Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Gli interventi all’evento di inaugurazione di Roma Senzatomica - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 07:53

855

Stampa

Gli interventi all’evento di inaugurazione di Roma Senzatomica

Pubblichiamo gli interventi integrali dell’inaugurazione della mostra Senzatomica, tenutasi il 20 marzo a Roma presso l’Ospedale delle Donne

Dimensione del testo AA

di Alberto Aprea, presidente dell’IBISG

Desidero porgere un caloroso benvenuto a tutte e tutti voi, ed esprimere la mia più profonda gratitudine al Comitato Senzatomica e agli oltre 1.700 volontari, di cui la metà giovani, che stanno collaborando con entusiasmo, rendendo possibile questa nuova mostra a Roma. È per me un profondo onore accogliere tutti voi all’inaugurazione di questa mostra! Senzatomica, “Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari” è una campagna promossa dall’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai ed è diretta alle persone comuni affinché rifiutino il paradosso della sicurezza fondata sulle armi nucleari e rivendichino il diritto a un mondo libero da tali armi. Strumento principale della campagna è la mostra, che è stata già presentata in più di 70 città italiane; visitata da oltre 380.000 persone – di cui più del 40% studenti e studentesse delle scuole elementari, medie e superiori – è diventata uno dei principali movimenti per il disarmo nucleare in Italia.
La mostra è ispirata alla visione di pace di Daisaku Ikeda, fondatore della Soka Gakkai Internazionale e nostro Maestro spirituale, e nasce dalla profonda convinzione che ogni forma di vita è infinitamente preziosa e per questo deve essere rispettata e protetta. In tal senso è un invito rivolto a tutti i cittadini e le cittadine a riflettere sul mondo che vogliamo lasciare in eredità alle future generazioni. Come comunità religiosa, la Soka Gakkai si è sempre impegnata a diffondere un messaggio di pace basato sul rispetto profondo della dignità della vita. Ci troviamo quindi in particolare sintonia con quanto affermato da Papa Francesco nell’Enciclica “Fratelli tutti”:

«La dignità umana è alla base di ogni società giusta e pacifica. Nessuno può essere considerato escluso o superfluo; tutti hanno il diritto di vivere con dignità e di essere trattati con rispetto»

Al centro dell’insegnamento buddista c’è la consapevolezza della profonda interconnessione tra tutte le forme di vita, tra ogni individuo e l’ambiente che lo circonda. Per questo non esiste felicità che sia solo nostra, né una sofferenza che rimanga confinata agli altri.
Quando diventiamo consapevoli degli indissolubili legami che ci uniscono, comprendiamo che è impossibile costruire la nostra felicità sull’infelicità altrui. Come scrisse il Budda Nichiren Daishonin:

«Se accendi una lampada per qualcuno, la sua luce illuminerà anche il tuo cammino»

Dal punto di vista del Buddismo, il solo modo per proteggere la società da guerre e conflitti, e stabilire una pace duratura, è attraverso un cambiamento dei princìpi su cui si basa il nostro cuore.
L’8 settembre del 1957 il secondo presidente della Soka Gakkai, Josei Toda, pronunciò di fronte a cinquantamila giovani una Dichiarazione per l’abolizione delle armi nucleari,affermando che ogni persona ha il diritto inviolabile di vivere e che minacciare questo diritto è opera di ciò che il Buddismo definisce “oscurità fondamentale”. Egli affidò ai suoi giovani successori la missione di porre fine agli impulsi malvagi che minacciavano il diritto dell’umanità a esistere.
Oggi le parole di Josei Toda risuonano più che mai attuali.
A tal proposito il Maestro Daisaku Ikeda scrive:

«Persino l’ideale più brillante non sarà che un sogno se rimane chiuso nel cuore. Per farlo diventare una realtà concreta occorre confrontarsi e trionfare sui sentimenti di impotenza e rassegnazione. Ciò che serve è il coraggio di intraprendere un’azione. È la passione dei giovani che diffonde la fiamma del coraggio nella società. Questo coraggio, trasmesso da una persona all’altra, può sgretolare i muri delle difficoltà e aprire l’orizzonte su una nuova era nella storia umana»

Il potere della gioventù è la capacità di tracciare con determinazione nuove strade là dove nessuno ha mai osato prima. È la capacità di affrontare con coraggio l’ingiustizia, e di unirsi agli altri con gioia nella ricerca del dialogo, creando nuove reti di amicizia in costante crescita.
Queste azioni altruistiche sono caratteristiche del Bodhisattva, figura centrale del Buddismo Mahayana, il cui tratto essenziale è la compassione. Sono convinto che promuovendo valori quali la compassione e la giustizia sociale, le religioni potranno svolgere un ruolo significativo per costruire la felicità del genere umano e la pace nel mondo. A tal fine, è essenziale impegnarsi in un dialogo aperto e sincero, rispettando le differenze reciproche e cercando di trovare i punti di convergenza, per affrontare le sfide della società. Continuando a percorrere questo cammino di dialogo, ogni fede potrà manifestare il proprio valore intrinseco e contribuire a un sodalizio di “religioni per l’essere umano” che diventerà una grande forza dedita alla pace. Oggi, come rappresentante dei fedeli dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, vorrei rinnovare il nostro comune impegno ad espandere ancora di più la nostra rete solidale di pace e di speranza, affinché le nostre città divengano un grande esempio di umanesimo, tolleranza e rispetto della dignità della vita.
Infine, desidero esprimere nuovamente la mia sincera gratitudine e il mio rispetto nei confronti di tutti coloro che hanno partecipato a questo evento così significativo, e a tutti coloro che l’hanno reso possibile. Grazie ancora di cuore!


di Claudia Pratelli, Assessora alla scuola, formazione e lavoro della città di Roma

Vi porto i saluti di Roma Capitale e della nostra comunità cittadina. Volevamo fortemente a Roma questa mostra, che sarà qui fino al 18 maggio, aperta ai visitatori e alle visitatrici, ai molti turisti che attraversano la città ma soprattutto alle studentesse e agli studenti delle nostre scuole. È un’esposizione con un nuovo allestimento ma è anche un ritorno che ci riempie di gioia, dato che la mostra ha avuto già anni fa l’opportunità di essere a Roma, registrando un successo straordinario che sono certa avrà anche in questa occasione, naturalmente con il nostro contributo attivo nel promuoverla e nel diffonderla. Credo che questa mostra sia ancora più preziosa in questo momento storico, con i conflitti violentissimi e mostruosi che stanno attraversando aree geografiche anche molto vicine a noi, perché gli orrori delle guerre ci suggeriscono con forza di rinnovare l’impegno contro le armi più disastrose che esistono, quelle atomiche. Le continue minacce al ricorso alle armi atomiche hanno riportato il tema al centro dell’attenzione e dell’opinione pubblica. Ed è bene che rimanga al centro per non assuefarci alla minaccia e al ritorno alle armi. Questa mostra darà un contributo fondamentale alla comprensione di quali conseguenze catastrofiche potrebbero esserci se il mondo scivolasse nuovamente così in basso. È anche un contributo prezioso per farci riflettere sul nostro stare al mondo, cosa vogliamo oggi e domani per la nostra comunità nazionale e internazionale, e cosa possiamo mettere in gioco per trasformarlo. Su questi temi Roma Capitale è impegnata a tutto campo. Di recente l’Assemblea capitolina ha approvato un atto formale in cui si ribadisce l’impegno delle città contro le armi nucleari, una mozione che invita all’assunzione di responsabilità nell’aderire all’appello delle città promosso in tutto il mondo da ICAN e ad apporre la firma del sindaco in calce al Trattato come atto simbolico da presentare alla Presidenza del Consiglio e a Palazzo Chigi, invitandoli a rivedere la posizione finora espressa, cercando le modalità per aderire al percorso iniziato con il TPNW.
Il nostro lavoro è fortemente determinato perché vogliamo portare non solo la nostra città ma l’intera comunità nazionale, l’Italia, nel processo degli Stati che si impegnano a favore della realizzazione di un mondo libero dalle armi nucleari. Grazie a tutte e tutti voi, all’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, alle tante volontarie e volontari che hanno contribuito a realizzare questa mostra grazie alla quale possiamo riflettere su quello che è stato. Ciò significa avere maggiori strumenti per interpretare il presente, per fare un passo avanti sia in termini di consapevolezza sia in termini di assunzione di responsabilità, il lavoro che compete a ciascuna e ciascuno di noi per contribuire alla salvezza del mondo e delle donne e degli uomini che lo abitano. Mi auguro che la mostra sia visitata in particolare dalle studentesse e dagli studenti delle scuole, affinché possa essere un’occasione fertile, generativa e un invito a trasformare il mondo. Ci sono ricorrenti tentativi di raccontare le generazioni più giovani come disinteressate e non come componenti attive della nostra comunità. Io credo che ciò non sia vero. Molte ragazze e ragazzi ce lo dimostrano con la loro azione e la loro passione atta a trasformare il mondo – che noi abbiamo ereditato – e che adesso abbiamo anche la responsabilità di trasformare. Il prezioso contributo delle generazioni più giovani non esime nessuna responsabilità delle adulte e degli adulti a esercitare una funzione educativa. Tutta la comunità deve svolgere un ruolo educativo e non lasciarlo soltanto alle istituzioni, le scuole o gli enti locali. Penso che questa mostra sia un tassello fondamentale e significativo per sollecitare, valorizzare, incoraggiare l’azione politica della nostra comunità nazionale e internazionale a rendere il mondo migliore di come l’abbiamo trovato.


di Alessandro Tortorella, Prefetto e Direttore centrale degli Affari dei culti

Sono qui in rappresentanza del ministero dell’Interno ufficio direzione affari dei culti, per mostrare il sostegno all’Istituto e al messaggio che questa sera vuole trasmettere.
La direzione lavora e dialoga con tutte le confessioni religiose. Tutte sono accomunate dalla pace, dalla fratellanza e dall’equilibrio. Anche il Buddismo di Nichiren Daishonin porta avanti questi valori: è a tutti gli effetti una religione e non semplicemente una filosofia, tanto è vero che lo Stato italiano ha firmato l’Intesa con l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai nel 2016.
Chi rappresenta un’istituzione, una prefettura o un comune ha una responsabilità giuridica e morale più ampia ma ciascuno di noi, svestendo i panni istituzionali, ricopre nella quotidianità il ruolo di cittadino di questa città, di questo paese e di questo pianeta. Quindi spetta a ognuno di noi, giovani e adulti, cercare di fare anche un piccolo sforzo. Cerchiamo ciascuno nel nostro piccolo di diventare difensori e protettori dei nostri mondi.


di Daniel Högsta vicepresidente di ICAN

È un onore e un piacere essere qui a rappresentare ICAN. Grazie a Senzatomica, grazie alla Soka Gakkai, grazie alla città di Roma che ha recentemente aderito all’appello delle città ICAN a sostegno del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari! Due giorni fa il segretario generale dell’ONU Antonio Gutierrez ha detto:

«Un lancio accidentale, un errore, un calcolo sbagliato, un atto avventato e tutta l’umanità ne pagherà il prezzo. Una guerra nucleare non deve mai essere scatenata, perché una guerra nucleare non può mai essere vinta. C’è una strada, e una sola, che sconfiggerà quest’ombra insensata e suicida, una volta per tutte. Abbiamo bisogno del disarmo ora»

Il continuo possesso di armi nucleari e la continua approvazione della deterrenza nucleare perpetuano l’instabilità e l’insicurezza per tutte le nazioni. Invece di impedirne l’uso, le politiche di deterrenza nucleare hanno favorito i conflitti e aumentato il rischio di utilizzo delle armi nucleari. Lo spettro della catastrofe nucleare incombe sui principali conflitti in regioni come l’Ucraina, il Medio Oriente e la penisola coreana. L’unico modo efficace per prevenire l’uso o la minaccia di uso delle armi nucleari è la loro totale eliminazione. Ciò significa rifiutare la pericolosa teoria della deterrenza nucleare, alla quale aderiscono circa 30 Paesi, non solo quelli che possiedono armi nucleari. Tra questi c’è anche l’Italia, che ospita armi nucleari statunitensi nelle basi di Aviano e Ghedi. Per combattere la teoria della deterrenza abbiamo bisogno di una base giuridica per proibire le armi nucleari e abbiamo bisogno di potenziare l’educazione. Adesso abbiamo il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari e grazie a organizzazioni come Senzatomica stiamo sviluppando gli strumenti di sensibilizzazione ed educazione.  Dobbiamo concentrarci sui fatti e dobbiamo essere intelligenti per far sì che le persone ascoltino e si appassionino al lavoro per l’abolizione delle armi nucleari. Ecco perché sono così entusiasta di questa mostra. Perché non solo è ricca di informazioni, scienza, fatti e storie umane che rivelano la verità sulle armi nucleari, ma lo fa in un modo nuovo e attrattivo progettato per motivare le persone, non per deprimerle. Il mondo non ha bisogno di maggiore apatia nei confronti delle armi nucleari. Ha bisogno di una riflessione sobria sulla verità, unita all’energia e alla determinazione per affrontare il problema. E la giovane generazione che sta nascendo sarà alla guida di questo movimento. Purtroppo, i giovani hanno ereditato queste minacce esistenziali delle armi nucleari e dovranno risolverle. Questa mostra, che utilizza la VR, la narrazione visiva, il design e il gameplay collaborativo, rappresenta l’avanguardia su come invitare la prossima generazione a essere i nuovi leader della messa al bando delle armi nucleari. Grazie a Senzatomica e a Roma, e grazie a tutti voi per questo grande passo avanti per la pace.


di Michela Pasi, vicepresidente di Senzatomica

A nome della campagna Senzatomica vorrei ringraziarvi per essere qui e raccontarvi come mai ho iniziato a interessarmi di disarmo nucleare. Il mio incontro con questo mondo è avvenuto undici anni fa, quando, in prima liceo, ho visitato la prima mostra di Senzatomica.
Per me è stato fondamentale visitare la mostra perché per la prima volta ho preso consapevolezza della reale minaccia delle armi nucleari, che nascono dal pensiero umano di considerare accettabile annientare gli altri se diventano una minaccia al raggiungimento dei nostri obiettivi. Allo stesso tempo, alla mostra mi venne trasmesso un senso di speranza così profondo che anziché sentirmi spaventata e disorientata rispetto al futuro, percepii che potevo nel mio piccolo fare qualcosa e sentirmi parte di un cambiamento per la pace.
Adesso, a distanza di oltre dieci anni, sono molto felice e grata di essere parte attiva di Senzatomica per contribuire a sensibilizzare su questa tematica.
Un anno fa sono stata per la prima volta a Hiroshima, per prendere parte alla conferenza del G7 Youth Summit. Ero lì come rappresentante italiana per lavorare al fianco di altri cinquanta giovani provenienti da ogni angolo del mondo, per scambiare le nostre idee e realizzare una dichiarazione contenente una serie di richieste concrete per incoraggiare i governi a impegnarsi in un reale percorso di disarmo nucleare. Per rivendicare il nostro diritto di vivere in un mondo sicuro e di pace, ci siamo appellati all’umanità dei politici. Abbiamo chiesto loro di ascoltare, da esseri umani, le testimonianze di altri esseri umani, gli hibakusha, ossia i sopravvissuti ai bombardamenti atomici, gli unici veramente in grado di raccontarci cosa significa trovarsi sotto il fungo atomico. Penso che tutte e tutti noi siamo stati abituati a sentir parlare dello sgancio delle bombe atomiche come di un atto quasi salvifico che ha messo fine alla Seconda guerra mondiale. Sui libri di storia di solito c’è la classica foto del fungo atomico di Nagasaki, che ci suggerisce che quel capitolo si è finalmente concluso. Mentre ero a Hiroshima ho realizzato che, effettivamente, la visione delle bombe atomiche a cui ero sempre stata abituata era quella “dall’alto”, dalla prospettiva della fotografia scattata subito dopo lo sgancio. A Hiroshima abbiamo cambiato prospettiva e ci siamo spostati in basso, per capire cos’è realmente successo sotto quel fungo: la fine della Seconda guerra mondiale per una parte di mondo, l’inizio dell’inferno per migliaia di esseri umani.
Faccio fatica a descrivere a parole l’effetto che fa camminare per le strade del centro di Hiroshima e la potenza delle testimonianze raccolte presso il Museo della pace. Ci sono ancora alcuni brandelli di vestiti delle vittime, giocattoli, fotografie, i disegni realizzati dai sopravvissuti di quello che hanno visto. Ero lì e ho provato a immaginare quello che è accaduto lì e a Nagasaki. Dopo due ore di visita al museo il mio cuore era straziato. Non potevo fare a meno di pensare alla mia famiglia, alle persone che amo, all’umanità in generale. Rifletto spesso su ciò che ci ha detto la signora Ogura, che all’epoca del bombardamento di Hiroshima aveva sei anni; lei ha ricordato che le armi nucleari non solo uccidono all’istante, ma uccidono anche il futuro, provocando delle ferite invisibili, come quella di vivere il resto della vita nella paura che da un momento all’altro le radiazioni nucleari possano avere un impatto sulla propria salute e su quella dei propri familiari. Per questo le armi nucleari uccidono il futuro, perché uccidono la speranza e la dignità della vita. L’esistenza delle armi nucleari condanna le persone a vivere nella paura, per questo vanno viste per quello che sono, ovvero una delle più grandi minacce alla sicurezza del pianeta, l’espressione della malvagità estrema a cui può giungere l’essere umano. Ma proprio perché nascono dalla volontà umana, sempre noi, come esseri umani, abbiamo la scelta di fare qualcosa a riguardo e di scegliere la pace.
Questo discorso forse può sembrare un po’ utopico. Eppure, quello che noi possiamo fare può avere un impatto molto più grande di quello che pensiamo. Senzatomica ci ricorda proprio questo. Questa mostra è un punto di partenza che ci darà gli strumenti per diventare agenti promotori di un cambiamento virtuoso che parte dal basso. Insieme esploreremo le vie percorribili per realizzare un mondo libero da armi nucleari, prima tra tutte il sostegno al TPNW (Trattato per la proibizione delle armi nucleari). Questo Trattato è la dimostrazione che è possibile un cambiamento reale promosso dalle persone comuni e che sia in grado di incidere sulle scelte dei governi. Ci ricorda che, dopo tutto, le nostre voci contano. Il nostro augurio è che, dopo aver visitato la mostra, ognuno di voi possa decidere di fare da cassa di risonanza parlando di ciò che vi ha colpito ai vostri familiari, ai vostri amici, creando un’ondata di consapevolezza a sostegno della pace. In questo momento storico così difficile noi abbiamo il privilegio e la responsabilità di scegliere da che parte stare. Possiamo decidere di informarci, di dialogare, di ascoltare gli altri, anche chi la pensa diversamente da noi, diventando così individui capaci di disinnescare i conflitti. Partendo da questo impegno concreto quotidiano possiamo scrivere insieme, come società civile, la fine dell’era delle armi nucleari, decidendo fermamente di stare dalla parte giusta della storia, per cambiare il nostro destino e per proteggere e costruire il futuro che abbiamo il diritto di vivere. Concludo il mio intervento con le parole tratte dalla Proposta di pace inviata alle Nazioni Unite a gennaio 2019 da Daisaku Ikeda, presidente della Soka Gakkai Internazionale scomparso lo scorso novembre. Ikeda scrive:

«La vita di ognuno e di ognuna di voi è colma di dignità e di possibilità illimitate; per quanto le realtà della società internazionale possano apparire gravi e apparentemente inamovibili, non dovete né accettarle né rassegnarvi a esse, né adesso né in futuro»

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata