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Gli otto venti - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:34

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Gli otto venti

In queste pagine offriamo alcuni spunti per lo zadankai da utilizzare in modo creativo per stimolare il desiderio di sperimentare la pratica buddista e lo scambio di esperienze tra i partecipanti alla riunione. Continuate a mandarci i vostri suggerimenti scrivendo a: nuovo.rinascimento@sgi-italia.org

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In queste pagine offriamo alcuni spunti per lo zadankai da utilizzare in modo creativo per stimolare il desiderio di sperimentare la pratica buddista e lo scambio di esperienze tra i partecipanti alla riunione. Continuate a mandarci i vostri suggerimenti scrivendo a: nuovo.rinascimento@sgi-italia.org

Cosa si legge nel Gosho:

«L’uomo saggio merita di esser chiamato tale perché non si lascia sviare dagli otto venti: prosperità, declino, onore, disonore, lode, biasimo, sofferenza e piacere»

da Gli otto venti (RSND, 1, 705)

Daisaku Ikeda commenta:

La fede nel Buddismo del Daishonin ci permette di forgiare un io solido e incrollabile. Un’esistenza che si fa sviare facilmente dal guadagno o dalla perdita a breve termine e dalle opinioni degli altri è vuota e superficiale. Coloro che si dedicano costantemente al grande voto di kosen-rufu per la felicità delle persone comuni e il benessere della società sono individui autentici.
Vi prego di percorrere risolutamente il cammino della vostra missione fino all’ultimo istante, senza farvi influenzare dagli otto venti. Se lo farete, non solo le forze positive dell’universo vi proteggeranno, ma sarete anche in grado di scrivere una storia di vittorie, libera da qualsiasi rimpianto.
(dalla serie Vivere il Gosho)

Cosa si legge nel Gosho:

Rafforza la tua fede ancora di più. Il ghiaccio è fatto di acqua, ma è più freddo dell’acqua; il colore blu si ottiene dall’indaco ma, quando qualcosa viene ripetutamente tinta in questo, assume un colore più intenso di quello della pianta di indaco.

da La supremazia della Legge (RSND, 1, 336)

Daisaku Ikeda commenta:

L’essenza della fede sta nel fatto di lottare sempre, “ora più che mai”. Nella stessa lettera, pur lodando la destinataria per la sua pratica devota, il Daishonin la esorta: «La tua fede nel passato è stata ammirevole, ma ora devi rafforzarla più che mai».
Quando approfondiamo la nostra preghiera e sfidiamo la situazione con la decisione che “tutto comincia da ora”, possiamo abbattere qualunque ostacolo. Noi pratichiamo il Buddismo della vera causa. Spero che salutiate ogni nuovo giorno con rinnovato coraggio, avanzando con una fede sempre più forte. Possiate voi e l’intera famiglia Soka diventare ancora più blu dell’indaco!
dalla serie Vivere il Gosho

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Come non vacillare di fronte agli otto venti?

Gli “otto venti” sono condizioni che ostacolano la pratica del Buddismo; quattro sono venti favorevoli, come la prosperità, l’onore, la lode e il piacere, e quattro sono venti avversi, come il declino, il disonore, il biasimo e la sofferenza.
Sono così definiti:

Prosperità: prosperare attraverso guadagni o vantaggi
Onore: essere onorati o acclamati dal pubblico
Lode: essere lodati dalle persone intorno a noi
Piacere: provare godimento fisico o mentale

Declino: subire vari tipi di perdita o svantaggio
Disonore: essere disprezzati dal pubblico
Biasimo: essere insultati o calunniati da chi ci è vicino
Sofferenza: provare sofferenza fisica o mentale

In genere le persone apprezzano i quattro venti favorevoli e cercano di evitare i quattro venti avversi, ma anche quelli favorevoli non rappresentano altro che forme di felicità relativa e temporanea.
Se permettiamo che a guidarci siano considerazioni relative a guadagni o perdite a breve termine, se ci facciamo ossessionare da ciò che gli altri pensano di noi, concentrandoci solo su aspetti formali e superficiali e trascurando ciò che è veramente importante, nei momenti difficili di grande cambiamento non avremo alcuna possibilità di successo. È essenziale forgiare un io solido che sia impenetrabile agli otto venti.
Il Daishonin afferma che le divinità celesti, cioè le forze benevole dell’universo, proteggeranno coloro che «non si esaltano nella prosperità né si lamentano nel declino» e che «non si piegano di fronte agli otto venti». […]
Saggi sono coloro che non si fanno sviare dagli otto venti, che ricercano la felicità assoluta con uno spirito che non vacilla. Questo è il modello di un autentico praticante del Buddismo di Nichiren.
Shijo Kingo era un discepolo pieno di dedizione che ricercava sinceramente la guida del Daishonin e partecipava coraggiosamente alla lotta per kosen-rufu. Perché dunque il Daishonin gli spiega così ampiamente e dettagliatamente la via del saggio? Per insegnargli che la maniera fondamentale per risolvere i suoi problemi consisteva nella sua personale rivoluzione umana, nella sua crescita come essere umano.
Saggio è chi ha la capacità di distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, chi è in grado di afferrare l’essenza delle cose.
Per costruire un io solido che non si fa scuotere dagli otto venti sono indispensabili l’insegnamento corretto e il maestro corretto che ci guidino nel distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato e ci spieghino le cause dell’infelicità e della sfortuna.

per approfondire:
Lezione di Daisaku Ikeda sul Gosho Gli otto venti, BS, 167, 48-49

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Maestri della nostra mente
D. Ikeda, BS, 172, 26

La mente illusa delle persone comuni vacilla costantemente, non dobbiamo farne la nostra base o la nostra guida. Il Daishonin sottolinea questo punto nel brano in cui dice di «diventare maestri della propria mente e non lasciare che la mente sia la propria maestra» (Lettera ai fratelli, RSND, 1, 447). È un ammonimento che egli ribadisce più volte nei suoi scritti, facendone una direttiva di fede per i suoi discepoli. Diventare maestri della propria mente significa avere una buona bussola nella vita, un luminoso faro di fede. Non dobbiamo farci dominare dalla mente illusa della persona comune, incostante, debole e in continuo mutamento. Per guidarla nella direzione giusta abbiamo bisogno di un maestro.
[…] Farsi dominare dalla propria mente significa vivere un’esistenza egocentrica e, in ultima analisi, farsi trascinare qua e là da una mente che vacilla sempre, finire preda dell’egoismo e sprofondare nell’oscurità o ignoranza. Al contrario diventare maestri della propria mente significa vivere sulla base della Legge.

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Per non essere sconfitti
BS, 167, 49

Un individuo saggio, impenetrabile agli otto venti, si potrebbe anche definire una persona che non si dà mai per vinta. […]
I nostri ammirevoli membri hanno sempre perseverato nella fede, progredendo nella vita senza farsi scuotere dagli otto venti, perciò sono stati protetti saldamente dalle forze positive dell’universo. Tutto è dipeso dal loro spirito invincibile: non è eccessivo affermare che rifiutare di essere sconfitti è la chiave più importante per vincere nella vita. Chi procede con tenacia, rifiutando di farsi scoraggiare o sconfiggere anche dalle prove e dalle difficoltà più dolorose, senza dubbio alla fine vincerà.
Il Daishonin esprime parole di lode nei confronti di Shijo Kingo definendolo «un uomo che non si arrende mai alla sconfitta e che tiene in gran conto gli amici» (RSND, 1, 848).
Chi non si arrende mai alla sconfitta, chi possiede uno spirito invincibile, non è mai avvilito o abbattuto. Siate positivi e non fatevi sconfiggere. Tenete sempre la testa alta, guardate al futuro, siate sicuri di voi stessi sfidando ogni cosa con fiducia e positività, con uno spirito invincibile.
Noi abbracciamo questo grande insegnamento buddista che permette agli esseri viventi di essere felici e a proprio agio. Noi “consideriamo allo stesso modo sofferenza e gioia, e continuiamo a recitare Nam-myoho-renge-kyo” (cfr. Felicità in questo mondo, RSND, 1, 607). Continuiamo ad avanzare saldamente nella fede, superando qualsiasi ostacolo che incontriamo.
Viviamo ormai in un’epoca in cui le persone di tutto il mondo ricercano gli insegnamenti del Buddismo a un livello ancor più profondo. Traboccanti di fresca determinazione, impegniamoci con grande energia per kosen-rufu, pieni di coraggio, gioia e saggezza. Questo è il modo di vivere delle persone sagge che non si fanno turbare dagli otto venti.

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Un’incrollabile fiducia in se stessi
Paragonarsi agli altri è controproducente. Ciascuno esprime il meglio di sé con le proprie caratteristiche

È stato Nichiren Daishonin a dire che il Daimoku è l’uccello madre che cova l’uovo del potenziale e alla fine rompe il guscio. Quando si parla di un Budda, di qualcuno che ha conseguito la Buddità, ci si riferisce a una persona che ha sviluppato la sua individualità al più alto livello possibile, a qualcuno che ha realizzato pienamente il proprio potenziale portando a termine la sua rivoluzione umana. La recitazione del Daimoku può essere paragonata anche ai fiori – del ciliegio, del susino, del pesco e del pruno selvatico – che volgono i loro petali verso il sole o affondano le loro radici nella terra ricca di sostanze nutritive.
Quanto alla fiducia in se stessi, essa deriva dallo sforzo e dal duro lavoro. Se pensate di poter costruire la fiducia in voi stessi senza sforzarvi duramente, vi state solo illudendo. Soltanto coloro che stabiliscono degli obiettivi e si impegnano a realizzarli col proprio passo e a proprio modo, soltanto coloro che continuano a tentare, per quante volte possano aver fallito, riescono a sviluppare un’incrollabile fiducia in se stessi. Fiducia in se stessi è sinonimo di volontà invincibile. Non si può dire che abbiate una vera fiducia in voi stessi se l’opinione che avete di voi vacilla ogni volta che vi paragonate agli altri. Una vita trascorsa a giudicare se stessi in base al confronto con gli altri sarà solo causa di frustrazione e arriverà a un punto morto.

tratto da:
D. Ikeda, Protagonisti del XXI secolo – Personalità e carattere, pag. 30

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Possiamo illuminare le nostre sofferenze
D. Ikeda, BS, 118, 12

Nel momento della sofferenza, recitate Daimoku. Nel momento della gioia, recitate Daimoku. Poter recitare Daimoku è di per sé felicità. Ci sono inevitabilmente momenti di sofferenza e momenti di gioia nella storia di un’esistenza, ma senza il dolore non si apprezza la gioia e senza conoscere il sapore di entrambi non si percepisce appieno il gusto della vita.
«Quando c’è la sofferenza illuminati rispetto a essa», dice Nichiren Daishonin. La sofferenza è inevitabile nell’arco di una vita, quindi è necessario essere preparati e avere la forza interiore per elevarsi oltre i sentimenti di preoccupazione o di ansia. Dobbiamo fare in modo che la «luce serena della luna dell’Illuminazione» il mondo della Buddità risplenda in noi. Allora i desideri terreni si trasformano in Illuminazione e qualsiasi cosa ci capiti diventa un carburante per la felicità. […]
Le profondità dell’oceano rimangono calme e immutabili anche quando la superficie è agitata. Ci sono sia la sofferenza sia la gioia nella vita, ma il punto è sviluppare un io profondo e indomabile che non sia sballottato dalle onde. Chi fa così, riceve la «gioia senza limiti della Legge».

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