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Hawaii: diffondiamo in tutto il mondo lo spirito di “Aloha” - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:32

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Hawaii: diffondiamo in tutto il mondo lo spirito di “Aloha”

In questo saggio, originariamente pubblicato sulla rivista Pumpkin, il maestro Ikeda parla delle Hawaii. Sensei intraprese il suo primo viaggio all’estero il 2 ottobre 1960, e la prima tappa furono le Hawaii, luogo dell’attacco giapponese a Pearl Harbour che scatenò la Seconda guerra mondiale nel Pacifico. Proprio dalle Hawaii iniziarono i suoi viaggi per la pace nel mondo

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In questo saggio, originariamente pubblicato sulla rivista Pumpkin, il maestro Ikeda parla delle Hawaii. Sensei intraprese il suo primo viaggio all’estero il 2 ottobre 1960, e la prima tappa furono le Hawaii, luogo dell’attacco giapponese a Pearl Harbour che scatenò la Seconda guerra mondiale nel Pacifico. Proprio dalle Hawaii iniziarono i suoi viaggi per la pace nel mondo

Nuovi, splendidi orizzonti
possano aprirsi
davanti a voi
durante il viaggio.

C’è un detto hawaiano che amo molto, che afferma: “In un saluto accogliente c’è la vita” (He ola i ka leo kahea).
Niente riscalda il cuore più delle parole piene di gentilezza e premura.
Il bellissimo saluto hawaiano “Aloha” è amato in tutto il mondo, così come il famoso spirito di ospitalità hawaiano.
“Aloha” si usa per dire sia “salve” che “arrivederci”. Nella sua brevità è una parola colma di significato che comunica amore, gentilezza, empatia, accettazione e compassione; esprime anche gratitudine e rispetto per le persone e l’ambiente naturale che sostiene la nostra vita.
Questo spirito è racchiuso nella famosa Canzone di Aloha, che si potrebbe tradurre così:

Gentile è il popolo delle Hawaii
che lavora insieme in armonia,
piacevoli sono i loro pensieri,
umile il comportamento.
La pazienza conduce alla vittoria!

Se nel viaggio della vita manteniamo lo “spirito di Aloha” potremo creare un ambiente allegro, caloroso e pieno di felicità anche nei momenti più gelidi e duri.
I primi luoghi che visitai alle Hawaii furono Pearl Harbour e il Cimitero nazionale del Pacifico, dove offrii solenni preghiere per tutti coloro che avevano perso la vita nella Seconda guerra mondiale.
Pensai anche a quanto quell’attacco a sorpresa a Pearl Harbour avesse causato grandi difficoltà e sofferenze ai cittadini di origine giapponese che avevano messo radici alle Hawaii e in altre parti degli Stati Uniti. Solo grazie a grandi sforzi e a un’immensa perseveranza essi riuscirono a riconquistare la fiducia delle persone nelle proprie comunità e nella società.
In quell’occasione rinnovai il mio voto personale contro la guerra e decisi che avrei fatto il possibile affinché le Hawaii diventassero un avamposto per la pace nel mondo.

L’ex governatore delle Hawaii George Ariyoshi – il primo nippo-americano eletto governatore di uno Stato – e sua moglie Jean, erano molto fieri dello “spirito di Aloha”. Parlando del suo ruolo come capo di uno Stato famoso per la sua diversità culturale ed etnica, egli menzionò suo padre, il quale riteneva che tutti dipendiamo gli uni dagli altri e abbiamo un obbligo morale reciproco – come si dice con l’espressione giapponese “oragai ni” – aggiungendo che questa era la sua filosofia come governatore. Disse che non si possono trattare le persone come robot e che, quando mostriamo rispetto per l’impegno degli altri, li incoraggiamo naturalmente a fare del loro meglio. Il governatore Ariyoshi mise in luce con grande acume le virtù della gratitudine, del rispetto, della sincerità e dell’incoraggiamento, che da ora in poi saranno indispensabili per essere buoni leader.

All’alba del 17 gennaio 1995 ci fu il grande terremoto di Hanshin, in Giappone. Avevo in programma di tenere una conferenza al Centro Est-Ovest delle Hawaii, il 26 gennaio, e ritardai la partenza fino al giorno prima, in modo da continuare a seguire le operazioni di soccorso e incoraggiare tutte le persone colpite dal terremoto.
Mentre salivo sull’aereo per le Hawaii, continuavo a pensare ai miei cari amici di Kobe, nella prefettura di Hyogo e di altre zone nel Kansai colpite dal terremoto, che avevo visitato così tante volte sin da quando ero giovane, e pregai con tutte le forze per la loro ripresa e il loro benessere.
Il titolo della mia conferenza al Centro Est-Ovest, che si teneva in occasione del 50° anniversario della fondazione delle Nazioni Unite, era “Pace e sicurezza umana: una prospettiva buddista per il ventunesimo secolo”. Parte della sicurezza umana consiste nel far sì che ogni persona possa sentirsi sicura e spiritualmente appagata; ciò si raggiunge promuovendo forti legami all’interno della comunità, la trasformazione personale e la resilienza. Durante la conferenza, mentre parlavo pensavo ai miei amici che stavano lottando a causa del terremoto. Anche le persone che incontrai alle Hawaii espressero la loro preoccupazione per gli abitanti del Kansai, partecipando emotivamente alle sofferenze che stavano vivendo come se fossero le loro. Portando con me le loro sincere preghiere e i loro auguri, sono volato direttamente dalle Hawaii nel Kansai.
Continuo a pensare e ad avanzare insieme ai miei amici del Kansai e delle Hawaii che hanno affrontato ogni sorta di avversità continuando a guardare sempre avanti.

C’è un motto hawaiano che assomiglia alla famosa determinazione del Kansai di non essere mai sconfitti.
Alla fine del diciannovesimo secolo la regina Liliuokalani, che compose anche la famosa canzone “Aloha ‘Oe” (Addio a te), prese una posizione ferma per proteggere il suo paese dal controllo straniero. Anche se alla fine fu costretta ad abdicare, condivise con il popolo hawaiano il suo motto personale “Onipa ‘a” (Rimani saldo).
Parlando di lei la dottoressa Lou Ann Ha’aheo Guanson, dell’Istituto per la pace Spark M. Matsunaga delle Hawaii, sottolineò come il coraggio e la convinzione incrollabile siano le cose più importanti nella vita.
C’è un proverbio hawaiano che dice: “Niente pioggia, niente arcobaleno” (Ole Ua, ‘Ole Anuenue). L’arcobaleno della felicità risplende solo dopo la pioggia della sofferenza.
Nelle Hawaii, il “paese arcobaleno”, i bambini che studiano insieme, ognuno con la sua personalità unica e il proprio diverso retroterra culturale, sono chiamati “bambini arcobaleno”.
Con lo “spirito di Aloha” creiamo grandi e luminosi arcobaleni di amicizia, speranza e vittoria nella nostra vita e nella comunità.

Percorriamo insieme
il sentiero arcobaleno
verso la pace.

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