Una grande delusione con l’amica del cuore può essere il motivo che avvicina al Buddismo, anche a dieci anni. Mirea racconta il dispiacere di trovarsi improvvisamente isolata e come la sua sincerità abbia ottenuto risultati immediati: oggi è circondata da nuovi amici che le vogliono bene
Frequento la quinta elementare e da quando vado a scuola ho sempre avuto una sola e unica amica del cuore.
Alla fine d’agosto, tornata dalle vacanze, sono caduta in un parco e mi sono stati applicati sei punti all’occhio, ma la mia amica è venuta a casa per consolarmi e starmi vicina.
Circa venti giorni dopo è iniziata la scuola e la mia migliore amica insieme a un altro mio compagno hanno cominciato a farmi dei dispetti: il primo giorno mi hanno buttato per terra l’astuccio, l’hanno calpestato e mi hanno rotto tutte le matite. Il secondo giorno sono stata bersagliata di palline in giardino e infine, il terzo giorno, mi hanno fatto contare a nascondino e quando mi sono girata una decina di compagni hanno cominciato a tirarmi aghi di pino in faccia (sono allergica…). Ma la cosa che mi ha fatto più male sono state le parole cattive che mi hanno detto.
Quei giorni sono stati i più brutti della mia vita. Ero arrabbiata e impaurita nello stesso tempo, ma più che altro mi sentivo sola e non riuscivo a parlare con nessuno.
Un giorno, all’uscita di scuola c’era mia nonna ad aspettarmi e appena mi ha visto ha capito subito che qualcosa non andava. Così ho dovuto raccontare tutto, sia a lei che alla mamma.
La mamma ha informato dell’accaduto la maestra che, il giorno dopo, ci ha fatto discutere di quello che era successo, ma la mia ex amica, nonostante il rimprovero ricevuto, ha continuato ad offendere sia me che la mia famiglia.
La mia mamma pratica il Buddismo da tanti anni e in questa occasione mi è stata molto vicina e insieme abbiamo parlato tantissimo di questo fatto. Mi ha spiegato che tutto ciò che succede nella nostra vita parte da noi e proprio per questo lo possiamo trasformare in qualcosa di bello, ma soprattutto dobbiamo essere aperti a tutti perché ogni persona è un gioiello prezioso e può regalarci qualcosa.
Quella stessa settimana ho cominciato a frequentare la riunione fatta apposta per noi bambini e a fare un po’ di Daimoku con il desiderio di trovare degli amici.
Devo dire di aver avuto un bell’aiuto da Andrea, il coordinatore di questi incontri, e credo che, anche se non mi hanno detto niente, anche la mia mamma e la mia nonna abbiano recitato per me.
E devo dire che ha proprio funzionato perché non solo ho trovato una nuova amica aperta e allegra, ma tanti miei compagni si sono avvicinati a me perché ho aperto loro il mio cuore.
I miei due compagni continuano a essere sempre gli stessi, non sono cambiati, ma io ho l’arma per non permettere più loro di farmi male: Nam-myoho-renge-kyo.
Mirea