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I giovani, che ispirazione! - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:13

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I giovani, che ispirazione!

Gli slogan possono diventare una forza ispiratrice concreta delle attività buddiste. Così è successo a Linda Hermes e ai suoi compagni: provando a mettere in pratica l’esortazione di sensei a vivere cinque anni come se ne valessero cento hanno messo in moto un processo che ha coinvolto tutti i membri della zona, a partire dai giovani

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Gli slogan possono diventare una forza ispiratrice concreta delle attività buddiste. Così è successo a Linda Hermes e ai suoi compagni: provando a mettere in pratica l’esortazione di sensei a vivere cinque anni come se ne valessero cento hanno messo in moto un processo che ha coinvolto tutti i membri della zona, a partire dai giovani

Sono tedesca e vivo in Italia dal 1984, pratico il Buddismo dal 1989 e per quanto abbia superato sofferenze e difficoltà, la realizzazione di sogni e desideri non è mai stata il mio forte. Partivo sempre con un’infinità di dubbi e mi autocensuravo gli obiettivi. Altre mie caratteristiche da sempre: sensi di colpa e insicurezza e autocritica cronica.
Sarà perché sono straniera, sarà perché sono artista, il mio punto di vista non sembrava mai coincidere con quello della maggioranza e spesso mi sentivo il “bastian contrario” della situazione. Mi ero abituata a brontolare, senza poi affermare fino in fondo le mie convinzioni, dubitando di me e delle mie idee.
Nel 2005 Daisaku Ikeda ci esorta a vivere “5 anni che valgono 100” e io decido di rispondere a questo appello con un unico obiettivo: tirare fuori dalla mia vita il potenziale che ne tirerebbe fuori lui.
Inizia un periodo di intensa attività nel capitolo Rimini sud/San Marino con una corresponsabile che non la pensava mai come me, ma con la quale c’era grande affetto e stima. Abbiamo visitato e incoraggiato insieme ogni donna. Questo ha prodotto una crescita straordinaria del “grande capitolo” , come l’abbiamo sempre chiamato, nonostante fosse il più piccolo, di pari passo con lo sviluppo della mia vita. Finalmente inizio a osare e decido di comprare una casa a Riccione con una base minima da cui partire. Inizio anche una formazione all’estero di fisiologia vocale con una scienziata di fama mondiale creandomi poi un’ottima reputazione nel campo delle lezioni di canto e riabilitazione vocale, un lavoro che oltre a piacermi mi permette di stare a contatto con tanti giovani.
Come causa per creare una Soka Gakkai che avrebbe accolto anche mia figlia, ho parlato di Buddismo a tantissimi giovani – soprattutto miei alunni – di cui parecchi sono diventati membri. Nel 2008 mia figlia Julia di diciassette anni – uscita dal tunnel della droga grazie alla pratica – diventa membro della Soka Gakkai e io ricomincio tutto da capo. Vedere lei che pratica il Buddismo con sincerità, leggerezza, curiosità, coraggio e convinzione senza limiti, mi colpisce e la seguo. Presto Julia diventa il punto di riferimento dei ragazzi del centro Rimini, che al momento non ne conta nessuno, e decide subito di farne venire fuori 75! Alla fine del 2009 accetto la vice responsabilità di centro e io e lei ci ritroviamo a fare attività insieme.
Inizialmente mi torna la sindrome del “brutto anatroccolo” ma, grazie agli incoraggiamenti, ricordo le infinite battaglie vinte, sofferenze e drammi superati e, armata di questo bagaglio, vado a trovare tante persone, partecipo a tutte le riunioni che posso e scopro che i miei difetti come l’insicurezza mi tornano utili, perché fanno sì che io abbia una grandissima fiducia in tutti.
In questa atmosfera mi colpisce una frase di Daisaku Ikeda: «A Tokyo, negli anni pionieristici del nostro movimento, i compagni di fede del capitolo Bunkyo decisero insieme a me di realizzare una grande crescita passando da settecento a settantamila nuclei familiari» (NR, 459, 4).
E così inizio a osare, lanciando una nuova “campagna” per il centro Rimini: “Al 300 per 100”. Eravamo circa trecento persone e l’idea era che ognuno vale cento, lotta per cento, ne ispira altre cento; volevamo “centuplicare” la nostra fede, gioia, coraggio, compassione, saggezza, forza, benefici, capacità di agire, di incoraggiare le persone e far conoscere il Gohonzon.
Con grande sorpresa la proposta viene accolta dai miei corresponsabili e ci buttiamo a capofitto in questa impresa. Un modo per sostenere gli altri è raccogliere un’infinità di citazioni dalle guide più recenti che sottolineano la necessità di ottenere subito risultati epocali e che spiegano come organizzarsi per raggiungerli.
Recito Daimoku con la sensazione che trentamila Bodhisattva “cantino” Daimoku con me, ancora sottovoce perché non risvegliati totalmente, e vado in giro a condividere questa sfida con più persone possibili. Ricordo con piacere una riunione di studio in un settore appena creato in cui la parola “centuplicare” non suscitò il minimo stupore. Con forza e naturalezza i membri dissero «Ok, lo faremo» e già in marzo uno dei gruppi arrivò a ventisette presenze; alla fine del 2011 hanno poi consegnato sei Gohonzon.
In tutto il centro nascono iniziative nuove, i membri cominciano a sentirsi “presidenti della Soka Gakkai”‘, tutta la zona si rivitalizza: invece di criticare iniziamo a ispirare e lodare gli altri. L’energia dei nuovi membri e dei giovani che arrivano arricchisce le attività e noi diamo fiducia a tutti affidando la responsabilità a molti di loro. Per farla breve, il centro Rimini nel solo mese di dicembre 2011 ha consegnato ventisette Gohonzon. Complessivamente nel 2011 i trentuno gruppi del centro hanno consegnato sessantotto Gohonzon. Dimenticavo, ora a Rimini ci sono circa settanta giovani che partecipano alle attività, proprio come sognava Julia.
Nel frattempo, nonostante paure e insicurezze avevo accettato la responsabilità di territorio e per la nuova attività volevo far tesoro dell’esperienza che avevamo realizzato. Durante la campagna “Al 300 per 100” ho percepito che stavamo ancora mirando in basso perché il nostro maestro parlava di “fare la storia” e di realizzare “vittorie senza precedenti”. Dedicarsi alla formazione di un nuovo compagno di fede, farne una persona capace che vale per mille persone, questo equivale a introdurre mille persone al Buddismo… insomma, avete capito: “1 per 1000” è lo slogan del 2012 del territorio Romagna!

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