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I giovani protagonisti e costruttori della storia - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:34

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I giovani protagonisti e costruttori della storia

Il 6 giugno, a Roma, nel cortile dell’Ex Dogana si sono riuniti circa mille giovani, di differenti culture e confessioni religiose, uniti nel desiderio di ­creare una società pacifica. Erano presenti tra gli altri, comunità religiose, associazioni studentesche e scout. Presentiamo un ampio estratto degli interventi di Adolfo Pérez Esquivel e Hiromasa Ikeda e le loro risposte alle domande dei giovani

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Il 6 giugno, a Roma, nel cortile dell’Ex Dogana si sono riuniti circa mille giovani, di differenti culture e confessioni religiose, uniti nel desiderio di ­creare una società pacifica. Erano presenti tra gli altri, comunità religiose, associazioni studentesche e scout. Presentiamo un ampio estratto degli interventi di Adolfo Pérez Esquivel e Hiromasa Ikeda e le loro risposte alle domande dei giovani

Non perdete mai la speranza!
di Adolfo Pérez Esquivel

È bello essere qui per poter riflettere insieme e costruire una nuova alba per la vita dei popoli.
Anni fa con il maestro Daisaku Ikeda abbiamo intrapreso un dialogo, dopo un mio viaggio in Giappone. Abbiamo affrontato diversi temi riguardo all’essere umano, all’ambiente, alla creazione… Noi due abbiamo formazioni diverse: io sono latino-americano e il maestro Ikeda è giapponese, ha un’altra cultura, un’altra visione, ma ci siamo perfettamente trovati in sintonia rispetto al punto essenziale che è la vita.
Verso dove andiamo, cosa vogliamo realizzare, qual è il nostro progetto? Io e il maestro Ikeda siamo andati via via scoprendo che abbiamo molte cose in comune, come la resistenza contro l’ingiustizia e l’aver sopportato la prigione, ma non abbiamo mai perso la speranza. Per questo a voi dico: non perdete mai la speranza!
Così siamo andati avanti per tentare di costruire una nuova società e risolvere i tanti conflitti e problemi, come per esempio la fame, la guerra, la povertà.
La fame è un crimine! Lungo il cammino della vita dobbiamo condividere due cose: il pane e la libertà. Perché senza libertà non è possibile amare. L’amore non è solo verso quelli che ci amano, ma è per il nostro popolo, per il prossimo; è per chi soffre di più, per chi ha più bisogno, per i milioni di rifugiati che hanno necessità che l’Europa, gli Stati Uniti e i paesi ricchi li accolgano e li abbraccino, perché siamo tutti fratelli e sorelle!
Questo appello si rivolge ai giovani, ma chi sono i giovani? Ci possono essere persone che hanno compiuto cento anni ma sono giovani nello spirito. Ricordo un verso del grande poeta cileno Pablo Neruda: Potranno tagliare tutti i fiori ma non fermeranno mai la primavera.
Perché la primavera è dentro ognuno di voi.
Perché abbiamo indirizzato questo appello ai giovani?
Perché dobbiamo passare loro il testimone affinché siano protagonisti e costruttori della propria vita e della propria storia e possano cambiare questo mondo ingiusto. I giovani devono assumersi questa responsabilità! Vi dirò di più: i giovani devono ribellarsi di fronte a ogni ingiustizia, altrimenti diventano loro stessi complici dell’ingiustizia. Lo stesso Papa Francesco dice: «Ribellatevi di fronte all’ingiustizia». Bisogna avere uno spirito ribelle per cambiare le cose.
Un altro punto fondamentale dell’appello è dire basta alle armi nucleari! Sono un pericolo per la vita planetaria, non solo per l’essere umano, per la creazione stessa, per il mondo! Voi dovete far sentire la vostra voce, per risvegliare ogni persona. È l’unico modo per cambiare le cose. Vorrei aggiungere una cosa: molte volte la vita mi ha portato in realtà di guerra e di conflitto, come in Iraq, e in situazioni di miseria. Sono stato recentemente in Brasile, nelle favelas, e posso dirvi che a dispetto di tanta sofferenza, anche nelle situazioni di peggior miseria e repressione, in Africa, in Asia, in America Latina, ho sempre trovato un sorriso, e finché c’è un sorriso c’è la speranza, e se c’è la speranza è perché è possibile cambiare questo mondo rendendolo più giusto, più umano e più fraterno per tutti.

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La forza e la passione dei giovani
di Hiromasa Ikeda

Gli autori di questo appello rivolto ai giovani sono il professor Adolfo Pérez Esquivel e mio padre, Daisaku Ikeda. Il mio ruolo è stato solo di aiutante!
Perché per lanciare questo appello è stato scelto questo momento, e perché proprio Roma?
I lavori per questo progetto sono iniziati più di un anno fa.
È stato molto importante partecipare insieme lo scorso novembre al convegno organizzato in Vaticano da Papa Francesco sul disarmo integrale. In quell’occasione il professor Pérez Esquivel e io, nelle veci di mio padre, abbiamo incontrato personalmente il Santo Padre.
Sempre l’anno scorso ICAN ha ricevuto il premio Nobel per la Pace e anche i suoi rappresentanti hanno partecipato alla conferenza in Vaticano. È stata un’occasione importante per toccare con mano la forza, il potere dei giovani.
All’inizio questo movimento contro le armi nucleari non era tanto sostenuto o conosciuto, ma poi tanti giovani hanno iniziato a promuoverlo e grazie alla loro energia e al loro entusiasmo si è sviluppato su scala mondiale.
Questo è il potere incredibile dell’energia e della passione dei giovani.
Perché Roma? Roma è il luogo ideale per questo appello rivolto ai giovani di tutto il mondo.
Questa città è stata il centro del mondo fin dall’antichità, è stata il fulcro della cultura a livello europeo, la sua storia è conosciuta da tutti.
Inoltre, ogni giorno questa città è visitata da milioni di persone. Sono convinto che il valore di Roma non si trova solo nelle sue vestigia archeologiche, si trova anche nelle nuove generazioni che vivono qui e stanno costruendo una nuova cultura, una nuova filosofia.
È per questo che è conosciuta come “città eterna” ed è il luogo ideale per lanciare questo appello.
Mio padre è coetaneo di Pérez Esquivel, quest’anno ha compiuto novant’anni. Entrambi vogliono lasciare qualcosa ai giovani, trasmettere loro un’eredità spirituale.
Quando era giovane, mio padre ha avuto la fortuna di venire a Roma e proprio qui, ammirando le meravigliose rovine dell’antica Roma, ha determinato in cuor suo che la forza della vita potesse continuare in eterno.
È con il fortissimo desiderio di passare questo spirito alla prossima generazione, a tutti voi, i giovani di oggi, che Daisaku Ikeda e Adolfo Pérez Esquivel hanno scritto questo appello.
Vorrei concludere con un motto che mio padre continua a ripetere: «Per costruire una nuova era sono assolutamente necessarie la forza e la passione dei giovani».

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Domande e risposte
Unirsi per cambiare il mondo

Quali sono i passi da compiere concretamente, a partire da domani, per fare di questo appello una realtà nella vita quotidiana?

Hiromasa Ikeda: Credo che sia importante vivere nutrendo fiducia in se stessi e affrontare giorno dopo giorno ogni sfida che si presenta, una dopo l’altra. Non cercare mai di scappare dalle situazioni, ma continuare ad avanzare con ottimismo, questa è la cosa più importante.

A. Pérez Esquivel: Dobbiamo innanzitutto lasciar “camminare le parole”, perché risveglino la mente e il cuore delle persone, e dei popoli.
Inoltre, bisogna approfondire insieme questo appello nelle nostre comunità e ricordarci che una persona da sola non può nulla, mentre tutti insieme, uniti, siamo una forza che può cambiare il mondo. Quindi dovete unirvi. Non pensate mai di essere soli. Dobbiamo avere chiaro dove vogliamo andare, qual è la nostra meta, che tipo di società vogliamo costruire. Questa è la nostra sfida.

Come possiamo costruire un’unità che vada oltre qualsiasi differenza e trasmettere questo valore ai nostri amici?

H. Ikeda: Credo sia importante avere la consapevolezza di quali sono i punti che abbiamo in comune con l’altra persona, le problematiche che condividiamo.
Che situazione sta vivendo la persona che ho davanti? La consapevolezza dei nostri punti in comune ci darà la forza, sarà la strada per superare le differenze e risolvere tutte le problematiche che la vita ci presenta.

È possibile costruire una società più umana, pacifica e pacificata, senza essere pronti a morire per questo?

Pérez Esquivel: In Argentina ho vissuto l’esperienza della tortura e del carcere e dei “voli della morte”. In tutti questi anni abbiamo resistito e abbiamo costruito, senza mai perdere la speranza. Molti militanti hanno dato la loro vita, ma i semi che hanno sparso continueranno a germogliare per dare la vita agli altri, al loro popolo. Una cosa è fondamentale: non bisogna avere paura perché la paura paralizza, e dalla paura alla codardia il passo è breve.
Non dobbiamo mai essere vigliacchi!

H. Ikeda: Se si intende questa società “pacifica e pacificata” come qualcosa di utopistico, lontano dalla realtà, allora non sarà possibile. Anche osservando la storia di Roma, quante volte è stata distrutta? Piuttosto che sull’utopia è importante concentrarci per trovare persone che cercano continuamente di realizzare questo mondo pacifico. Non si tratta di correre dietro agli ideali, ma di far crescere e sviluppare esseri umani che nutrono nel loro cuore il desiderio ardente di realizzare un mondo di pace. è molto importante far sì che sempre più giovani coltivino nel cuore il desiderio di pace. Per questo è stato scritto questo appello… Diciamo che è un “consiglio” che rivolgiamo a tutti i giovani!

Ci sono continenti, come l’Africa, devastati da guerre condotte per interessi egoistici. Cosa possiamo fare per fermarle?

H. Ikeda: Se analizziamo la situazione attuale da un altro punto di vista, in questo momento ci sono tante organizzazioni attive nel mondo, e una di queste è l’ONU. Per fare un esempio concreto, le Nazioni Unite hanno lanciato una campagna con il motto “Non lasciare mai nessuno indietro”, ma non si tratta di un movimento che viene portato avanti solo da Stati e governi, non sarebbe sufficiente. Ciascun cittadino deve assumere questo tipo di consapevolezza.
Ogni cittadino deve diventare cosciente di quanto sia importante non lasciare mai nessuno indietro. Sembra un obiettivo impossibile, ma se ognuno inizia a impegnarsi in questa direzione, sicuramente vedremo un cambiamento.
Un altro punto importante: quando vediamo qualcuno che di fronte a queste problematiche rimane inerme e passivo, noi che abbiamo sviluppato questa coscienza dobbiamo agire per risvegliare il cuore di quella persona. L’essenziale è aumentare il numero di giovani che hanno questa consapevolezza.

Come possiamo costruire un “io” solido per creare un futuro migliore?

H. Ikeda: Per creare un futuro migliore è importante stare insieme a persone che nutrono speranza, circondarci di persone che nutrono questo desiderio. È essenziale che ognuno di noi trovi una persona di riferimento, magari più matura, che sia capace di trasmetterci coraggio. Soprattutto per i giovani è importante avere un maestro che con il suo esempio trasmette questa forza di andare avanti. Il fatto che tu sia qui oggi, nonostante gli ostacoli che hai dovuto affrontare durante la giornata, significa che hai già vinto sulle tue sfide!

Pérez Esquivel: Abbiamo una cultura della violenza molto diffusa che ha segnato la nostra vita. Per creare la pace dobbiamo cercare un’altra via. Non si può rispondere alla violenza con la violenza. Le cose si possono cambiare con la nonviolenza, ma nonviolenza non significa passività.

È importante circondarci di persone che condividono questi ideali, ma quando intorno a noi ci sono persone che esercitano un tipo di violenza magari più sottile, meno evidente, e noi non abbiamo gli strumenti per controbattere?

H. Ikeda: Sicuramente nel mondo ci sono persone con queste caratteristiche, ma la cosa più importante è che ognuno di noi rafforzi sempre più se stesso, al punto che il comportamento degli altri non arrivi a influenzarci negativamente.
Cerchiamo di ripartire sempre da noi stessi e rafforzarci come esseri umani. Poiché tu hai questa sensibilità di accorgerti di questo tipo di violenza nelle varie situazioni, devi considerarlo come un tuo punto di forza invece che di debolezza, e impegnarti a diventare ancora più forte, in modo da poter essere tu a influenzare positivamente gli altri.

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Dai partecipanti

CHIARA, 23 anni, gruppo Scout Agesci Roma
Le parole di Pérez Esquivel e di Hiromasa Ikeda riecheggiano ancora nella mia mente. Le parole “resilienza” e “speranza” devono entrare nel nostro vocabolario quotidiano: saper affrontare le difficoltà con uno sguardo fiducioso ed ottimista. Ognuno di noi avrà un ruolo diverso nella battaglia contro la violenza, la guerra, le disuguaglianze. C’è chi difenderà la pace nei posti di guerra e chi seminerà giustizia e coraggio nel proprio ambiente, ma tutti con uno stesso obiettivo: restituire bellezza e pace al mondo in cui viviamo.

DANIELE, 26 anni
Movimento nonviolento e Rete italiana per il disarmo
La mia intima persuasione è l’importanza della nonviolenza: non escludere nessuno, accettare tutte le diversità. Anche a livello familiare sono sempre stato educato a questo, ho fatto volontariato fin dalla tenera età. Ogni singolarità che incontriamo deve far parte di una società veramente trasformata in senso nonviolento, altrimenti stiamo solo dirottando la violenza da qualche altra parte.

STEFANO, 29 anni, medico e volontario della Caritas
L’appello che hanno lanciato a noi giovani è un vero e proprio inno alla vita. Lottare per i propri ideali, superare ogni barriera per aprirsi al dialogo, trasmettere speranza a chi l’ha perduta… Vivere e non vivacchiare è la lezione che mi porto a casa da questo incontro. Come giovane, come medico, come cittadino, il mio proposito sarà quello di tessere relazioni umane, fatte di rapporti leali e sinceri, di condivisione e di ricerca dei princìpi comuni. Consapevole che anch’io devo contribuire a cambiare il volto di questo mondo prometto che la mia storia, in sintonia con le tante storie che quotidianamente attraversano la mia, contribuirà a costruire una storia migliore!

FABIAN, 21 anni,
Giovani musulmani d’Italia
L’incontro è stato molto interessante, con parole forti e toccanti da entrambi gli ospiti d’onore. Noi giovani musulmani condividiamo il messaggio di pace lanciato dall’evento e teniamo insieme la fiaccola di amicizia e fraternità tra i popoli. Grazie per l’invito e l’accoglienza.

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