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Genitori, un sorriso alla vita - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:49

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Genitori, un sorriso alla vita

Utilizzando le calde parole di incoraggiamento che il Daishonin rivolgeva a Nanjo Tokimitsu per ricordare quanto sia importante per un figlio “restituire” ai genitori le cure ricevute, il presidente Ikeda afferma che l’essenza della rivoluzione umana, per ogni essere umano, parte proprio dal rapporto genitori-figli

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Utilizzando le calde parole di incoraggiamento che il Daishonin rivolgeva a Nanjo Tokimitsu per ricordare quanto sia importante per un figlio “restituire” ai genitori le cure ricevute, il presidente Ikeda afferma che l’essenza della rivoluzione umana, per ogni essere umano, parte proprio dal rapporto genitori-figli

«Una persona che sostiene il Sutra del Loto sta ripagando il debito di gratitudine verso suo padre e sua madre» (Le quattro virtù e i quattro debiti di gratitudine, WND, 2, 638).

Il mio maestro, il presidente Josei Toda, dichiarò: «Facciamo crescere giovani capaci che si dedichino al bene della società, del Giappone e dell’umanità. Questo è il grande obiettivo della Soka Gakkai». I giovani della Divisione futuro, che rappresentano la nostra speranza, si stanno impegnando nello studio, nella lettura e nello sport. Osservarli mi rende felice più di ogni altra cosa. Ogni giorno, io e mia moglie recitiamo Daimoku per tutti i genitori che, mentre si dedicano alla loro nobile missione, pregano per la crescita dei figli.
Oggi approfondiamo un passo della lettera che il Daishonin scrisse al giovane Nanjo Tokimitsu.
«Una persona che sostiene il Sutra del Loto sta ripagando il debito di gratitudine verso suo padre e sua madre». Nichiren scrisse questa lettera nel 1275 a Tokimitsu, che all’epoca aveva diciassette anni, proprio come i nostri membri della Divisione futuro. Tokimitsu aveva ereditato la fede dai suoi genitori e per tutta la vita la mantenne coraggiosamente, come un fiume che scorre senza sosta. Anche nella società svolse il ruolo di capo del villaggio di Ueno, nella provincia di Suruga.
Il Daishonin, per lodare la sua fede e la sua dedizione costante nel servire la gente e difendere la giustizia, lo chiama spesso il “saggio di Ueno”.
In occasione di un incontro con la Divisione giovani ricordo che Toda ci chiese: «Fra i discepoli di Nichiren, qual è la figura a cui vi sentite più vicini?». E io risposi subito: «Nanjo Tokimitsu!».
Nanjo all’età di sette anni perse il padre a causa di una malattia. In quell’occasione Nichiren Daishonin fece visita alla famiglia e conobbe il ragazzo. Fu un incontro indimenticabile. Da allora Nanjo fece del Daishonin il suo maestro di vita e insieme alla madre continuò a impegnarsi nella fede. Più tardi, quando crebbe, studiando e affrontando le difficoltà, diventò un giovane samurai. Aveva sedici anni quando decise di andare a far visita al Daishonin che si trovava sul monte Minobu. Quanto si deve essere rallegrato il Daishonin vedendo com’era cresciuto! L’anno seguente il Daishonin gli indirizzò una lettera dalla quale è tratta la frase che studiamo.
In questo passo il Daishonin spiega a Nanjo l’importanza di prendersi cura dei genitori che lo hanno cresciuto e soprattutto gli insegna che ripagare il debito di gratitudine verso di loro significa avanzare lungo la strada del Buddismo.
Praticamente, con questa frase afferma che abbracciare il Sutra del Loto è un modo di prendersi cura dei genitori. Il Sutra del Loto, in definitiva, contiene la forza per ripagare il debito di gratitudine verso di loro. Il Daishonin sottolinea inoltre che colui che abbraccia il Sutra del Loto non può trascurare quest’azione. Il padre di Nanjo aveva mantenuto una fede sincera fino alla fine. La madre, la monaca laica di Ueno, trasmise ai figli la grandezza del Daishonin e s’impegnò insieme a loro nella pratica del Buddismo.

Un discepolo coraggioso

Le lettere che Nanjo ricevette dal Daishonin sono oltre trenta. È uno dei destinatari del maggior numero di lettere, un discepolo che godeva della completa fiducia del maestro.
Nel suo cuore ardeva un’intensa passione e la convinzione di essere discepolo del Daishonin. In seguito dovette affrontare il dolore della perdita del fratello minore che morì improvvisamente e, per sostenere la madre sofferente, si impegnò nella fede anche per il fratello scomparso.
Nel 1279, all’epoca della persecuzione di Atsuhara, Nanjo affrontò gli attacchi in prima persona, proteggendo fino alla fine gli altri compagni di fede. Anche dopo la scomparsa del Daishonin, insieme a Nikko Shonin, dedicò tutte le sue energie a kosen-rufu. È un modello per i membri delle Divisioni futuro e giovani.
Il maestro Toda soleva dire: «Prendete esempio da Nanjo Tokimitsu», oppure: «Ispirandovi all’esempio di Nanjo, prendetevi cura dei vostri genitori».
Nelle “Linee guida per i giovani” [già tradotte in italiano con il titolo “Precetti per la gioventù”, n.d.r.], troviamo scritto: «La nostra battaglia ci richiede di sviluppare compassione per tutti gli esseri viventi. Ci sono ancora tanti giovani che non sono capaci di avere compassione per i loro stessi genitori. Come possono pensare di prendersi cura di perfetti sconosciuti? Lo sforzo di superare la freddezza e l’indifferenza presenti nella nostra vita e di raggiungere lo stesso stato vitale compassionevole del Budda è l’essenza della rivoluzione umana» (NR 12, 6). L’amore e il desiderio di ripagare il debito di gratitudine sono alla radice dell’essere umano.
Le persone con un’elevata condizione spirituale si prendono cura dei propri genitori. Questo è ciò che ho sentito venendo a contatto direttamente con leader e personaggi di spicco di tutto il mondo.
Il Daishonin scrive a Nanjo: «La madre patisce sofferenze prossime alla morte. E il dolore che sopporta al momento della nascita è quasi troppo grande da immaginare» (WND, 2, 637).
Le vostre madri hanno sofferto dolori notevoli per darvi alla luce. Il parto è una lotta in cui si può rischiare la vita. Perciò, solo per questa ragione, dovremmo provare gratitudine e il desiderio di ripagare questo debito di riconoscenza verso nostra madre. Toda era molto severo con coloro che causavano solo sofferenze ai genitori. Mi ricordo che redarguì con severità un giovane che creava continue preoccupazioni ai suoi genitori: «Non ti rendi conto di quanto stiano soffrendo per causa tua?».
Nella stessa lettera Nichiren continua: «E anche se in cuor suo non pensa di riuscire a farlo, può ripagare il proprio debito grazie al potere di questo sutra» (WND, 2, 638).
La Legge mistica ha il potere di condurre tutti alla felicità e noi, pregando profondamente, possiamo vivere una vita retta, fino alla fine. Allora le divinità protettrici ci verranno incontro e, in modo naturale, diventeremo persone capaci di prendersi cura dei genitori. Le sofferenze che si vivono da giovani in realtà sono una prerogativa della gioventù. Ci sono le preoccupazioni per lo studio, per l’andamento scolastico, per le attività del doposcuola, per le relazioni con gli amici, per la salute, per il proprio carattere… L’importante è pregare per tutto questo davanti al Gohonzon. E poi, rimanendo fedeli a se stessi, fare del proprio meglio: questa è la strada migliore per prendersi cura dei propri genitori.

Sorridere ai genitori

Prendersi cura dei genitori non significa fare qualcosa di speciale. Riguardo a questo, il Daishonin scrive a Nanjo suggerimenti concreti: «Siamo sempre attenti a procurare loro ogni sorta di cose buone o, quando è impossibile farlo, a rivolgere loro almeno due o tre sorrisi al giorno» (WND, 2, 636). Forse qualcuno può pensare: «A me non riuscirà mai…». Ma provate semplicemente a sorridere ai vostri genitori; non potete immaginare quanta felicità proveranno in cuor loro e di riflesso sentiranno ancor di più il desiderio di impegnarsi a loro volta per il bene del figlio. Riu­scire a suscitare questa reazione nei vostri genitori significa essere “giovani saggi”.
Se i genitori vi dicono: «Impegnati nello studio!», voi in ogni caso rispondete: «Sì!», e ogni tanto ringraziateli perché lavorano e si prendono cura di voi sotto ogni aspetto. Tranquillizzateli facendoli partecipi dei vostri progressi. Li farete talmente felici che non riusciranno a trattenere lacrime di gioia. Così tutte le loro fatiche verranno ripagate. «È il cuore che è importante» (La strategia del Sutra del Loto, RSND, 1, 889), il cuore che desidera far felici i genitori. Questo tipo di cuore, grazie al principio di simultaneità di causa ed effetto, farà sì che cresciate come persone di spessore e porterà felicità alle vostre famiglie.
I vostri genitori stanno lottando ogni giorno per la Legge mistica, con tutte le loro forze. Hanno vissuto insieme a me per realizzare la grande missione di kosen-rufu, la nobile opera degli esseri umani.
Ciononostante, a volte sono stati oggetto di critiche ingiuste, oppure sopportano con pazienza situazioni umilianti per il bene della Legge, degli amici e della società, offrendo la loro vita, stringendo i denti e andando avanti. Le loro azioni si basano su convinzioni ben più nobili di quelle dei personaggi famosi o potenti.
Persone grandi, anche se sconosciute, sono quelle che hanno costruito la Soka Gakkai. Esse hanno dialogato pazientemente con ogni singola persona e hanno fatto sì che la Soka Gakkai diventasse un’estesa rete mondiale di pace, cultura ed educazione.
Tutto ciò l’hanno fatto con il desiderio di accumulare fortuna per voi, continuando a sfidarsi con spirito incrollabile per aprire anche la vostra strada verso la vittoria.
Anche se non ve lo dicono, i vostri genitori per voi hanno dato la vita, hanno pregato, pregato e pregato con forza, hanno agito e lottato. Questo è il cuore di un genitore. Non vi rendete conto che ognuno di voi è avvolto e protetto dalla fede dei suoi genitori? Il loro cuore e le loro preghiere sono rivolti alla vostra salute, alla vostra crescita e alla vostra felicità.

Con un cuore grande

Membri della Divisione futuro, siate orgogliosi dei vostri genitori! Desidero che diventiate persone capaci di apprezzarli per la loro dedizione totale alla fede e alla Soka Gakkai, che li rispettano sinceramente, che nutrono gratitudine nei loro confronti e crescono come “grandi saggi” in grado di ripagare il loro debito di gratitudine.
So che fra di voi ci sono persone che hanno perso il padre o la madre, però so anche che nei vostri cuori sono sempre presenti. Recitare Daimoku davanti al Gohonzon unisce tutte le nostre vite. Anche nel caso in cui i genitori non sono membri o la relazione tra genitori e figli non va come si vorrebbe, recitate Daimoku con un cuore grande capace di desiderare la loro felicità. La cosa importante è che ognuno di voi si alzi con coraggio e prenda l’iniziativa di vivere fino alla fine con fede sempre più salda. Vincete in gioventù, e continuerete a vincere alla grande nella vita! Studiate tanto, allenate la mente, il corpo e lo spirito, e diventate grandi leader della società e di kosen-rufu. Anche se ora state affrontando sofferenze, il fatto che non vi arrendete ma, anzi, vi impegnate ancor di più, equivale a ripagare il debito di gratitudine verso i vostri genitori ed è il modo di vivere più elevato. In questo atteggiamento coraggioso brilla lo spirito della relazione tra maestro e discepolo. Mi auguro con tutto il cuore che ereditiate il cuore dei vostri genitori, lo spirito della Soka Gakkai e la relazione maestro-discepolo Soka. La mia preghiera e il mio desiderio più grande è che in futuro continuiate a vincere.
Linus Pauling jr., esperto di psicologia e figlio dello scienziato Linus Pauling, a proposito dell’educazione nella famiglia ha detto: «I bambini all’interno del contesto familiare ereditano in modo naturale il modo di pensare e gli ideali dei genitori. Questi si trasmettono sia attraverso le parole, che senza di esse. Perciò penso sia importante che i genitori conti­nui­no ad agire mantenendo saldo nel cuore il desiderio di portare avanti la pace». Le famiglie Soka danno proprio questo tipo di esempio. Toda asserì: «Assumetevi la responsabilità nella Gakkai e lottate per la gente, per la Legge e per la pace. Non esiste niente di più nobile. La pratica buddista è intimamente legata alla società e quindi assumersi una responsabilità per kosen-rufu equivale a occupare la più alta posizione sociale possibile». A una riunione della Divisione donne disse: «La riunione di oggi rappresenta una pagina di storia che sarete onorate di raccontare ai vostri mariti e figli. Se continuate ad avanzare verso la realizzazione di kosen-rufu, sono sicuro che vivrete delle vite felici». Anche se siete molto impegnate e avete poco tempo da dedicare ai vostri figli, essi percepiranno senza alcun dubbio il cuore di un genitore che lotta seriamente per kosen-rufu. Le immagini dei genitori che si dedicano agli altri rimangono incise nel cuore dei figli e col tempo diventano per loro splendidi ricordi e motivi di orgoglio. Anche io ho un ricordo che mi porto sin da bambino: la promessa che feci a mio fratello, morto in guerra.

Essere un punto di forza

Durante la guerra, i miei quattro fratelli più grandi vennero chiamati alle armi uno dopo l’altro e io, che ero malato di tubercolosi, rimasi a casa per prendermi cura dei fratelli più piccoli. Un giorno mio fratello maggiore mi disse: «Daisaku, ora rimani solo tu a casa, perciò devi sostenere la famiglia. Diventa un punto di forza per papà. E poi mi raccomando prenditi cura della mamma… Prenditi cura di loro anche da parte mia». Mio fratello partì per la guerra e non fece più ritorno. Quanto deve aver sofferto mia madre! Decisi in cuor mio di prendermi cura dei miei genitori e diventare un esempio in questo senso, in Giappone e nel mondo. Decisi anche di fare del presidente Toda il mio maestro di vita e vissi così la mia gioventù.
Il 9 maggio 1950 scrissi nel mio diario: «È passato già un anno da quando me ne sono andato di casa. I miei genitori, che sono misteriosamente legati a me per via di cause e circostanze, si sono uniti in un singolo istante delle nostre vite eterne. Hanno pagato la mia appartenenza al genere umano con dolori e ansie. Non mi dimentico mai di loro, nemmeno per un istante. Devo essere un bravo figlio prendendomi più cura di loro. Si tratta solo di aspettare» (Diario giovanile, Esperia, 32). All’epoca l’azienda di Toda versava in un momento davvero critico. In quel periodo mi ero buttato nel lavoro e nei pochi momenti liberi studiavo il Gosho e partecipavo alle attività. Avevo iniziato a vivere da solo e non riuscivo ad andare a trovare i miei genitori quanto avrei voluto ma, nonostante i numerosi impegni, non mi dimenticavo mai di pregare per la loro felicità e di prendermi cura di loro.
Il mio maestro Toda conosceva più di chiunque altro il desiderio che avevo nel cuore. Il maestro è colui che con totale concentrazione prega incessantemente per i discepoli, per le loro famiglie, per la loro crescita e per la loro vittoria.

Il maestro protegge il discepolo

Quando Nanjo, ormai cresciuto, si ammalò gravemente, il Daishonin gli scrisse questa lettera: «E voi, demoni, facendo soffrire quest’uomo, state cercando di ingoiare una spada dalla punta, o di abbracciare un gran fuoco, o di diventare acerrimi nemici dei Budda delle dieci direzioni e delle tre esistenze?» (La conferma del Sutra del Loto, RSND, 1, 984). Il Daishonin redarguisce con fermezza i demoni che fanno soffrire il suo amato discepolo. Nello stesso periodo anche il Daishonin stava lottando contro la malattia. Nichiren, senza permettere alla sua stessa malattia di fermarlo, scrisse questa lettera attingendo alle sue ultime forze e sconfisse il “demone della malattia” che tormentava il suo discepolo. Le sue parole ci trasmettono l’amore immenso e pieno di compassione del maestro verso il discepolo. Nanjo, commosso, riuscì a tirar fuori un coraggio cento volte più grande, e vinse sulla sua malattia.
Questa è la relazione tra maestro e discepolo nel Buddismo.
Il maestro Toda soleva dire ai giovani: «Adesso faccio io da bersaglio, perché desidero che voi non siate colpiti. È uno sforzo continuo, ma quello che sto facendo è guadagnare tempo [fino a quando non sarete cresciuti, n.d.r.]. Nel frattempo, impegnatevi nello studio e rafforzatevi, in modo che nel futuro possiate emergere danzando in modo solenne e realizzare kosen-rufu. La battaglia è lunga, perciò non resta che affidare tutto a voi. Fino a quel momento io continuerò ad affrontare e sopportare tutte le calunnie e le critiche, difendendovi fino alla fine». Anche io nutro gli stessi sentimenti. Kosen-rufu va affidato a voi giovanissimi della Divisione futuro. Io da solo affronterò le persecuzioni, adoperandomi per creare il tempo giusto, il momento in cui voi sarete cresciuti e vincerete, e continuerò ad aprire la strada nel mondo per voi!

Non arrendersi mai

A voi che state lottando contro la malattia, a voi che state affrontando problemi economici o di bullismo a scuola, vorrei dire: non rassegnatevi assolutamente! I benefici derivanti dalla forza della Legge mistica sono certi. Il potenziale insito nelle vostre vite è infinito. Continuate a recitare Daimoku fino alla fine e fate emergere dalle vostre giovani vite la grande condizione vitale del re leone, un attributo del Budda e, dicendovi: «Non permetterò a me stesso di arrendermi!», vincete con coraggio e ferma decisione. Io sarò sempre al vostro fianco. Io continuerò a pregare per voi. Il maestro è un leone. Di conseguenza anche i discepoli sono leoni. Vincete assolutamente per voi stessi, per i vostri genitori e per il mae­stro. Non facciamo paragoni con gli altri. Il vero vincitore è colui che ogni giorno riesce a fare anche un solo passo avanti.
Lou Marinoff, presidente dell’Associazione dei filosofi professionisti americani quando ha commentato il suo incontro con gli studenti delle scuole superiori Soka ha affermato: «Sono loro. A loro possiamo affidare il destino del mondo. Questo ho pensato quando li ho conosciuti». È l’espressione delle aspettative che nutriamo verso tutti i membri della Divisione futuro. Le personalità di spicco del mondo attendono la comparsa della Divisione futuro che guidi l’umanità verso la pace.
Nichiren scrive a Nanjo: «Un sovrano considera il suo popolo come i propri genitori» (Offerte nella neve, WND, 2, 809). I leader devono aver caro il popolo e prendersene cura, come se si trattasse dei propri genitori. Quando questo tipo di leader emergerà danzando sarà il momento in cui avremo realizzato kosen-rufu. I protagonisti siete proprio voi, membri della Divisione futuro.
Mia moglie e io per tutta la vita e per l’eternità continueremo a pregare e a proteggervi affinché ognuno di voi, nessuno escluso, in quanto “sovrani della gioventù” possiate vivere esistenze gloriose.
Invito tutti voi giovani leoni a fare vostro il motto “Non arrendersi mai!” e avanzare con gioia e allegria insieme a me! Prendetevi cura con dedizione dei vostri genitori!

Tu,
voi tutti,
brillate come Nanjo Tokimitsu
del ventunesimo secolo!

Voi che siete
i grandi combattenti del futuro
non arrendetevi adesso;
lo sforzo diverrà la vostra vittoria.

(30 luglio 2011)

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