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Giovani, siate come il monte Fuji - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:14

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Giovani, siate come il monte Fuji

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tratto da Daibyakurenge, marzo 2008

di Daisaku Ikeda

Con lo sguardo verso il monte Fuji
ricoperto di neve,
giovani campioni
si radunano gioiosi
attorno al loro maestro.

«Se vuoi conoscere le cause del passato, guarda gli effetti del presente; se vuoi conoscere gli effetti del futuro, guarda le cause del presente» (L’apertura degli occhi, SND, 1, 192).
Negli ultimi cinquant’anni, la Soka Gakkai – l’organizzazione che il secondo presidente Josei Toda descriveva come “sovrana nel mondo religioso” – ha compiuto passi fenomenali. Tutto ciò ha avuto inizio dal voto solenne di maestro e discepolo che noi giovani abbiamo fatto insieme al signor Toda proprio in quel primo giorno di kosen-rufu, il 16 marzo 1958. Ora, grazie al fermo impegno per kosen-rufu che voi, miei sinceri discepoli della Divisione giovani, condividete con me, è iniziata una nuova grande marcia gioiosa verso i prossimi cinquant’anni.
Nella Raccolta degli insegnamenti orali Nichiren Daishonin cita un brano che richiama «l’assemblea sul sacro Picco dell’Aquila [dove il Budda Shakyamuni predicava il Sutra del Loto] che continua solennemente e non si è ancora sciolta» (BS, 117, 50). Analogamente, l’assemblea del 16 marzo si rinnova ininterrottamente e prosegue nelle vite di coloro che si impegnano accanto al loro maestro a realizzare kosen-rufu e agiscono con fermezza e vigore per tale scopo nelle tre esistenze di passato, presente e futuro. Come la maestosa vetta del monte Fuji, il maestro veglia saldamente sugli sforzi sinceri e devoti dei discepoli.

C’è il meraviglioso
monte Fuji,
e nella Soka Gakkai
c’è l’indomita vetta
di missione e vittoria condivise.

Secondo l’eminente storico inglese Arnold J. Toynbee (1889-1975), il vero successo dei grandi movimenti storici è «garantito soprattutto dalla prosperità dei successori». Come terzo presidente della Soka Gakkai dovevo ottenere una vittoria completa: la mia vittoria come terzo presidente ha assicurato la vittoria del primo e del secondo presidente e ha aperto la strada al successo nell’eterno futuro.
Alfredo il Grande, re del Wessex (871-899 ca.), che pose le basi per l’unificazione dell’Inghilterra e, durante il suo regno, guidò la rinascita del sapere e della cultura, dichiarò sul letto di morte: «Proteggi il debole e con tutto il tuo potere opera per la giustizia». Questo è il vero spirito di un sovrano.
La vetta del monte Fuji, splendente come la corona di un re, è costantemente sferzata da un forte vento. «Solo sconfiggendo un potente avversario si può dimostrare il proprio valore» (Lettera da Sado, SND, 4, 75). Mi rivolgo ai membri della Divisione giovani con l’accorato invito a impugnare con fermezza la spada tempestata delle pietre preziose di missione e vittoria. Questo io ho fatto come terzo presidente, sopportando personalmente il peso di grandi persecuzioni, sconfiggendo i tre potenti nemici e proteggendo risolutamente i membri.
Il filosofo ucraino Hryhorii Skovoroda (1722-94) ammoniva: «Un cuore ingrato è fonte di sofferenze infernali. Un cuore colmo di gratitudine è un paradiso che abbonda di innumerevoli gioie». Ingratitudine, arroganza, egoismo e invidia sono i tratti comuni e distintivi di coloro che in passato sono insorti contro la Soka Gakkai. Gli individui che mancano di gratitudine verso il maestro e tradiscono i compagni di fede intraprendono una strada che li porterà inevitabilmente a soffrire.
Più di cinquant’anni anni dopo la morte del Daishonin, il suo diretto discepolo e fedele successore Nikko Shonin scrisse I ventisei ammonimenti. In questo documento egli ripudia le visioni errate dei cinque preti anziani che, perdendo di vista il profondo debito verso il Daishonin, voltarono le spalle ai suoi insegnamenti. Per mezzo secolo, Nikko Shonin intraprese una lotta accanita per preservare l’eredità del Daishonin.
Fino alla fine della sua vita il presidente Toda era pervaso da un giusto sdegno contro la natura demoniaca dell’autorità e il comportamento spregevole del clero, che portarono alla morte in prigione il suo maestro Tsunesaburo Makiguchi. La strada per ripagare i debiti di gratitudine verso il proprio maestro è un incessante, serio sforzo che dura tutta la vita.

Madri di kosen-rufu,
maestre di felicità
nella vita di ogni giorno,
siete protette dal monte Fuji
e lodate in tutto il mondo.

Deng Yingchao (1904-92), moglie del premier cinese Zhou Enlai (1898-1976) dotata a sua volta di innate qualità di leader, era affettuosamente conosciuta come “la madre del popolo cinese”. Circa cinquant’anni dopo aver partecipato alla leggendaria Lunga Marcia, ella dichiarò perentoriamente a me e a mia moglie: «Finché avrò vita servirò il popolo. Non abbandonerò mai la lotta». Questo è lo stesso spirito che pervade i membri della nostra Divisione donne, le madri di kosen-rufu.
La Divisione giovani donne, portando avanti le preghiere e gli sforzi delle nobili madri della Divisione donne, sta oggi espandendo infinitamente la rete delle vittorie giovanili, con grande gioia e vigore. Nulla potrebbe rendermi più felice.
Nel 2005, durante la riunione di celebrazione del 16 marzo, Juan Martinez, professore della Nur University della Bolivia ed ex ministro boliviano dell’educazione, lodò il continuo sviluppo del movimento della SGI per la pace mondiale. In quell’occasione egli disse: «Saranno le persone comuni con il loro potere a cambiare la società, non i politici. Spero che voi giovani costruiate il mondo futuro basandovi sulla vostra personale e interiore “rivoluzione umana”. I primi tre presidenti della Soka Gakkai ci hanno insegnato, con il loro esempio, che tutto inizia dagli sforzi di un singolo individuo».
Vero campione è chi si alza con spirito risoluto e fiducioso e contribuisce alla crescita di altri campioni. Per la nuova era che abbiamo di fronte, costruiamo con coraggio un movimento dinamicamente crescente di persone capaci, numerose come «gli alberi del monte Fuji» (Cenni sul capitolo Zokurui, SND, 7, 195).

Vinciamo conquista dopo conquista
superando vento e neve,
e restiamo saldi come il monte Fuji.

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