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I fiori della fortuna - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:33

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I fiori della fortuna

Yumiko Kasanuki, Tokyo

«Tutte le piante hanno un fusto, una struttura portante; altrimenti non sarebbero in grado di produrre fiori. Allo stesso modo, se gli esseri umani non avessero un “fusto”, in altre parole se non avessero il nucleo di una forte pratica, non sarebbero in grado di far emergere i fiori della buona fortuna e della felicità»

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«Tutte le piante hanno un fusto, una struttura portante; altrimenti non sarebbero in grado di produrre fiori. Allo stesso modo, se gli esseri umani non avessero un “fusto”, in altre parole se non avessero il nucleo di una forte pratica, non sarebbero in grado di far emergere i fiori della buona fortuna e della felicità»

I miei genitori hanno divorziato quando ero giovane e mia madre mi ha cresciuta da sola. Voleva che io diventassi assolutamente felice, così mentre crescevo vedevo mia madre lavorare molto duramente ogni giorno, sin dal mattino presto.
A diciannove anni, al secondo anno di università, fui introdotta al Buddismo di Nichiren Daishonin e alla Soka Gakkai da una giovane donna che viveva vicino a me. Mi chiese quale ritenevo fosse il vero scopo della mia vita, ma non fui in grado di dare una risposta diretta. Mi disse che viviamo per diventare felici e occuparci della felicità degli altri. Mi invitò a partecipare a una grande riunione delle giovani donne per saperne di più.
Durante la riunione, la responsabile nazionale delle giovani donne lesse alcuni incoraggiamenti del presidente della Soka Gakkai, Daisaku Ikeda. Disse: «Se, ad esempio, la forza che possiedi al momento è pari a dieci, il Buddismo ti consente di esercitare più potere e di aumentare quella forza fino a quindici o venti. Invece di trascorrere la nostra giovinezza senza una direzione, esercitiamo completamente il nostro potenziale e conduciamo una vita di cui poter essere fiere, senza alcun rimpianto». La partecipazione a questa riunione mi commosse molto e mi fece comprendere che anch’io volevo vivere così, perciò decisi di iniziare a praticare il Buddismo.
Compresi la relazione maestro e discepolo due anni e mezzo più tardi, nel gennaio del 1974. A quel tempo stavo per laurearmi. Incontrai il presidente Ikeda a una riunione delle giovani donne. Sentii che incoraggiava ogni partecipante con grande attenzione. Era come se volesse incidere nella sua vita il volto di ogni persona, e mostrò la sua profonda considerazione domandando a ciascuna notizie della sua famiglia e delle sue speranze per il futuro.
Quando venne il mio turno, mi chiese: «Come sta tua madre? Per favore abbi molta cura di lei e non dimenticare di comprarle un regalo».
In effetti, a quel tempo io avevo parlato a mia madre del Buddismo di Nichiren e lei aveva appena iniziato a praticare. Non solo mi aveva cresciuta da sola, ma mi aveva anche sostenuta così che potessi andare all’università. Perciò era una figura insostituibile nella mia vita. Così quando il presidente Ikeda mi chiese di mia madre, anche se ci eravamo incontrati per la prima volta, io mi sentii abbracciata con calore dalla sua grande compassione. Allora decisi profondamente che avrei vissuto il resto della mia vita insieme a lui e che avrei fatto assolutamente qualunque cosa per il bene di kosen-rufu e rinnovai questo voto anche in seguito.
Iniziai a lavorare alla sede della Soka Gakkai nel 1974. L’anno successivo, nel 1975, fu fondata la Soka Gakkai Internazionale e mentre kosen-rufu si diffondeva nel mondo, il presidente Ikeda si trovò nel bel mezzo di feroci battaglie per proteggere i nostri preziosi membri dai preti autoritari della Nichiren Shoshu che stavano cercando di fermare la crescita della Soka Gakkai. Fui colpita dalla velocità del presidente Ikeda e dalla sua estrema attenzione ai dettagli. Ogni giorno recitavo Daimoku con sincerità e facevo del mio meglio per lavorare al suo fianco.
Non ho mai incontrato mio padre, e mia madre non me ne ha mai parlato. Un giorno il presidente Ikeda mi chiese di lui. Mi disse: «Poiché la figlia del re drago fu in grado di ottenere l’Illuminazione se tu come figlia di tuo padre, diventi felice attraverso la pratica buddista, allora anch’egli otterrà sicuramente l’Illuminazione».
Cinque anni più tardi scoprii che mio padre era morto e trovai molto incoraggiante la certezza del presidente Ikeda che mio padre avesse ottenuto l’Illuminazione.
Sedici anni dopo morì anche mia madre. Sebbene avesse affrontato innumerevoli lotte, trascorse in pace gli ultimi giorni della sua vita, avvolta dal calore della famiglia Soka. Nichiren Daishonin scrive nel Gosho Il tesoro di un figlio: «Una figlia apre la porta» (RSND, 2, 831). A proposito di questo passo, il presidente Ikeda una volta disse: «Sia a casa che al lavoro, nella comunità, nella società e nel mondo, una donna dotata di integrità apre la porta di un’illimitata felicità e armonia, così come della prosperità e della pace». Provo profonda gratitudine verso il presidente Ikeda che mi ha insegnato quale missione piena di significato abbia ogni donna.
Nel 1982, undici anni dopo essermi unita alla Soka Gakkai, fui nominata responsabile nazionale della Divisione giovani donne e dovetti tenere un discorso inaugurale a un meeting. Mentre mi domandavo cosa dire, ricevetti una telefonata dal presidente Ikeda che si offriva di aiutarmi nel mio discorso. Ricordo un passo in particolare, che mi suggerì: «Tutte le piante hanno un fusto, una struttura portante; altrimenti non sarebbero in grado di produrre fiori. Allo stesso modo, se gli esseri umani non avessero un “fusto”, in altre parole se non avessero il nucleo di una forte pratica, non sarebbero in grado di far emergere i fiori della buona fortuna e della felicità. Al fine di realizzare la felicità del vostro matrimonio, così come della vostra vita intera, costruite in gioventù un forte “fusto” nella fede. Per far questo non dovete mai farvi sviare da relazioni senza significato o dagli attaccamenti.
«Se vacillate su questo punto, pensando per quale scopo avete vissuto la vostra gioventù, avrete dei rimpianti per il resto della vita. Per questo vorrei che le giovani donne si sforzassero e si sfidassero nella fede, nella pratica e nello studio, mentre sono ancora nella Divisione giovani donne, così da creare un indistruttibile nucleo nella fede».
In seguito mi sposai ed ebbi un figlio. Passai nella Divisione donne e ne divenni una responsabile.
Far crescere un bambino è un’impresa piena di sfide e le madri continuamente affrontano varie difficoltà e sono assillate da dubbi. Questo è ciò che io stessa ho sperimentato.
Quando mio figlio aveva undici o dodici anni, si ruppe un braccio e dovette stare in convalescenza a casa. Dopo la sua guarigione, al fine di recuperare ciò che aveva perso, si mise a studiare molto duramente. Si sforzò così tanto che smise di andare a scuola, come se una corda si fosse all’improvviso spezzata. Anche dopo essere entrato alle superiori, non riusciva ad andare a scuola. Alla fine non era neanche più in grado di alzarsi al mattino e iniziò a condurre una vita in cui i ritmi del giorno e della notte si erano invertiti. A quel tempo partecipavo intensamente alle attività come responsabile della Divisione donne e spesso la sera uscivo. Mio figlio era un giovane “adulto” a quel tempo, e così potevo lasciargli la cena e un bigliettino sul tavolo. Recitavo affinché fosse protetto come effetto delle mie attività per kosen-rufu.
Un giorno, avendo saputo della mia situazione, il presidente Ikeda mi inviò un messaggio in cui diceva: «Affrontare problemi e difficoltà, come la lotta che stai conducendo ora con tuo figlio, non è niente di straordinario. Persino il secondo presidente della Soka Gakkai, Josei Toda, e Nichiren Daishonin avevano problemi. Siamo fortunati proprio perché abbiamo problemi e ostacoli. Ricorda, i desideri terreni sono Illuminazione. Avanza gioiosamente e con dignità. Non devi avere fretta, vai avanti con calma. È proprio affrontando le sfide più vicine al tuo cuore che sarai in grado di diventare una grande leader».
Non riuscivo a smettere di piangere ascoltando questo messaggio. Mi sentii come se dal mio petto fosse stato tolto un grosso peso.
Prima di questo messaggio sentivo del risentimento per la situazione con mio figlio. In qualche modo nel mio cuore dubitavo che una persona che stava affrontando una sfida come la mia fosse davvero in grado di incoraggiare gli altri. Ero assorbita dalle preoccupazioni per mio figlio. Dopo questa guida realizzai che il presidente Ikeda invece mi stava incoraggiando a diventare più forte e ad acquisire una vasta condizione vitale, dicendo che un problema come il mio non era niente di straordinario. Determinai dunque: «Mio figlio è la persona che soffre di più. Reciterò e aspetterò pazientemente, con piena fiducia nei suoi confronti». Stranamente, una volta presa questa decisione le cose cominciarono a cambiare poco a poco. Fino ad allora mio figlio si rimproverava sentendosi responsabile di causare una tale sofferenza ai suoi genitori. Ma da quel momento, come se le parole del presidente Ikeda avessero permeato anche il suo cuore e portato conforto anche a lui, gradualmente guarì.
Mio figlio ha sempre amato disegnare, sin da quando era molto giovane, e pian piano è diventato un autore di disegni animati. Dalla scorsa primavera il suo lavoro di animatore è iniziato ad apparire in diversi programmi televisivi. Ha anche ricevuto il grande beneficio, due anni fa, di poter visitare la Cina come membro della delegazione di scambi culturali del Governo giapponese. Una volta, in una lettera per il mio compleanno, mi ha scritto: «Alla mia cara mamma, che è sempre così bella e sorridente, buon compleanno! Sorridi sempre, il tuo sorriso mi ha salvato tante volte. Non posso esprimere quanto sostegno tu mi abbia dato e come mi sono sentito fortemente incoraggiato dal fatto che tu fossi sempre lì per me. Con questo bel sorriso, per favore continua a far risplendere la luce nella nostra famiglia, nella Soka Gakkai e nel mondo intero».
Queste parole sono state il più bel regalo al mondo.

(traduzione di Silvia Manco)

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