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Gli avversari interni - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:26

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    Gli avversari interni

    Tamotsu Nakajima illustra alcuni fatti della storia recente della Soka Gakkai utili a comprendere e a non fraintendere i frequenti riferimenti ai “traditori” che ricorrono nei discorsi del presidente Ikeda

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    Tamotsu Nakajima illustra alcuni fatti della storia recente della Soka Gakkai utili a comprendere e a non fraintendere i frequenti riferimenti ai “traditori” che ricorrono nei discorsi del presidente Ikeda

    Redazione: Nei discorsi del presidente Ikeda si legge spesso di fare attenzione, nel mondo della fede, ai “traditori”. Eppure in un’intervista pubblicata all’inizio del 2004, lei affermava che non esistono nemici. Ci può spiegare meglio a chi si riferisce sensei quando parla di traditori?

    Nakajima: Si riferisce soprattutto a Masatomo Yamazaki, l’ex avvocato della Soka Gakkai (vedi riquadro).

    Redazione: Noi sappiamo che il presidente Ikeda fino all’ultimo ha tentato di incoraggiarlo, anche quando già sapeva che stava tramando contro la Soka Gakkai.

    Nakajima: Si, ho sentito questo. Yamazaki era molto vicino al presidente Ikeda il quale – già quando l’avvocato stava complottando – ogni giorno cercava di parlargli per recuperarlo. Ma poi Yamazaki ha deciso da solo di allontanarsi, non è stata la Soka Gakkai a mandarlo via. Sensei ha cercato fino all’ultimo di tenerlo vicino. Tanti criticavano il presidente Ikeda dicendo che era troppo buono. Questa critica potrei comprenderla dal punto di vista del comune mortale, ma il punto di vista del presidente Ikeda è totalmente diverso: ogni essere umano ha un suo valore. Per noi è difficilissimo capire… Ma sensei sente così.

    Redazione: Quando il presidente Ikeda parla di alti responsabili che hanno tradito i loro compagni e che hanno suscitato scandali, a quali episodi si riferisce? Ce ne può raccontare qualcuno?

    Nakajima: Si riferisce a vice presidenti o a responsabili del dipartimento di studio. Ma gli episodi più gravi sono quelli creati da Yamazaki e dalla sua “alleanza” con la setta Nikken. Yamazaki aveva già tentato di ricattare la Soka Gakkai: chiedeva 300 milioni di yen minacciando falsi scandali.
    Ovviamente la Soka Gakkai non è stata a questo gioco, per cui Yamazaki ha cominciato a prendere soldi direttamente da Nikken cercando da una parte di togliere il presidente Ikeda dalla guida della nostra organizzazione e dall’altra di “spostare” 200.000 membri giapponesi della Soka Gakkai verso Nikken.
    Nessuno di questi due scopi è riuscito: tutti gli scandali creati artificiosamente da Yamazaki contro la Soka Gakkai sono stati scoperti e vinti in tribunale e non c’è stato nessuno spostamento di membri verso Nikken. Nikken da parte sua era spinto da una fortissima gelosia nei confronti del presidente Ikeda: già Toda e il precedente patriarca Nittatsu avevano molte perplessità sull’atteggiamento di Nikken e avevano consigliato di stare attenti con lui.

    Redazione: E i responsabili di studio che hanno tradito? Qual era il motivo?

    Nakajima: Il motivo è il potere: l’aver scambiato la responsabilità con il potere. Comunque normalmente quando il presidente Ikeda parla di traditori si riferisce soprattutto a Yamazaki.

    Redazione: Dalla lettura dei discorsi del presidente Ikeda si capisce che in Giappone gli attacchi da parte dei mass media alla Soka Gakkai sono all’ordine del giorno, quando sono iniziati e perché? Ci dobbiamo aspettare che un giorno accada qualcosa di simile anche in Italia?

    Nakajima: C’era un periodo – fin dai tempi di Toda, dopo la guerra – in cui tutti i mass media in Giappone attaccavano la Soka Gakkai. Ora accade molto meno. Prima della guerra c’erano circa tremila praticanti, quindi non esisteva un forte movimento. L’opposizione venne dal governo militarista che imprigionò i responsabili della Soka Gakkai e Makiguchi morì in carcere.
    Ma dopo la guerra l’organizzazione si è ingrandita e contemporaneamente nascevano nuovi movimenti religiosi, tanti come i germogli di bambù dopo una pioggia. Fallirono tutti tranne la Soka Gakkai, la quale, al contrario, si espandeva sempre più. Inoltre la Soka Gakkai non rimaneva in silenzio, ma dichiarava apertamente il suo punto di vista sulla validità di una religione. Quando una persona riceveva il Gohonzon, abbandonava tutte le vecchie credenze e questo provocava un grave problema ai preti di altre sette che erano mantenuti dalle offerte dei loro credenti. Nel periodo Edo infatti era stato creato un sistema per cui ogni tempio aveva i suoi sostenitori che non potevano abbandonare quel tempio. I preti conducevano a pagamento le varie cerimonie e con queste – oltre che con le offerte dei fedeli – si mantenevano economicamente. Penso che questo sia stato il motivo di fondo di tutti gli attacchi. La Soka Gakkai non ha fatto niente di negativo. Perciò si inventavano falsi scandali contro di essa. La Soka Gakkai, all’inizio, neanche li denunciava.
    In qualsiasi situazione comunque, guardando dal punto di vista del Buddismo, appaiono vari tipi di ostacoli, e soprattutto quelli che nel Gosho sono chiamati “i tre potenti nemici”.

    Redazione: Succederà anche in Italia?

    Nakajima: Il Giappone, come è scritto nel Gosho, è il paese in cui è maggiore l’offesa alla Legge, nel senso che ci sono tante scuole buddiste, ma si è perso il Buddismo di Shakyamuni. In Italia non è così. Prima di tutto la democrazia è di tipo diverso dalla democrazia in Giappone. Gli italiani hanno lottato per ottenerla, perciò hanno un atteggiamento più consapevole nell’affrontare i problemi, per questo motivo credo che sia più difficile arrivare a una situazione simile a quella giapponese. Comunque, non dimentichiamo mai che nel propagare il Buddismo bisogna sempre fare i conti con “i tre potenti nemici”.

    Redazione: Come fare ad applicare alla propria e altrui responsabilità i princìpi di serietà che il presidente Ikeda ricorda ai responsabili, senza scadere in un manuale di regole?

    Nakajima: Prima di tutto sono io in prima persona che devo praticare bene il Buddismo, che devo portare avanti la mia rivoluzione umana, poi posso trasmettere agli altri tramite il mio esempio. I praticanti devono essere veri buddisti in ogni momento della loro vita. Come deve essere un vero buddista? Deve essere come il Daishonin. E come il Daishonin, bisogna sempre lodare gli altri, incoraggiarli, aiutarli a diventare felici.

    Redazione: Quindi l’unica regola è avere lo stesso cuore del Daishonin.

    Nakajima: Sì, è l’unico modo di essere un buddista della scuola del Daishonin. Attualmente c’è il nostro maestro, il presidente Ikeda: lui ci insegna come fare, come agire, sulla base del Gosho.

    Redazione: Per arrivare al cuore del Daishonin ci vuole una decisione personale.

    Nakajima: Infatti, è necessario decidere e continuare a sforzarsi in continuazione per avvicinarsi sempre più al Daishonin e al nostro maestro.
    Il presidente Ikeda sta realizzando tutto quello che ha detto Toda. Egli afferma di aver memorizzato ogni parola di Toda. Era talmente concentrato nell’ascoltare Toda, che ha mantenuto tutto nella mente e soprattutto nel cuore. Lui spesso dice: «Io sto realizzando ciò che ha detto Toda…».

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    Il personaggio

    Masatomo Yamazaki

    Quando si parla delle varie manovre che negli ultimi decenni si sono sviluppate contro la Soka Gakkai ricorre sempre il nome di Masatomo Yamazaki.
    Consigliere legale della Soka Gakkai, ma anche della Nichiren Shoshu, Yamazaki oltre alle sue funzioni di avvocato, aveva creato anche una serie di società commerciali e, grazie al suo modo di operare assai spregiudicato, era diventato un uomo molto agiato e incline a una vita dissoluta. Usando la sua posizione, mirava a controllare le relazioni tra il clero e la Soka Gakkai. In particolare fomentava i giovani preti e le loro mogli raccontando che lo scopo della Soka Gakkai era quello di soppiantare il clero e più volte incoraggiò la Nichiren Shoshu a prendere il controllo totale dei laici. Così, nonostante gli sforzi, anche economici, compiuti dalla Soka Gakkai per il sostegno del clero, molti preti caddero nelle trame dello scaltro avvocato che li convinse che la Soka Gakkai non era sufficientemente rispettosa nei loro riguardi.
    Già negli anni ’70 era stato implicato nella questione dello Shoshinkai un gruppo di circa 180 preti della Nichiren Shoshu, dotati di notevole influenza, che attaccava la Soka Gakkai, basandosi su alcune questioni dottrinali e sulla “questione dei Gohonzon su legno” che a loro avviso avrebbero dovuto essere appannaggio esclusivo dei templi e non certo dei centri laici. Dietro queste argomentazioni si nascondeva la pretesa di superiorità dei monaci sui laici. Nell’aprile 1979, questa e altre manovre avrebbero portato Daisaku Ikeda a rassegnare le dimissioni da presidente della Soka Gakkai, per proteggere i membri e il patriarca.
    Nel 1980 le società commerciali di Yamazaki fallirono ed egli, trovandosi di fronte a gravi problemi economici, cominciò a ricattare la Soka Gakkai allo scopo di estorcere denaro, minacciando di far pubblicare articoli diffamatori palesemente falsi. La Soka Gakkai denunciò il fatto alle autorità e successivamente Yamazaki venne condannato a tre anni di prigione per estorsione. Fu anche immediatamente radiato dall’ordine degli avvocati, e non poté più esercitare la professione.
    Nel novembre 1991 intanto era venuto alla luce un piano preciso per la distruzione della Soka Gakkai da parte di Nikken e dei suoi fedelissimi, la cosiddetta “Operazione C” che era del tutto simile a un progetto ideato da Yamazaki anni prima, la “Proposta per l’operazione futura” che prevedeva il reclutamento di 200.000 membri della Soka Gakkai.
    Yamazaki uscì di prigione nel 1993, esattamente all’epoca in cui Nikken, fallita la “Operazione C”, stava dando il via a una vigorosa campagna per screditare la Soka Gakkai.
    Quando Nikken era diventato patriarca, nel 1979, Yamazaki lo aveva attaccato e Nikken aveva ribattuto che l’avvocato era un bugiardo che meritava di cadere nell’inferno d’incessante sofferenza per la gravità delle sue offese.
    Ma in quel momento Nikken aveva bisogno di aiuto e conosceva bene l’abilità negli intrighi di Yamazaki e quest’ultimo, avendo perso la sua licenza di avvocato in conseguenza dei crimini commessi, si trovava ad affrontare problemi economici. Così, sulla base dei reciproci interessi, si stabilì definitivamente l’alleanza Nikken-Yamazaki. L’ex-avvocato si vantava spesso di poter utilizzare contro la Soka Gakkai la sua influenza negli ambienti politici e fra i mass media, tra cui c’erano anche due settimanali che sarebbero stati pronti a pubblicare, senza verificarle, le informazioni da lui fornite sull’organizzazione laica.
    Allo stesso tempo, Yamazaki iniziò a intessere legami con alcuni esponenti del Partito liberal democratico, allora partito di governo preoccupato della propria tenuta elettorale, e a costruire una rete di alleati per la distruzione della Soka Gakkai. Nel 1974 tale rete si materializzò nel gruppo Aprile, il cui vero scopo, come affermato durante la riunione, costitutiva del gruppo, era di «eliminare la Soka Gakkai dalla vita sociale del paese».
    Nel 1996 durante la campagna elettorale per la Camera dei deputati, Yamazaki fu finanziato per stampare grandi quantità di opuscoli e manifesti anti-Gakkai da distribuire in tutto il paese attraverso i templi della Nichiren Shoshu e gli affiliati danto. Nel corso degli ultimi anni la maggior parte degli articoli scandalistici riportanti false accuse contro la Soka Gakkai è stata opera diretta o mediata di Yamazaki, il cui scopo non era tanto quello di dimostrare in sede legale la verità delle sue affermazioni, quanto, sfruttando la relativa impunità che la legge giapponese accorda ai responsabili di diffamazione, creare continui attacchi all’immagine della Soka Gakkai e del presidente Ikeda.
    La Soka Gakkai ha messo in atto tutte le azioni legali, che ha puntualmente vinto, per contrastare le diffamazioni di Yamazaki, e le ultime sentenze, del 2004, hanno definitivamente smascherato davanti all’opinione pubblica l’infinita serie di menzogne, inganni e diffamazioni dell’ex-avvocato della Soka Gakkai.

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