Un autentico leader riflette sulle azioni da compiere e tiene in considerazione chi lavora dietro le quinte, per esempio, incontrando le famiglie dei responsabili per ringraziarli del supporto quotidiano
Il Nuovo Rinascimento presenta alcuni estratti dal volume 25, pubblicato sulle pagine del Seikyo Shimbun. Il testo integrale è disponibile su www.ilvolocontinuo.it
Nella narrazione, l’autore, Daisaku Ikeda, rappresenta se stesso con lo pseudonimo Shin’ichi Yamamoto
Akira Tokunaga faceva parte dello staff che aveva il compito di piantare gli alberi nella cerimonia di messa a dimora, subito dopo la riunione commemorativa per l’inaugurazione del Centro culturale di Saga. Tokunaga impugnava una pala davanti all’albero di canfora nel giardino del Centro. Shin’ichi gli si avvicinò e gli disse: «Grazie per i tuoi sinceri sforzi! Adesso piantiamo quest’albero!». Anche se avrebbe voluto rispondere a Shin’ichi: «Grazie a lei e alla signora Yamamoto, io e mia moglie siamo riusciti a superare immense difficoltà nella nostra vita», Tokunaga in silenzio passò la pala a Shin’ichi.
Takeyo, la moglie di Tokunaga, che partecipava anch’ella alla riunione commemorativa, si trovava sul viale d’ingresso del Centro con i due figli, una di sei anni e l’altro di cinque. Guardavano verso l’albero di canfora.
Shin’ichi, presa la pala, cominciò a gettare della terra intorno alle radici dell’albero. Proprio in quel momento, il figlio di Tokunaga trotterellò fino a lui e, guardandolo dal basso, gli chiese: «Sensei, cosa stai facendo?».
Tokunaga imbarazzato, prese in braccio il figlio. Dopo aver finito di piantare l’albero, Shin’ichi sorrise al bambino. Tokunaga si scusò profusamente e riportò il figlio da sua moglie, all’entrata. Anche Shin’ichi si diresse da quella parte e così tutta la famiglia di Tokunaga si ritrovò faccia a faccia con lui. Il responsabile di prefettura, Tomio Nakamori, presentò la famiglia a Shin’ichi: «Sono loro i Tokunaga, che hanno donato la statua del leone».
«Li conosco bene – disse Shin’ichi -. Sono felice di vedere che è guarita, signora Tokunaga. Lei ha vinto. Voi tutti avete vinto».
Tokunaga voleva scusarsi perché suo figlio aveva interrotto la cerimonia e ringraziare Shin’ichi per gli incoraggiamenti ricevuti, ma era così emozionato che non riuscì a parlare. Anche sua moglie Takeyo, commossa, riuscì solo a dire: «Grazie infinite».
Shin’ichi prese le mani dei bambini e disse con un sorriso ai Tokunaga: «La fede nel Buddismo trasforma tutte le sofferenze in qualcosa di positivo. Più sofferenze affrontiamo, più felici possiamo diventare. Finché avremo fede, la fiamma della speranza non potrà mai spegnersi».
Shin’ichi Yamamoto parlò ad Akira Tokunaga e a sua moglie Takeyo con convinzione: «Nichiren Daishonin afferma: “Nam-myoho-renge-kyo è come il ruggito di un leone. Quale malattia può quindi essere un ostacolo?” (RSND, 1, 365). Finché continuerete a recitare Daimoku con fermezza e manterrete viva la fiamma della fede, non importa cosa accadrà: nessuna malattia potrà sconfiggervi. Diventerete assolutamente felici! Come il ruggito di un leone, continuate ad affermare la verità del Buddismo e della Soka Gakkai e sforzatevi più che potete!».
Con gli occhi scintillanti, i Tokunaga promisero di dedicare la loro vita a kosen-rufu.
La statua del leone che avevano donato al Centro culturale, amata da tutti, era chiamata il “Leone di Saga” e negli anni successivi divenne uno dei tesori della Soka Gakkai della prefettura di Saga.
Shin’ichi continuò a parlare e a incoraggiare ogni persona che incontrava nel giardino.
Vedendo una giovane donna su una sedia a rotelle, le si avvicinò e disse: «Grazie di essere venuta. Il suo cuore è meraviglioso. La sua determinazione di essere qui, nel castello di kosen-rufu, è davvero ammirevole. So che non è stato facile». Poi aggiunse, rivolto alla madre della ragazza che spingeva la carrozzina: «Finché continuerete a recitare Daimoku, tutto andrà per il meglio».
Quindi, Shin’ichi andò verso una panchina e fece una foto ricordo con il gruppo di studenti dell’Università Soka con i quali aveva parlato il giorno precedente. Si sedette anche per fare delle foto con dei ragazzi della Divisione scuole superiori che erano lì accanto.
Se una sola parola potesse contenere l’intera vita di Shin’ichi, questa sarebbe “kosen-rufu”, e tutte le sue azioni potrebbero essere riassunte nella parola “incoraggiamento”. Incoraggiava con tutto il cuore ogni singola persona che incontrava, mettendoci il corpo e l’anima, sforzandosi di risvegliare l’essenza più profonda di ciascuno. Forse non vi è nulla di più facile, ma kosen-rufu comincia proprio da qui, dallo sforzo di risvegliare e incoraggiare ogni singola persona, una dopo l’altra.
Ecco perché Shin’ichi si impegnava tanto nel farlo. Non gli interessava compiacersi sotto i riflettori, ma si preoccupava unicamente di ogni persona che incontrava, sforzandosi con tutto se stesso per donare la luce dell’ispirazione e della speranza.
Alle cinque del pomeriggio del 26 maggio, Shin’ichi con grande solennità guidò una cerimonia commemorativa per i membri pionieri deceduti, che avevano contribuito in modo significativo al movimento di kosen-rufu a Saga.
Poi partecipò a una riunione informale con circa dieci responsabili di prefettura. Si incontrarono in un ristorante gestito da un membro della zona e poterono parlare mentre mangiavano insieme. Shin’ichi salutò una donna che portava gli occhiali: era Kazue Sakata, la nuova responsabile di prefettura.
«Abbiamo la nuova responsabile della Divisione donne. Aspetto con ansia di vedere come sarà il futuro di Saga, ora che lei è responsabile della Divisione donne. Le chiedo di dare inizio a una nuova era. Immagino che si senta ancora un po’ disorientata, potranno esserci momenti in cui dovrà affrontare molte sfide, come responsabile, ma si ricordi che tutte le nomine nella Soka Gakkai vengono fatte per il bene di kosen-rufu.
«Coloro che hanno il compito di proporre le nomine devono pensare con attenzione a ogni persona e considerare approfonditamente tutti gli aspetti della questione, da ogni punto di vista. E coloro a cui viene affidata una responsabilità dovrebbero riceverla come il volere e la decisione del Budda, ed essere pronti a fare qualsiasi cosa sia necessaria per kosen-rufu.
«Toda sapeva benissimo quanto il ruolo di presidente della Soka Gakkai fosse una responsabilità gravosa. Ecco perché esitò ad accettare l’incarico di presidente. Dopo che la sua azienda era fallita, era molto critico con se stesso, e riflettendo profondamente si era reso conto di non essere riuscito a compiere tutte le azioni che avrebbe dovuto. È fondamentale decidere ed essere pronti a dare tutto per realizzare kosen-rufu. Non importa quanto possa essere difficile, questo è il nobile sentiero per trasformare il karma e creare una felicità assoluta».
Poi Shin’ichi si rivolse a Fukuko Nagai, che era diventata responsabile di prefettura per gli incoraggiamenti: «Signora Nagai, lei si è impegnata molto come responsabile della Divisione donne di prefettura, ma d’ora in poi ciò che farà sarà ancora più importante. È compito di chi aveva in precedenza questa responsabilità assicurarsi che il suo successore possa dimostrare appieno la propria forza e il proprio potenziale. Ciò dipende da quanto i successori vengono incoraggiati e sostenuti.
«Quando la Soka Gakkai a Saga realizzerà una grande crescita, sarà suo compito elogiare con convinzione il suo successore, dicendo: “Ciò è stato possibile grazie ai meravigliosi sforzi della nostra responsabile della Divisione donne, la signora Sakata”. Se lei riuscirà a dimostrare tanta grandezza d’animo, Saga crescerà moltissimo. Che gli altri lo notino o meno, tutti i nostri sforzi si riflettono nella legge di causa ed effetto incarnata nel Gohonzon. E anch’io continuerò a seguirvi. Impegnarsi dietro le quinte porta incredibili benefici e grande fortuna. È così che funziona il Buddismo».
Anche durante l’incontro con i responsabili di prefettura, Shin’ichi Yamamoto fece di tutto per coinvolgere nella discussione i giovani presenti. Si rivolse a Teikichi Iizaka, responsabile di prefettura della Divisione giovani uomini, che era seduto a un angolo del tavolo. Dopo aver sentito la storia di Iizaka, di come avesse perso i genitori da piccolo e di come avesse dovuto rinunciare, per problemi economici, al desiderio di frequentare l’università, Shin’ichi disse: «Tu hai vinto grazie ai tuoi sforzi. La Soka Gakkai riconosce il valore delle sfide vinte ed è una religione basata sulla fede, perciò non conta avere un qualche titolo di studio. Nello stesso tempo, però, studiare è importante. Anche se sei molto impegnato, sforzati nella lettura e studia il maggior numero di cose possibili.
«È fondamentale migliorare il nostro livello culturale e far emergere saggezza, in modo che nella società le persone più eminenti tengano in gran conto i responsabili della Soka Gakkai. Coloro che lavorano duramente e raggiungono il successo, pur non avendo potuto frequentare l’università, sono persone eccellenti. A volte, però, rischiano di diventare arroganti e presuntuosi, disprezzano chi ha studiato più di loro e diventano falsi. Tutto ciò blocca la loro crescita personale e li può far uscire dai binari. È importante rimanere con i piedi per terra, mantenere una visione lucida di se stessi e dei propri obiettivi, e con umiltà continuare a far ardere lo spirito di ricerca e il desiderio di migliorarsi per tutta la vita».
Nel Macbeth, Shakespeare dichiara che l’arroganza è il peggior nemico dell’umanità.
Parlando con il vice responsabile di prefettura e responsabile di prefettura della Divisione giovani, Naritsugu Takehara, che era seduto accanto a Iizaka, Shin’ichi disse: «Se davvero il tuo desiderio è sostenere il responsabile di prefettura, dovresti avere la sua stessa consapevolezza rispetto alla responsabilità e sostenere tutti gli sforzi, come se tu stesso fossi il responsabile di prefettura. Se riuscirai a farlo, allora potrai crescere come un vero responsabile. Anch’io, quando ero responsabile della Divisione giovani e amministratore generale, mi sono impegnato in tal senso. Così, anche se sono diventato presidente della Soka Gakkai a soli trentadue anni, riesco a guidare con costanza tutta l’organizzazione. Affronta ogni momento come fosse una prova per le tue abilità e sforzati con sincerità dietro le quinte».
Lavorare dietro le quinte forgia il carattere e fa sviluppare i punti di forza. Shin’ichi desiderava che tutti vincessero. Desiderava che tutti diventassero individui capaci che avrebbero brillato come gioielli. Il suo obiettivo era condurre tutti a vivere la miglior esistenza possibile: per questo dava consigli chiari e diretti.
Il mattino del 27 maggio, il giorno in cui aveva organizzato la partenza da Saga per Kumamoto, Shin’ichi stava scrivendo delle cartoline e dei messaggi di incoraggiamento per i membri. Dopo aver pranzato presto, si recò al Centro culturale. All’ingresso lo stavano aspettando i genitori del responsabile di prefettura Tomio Nakamori, la madre della responsabile di prefettura per le guide Fukuko Nagai e diverse altre persone. I responsabili hanno bisogno del sostegno e della collaborazione dei loro familiari, per potersi impegnare nelle attività. Ecco perché Shin’ichi cercava sempre di incontrare i membri delle famiglie dei responsabili, per ringraziarli del loro supporto quotidiano. Un vero leader riflette sempre sulle cose e tiene in grande considerazione coloro che lavorano dietro le quinte.
Shin’ichi si rivolse con cortesia ai genitori di Nakamori, inchinandosi in segno di gratitudine: «Vostro figlio farà la storia di Saga. Siatene orgogliosi, e vivete una lunga vita. Io prego con sincerità per il benessere della vostra famiglia».
Poi si rivolse alla madre della signora Nagai: «Avete un bellissimo Centro culturale e la Soka Gakkai di Saga è meravigliosa. Tutto ciò grazie agli sforzi di sua figlia e al sostegno che lei e la sua famiglia le avete dato. Spero che possa vedere nel ventunesimo secolo la crescita e lo sviluppo dei suoi nipoti e pronipoti».
Poi Shin’ichi recitò Daimoku insieme ai duecento membri che erano giunti al Centro culturale, e poco prima di partire suonò anche diversi pezzi al pianoforte col desiderio di incoraggiarli.
Soffiava una leggera brezza estiva e il cielo sopra di loro era di un bellissimo azzurro intenso. Poco prima delle tredici e trenta, Shin’ichi disse: «Grazie di tutto. Ovunque sarò, continuerò a recitare sempre Daimoku per tutti voi della prefettura di Saga, “terra di prosperità”. Abbiate cura di voi!».
Mentre la macchina si allontanava, lui li salutava con la mano. Circa venti minuti dopo la partenza di Shin’ichi, il telefono del Centro culturale squillò. Si sentì la voce energica di un responsabile che era con Shin’ichi: «Ci troviamo sul ponte di Morodomi, al confine della prefettura di Saga. Sensei ha composto una poesia per i membri di Saga».
Cielo di maggio splendente
sulla terra di Saga
colma di benefici.