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Gioiosamente profonde, eternamente vitali - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:21

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Gioiosamente profonde, eternamente vitali

Nel 2008 nasceva sotto l’egida di sensei la nuova edizione internazionale del gruppo delle giovani donne: l’Ikeda Kayo-kai. Questo gruppo ricalca le orme di quello fondato dal presidente Toda agli inizi degli anni Cinquanta e ha obiettivi ambiziosi: creare una rete di solidarietà fra le giovani donne di tutto il mondo. In queste pagine pubblichiamo anche il messaggio inviato da Daisaku e Kaneko Ikeda in occasione delle riunioni del 9 giugno, giorno della Divisione donne italiana

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Nel 2008 nasceva sotto l’egida di sensei la nuova edizione internazionale del gruppo delle giovani donne: l’Ikeda Kayo-kai. Questo gruppo ricalca le orme di quello fondato dal presidente Toda agli inizi degli anni Cinquanta e ha obiettivi ambiziosi: creare una rete di solidarietà fra le giovani donne di tutto il mondo. In queste pagine pubblichiamo anche il messaggio inviato da Daisaku e Kaneko Ikeda in occasione delle riunioni del 9 giugno, giorno della Divisione donne italiana

Today with you, sensei / with eternal brilliance in our hearts…: inizia con queste parole la canzone dell’Ikeda Kayo-kai mondiale, l’inno delle giovani donne. Esprime tutta la decisione di diventare “assolutamente felici” e vivere con lo stesso cuore del maestro. Kayo, significa fiore e sole, e sono fiori immersi nella brillante luce del sole queste giovani donne, per ispirare e incoraggiare gli altri, impegnandosi a vivere una esistenza colma di felicità e realizzazione. Eppure non è stato facile capire che la loro missione è “semplicemente” quella di brillare esattamente dove sono, come sono, superando la sfiducia, il senso di inadeguatezza, la paura di non farcela o non aver fatto abbastanza. Quando il 21 ottobre del 1952 Toda fondò il primo gruppo Kayo-kai, riunì venti giovani donne nella saletta riservata di un ristorante straniero di Ichigaya, perché quel giorno fosse speciale per le sue discepole. La sua intenzione era far sì che ogni membro della Divisione si sviluppasse fino a diventare un modello di donna rivoluzionaria dotata di grandi qualità umane: «La legge buddista, prima di ogni altra cosa, deve insegnare alle persone a esprimere pienamente la propria umanità e a basarsi su di essa per una crescita continua» (RU, 7/8, 108). In quella fondamentale occasione, Toda le aveva incoraggiate a basarsi sulla sincerità, sradicando l’insicurezza che può manifestarsi nello sminuirsi o viceversa nel voler apparire migliori di ciò che si è: «Dovete cercare di essere voi stesse. Se vi comporterete così potrete mettere da parte le vostre tensioni e sarete sempre rispettate da tutti» (Ibidem). Oggi le giovani donne del Kayo-kai avanzano accanto al maestro e da questo senso di missione si è “sollevata” un’ondata di esperienze, di vittorie, di lotte nutrite dal coraggio e dalla compassione, quella forza interiore di “fare la cosa giusta con un sorriso”, come esorta sensei nel saggio dedicato al gruppo Ikeda Kayo-kai (Seikyo Shimbun, 1 maggio 2008). Di giorno in giorno i legami di fiducia si rafforzano, diventano indistruttibili perché basati sulla fede; ciò che prima allontanava o creava divergenze, diventa ora l’occasione per approfondire insieme e vedere tutta la luminosità che una giovane donna ha dentro di sé, per non sentirsi più sole ma essere: «Sorelle sulla strada della fede». Lo raccontano Alessandra, Fortunata ed Elettra di Rovereto (TN) che grazie all’attività Kayo-kai hanno iniziato a incontrare più spesso le giovani della loro zona, condividendo lotte, dubbi, difficoltà, successi: «Ora quando una di noi ha una sfida personale, un appuntamento importante, le altre si trovano a recitare Daimoku per sostenerla» dice Alessandra, spiegando quanto sia importante incontrarsi per superare ogni distanza.

«Vivete la vostra giovinezza senza rassegnarvi mai»

Ricordando queste parole del presidente Ikeda, Roberta di Avezzano (AQ) è riuscita a sostenere la sua famiglia in un momento difficile, nel dolore della perdita di una persona cara, e a non abbandonare mai il sorriso. Come disse Toda: «Una persona rivela il suo valore autentico nel momento del bisogno» (RU, 7/8, 108). Ikeda Kayo-kai significa non aspettare che qualcuno ci dia gioia o speranza, ma essere portatrici e creatrici di speranza. Proprio quella che Katia di Piazza Armerina (EN) non ha mai perso – anche quando tutto sembrava “svanire”, il lavoro, l’amore, il denaro – continuando a recitare Daimoku e a fare visite a casa per incoraggiare ogni singola giovane donna, macinando chilometri nel cuore della Sicilia, sino a sentire la gioia nella lotta e tutto il valore della vita.
È con lo stesso spirito indomito che Cristina di Roma ha approfondito la sua fede, percependo che affrontare con coraggio la malattia, decidere di rialzarsi e non sentirsi mai sconfitta, diventava l’occasione per fare shakubuku e sostenere la vita. Allora, “il karma diventa missione”. Quando ci si dedica a kosen-rufu con tutto il cuore e senza lesinare la propria vita, non esiste limite alla nostra forza come, con infinita compassione, sensei disse incoraggiando una ragazza priva di una gamba al momento della sua nomina a responsabile di capitolo: «Non usi mai la sua invalidità come pretesto per tirarsi indietro. L’energia per vincere risiede nella sua ferma determinazione. Metta in moto tutta la sua saggezza, tutta la sincerità» (NRU, 3, 7).

Promuovere gli ideali umanistici

Facendo proprie le parole di sensei, le giovani del Kayo-kai coltivano il desiderio di promuovere dialoghi, costruire nuove amicizie e consolidare quelle di vecchia data. In certi momenti può sembrare difficile realizzare l’obiettivo dell’anno – creare dieci nuovi legami di amicizia – ma poi, leggendo gli incoraggiamenti del presidente Ikeda, ne percepiamo il significato più profondo: «Coloro che mancano di uno scopo chiaro e positivo o di direzione nella propria esistenza tendono ad avere amicizie che portano a nulla o che sono basate sulla dipendenza […]. Ma quelle relazioni tra persone che si incoraggiano a vicenda, mentre sono tese a realizzare i propri sogni, sono destinate a durare e ad approfondirsi» (In cammino con i giovani, Esperia, pag. 12).
Così ha fatto Flavia di Roma, campionessa di shakubuku, che per tutto il 2009 ha portato una persona nuova a ogni zadankai, anche nei momenti più dolorosi e difficili, «perché la realizzazione di qualunque cosa è contenuta nella pratica di shakubuku, la pratica della costruzione della fiducia». Allora, questa fiducia, questo apprezzamento della vita, diviene molte altre cose, diventa la scoperta dei propri talenti e della propria missione, come è accaduto a Michela e Federica (vedi riquadri), o l’incontro con la persona giusta, quell’uomo “ideale” che sembrava ormai un sogno impossibile, come racconta Adele di Roma. Mantenere la promessa condividendo un grande scopo è l’esempio che ogni giorno ci danno Kaneko e Daisaku Ikeda: «Mi sento molto fortunata a essere vissuta felicemente tenendo sempre fede alle nostre promesse e non perdendo mai la comprensione reciproca. Non vorrei mai avere dei rimpianti», dice Kaneko Ikeda con parole piene di calore (La forza del sorriso, Esperia, pag. 27).

Scoprire la profondità della vita

Il 4 giugno è il giorno dell’Ikeda Kayo-kai mondiale: un’occasione per incoraggiarsi, condividere, stare insieme, diverse ma unite dalla fede nella Legge mistica, da questa filosofia di immensa speranza, dall’impegno di trasformare il proprio ambiente nella direzione della felicità, con la certezza che illuminare il sentiero per qualcuno rischiara anche il proprio cammino (GZ, 1598). L’Ikeda Kayo-kai è gioia di recitare Daimoku e scoprire ogni giorno il valore della fiducia, il tesoro dell’amicizia; è voglia di studiare, di crescere insieme, una rete di dialoghi di pace e una ondata di shakubuku. È il piacere di condividere i libri consigliati dal maestro, come fanno le giovani donne modicane, o quello di cantare insieme, allenandosi a incoraggiare ogni singola persona con il suono della propria voce, come fa il coro Kayo-kai di Venezia. È responsabilità come atto di libertà e scelta di fede. È un tesoro inestimabile, l’Ikeda Kayo-kai, il voto che ci rende orgogliose.

Thank you, sensei!
we are proud to be Ikeda Kayo-kai
born together through eternity
always forging on joyfully.

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Essere Kayo-kai / Amo di nuovo il mio lavoro

Nel saggio dedicato alle giovani donne del gruppo Kayo-kai il presidente Ikeda scrive: «Un passo di Corri Melos [un racconto per bambini scritto da Dazai Osamu (1909-1948), n.d.r.] afferma: “Se crollo qui adesso, sarà come se non avessi fatto niente”». Questa frase mi ha toccato profondamente in un momento in cui avrei mollato tutto. Anche adesso quando vorrei rinunciare e smettere di lottare mi dico: «Fede, non mollare adesso, altrimenti è stato tutto inutile. Continua». Con questo in mente e pregando per sentirmi una giovane donna del Kayo-kai, la mia vita ha subito una svolta decisiva. Il mio lavoro, fonte di grandi sofferenze, è improvvisamente rifiorito al di là delle aspettative e sotto tutti i punti di vista, dall’ambiente lavorativo all’aspetto economico. Ho promesso al mio maestro che quest’anno gli avrei regalato una grande vittoria impegnandomi nella società. Pregando così ho avuto chiaro ciò che voglio fare: scrivere per trasmettere i miei ideali. Adesso, insieme al mio lavoro che ho ricominciato ad amare, scrivo per una testata e fra due anni diventerò ufficialmente giornalista pubblicista. Grazie sensei per averci lanciato questa sfida: vincere nella società.
Federica Scorpo, Siracusa

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Essere Kayo-kai / Tutto è sbocciato in un istante

Recitando per approfondire cosa significhi appartenere all’Ikeda Kayo-kai ho capito che Ikeda ci sta chiedendo di essere un sole splendente di felicità e di vincere nelle nostre vite. Sensei crede fermamente nel potere insito in ogni giovane donna, che è quello di trasformare lo stato vitale delle persone con un semplice sorriso, da cuore a cuore. A ottobre con la mia corresponsabile abbiamo lanciato una campagna di dialoghi che coinvolge tutte le ragazze del centro, venti dialoghi di pace entro il 18 novembre, il che significa che in totale avremo parlato del Buddismo a milleseicento persone! È una sfida enorme, e crederci partendo dal Daimoku è stato molto difficile, ma da quel momento la mia vita ha ricominciato a fiorire. Mi sono candidata per un convegno internazionale di storia della musica, e ho parlato delle mie ricerche di fronte a un pubblico esperto di cui ero terrorizzata. Invece è andato tutto molto bene, ho parlato come se fossi stata a uno zadankai, cercando di coinvolgere il più possibile gli ascoltatori. Ho ricevuto tanti complimenti e soprattutto quel giorno ho trovato due lavori: uno per l’esecuzione di un brano musicale del 1747 che si pensava perduto e che io ho ritrovato, e un lavoro di ricerca di tre anni per un progetto franco-tedesco finanziato dalla Comunità Europea che mi vedrà come punto di riferimento italiano in una equipe di ricercatori europei. Sento profondamente di aver trasformato l’impossibile in una splendida realtà con il potere della preghiera e con lo sforzo costante di credere nella preziosità della mia vita. Nella sua guida per il Kayo-kai sensei ci dice: «Se continuate a recitare Nam-myoho-renge-kyo […] potete superare ogni difficoltà e trasformarla in un’opportunità per crescere. In questo senso, può essere detto che, fondamentalmente, avete già vinto».
Michela Berti, Roma

Per approfondire:
visita la sezione Ikeda Kayo-kai all’interno del sito www.ilvolocontinuo.it

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