei loro cupi pensieri e alla fine provocano la propria rovina.
Quando tornai a casa quella sera, dopo essermi dimesso da presidente, mia moglie mi salutò con il sorriso luminoso di sempre e mi disse: «Apprezzo molto l’impegno con cui hai lavorato. Ora sei libero e potrai andare a incontrare molti membri. I membri di tutto il mondo ti stanno aspettando!». Dopo la riunione generale a Hachioji, il 3 maggio, che segnò le mie formali dimissioni, non feci ritorno alla sede della Soka Gakkai a Shinanomachi, ma andai a Kanagawa. Perché? Perché il nostro Centro culturale di Kanagawa si trova vicino al mare aperto. Avevo deciso di dare inizio a un nuovo impegno – e questa volta lo scenario sarebbe stato il mondo.
I giovani sono ciò che conta. Voglio vivere ancora molti anni per riuscire a dedicare le mie energie a incoraggiare al massimo la Divisione giovani e assicurare solidità alle fondamenta della Soka Gakkai. Voglio vedere la realizzazione di tutto questo. Questa è la mia determinazione. Giovani, conto su di voi!
Il dottor Radhakrishnan, importante studioso di Gandhi, ha detto: «Martin Luther King Jr., leader dei diritti civili americani, ispirò la gente con la sua dichiarazione: “Io ho un sogno”. E lei, presidente Ikeda, ha risvegliato e incoraggiato le persone con il suo appello: “Abbiamo una missione!”. Ora questo grande movimento abbraccia centonovanta paesi e territori. Sono convinto che risvegliare la gente al nobile sentiero della propria rivoluzione umana è la cosa più importante». È gratificante che un pensatore proveniente dalla grande terra dell’India, la patria del Buddismo, manifesti una simile comprensione per la Soka Gakkai.
Il dottor Anatolij Mazaraki è il rettore dell’Università Nazionale di Economia e Commercio di Kiev, in Ucraina, un paese che si è guadagnato dei riconoscimenti come sostenitore della pace per essersi dichiarato stato che non fa uso di armi nucleari. [Nel novembre 2002 il presidente Ikeda ha ricevuto un dottorato onorario dall’Università di Kiev, la capitale ucraina, n.d.r.]. Il dottor Mazaraki ha dichiarato: «La Soka Gakkai ha formato generazioni di persone consapevoli delle proprie responsabilità nei confronti del destino del nostro pianeta, persone che si impegnano quotidianamente a creare un mondo senza conflitti armati e violazioni dei diritti umani, perché credono fermamente nei valori dell’umanesimo […]. Sono certo che il movimento guidato dal presidente Ikeda […] potrà promuovere un risveglio spirituale dell’intera umanità». Sono profondamente riconoscente per questa sua attenta considerazione.
Nicholas Gier, professore emerito di filosofia all’Università dell’Idaho, ha osservato: «Per trasformare il bene individuale in bene sociale, i leader sono indispensabili. È necessaria una rete di individui che si sviluppino seguendo l’esempio di un maestro. Questo deve diventare un sistema di valori condiviso da tutta l’umanità. Solo così sarà possibile creare una nuova cultura umanistica per il futuro. Vedo che questo obiettivo si sta già realizzando nella SGI, nell’interazione tra i membri dell’organizzazione e il presidente Ikeda». I leader sono fondamentali. Ecco perché sono così determinato a incoraggiare i giovani, che saranno i prossimi grandi leader.

Voci di una nuova era

Sono sicuro che tutti voi conoscete Marie Curie (1867-1934), l’illustre scienziata che, attraverso la perseveranza e l’impegno, ha potuto dare inizio a una nuova era per le donne. Spero che tutte voi continuerete ad apprendere e avanzare per tutta la vita, come ha fatto lei, senza farvi sconfiggere dalle difficoltà, risplendendo ogni giorno come vincitrici e campionesse di felicità. Le voci delle giovani donne della Soka Gakkai sono davvero le voci di una nuova era. Intonate una canzone piena di coraggio e di speranza, dunque, affinché tutti possano ispirarsi.
La Curie nacque in Polonia, ma proseguì la sua carriera scientifica in Francia. Ho visitato una delle case in cui visse, nella periferia di Parigi, un edificio a tre piani con un tetto rosso. Ricordo ancora l’entusiasmo mio e di mia moglie nel vedere con i nostri occhi la casa di questa grande donna, che entrambi avevamo ammirato fin da giovani.
Pierre Curie (1859-1906), marito di Marie e suo collega scienziato, una volta affermò che è fondamentale realizzare il sogno della propria vita e lavorare per rendere quel sogno una realtà. In questo senso la vita della Curie è l’esempio di un grande sforzo di immaginazione per progettare e realizzare i propri sogni. Non posso fare a meno di pensare che un simile tipo di battaglia è la via per creare un grande valore.
Spero che tutti voi, giovani brillanti del nostro movimento, realizziate una giovinezza piena di appagamento e di valore, mentre avanzate con impegno costante, coerenti a voi stessi. Vorrei rivolgervi un applauso per come state seguendo l’esempio della Curie, perseguendo con grande energia tutti i vostri sogni. Congratulazioni alla vostra giovinezza!
Oggi, 5 marzo, è il centodecimo anniversario della nascita del primo ministro cinese Zhou Enlai (1898-1976). Egli dichiarò: «Ogni generazione deve essere vittoriosa e ogni successiva generazione deve rappresentare un miglioramento rispetto a quella precedente». La formula per la vittoria è la stessa in ogni campo, organizzazione o gruppo di persone. La Soka Gakkai deve continuare a trionfare generazione dopo generazione: quella del presidente Makiguchi, quella del presidente Toda, la mia generazione, e ora la vostra! Una vera vittoria è una vittoria continua, che significa successo e prosperità duraturi.
L’unico modo per ottenere questo tipo di vittoria è spingere i giovani che proseguiranno la nostra impresa a oltrepassarci – questa era la convinzione del primo ministro Zhou. Il presidente Toda e io abbiamo dedicato tutte le nostre energie a questo compito, armati della stessa convinzione. Non dobbiamo tollerare il comportamento di leader che guardano i giovani dall’alto in basso o impartiscono loro ordini arroganti e autoritari. Miei giovani amici, se notate responsabili di qualunque livello che approfittano della nostra organizzazione o dei membri dovete parlare, rimproverarli e dichiarare apertamente che non stanno seguendo il corretto insegnamento. Stiamo conducendo la nostra battaglia attraverso le parole. Esprimersi con chiarezza è la via per cambiare le cose. Il primo ministro Zhou affermò: «Dovete avere il coraggio di dire la verità e di esprimerla con efficacia». Armati di coraggio nell’affermare la verità: questo è il tipo di responsabile che desidero diventiate. In passato ci sono state persone che sono arrivate ad assumere alti incarichi politici grazie al supporto dei membri, ma il potere e la posizione hanno finito per esaltarli. Hanno sfruttato la Gakkai nel modo più ignobile, fino a tradire i nostri membri e il nostro movimento. Dobbiamo anche essere consapevoli che più alta è la responsabilità di una persona nella nostra organizzazione, maggiore è il pericolo che venga insidiata dal demone dell’arroganza e perda di vista la fede. Ecco perché è fondamentale che quando questo accade i membri parlino chiaro e rimproverino chi ha posizioni di responsabilità.
Ogni membro dovrebbe pensare a se stesso come al presidente della Soka Gakkai e fare tutto il necessario per proteggere l’organizzazione. Desidero inoltre che tutti insieme lavoriamo per creare una Gakkai in cui prevalga uno spirito di sincera amicizia e buona volontà, in cui ogni persona si senta libera di esprimere il proprio pensiero. Vi prego di incoraggiarvi l’un l’altro con gioia e di rendere la nostra organizzazione ancora migliore. Sono intenzionato a continuare a lottare con tutto me stesso per kosen-rufu, finché avrò vita. A proposito, abbiamo progetti per costruire nuovi Centri culturali e migliorare le strutture esistenti nel paese. Vorrei assistere alla creazione di numerosi altri centri SGI nel mondo.
Da quando, nel maggio del 1960, ho assunto la guida del nostro movimento in qualità di terzo presidente, non ho mai rivolto un solo pensiero a me stesso. Ho dedicato totalmente la mia vita ai membri. Mi sono dedicato al bene dei giovani che erediteranno la responsabilità del futuro. Lo posso affermare con pieno orgoglio. Vorrei dichiarare per i posteri che questa è stata sempre, ed è, l’immutabile determinazione del terzo presidente, al quale il suo grande maestro ha affidato la missione di kosen-rufu.
Il poeta americano Walt Whitman (1819-92) scrisse: «Tutto nasce dalla gente, dalla gente comune». Il progresso e il trionfo di kosen-rufu derivano dai nostri membri, infinitamente nobili, che si stanno impegnando instancabilmente in prima linea nel nostro movimento. I responsabili non devono mai dimenticare di esprimere apprezzamento e lode per gli sforzi dei nostri membri. I veri responsabili sono coloro che esprimono con calore e sincerità la massima lode, rispetto e gratitudine alle persone che lavorano dietro le quinte per sostenere lo sviluppo del nostro movimento. Whitman dichiarò: «Se ci lasciamo influenzare dalle persone sprezzanti, non raggiungeremo alcuna meta di valore». Facciamoci strada con dignità, con una convinzione incrollabile nella giustezza della nostra causa.

Verso il nostro obiettivo

L’ingegnere americano Frederick Winslow Taylor (1856-1915), che talvolta viene definito “il padre dell’organizzazione scientifica del lavoro”, disse: «Con integrità […] intendo quella schietta onestà di intenti che rende una persona sincera non solo verso gli altri, ma anche verso se stessa, che rende una persona nobile, conferendole aspirazioni e ideali elevati». Osservò anche: «Siamo al mondo per imparare ad agire sempre meglio». Possiamo vivere vite davvero vittoriose se stabiliamo un grande obiettivo e poi ci impegniamo nella nostra crescita e sviluppo personali mentre avanziamo costantemente verso quella meta. L’antico pensatore greco Plutarco scrisse: “Non è mai giusto invidiare qualcuno”. L’invidia è comunque un errore. I responsabili devono essere consapevoli di questo. Plutarco mise anche in guardia contro il fatto di cedere per debolezza agli avversari. È un consiglio importante. Dobbiamo essere forti. Siamo paladini del bene, non possiamo farci sconfiggere.
Il primo ministro Zhou affermò: «Dobbiamo essere uniti. La mancanza di unità è il primo segnale di disgregazione. In pratica, dobbiamo sforzarci in maniera costruttiva per unirci». È molto vero. Turbare l’unità della comunità armoniosa dei credenti è una manifestazione dell’attività delle funzioni del demone, e costituisce una grave offesa nel Buddismo.
Il filosofo svizzero Carl Hilty (1833-1909) scrisse: «Ecco perché ogni vittoria [ottenuta agendo in maniera costruttiva e non difensiva] porta gioia, mentre una semplice opposizione esaurisce fin troppa energia senza un reale profitto». Vi prego di non dimenticare mai lo spirito “battagliero” della Gakkai e di parlare energicamente contro coloro che causano sofferenza alle persone.
In un editoriale scritto cinquanta anni fa, Toda affermò: «Le organizzazioni sono costruite da persone, guidate da persone e ottengono i loro maggiori successi grazie alle persone». La Soka Gakkai ha sviluppato una rete di individui capaci che si adoperano per kosen-rufu in centonovanta paesi e territori. Tutto dipende dall’esistenza di questo tipo di persone. Toda diceva anche: «Per quanto ci si appelli alle persone per spronarle all’azione, esse non saranno in grado di apportare alcuna vera forza se non sono sinceramente unite e in armonia».

La felicità si costruisce dall’interno

Il poeta ucraino Ivan Franko (1856-1916) scrisse: I germogli della felicità risiedono nel cuore di ognuno / Se coltivati, quei germogli cresceranno! / La sorgente della vita si trova dentro di me. / Non ho ragione di anelare a un lontano paradiso! La felicità non ci arriva dagli altri. È qualcosa che ognuno deve costruire nella propria vita. Non c’è bisogno di confrontarci con gli altri o di invidiarli.
L’antico poeta greco Teognide di Megara (sec. VI-V a.C.) scrisse: «Dal bene trarrai lezioni sul bene; ma se lo mescoli al male, allora perderai persino il senso di te stesso». È vero.
E Victor Hugo (1802-85), lodando una donna di sua conoscenza, scrisse: «Tu sai comprendere la grandezza della lotta della legge contro il crimine; dell’idea contro la forza bruta; del pensatore contro il dittatore; dell’atomo morale contro l’iniquità materiale». Vorrei offrire queste parole alle donne della Soka Gakkai. Infine, permettetemi di condividere un proverbio del popolo kazaco, dell’Asia Centrale: «Che possiate essere lodati dai vostri amici e invidiati dai vostri nemici!». Dedichiamo con orgoglio le nostre vite alla nostra nobile causa con questo spirito. Impegniamoci con gioia e vinciamo con gioia! Spero che continuiate a impegnarvi insieme a me.
La grandezza del nostro cuore non dipende dalle circostanze favorevoli o avverse. Il nostro cuore può espandersi infinitamente. Le persone possono essere di cuore grande o limitato, indipendentemente dalla situazioni. Ad esempio, alcune persone diventano incredibilmente ricche, viaggiano a loro piacimento e vivono in grandi case lussuose, ma poi commettono qualche azione negativa a causa delle quali si ritrovano a soffrire in miseria. Ciò che conta è il nostro stato mentale, il nostro atteggiamento interiore. Il nostro cuore decide tutto. Ciò che conta è quanto siamo ricchi dentro. Recitare Nam-myoho-renge-kyo è la chiave per arricchire il nostro cuore. Per questo il Daishonin afferma: «Solo la fede è realmente importante» (La strategia del Sutra del Loto, SND, 4, 194). Dunque avanziamo sempre tenendo queste parole come nostro motto!
Vi prego di essere assolutamente felici. Tutti voi possedete nell’intimo la Buddità. Nella dimensione più profonda della vita, tutti gli esseri umani sono uguali. Vi prego di essere felici, positivi e vittoriosi. Dobbiamo diventare tenaci campioni di vita e condurre insieme un’esistenza meravigliosa, nella quale alla fine potremo dichiarare di aver vinto. [Il presidente Ikeda esegue al piano diverse canzoni per i presenti, n.d.r.]. Congratulazioni a tutti i membri venuti dall’estero! I miei più sinceri ringraziamenti a ognuno di voi. Per favore, state bene! Siate felici! Abbiate cura dei membri della vostra famiglia. Abbiate cura delle vostre mogli, dei vostri mariti, dei vostri figli e dei vostri genitori. Per favore trasmettete i miei saluti a tutti. Io recito Daimoku per ognuno di voi, ogni giorno. Grazie per aver ascoltato con tanta pazienza.

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La testimonianza / Lo specchio della mia Buddità

Dopo aver visto tanti video delle riunioni con il presidente Ikeda la mia impressione, varcando la soglia del Makiguchi Memorial Hall, è stata quella di essere passata dall’altra parte dello schermo, non più spettatrice, ma protagonista dell’evento insieme a chi era lì con me. Ho vissuto con emozione crescente l’attesa dell’incontro con il maestro in mezzo all’attività fervida, calorosa e sollecita delle innumerevoli persone che, come mille Budda, si prendevano cura di noi e proteggevano l’assemblea.
Pareva di essere alla Cerimonia nell’aria sul Picco dell’Aquila: mancavano forse i re draghi, i gandharva, gli asura e i garuda, ma c’erano, insieme a noi arrivati in duecentoventi da sessanta paesi del mondo, tanti artisti tra cui molti personaggi illustri, giovani e tantissimi responsabili.
Quando sensei è arrivato ci siamo sentiti avvolti dal calore della sua umanità e abbiamo avvertito tutta l’energia che emana il suo stato vitale. Ci ha salutato con parole di lode che mi hanno emozionato profondamente perché arrivavano direttamente alla mia Buddità e mi facevano riconoscere, come in uno specchio, il valore prezioso della mia vita, il senso del mio percorso e l’importanza delle scelte e degli sforzi fatti per giungere fino a lì.
È stato come ricongiungersi con la propria missione, condividerla con il maestro e con gli altri presenti e quindi ritrovarla più chiara, forte e profonda. Quel che mi è rimasto vivamente impresso è l’importanza di risvegliarsi all’essenza originaria della relazione fra maestro e discepolo e trasmetterla alle generazioni future per realizzare il desiderio del maestro, comprenderne il cuore e unirsi alla sua visione.
Piera Pieraccini

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La testimonianza / Un calore avvolgente

Ho iniziato a praticare nel 1988 e ho subito sentito un legame meraviglioso con sensei. Negli anni ho custodito questo legame attraverso gioie e dolori, lotte e fatiche.
Il 5 marzo di quest’anno ho incontrato di persona il mio maestro: la gioia è stata grande, incommensurabile. Il suo stato vitale accoglie e abbraccia tutti i partecipanti, l’atmosfera un po’ tesa si stempera nel calore delle sue parole, della sua simpatia, dell’allegria che riesce a trasmettere. Eppure le sue parole iniziali sono molto severe, anche se ammantate di grande compassione. Ricorda la severità di un padre. Capisco che si rivolge alle persone che sono diventate con il tempo arroganti, che hanno perso lo smalto e la passione per kosen-rufu. Il presidente Ikeda vuole trasmettere con tutto se stesso la ferma determinazione a portare avanti il grande sogno del suo maestro. Ha speso tutta la sua vita per questo: proteggere il Gohonzon, i membri della Soka Gakkai che ama e il suo maestro. È veramente un leone che lotta, che ricomincia ogni giorno la sua incessante battaglia, sfidando gli ostacoli e le difficoltà. Ce lo racconta, senza pudori, con il desiderio di condividere con noi i traguardi raggiunti e le sue speranze.
L’incontro con lui ha cambiato la direzione del mio cuore: mi sono “aggiustata” sulla rotta più vera che è quella del non risparmiarmi, di non tradire mai la Soka Gakkai, di proteggere i membri.
Voglio diventare una discepola degna di un così grande maestro.
Alessandra Praudi

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