In un tempo molto antico un re mandò a chiamare tutti coloro che erano nati ciechi. Dopo che questi si furono raccolti in una piazza mandò a chiamare il proprietario di un elefante a cui fece portare l’animale.
Poi chiamando a uno a uno i ciechi diceva loro: questo è un elefante, secondo te a cosa somiglia? E uno diceva una caldaia, un altro un mantice, a seconda della parte dell’animale che gli era stata fatta toccare. […]. Quando ognuno incontrò l’altro dicendo quello a cui secondo lui somigliava l’animale, discutevano animatamente perché ognuno era convinto assolutamente di ciò che aveva toccato.
Perciò se gli chiedevano a cosa somigliasse un elefante diceva l’oggetto che gli era sembrato di toccare. Naturalmente se uno diceva un mantice e l’altro una caldaia iniziavano i litigi, perché nessuno metteva in dubbio quello che aveva sentito toccando la parte del corpo dell’elefante.
Il re vedendoli così convinti e litigiosi si divertiva un mondo. Ma alla fine decise di aiutarli a capire, e a due a due li invitava a toccare quello che aveva toccato l’altro e a chiedergli a cosa somigliasse. Così tutti dicevano quello che sosteneva l’altro e si invertivano i ruoli. Come se fosse un gioco li invitò a parlare tra di loro e alla fine tutti si formarono l’idea di come in realtà l’elefante fosse. […]
«Miei saggi discepoli voi fate la stessa cosa. Non sapete ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, né ciò che è bene e ciò che è male e per questo litigate, vi accapigliate e vi insultate. Se ognuno di voi parlasse e ascoltasse l’altro, la verità apparirebbe come una anche se ha molte forme». (cfr. BS, 92, 30)
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Intervista
Dopo aver letto la fiaba I ciechi e l’elefante, abbiamo dialogato con Tommaso, 10 anni, di Torino.
Cosa ne pensi del dialogo?
Io penso che il dialogo c’è quando una persona si trova con un’altra e ognuno ha un’idea, pensa una cosa in un modo e l’altra persona la pensa in un altro modo. Solo che tutte le persone hanno un’opinione diversa, un modo diverso di pensare ma poi unendo tutte le idee esce una cosa sola, cioè la cosa reale.
E cosa ne pensi di questa fiaba?
Unisce i sei ciechi e l’elefante in un modo molto diverso, cioè ogni cieco tocca una parte dell’elefante però poi unendo ogni cosa, attaccando tutto insieme alla fine esce l’elefante.
A te è mai capitato di non essere d’accordo con qualcuno?
Si, mi è capitato due volte. La prima volta in palestra, io e un mio compagno di scuola avevamo litigato e alla fine ci siamo picchiati! Il giorno dopo io gli ho chiesto scusa e tutto si è risolto, ora siamo super amici.
Cosa è cambiato?
Abbiamo dialogato. Io gli ho detto «scusa ho reagito male» e lui ha detto «anch’io ho reagito male» ci siamo scusati e il giorno dopo eravamo amici come prima. Ho capito che dialogando si ottengono cose migliori che picchiando. Quando dialoghi capisci il tuo amico come è fatto.
Capisci solo lui o impari a conoscere anche te stesso?
Capisco anche me stesso e poi anche tutti gli altri miei compagni.
Per i bambini e le bambine