Nella Proposta di pace 2022 il presidente Ikeda ha sottolineato la necessità di affrontare «le questioni che la pandemia ha messo in luce e ricucire il tessuto sociale affinché possa sostenere la vita delle persone negli anni e nei decenni a venire» (BS, 220).
Sebbene il Covid-19 abbia colpito l’intera umanità, il grado dell’impatto è stato diverso a seconda delle condizioni in cui si trovavano le persone. Il virus ha aggravato la condizione di chi era già in una posizione vulnerabile (come le persone più emarginate, indigenti, i rifugiati, le persone anziane, quelle affette da disabilità o da altre circostanze preesistenti).
Nondimeno, si continua a proporre standard sociali irraggiungibili che portano le persone a sentirsi inadeguate rispetto al modello di perfezione proposto e questo genera sentimenti di incapacità e insicurezza. Questa è una problematica che sta colpendo in particolare i giovani.
Sembra esserci sempre meno spazio per esprimere la propria individualità e c’è sempre più bisogno di una filosofia che promuova il valore di ogni persona.
Nelson Mandela affermò:
«Una delle sfide del nostro tempo […] è ristabilire nella coscienza del nostro popolo quel senso di solidarietà umana, quell’essere nel mondo gli uni per gli altri, a beneficio degli altri e grazie agli altri» (pag. 5)
Facendo emergere una prospettiva positiva, il maestro Ikeda ci incoraggia a fare di tutto per «costruire una società in cui le persone possano affrontare e superare insieme anche le difficoltà più gravi, condividendo il senso della gioia di vivere» (pag. 7).
LA VISIONE BUDDISTA: UNA RETE SOCIALE PER LA CREAZIONE DI VALORE
Una delle più grandi fortune nel praticare il Buddismo di Nichiren Daishonin sta nel poter condividere i nostri sforzi con i nostri compagni di fede, dialogando insieme senza giudizio. All’interno del Gruppo studenti possiamo sforzarci ogni giorno per costruire legami solidi e volti al sostegno reciproco, imparando a offrire rispettosamente la nostra solidarietà e a sviluppare la compassione, il tratto distintivo del bodhisattva che aspira all’Illuminazione per sé e gli altri. Il maestro Ikeda scrive:
«I nostri amici membri sono una famiglia con cui abbiamo profondi legami. Se li sosteniamo e li proteggiamo essi agiranno come forze del nostro ambiente, sostenendoci e proteggendoci a loro volta, vita dopo vita. Questo è un profondo principio del Buddismo» (Giorno per giorno, 23 aprile)
La Proposta di pace 2022 ci riporta la storia di Vimalakirti, un discepolo di Shakyamuni, che disse: «Poiché tutti gli esseri viventi sono malati, io sono malato» (pag. 7).
Vimalakirti, discepolo di Shakyamuni, percepiva la condivisione della sofferenza altrui come prova della sua identità di bodhisattva: la propria sicurezza non poteva essere separata dalle privazioni degli altri.
Grazie alla pratica buddista possiamo rompere il guscio del nostro piccolo io e sviluppare lo stesso sentimento di empatia e dolore condiviso.
La parola giapponese per compassione è jihi. Nel Buddismo significa risvegliarsi alla certezza che ognuno può manifestare la Buddità. Si tratta di una consapevolezza che nasce dal Daimoku, grazie al quale richiamiamo la natura di Budda e in modo attivo facciamo shakubuku.
Allo stesso tempo, per prenderci cura degli altri dobbiamo avere a cuore il nostro benessere. Come fare? Anche in questo caso, partendo dalla recitazione di Nam-myoho-renge-kyo e facendo azioni coerenti.
Il senso del nostro stare al mondo è poter assaporare la felicità. Una felicità non egoistica o basata su piaceri effimeri, ma condivisa, globale.
Nonostante la società sia piena di ingiustizie e contraddizioni, possiamo costruire un mondo che sia come la Terra del Budda descritta nel Sutra del Loto, in cui «gli esseri viventi sono felici e a proprio agio» (SDL, 318). Coloro che sono impegnati sinceramente in questa impresa, possono affermare che stanno già sperimentando concretamente questo tipo di felicità.
COSA POSSO FARE IO?
Il maestro Makiguchi, in quanto educatore impegnato nel contesto di una società imperialista, capì che dare la possibilità ai ragazzi di esprimere se stessi fosse un aspetto essenziale per portare un miglioramento nell’ambiente circostante, promuovendo l’educazione basata sulla creazione di valore.
Il presidente Ikeda scrive:
«Makiguchi sottolineava che, mentre tradizionalmente si presume che non può definirsi un atto di “grande bene” qualcosa che non produca un impatto significativo su scala nazionale, in realtà ciò che conta non sono le dimensioni delle proprie azioni» (pag. 8)
In questa direzione, è cruciale che ognuno di noi si domandi che tipo di contributo può dare all’interno della propria sfera di influenza. In merito a questo nella Proposta di pace possiamo trovare una linea guida concreta:
«Maggiore è la portata del problema, come nel caso della pandemia o del cambiamento climatico, maggiore è il rischio di rimanere concentrati unicamente sul problema in sé per cui, pur sapendo che è importante non lasciare indietro nessuno, il nostro impegno in tal senso tende ad indebolirsi nel tempo. Perciò dovremo fare di tutto per assicurarci che nelle immediate vicinanze di chi è esposto a rischi maggiori ci siano persone alle quali possa chiedere aiuto» (Ibidem)
Mentre siamo immersi in specifici contesti in cui svolgiamo la nostra missione per la creazione di valore, alla luce del Buddismo siamo tutti, prima di tutto, Bodhisattva della Terra. Vivendo pienamente le nostre relazioni possiamo aiutare le persone, condividere con loro i momenti di sconforto e trasmettere con compassione lo spirito con cui le affrontiamo attraverso la pratica buddista. In altre parole possiamo dedicarci all’ideale di kosen-rufu, contribuendo alla creazione di una rete di persone felici, ognuna delle quali può dare un importante contributo alla società.
SPUNTI DI RIFLESSIONE PER LA RIUNIONE
• Cosa significa per me dare valore ad ogni singola persona?
• Spesso tra gli studenti si instaura una competizione tossica volta a primeggiare sugli altri. Io che tipo di relazioni sto costruendo con i miei compagni e colleghi? E che impatto può avere la cooperazione tra noi studenti nella nostra vita e nell’ambiente universitario?
• Quali obiettivi concreti possiamo porci per contribuire in quanto studenti a creare una società più giusta?
• Come posso contribuire all’obiettivo che «nelle immediate vicinanze di chi è esposto a rischi maggiori ci siano persone alle quali possa chiedere aiuto»?
• Possiamo riflettere insieme sul secondo paragrafo dell’articolo 3 della Costituzione italiana: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».
