Josei Toda aveva le idee molto chiare in merito ai rischi che correva la Nichiren Shoshu allontanandosi dai credenti laici. Utilizzando ampli stralci dalle schiette affermazioni del secondo presidente, Daisaku Ikeda ricorda che all’origine di ogni declino si può trovare la mancanza di gratitudine per gli sforzi altrui
Quale incredibile sforzo economico deve essere stato per molti di voi, giovani responsabili della SGI, compiere il viaggio per arrivare fino a qui in Giappone [alla riunione hanno partecipato anche i membri della Divisione giovani provenienti da cinquantacinque paesi, n.d.r.].
Meritate una sincera ammirazione. Nichiren Daishonin senza dubbio vi elogerebbe dal profondo; i benefici che state accumulando grazie al vostro impegno sono immensi. Il Daishonin ha sempre espresso la massima attenzione e sollecitudine per i suoi seguaci che intraprendevano lunghi viaggi per fargli visita. I nostri responsabili non dovrebbero dimenticare questo spirito. Cercate di essere sensibili al benessere degli altri, notando ad esempio se i vostri compagni di fede sono stanchi. Fate tutto quello che potete per incoraggiarli con calore e guidateli con attenzione e cura verso una direzione positiva. Questo è il compito di un responsabile.
Il Daishonin considerava un’immensa gioia parlare di Buddismo a coloro che si impegnavano per saperne di più. Egli scrive: «Molti praticanti della provincia di Sado hanno intrapreso un lungo viaggio per arrivare in questo luogo, e questo è il motivo per cui ho spiegato per loro l’insegnamento che sto propagando in questo momento, che diventerà il seme della Buddità anche nelle loro vite future. Tutto questo grazie ai benefici degli insegnamenti del Budda Shakyamuni. Com’è meraviglioso!» (WND, 2, 534).
Voi, responsabili della Divisione giovani di ogni paese, avete percorso con entusiasmo lunghe distanze e vi siete riuniti qui in Giappone spinti dal desiderio di approfondire la vostra comprensione dell’essenza del Buddismo di Nichiren Daishonin. Nessun viaggio potrebbe essere più nobile o ammirevole. Queste vostre azioni vi assicurano una grande vittoria. Esse saranno i semi di un’infinita speranza per la futura prosperità delle vostre famiglie e dei vostri cari, e anche delle generazioni a venire; saranno i semi dello sviluppo di kosen-rufu nelle vostre rispettive comunità.
L’obiettivo di kosen-rufu
Vorrei condividere con voi alcune parole di Toda. Soprattutto i nostri membri più giovani non sanno molto di lui, e questo è il motivo per cui vorrei parlarvene. Ho messo per iscritto tutto quello che Toda ha detto, e ho sempre agito in totale accordo con le sue direttive. Alla fine della sua vita egli mi ha espresso la sua soddisfazione, affermando di essere felice di avere un discepolo così valido. Se io non fossi qui, Toda non verrebbe ricordato. E parimenti, senza Toda, non sarebbe ricordato Makiguchi. Questa è la vera essenza della strada percorsa da maestro e discepolo.
Toda era molto severo riguardo a ciò che era giusto o sbagliato. Il suo sdegno verso l’ingiustizia e la corruzione era straordinario. Una volta disse: «I preti corrotti sono i peggiori disonesti, perché ostacolano la più grande felicità esistente al mondo, l’ottenimento della Buddità». Il clero della Nichiren Shoshu oggi è un perfetto esempio di questo. Toda era acutamente consapevole delle intenzioni malvagie dei preti corrotti. Egli disse: «Perché il clero si è corrotto e degenerato? Perché hanno perso la dedizione per il supremo obiettivo di kosen-rufu». Questa è la verità. E disse anche: «La maggioranza dei preti è preoccupata solo di proteggere i loro interessi e arricchirsi indebitamente. Essi sono schiavi dei propri desideri e si sono ridotti a vivere nella bassa condizione di Animalità». «Non siate mai servili con i preti! Non permettete al clero corrotto di controllare la Gakkai». «Se il clero dovesse diventare ricco, perseguiterà i credenti laici». «Il clero coltiva un’immagine di santità imbevuta di grandiosità e mistero come mezzo per asservire i credenti laici». «Il vero obiettivo del clero è mettere tutte le persone in condizione di ottenere la Buddità, ma qualcuno dei preti ha mai pensato seriamente di essere in grado di ottenerla?».
Basarsi sugli scritti di Nichiren
Toda ci ha sempre ammonito: «Non fatevi ingannare dai preti. Questo vale anche per il clero della Nichiren Shoshu. Fidatevi solo del Gohonzon e degli scritti di Nichiren Daishonin». Nondimeno, ha sempre fatto del suo meglio per proteggere il clero, spinto dal suo grande desiderio di realizzare kosen-rufu. Raccogliendo la sua eredità, anch’io mi sono impegnato instancabilmente per lo sviluppo della Nichiren Shoshu. Da quando sono stato nominato terzo presidente, la Soka Gakkai ha offerto grandi contributi finanziari al tempio principale. Ho sostenuto il clero in modo straordinario – vorrei affermarlo con chiarezza di fronte al Gohonzon.
Voglio citare altre frasi di Toda: «Se ci sono preti che tentano di proposito di ostacolare anche minimamente il grande impegno per kosen-rufu, i giovani dovrebbero sollevarsi con decisione e fermarli». «Se il clero si arricchirà, cederà all’arroganza e alla stravaganza. Inoltre, diventerà geloso della Soka Gakkai, l’organizzazione che adempie correttamente agli insegnamenti del Daishonin e fa di kosen-rufu una realtà, e arriverà a considerarla un’avversaria». Ed è esattamente quello che è avvenuto. Il clero corrotto ha preso tutto quello che ha potuto da noi sotto forma di offerte e ha girato le spalle agli insegnamenti che Nichiren Daishonin ha lasciato per realizzare kosen-rufu. Questa offesa è davvero grave.
Toda era molto percettivo. Ho parlato con molti studiosi nel mondo, ma Toda era più acuto di chiunque di essi. Era una persona rara, un leader eccezionale. Egli disse anche: «Se il clero si separa dalla Soka Gakkai, non diventerà altro che una setta che offende la Legge e calpesta i veri insegnamenti del Daishonin». «Non possiamo permettere ai preti ingrati o agli ex politici ed ex responsabili ingrati di portare la rovina nella nostra nobile organizzazione!». «Siate responsabili capaci di guidare i nostri membri fino a colmarli di gioia e di speranza!». «L’ingratitudine è l’origine delle funzioni demoniache. L’ingratitudine è l’inizio del declino e della corruzione. L’ingratitudine trasforma gli uomini in bestie» [Per ulteriori approfondimenti sul tema vedi NR, 344, 22-24 e NR, 345, 22-24, n.d.r.].
Le scuole Soka compiono quarant’anni
Il 18 novembre di quest’anno le scuole Soka di Tokyo elementari, medie e superiori, celebreranno il quarantesimo anniversario della loro fondazione. In questi quattro decenni, le scuole Soka hanno preparato molte persone eccellenti e capaci. Ne sono testimonianza le lodi generose che esse ricevono da educatori e leader di varie discipline. Questo mi rende estremamente felice. Spinto da una ferma determinazione in qualità di loro fondatore, ho fatto tutto ciò che era in mio potere per incoraggiare gli studenti delle scuole Soka a diventare individui capaci di dare contributi positivi al mondo. Considero l’educazione il coronamento di tutti gli sforzi della mia vita. Anche gli insegnanti e il personale delle scuole Soka stanno svolgendo un lavoro incredibile.
La costituzione di un sistema scolastico Soka era l’ardente desiderio di Makiguchi e di Toda. Ogni anno il 18 novembre, anniversario della fondazione delle scuole Soka, nel mio cuore li “aggiorno” sul loro grande sviluppo.
Iniziando con le scuole Soka in Giappone, la rete educativa Soka si è sviluppata su scala internazionale includendo la SUA (Soka University of America) e varie scuole materne Soka nel mondo. La nostra filosofia Soka ha trionfato nel campo dell’educazione e nella preparazione di persone capaci. Vorrei assicurarmi che tutte queste grandi fortezze della cultura dedicate alla promozione di individui capaci e talentuosi continuino a prosperare per sempre nell’interesse della pace mondiale. Faccio appello anche al corpo insegnante e al personale delle nostre scuole Soka in Giappone perché continuino il loro ottimo lavoro.
La visione di Toda
Come ho accennato in precedenza, Toda era ben consapevole della corruzione che dominava nel clero. Fu una saggia mossa quella di costituire la Soka Gakkai come un’organizzazione religiosa separata da esso dopo la Seconda guerra mondiale. In questo modo, per quanto nei decenni successivi il clero farneticasse di “isolare la Gakkai,” noi eravamo già un’organizzazione religiosa indipendente, e le loro minacce non avevano assolutamente alcun peso. Fu infatti il clero, nel deviare dal vero intento degli insegnamenti di Nichiren Daishonin, a essersi in realtà “scomunicato”, e a lanciarsi lungo il vergognoso sentiero del declino.
Toda fu davvero preveggente nell’adottare quelle misure: la Gakkai è stata così completamente protetta. È un grande errore guardare dall’alto in basso o sottostimare la Soka Gakkai, l’organizzazione che agisce in accordo con l’intento e il mandato del Budda. I responsabili della Soka Gakkai non devono essere pretenziosi o presuntuosi. Ciò che importa è quanto avete lavorato duramente, con quante persone avete parlato e quanti cuori avete toccato, quali sono stati i risultati tangibili delle vostre vite di persone sincere.
«La voce svolge il lavoro del Budda» (cfr. OTT, 4). Ci sono voci di ogni sorta: voci piacevoli, voci stridenti, voci roche. Alcune persone parlano con tono piatto e monotono, altre usano un tono arrogante come se sapessero tutto. I responsabili devono parlare con voci che nascono da una recitazione sincera: voci calde, voci incoraggianti, voci di verità e giustizia, che risuonano nei cuori delle persone.
Non siate freddi, distanti o altezzosi. Siate calorosi e autentici e dedicatevi sinceramente al benessere di tutti. Siate così solleciti e premurosi da colpire e rallegrare tutti quelli con cui entrate in contatto. Chi riveste un incarico di alta responsabilità dovrebbe ricordare di essere esattamente come tutti gli altri e, come tale, aprirsi agli altri e lavorare insieme a loro. Ogni individuo merita rispetto. Ogni individuo deve essere stimato e apprezzato. Questo è lo spirito della Gakkai. La saggezza del Buddismo è la vera base di un’autentica democrazia.
Una cosa fuori dal comune
Vorrei ora citare un passo in cui il Daishonin si rivolge a una coppia che, sforzandosi di accettare la morte del figlio, continuava a portare avanti con fermezza la propria pratica buddista. Il Daishonin scrive per elogiarli: «Perciò come può essere accaduto che tu abbia avuto pietà di Nichiren, che è odiato da tutti, e più volte mi abbia inviato diversi doni fin su queste montagne? È una cosa fuori dal comune! Forse il Budda Shakyamuni è entrato nel tuo corpo» (Jozo e Jogen, SND, 9, 206). Qui il Daishonin definisce la fervente fede dei suoi seguaci e i loro sforzi per aiutarlo «una cosa fuori dal comune». Questo è un passo che vorrei voi teneste bene a mente.
«In definitiva tutto torna ai discepoli» dichiarò Toda in una memorabile occasione. In quel momento, la stanza piombò in un silenzio assoluto, l’atmosfera si fece molto solenne ed egli continuò dicendo: «I discepoli determinano il futuro. Un maestro viene riconosciuto solo grazie alla grandezza dei suoi discepoli». Queste parole rafforzano l’importanza che Toda dava agli sforzi dei suoi discepoli. Esprimono anche una verità essenziale della vita e del Buddismo. Vorrei consegnare questo “ruggito del leone” di Toda alla Divisione giovani.
La relazione maestro e discepolo
La Soka Gakkai chiarisce e insegna l’importante relazione tra maestro e discepolo presente nel Buddismo di Nichiren Daishonin. L’impegno condiviso tra maestro e discepolo è il compendio della pratica buddista. Gli arroganti trascurano di cogliere la profonda natura di questo legame, e quindi non possono capire l’essenza del Buddismo del Daishonin. L’energia che ho dedicato al sostegno di Toda è incalcolabile. A quel tempo avevo una malattia polmonare cronica ed ero povero. Toda lo sapeva e, per la preoccupazione che nutriva per me, mi disse che avrebbe voluto darmi la sua stessa vita. Durante una riunione alla quale erano presenti anche i miei suoceri, disse: «Daisaku probabilmente non arriverà ai trent’anni. Questo è un vero peccato. Si è logorato lavorando per me. L’ho fatto soffrire a causa della Gakkai e mi dispiace molto». Piangeva nel dirlo. Questo era il legame che ci univa come maestro e discepolo.
Durante la Seconda guerra mondiale, Makiguchi e Toda finirono entrambi in prigione per le loro idee. [Il 6 luglio 1943 Makiguchi e Toda furono arrestati dalle autorità militariste giapponesi e accusati di violazione della famigerata Legge di salvaguardia della pace e del crimine di lesa maestà. Durante questa persecuzione furono arrestati ventuno responsabili della Gakkai, ma solo Makiguchi e Toda rimasero fedeli ai loro princìpi fino alla fine. Makiguchi morì in carcere il 18 novembre 1944. Toda fu rilasciato il 3 luglio 1945, n.d.r.]. Alla cerimonia che celebrava il secondo anniversario della morte di Makiguchi, Toda si rivolse al suo defunto maestro dicendo: «Nella tua immensa e sconfinata compassione hai permesso che ti accompagnassi persino in prigione». Questa frase dimostra la profondità e lo scopo dell’impegno condiviso da maestro e discepolo nella Soka Gakkai.
Finché rimane vivo questo profondo legame maestro-discepolo, questo spirito secondo cui i discepoli si impegnano con la stessa dedizione del loro maestro, la Soka Gakkai sarà per sempre solida e sicura. Se scompare, la Gakkai degenererà in un gruppo disorganizzato che lavora su obiettivi diversi. L’impegno condiviso da maestro e discepolo è una base vitale del Buddismo del Daishonin, è l’essenza della Soka Gakkai.
Realizzare gli ideali del maestro
Come sapete, rispetto all’insegnamento transitorio del Sutra del Loto (prima metà), l’insegnamento originale (seconda metà) offre una diversa descrizione della relazione tra maestro e discepolo. L’insegnamento originale inizia con l’apparizione dei Bodhisattva della Terra, i discepoli originali del Budda dall’infinito passato. Nel quindicesimo capitolo Emergere dalla Terra vediamo per prima cosa le quattro guide dei Bodhisattva della Terra (Pratiche Superiori, Pratiche Illimitate, Pratiche Pure e Pratiche Salde) che dicono al Budda Shakyamuni: «L’Onorato dal Mondo, […] e gli esseri viventi recepiscono prontamente l’insegnamento o no? A causa di ciò l’Onorato dal Mondo non si sta forse affaticando?» (SDL, 281-282). I Bodhisattva della Terra si mostrano profondamente solleciti verso il loro maestro. Quando siamo totalmente impegnati nella recitazione, nell’azione di sostegno e lottiamo al fianco del nostro maestro, del nostro mentore nella fede, realizzandone gli ideali, possiamo manifestare il potere del Budda nelle nostre vite. Al contrario, se ignoriamo l’importanza di lavorare con lo stesso spirito del maestro per realizzare kosen-rufu, lo spirito della Gakkai si dissolverà e insieme a esso la nostra fede e la nostra pratica. Come scrive il Daishonin: «Se maestro e discepolo non sono in accordo, non possono realizzare nulla di grande» (I fiori e i semi, SND, 4, 34).
A fianco di Toda
Ripensando alla mia gioventù, quali ricordi mi suscitano maggior orgoglio? Di aver protetto e sostenuto Toda, il responsabile di kosen-rufu, in prima persona, mentre lui stava affrontando la sfortuna più nera: il fallimento della sua attività e le dimissioni dalla carica di direttore generale della Soka Gakkai. Giurai a me stesso che mi sarei assicurato che Toda diventasse senza fallo il secondo presidente della Soka Gakkai, e con determinazione ho aperto la strada per il suo insediamento. Può sembrare una vanteria, ma sto semplicemente descrivendo i fatti nell’interesse delle future generazioni.
Nichijun Shonin (1898-1959), il sessantacinquesimo patriarca, una volta osservò [nel novembre 1956]: «La Soka Gakkai ha tutte queste tre cose: un buon comportamento nella fede e nella pratica, un credo corretto nel corretto oggetto di devozione, e corrette guide e indicazioni nella fede». Se guardo indietro, Nichijun Shonin era il prete più importante al tempio, quando ho ricevuto il Gohonzon il 24 agosto di sessant’anni fa. Ricordo le sue calorose congratulazioni di quel giorno. Ricordo anche di essere rimasto esterrefatto per la lunghezza della sessione di Gongyo e Daimoku! Ma quello che mi importava di più era Toda. E da quel giorno ho percorso con lui la strada che lega maestro e discepolo.
Una volta ho anche recitato Gongyo con Nissho Shonin (1879-1957), il sessantaquattresimo patriarca. Ricordo che si girò verso di me e mi disse che la mia voce durante Gongyo era molto chiara e risonante. Sia Nissho Shonin che Nichijun Shonin erano personalità eccellenti e virtuose che nutrivano un profondo apprezzamento per la Gakkai. Erano patriarchi che si auguravano sinceramente l’armonia tra il clero e i laici.
Le lotte arricchiscono la vita
Vorrei ora condividere con voi le parole di alcuni noti scrittori e pensatori.
Il poeta inglese Lord Byron (1788-1824) scrisse: «Svegliati, spirito mio! Pensa attraverso chi / il tuo sangue rintraccia il lago d’origine, / per poi cogliere nel segno!». Destatevi e tornate alle vostre radici! In questo stile drammatico il poeta canta del culmine della vita e, alla fine, solo la fede può risvegliare lo spirito. Per noi, la grande fonte dello spirito, il “lago d’origine”, è la Legge buddista.
L’antico filosofo romano Boezio (476-525) scrisse: «Perché, allora, uomini mortali, cercate all’esterno quella felicità che si trova dentro voi stessi?». Questa dichiarazione presenta una forte risonanza con gli insegnamenti del Buddismo. Si può trovare una vera saggezza nelle parole di studiosi di ogni tempo e luogo. L’illustre storico britannico Arnold J. Toynbee (1889-1975) commentò: «Non sono sicuro che i periodi di tribolazione non siano necessari per il nostro completo sviluppo morale. Non sono sicuro che si sarebbe del tutto adulti senza aver avuto quell’esperienza». Questo è senz’altro vero. Senza sperimentare sofferenza e avversità, non potremmo crescere o ottenere vittoria nella vita. Lottare con i problemi e i dubbi è la strada per arricchire le nostre vite. Il Buddismo insegna che gli ostacoli karmici, o sofferenze, sono un trampolino verso l’Illuminazione. Sapendo questo, affrontiamo simili sfide con coraggio e gioia.