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I colori della fede - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:41

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I colori della fede

A La Spezia è stato inaugurato il Giardino della pace nell’ambito delle attività realizzate dalla Consulta delle comunità delle religioni della città, che si arricchisce così di un luogo di incontro per le confessioni religiose

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A La Spezia è stato inaugurato il Giardino della pace nell’ambito delle attività realizzate dalla Consulta delle comunità delle religioni della città, che si arricchisce così di un luogo di incontro per le confessioni religiose

Un melograno, una palma, un ciliegio, alcuni ulivi: dodici piante, sistemate all’interno di un parco comunale, quale testimonianza visibile del dialogo interreligioso in città.
Così la Consulta delle comunità delle religioni di La Spezia il 4 maggio ha voluto realizzare spazi comuni per il raccoglimento e la preghiera per fedi differenti, e ha chiamato questo progetto il “Giardino della pace”. Si trova all’interno del Parco del 2 giugno dove sono stati pensati degli spazi aperti con tanto di targa (per ogni confessione), posta davanti alla pianta prescelta dalla comunità. È un modo per rappresentare la dimensione religiosa vista come un patrimonio di idee e di pratiche che fa emergere valori comuni quali la ricerca della pace, della giustizia e della cittadinanza attiva, che viene collocata, non a caso, in un luogo testimone di ricordi e di significati che, oggi più che mai, richiamano proprio tali valori, il Parco del 2 giugno. L’area infatti si trova davanti a un complesso scolastico che durante la Seconda guerra mondiale era una caserma dove le truppe nazifasciste torturarono, fucilarono e imprigionarono per la deportazione nei campi di sterminio numerosi oppositori politici, partigiani e cittadini ebrei.
La cerimonia di inaugurazione è stata preceduta dalla proiezione del cortometraggio I colori della fede, realizzato dalla Consulta nel 2009, che ha stimolato il dialogo fra i numerosi studenti e i rappresentanti delle comunità presenti; poi ciascuno ha letto il testo iscritto sulla targa ai piedi della propria pianta.
L’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai ha scelto una frase di Daisaku Ikeda, tratta da La nuova rivoluzione umana: «L’acqua fresca che sgorga dal terreno può trasformare un deserto in un’oasi. Allo stesso modo, la compassione e la saggezza che scaturiscono dal cuore possono trasformare questo pianeta in un autentico regno di pace e felicità, una “terra preziosa” eterna».
Alla cerimonia sono intervenuti il prefetto Giuseppe Forlani e il sindaco della città, Massimo Federici, insieme ad assessori della giunta municipale, dirigenti scolastici di vari istituti e Rai 2 (con la troupe di “Protestantesimo”).
La Consulta delle religioni si è costituita a La Spezia nel 2006 e ha realizzato molti progetti per la città, collaborando con le scuole, le associazioni di volontariato e la stessa amministrazione comunale.

Milena Palladini

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Pionieri del disarmo interiore
Dal 4 al 6 maggio il Centro culturale di Firenze ha aperto le porte a sedici giovani studenti dell’università di Pisa, futuri professionisti nella gestione dei conflitti

Ogni anno il master “Gestione dei conflitti interculturali e interreligiosi” della facoltà pisana Scienze per la Pace viene ospitato da un istituto religioso per offrire agli studenti l’occasione di vivere in maniera diretta il pensiero proposto da differenti religioni.
Per il secondo anno consecutivo il master Ge.Co. ha scelto la sede fiorentina della Soka Gakkai per lo svolgimento del seminario “Il conflitto interiore e interpersonale” tenuto da Andrew McDowell, psicologo e direttore di WISE International (una ONG nata in Gran Bretagna e affiliata alle Nazioni Unite, attiva nella realizzazione della pace).
Attraverso lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche ognuno ha potuto imparare a risolvere i conflitti esterni partendo da se stesso. «Nel cuore delle differenze esiste tanta somiglianza. Infatti tutti noi, siamo composti da una moltitudine di aspetti diversi, spesso anche in contrasto tra loro» ha spiegato McDowell. Ed è proprio all’interno di se stessi che il conflitto prende forma ancor prima di manifestarsi all’esterno, nelle relazioni con i genitori, figli, fratelli, amici, gruppi… stati.
Cambiare la propria prospettiva da fuori a dentro diventa sempre più importante nella dinamica del conflitto. Riuscire a dare un nome alle diverse parti di noi, poterle conoscere, ascoltare e gestire consente di imparare a conoscere, ascoltare e gestire anche gli altri. Spesso siamo convinti di avere ragione e così pensiamo che non ci sia niente da cambiare se non il sistema; oppure se c’è un male incarnato è sempre incarnato in altri, siano essi una classe o una razza, i politici, i banchieri, i fabbricanti di armi. «Il male non viene mai visto in se stessi» scriveva Thomas S. Eliot. Comprendere questo ci permette di non vedere più l’altro come un problema, al contrario, possiamo imparare a considerare tutti ugualmente degni di rispetto e decidere quindi di intraprendere la lotta più dura, quella con se stessi.
Ed è proprio questo concetto che alcuni giovani rappresentanti della Soka Gakkai hanno affermato il secondo giorno di seminario, presentando agli studenti la campagna “Senzatomica: trasformare lo spirito umano per un mondo libero dalle armi nucleari”. Hanno potuto trasmettere l’incredibile trasformazione che ognuno di loro ha sperimentato in prima persona grazie alla realizzazione della mostra che si è tenuta a Firenze.
Con queste importanti riflessioni i ragazzi hanno affrontato l’ultimo giorno del seminario durante il quale si sono confrontati sulla situazione attuale del pianeta comprendendo quanto ognuno di loro sia indispensabile nella realizzazione di un futuro diverso. Il professor McDowell ha concluso lasciando agli studenti una serie di domande a cui rispondere almeno una volta l’anno, una di queste era: «Che cosa significherà felicità nel 2050?». È stato emozionante vedere come tutti gli studenti e i formatori abbiano risposto all’unisono: «Mettere tutti nella condizione di esprimere il proprio infinito potenziale».
Alla conclusione del seminario abbiamo intervistato alcuni studenti, chiedendo loro cosa ne pensassero del disarmo interiore.
Martina Giusti: «Non è facile definire o spiegare il disarmo interiore… Mi è venuto in mente che spesso si dice “mi sento disarmato/a” quando rimaniamo senza argomenti per ribattere, quasi basiti di fronte ad affermazioni altrui che ci sembrano o estremamente giuste o estremamente scorrette. Allora mi è venuto in mente che il presupposto per un disarmo interiore potrebbe essere quello di predisporci ad ascoltare, stando ricettivi rispetto al diverso che entra in relazione con noi, senza dare per scontato che noi siamo l’ovvio e il giusto».
Daniela Ancona: «Il messaggio che porto con me da Senzatomica e dal seminario è lo stesso: ciascuno di noi può fare la differenza verso la costruzione di una società pacifica, c’è solo da convincersi del fatto che quest’onda di cambiamento non può che iniziare dentro al nostro cuore, nei nostri ambienti di lavoro e nelle nostre famiglie, ancor prima che attenderla passivi dai nostri Paesi».
E come fare? Attraverso il dialogo, specchiandosi nella persona che abbiamo accanto, per superare la paura che genera il non conoscersi e l’illusione di essere separati, proprio così com’è avvenuto tra noi appartenenti alla Soka Gakkai e i ragazzi del master durante il seminario.

Viola Lastretti

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Riunione delle redazioni a Firenze
il 14 maggio si sono dati appuntamento i rappresentanti delle tre testate

Le parole possono ferire, o infondere speranza: è importante diventare persone di valore, manifestare il proprio potenziale, far sì che la voce svolga il lavoro del Budda. È stato questo il fil rouge della riunione delle redazioni e degli staff correlati che ha coinvolto corrispondenti e collaboratori da tutta Italia. La riunione si è aperta con la lettura del saluto del presidente Ikeda e con i video della quarantottesima riunione di Centro. La rete Soka è una rete di incoraggiamento. Dedicandoci a kosen-rufu abbiamo la possibilità di comprendere che non diventeremo Budda un giorno ma siamo Budda adesso così come siamo, sottolinea sensei. Anche l’esperienza raccontata da Stefania ha offerto l’incoraggiamento a esprimere i propri talenti, a realizzare i propri sogni attraverso la fede, un’azione coraggiosa e l’impegno nella società, come Ikeda sottolinea in un brano della Nuova rivoluzione umana letto durante l’intervento del direttore Tamotsu Nakajima: «Siamo entrati in un’epoca in cui ognuno di noi impersona nel proprio campo lavorativo il principio filosofico dell’umanesimo buddista dandone prova concreta.

Giusi Norcia

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