Una delle gioie più grandi per me è incitare i miei giovani amici del Gruppo futuro mentre fanno sport. Durante un festival sportivo scolastico a cui una volta partecipai, vidi uno di loro perdere una gara. Gli scattai una foto mentre correva con tutte le sue forze e gliela inviai. Alla fine di quell’evento sportivo, dissi ai partecipanti: «Anche se qualcuno di voi oggi non ha vinto, vorrei dirvi che questo non è tutto. Ciò che importa è vincere nella vita».
Incoraggiato dalla foto che gli avevo inviato, il ragazzo trasformò la sua delusione nella forza di non essere mai sconfitto, e si tuffò nello studio e nello sviluppo delle proprie capacità divenendo uno stimato professore universitario che ora contribuisce attivamente alla società.
Nello sport, talvolta vinciamo e altre volte perdiamo. Le cose non vanno sempre come ci aspettiamo, e ciò può essere frustrante. Tuttavia, quelle esperienze ci aiutano a diventare più forti. Coloro che danno il massimo quando il gioco si fa duro, con ferma determinazione, alla fine vincono.
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Nel mondo delle piante, c’è un fiore che continua a levarsi e a rifiorire vigorosamente a dispetto di tutte le volte che viene reciso. Sto parlando dei fiori di cosmea. Poiché assomigliano ai fiori di ciliegio, ma fioriscono in autunno, in Giappone sono chiamati anche “fiori di ciliegio autunnali”. Quando arriva l’autunno, questi fiori sbocciano e producono i semi in preparazione dell’inverno. Se li osserviamo da vicino, gli steli dei fiori di cosmea sembrano fragili e sottili ma in realtà, anche quando sono battuti da forti venti e piogge, fanno nascere nuove radici in modo da potersi rialzare e rifiorire in tutta la loro gloria variopinta.
Inoltre, fintanto che le piante di cosmea dispongono di sole e acqua possono crescere anche nel terreno più povero. Dopo la fioritura, spargono intorno a sé dei semi che l’anno successivo produrranno i fiori nello stesso punto.
Nel periodo in cui davo gli ultimi ritocchi al mio romanzo La nuova rivoluzione umana (2018), notai alcuni fiori di cosmea sbocciati vigorosi e fieri, imperturbabili nonostante un recente temporale.
Le donne della Soka Gakkai, comprese coloro che abitano nelle regioni nevose del nord e quelle che hanno subìto la devastazione del terremoto e dello tsunami avvenuti nel marzo 2011 nel Tohoku, si incoraggiano a vicenda a fare del loro meglio, proprio come i fiori di cosmea: fanno sbocciare a profusione dialoghi di amicizia e di speranza.
Quando ero bambino, avevo una costituzione debole e soffrivo di una grave malattia polmonare.
Il medico ci disse che probabilmente non avrei raggiunto i trent’anni.
Ma il fatto di aiutare la mia famiglia nell’attività di produzione delle alghe e di impegnarmi a consegnare i giornali mi permise di costruire gradualmente la mia forza. Quando a diciannove anni incontrai Josei Toda, il mio maestro di vita, feci il voto di diventare forte per poter lavorare per la pace nel mondo. Recitavo Nam-myoho-renge-kyo con tutto me stesso facendomi coraggio mentre lottavo al fianco del mio maestro.
Cinquantotto anni fa, il 2 ottobre 1960, compii il mio primo viaggio all’estero per realizzare il sogno di Toda: liberare il mondo dalla miseria. Da allora, ho visitato cinquantaquattro paesi e territori e oggi la Soka Gakkai festeggia il 2 ottobre come il Giorno della pace nel mondo.
Se qualcuno di voi sta soffrendo per la salute cagionevole o per altri problemi, spero che reciti Nam-myoho-renge-kyo per far emergere uno spirito invincibile, capace di rinvigorire sia il vostro corpo che la vostra mente. Senza alcun dubbio potete far sbocciare i fiori della vittoria infondendo coraggio e speranza in molti altri giovani.
Oggi i fiori di cosmea ci incoraggiano alzandosi nel vento e sembrano gridare: «Non siate mai sconfitti!».
(1 ottobre 2018)