Grazie al suo impegno nella pratica buddista e nel perseverare con azioni coraggiose nel lavoro per realizzare i suoi sogni, Cristina è riuscita ad aprire la strada nella direzione delle sue passioni
Mi avvicinai al Buddismo undici anni fa, in un momento di grande malessere interiore. Dopo varie dolorose esperienze tante mie paure si erano acutizzate e io non desideravo altro che trovare un po’ di pace. Chiesi dunque a mia cugina, che praticava da anni, qualcosa da leggere sull’argomento. Nelle parole del maestro Ikeda percepii subito una fiducia immensa, mai provata prima, e una risposta ai tanti quesiti che mi assillavano da sempre sul significato della vita.
Decisi così di sperimentare personalmente ciò che avevo letto.
La recitazione di Nam-myoho-renge-kyo mi permise subito di assaporare una gioia autentica, svincolata dalle circostanze esterne.
Piena di gratitudine nacque in me il desiderio di spalancare la vita e di capire quale fosse la mia missione nella società. Da giovane appassionata studentessa, in un anno lessi tutta La rivoluzione umana e La nuova rivoluzione umana e, ispirata dalle lotte del maestro, decisi di realizzare i miei sogni per contribuire alla pace nel mondo. Questa determinazione portò a galla tante insicurezze ma, fiduciosa che un passo alla volta le avrei superate, mi buttai a capofitto nella recitazione del Daimoku, nello shakubuku, nello studio del Gosho, nell’offerta per kosen-rufu, nell’attività con le giovani donne e nella redazione de Il Nuovo rinascimento e, con mio grande stupore, conseguii negli anni meravigliose vittorie, come una laurea triennale in Scienze della Comunicazione e poi una magistrale in Filosofia e partecipai a vari corsi buddisti europei dove strinsi forti legami di amicizia, di cui uno in Giappone, una pietra miliare per la mia rivoluzione umana. Inoltre andai a vivere per un periodo in California e poi a Londra, dove seguii un corso di giornalismo.
Mentre vincevo su tutte le mie paure tanti miei amici entrarono a far parte della Soka Gakkai e spontaneamente nel mio cuore emerse un nuovo grande sogno: diventare una giornalista internazionale per kosen-rufu.
Subito dopo la laurea riuscii ad avviare collaborazioni con le più importanti riviste femminili nazionali e feci il grande passo di aprire la partita Iva: volevo essere indipendente, forte e coraggiosa. Tuttavia arrancavo con i pagamenti.
Lessi ripetutamente le cinque linee guida eterne per l’Ikeda Kayo-kai per inciderle nella mia vita: l’unica certezza che avevo era allenarmi a essere felice a prescindere da tutto, sviluppando un cuore forte dedito a incoraggiare gli altri.
Mentre portavo avanti questa lotta mio padre si ammalò. Cercai di essere “un sole” che illumina tutto ma vedere il mio meraviglioso papà soffrire così tanto era straziante.
Ritornai alle parole di Nichiren Daishonin e del maestro Ikeda per coltivare la speranza e ritrovare la forza di andare avanti.
Papà aveva uno spirito da leone e lottò intensamente fino all’ultimo istante partecipando agli zadankai e recitando Daimoku come poteva.
La mattina dell’11 dicembre 2017, dopo quattro anni di lotta, ci lasciò nel sonno avvolto dalle nostre preghiere. Riuscii a non farmi paralizzare dal dolore e ad accompagnarlo stringendogli la mano per trasmettergli con dolcezza e amore l’eternità della vita.
Poco dopo si concluse anche una relazione sentimentale. All’improvviso fui travolta da un fiume di dolore che mi fece sentire impotente e sola.
Nonostante tutto, grazie al legame con il maestro, al costante sostegno dei compagni di fede e al desiderio di sostenere mia mamma e le giovani donne, non smisi un giorno di avanzare.
La mattina appena sveglia andavo subito davanti al Gohonzon e lì mentre i minuti passavano e la preghiera si faceva sempre più profonda e sincera, si riaccendeva una luce che, seppur flebile, non si esauriva. Inoltre leggevo ogni giorno il saggio “Lo spirito di non arrendersi” in cui Sensei afferma: «In realtà, la grande vittoria consiste, più che nel vincere, nel non lasciarsi mai sconfiggere, nel non arrendersi mai» (NR, 626, 25).
Decisi di dare una grande prova concreta nella società, per realizzare la mia missione anche per mio padre.
Il lavoro da giornalista freelance non decollava ed economicamente non riuscivo a stabilizzarmi. Recitai ore e ore di Daimoku per illuminare tutta la mia sofferenza e mi impegnai ancora di più per aprire ogni giorno la vita: dialoghi sul Buddismo per trasformare alla radice la mia condizione vitale e azioni coraggiose nel lavoro per aprire la strada nella direzione delle mie passioni.
Attraverso questo costante ritmo nel giro di tre anni l’impossibile diventò possibile: riuscii a iscrivermi all’Albo dei giornalisti; avviai una collaborazione con una bellissima rivista internazionale proprio come avevo promesso a Sensei e l’anno scorso ho realizzato un mio personale progetto a cui lavoravo da anni: un magazine femminile online dedicato alla sostenibilità nell’ambito della cultura, della moda, dell’arte e della parità di genere. L’ho chiamato Bloom as you are, “Fiorisci per quello che sei”, ispirandomi al principio buddista che ognuna di noi è un fiore unico e meraviglioso che può brillare per le sue ineguagliabili qualità.
E infine, pochi giorni prima del 16 marzo di quest’anno, ho ricevuto una proposta per un incarico di lavoro dove mi sarei dovuta occupare di temi legati all’Agenda 2030, giovani, Europa, pari opportunità: tutto ciò che custodivo come sogno nel cuore.
Il 4 maggio ho firmato il contratto e, piena di gratitudine nel potermi dedicare a ciò che amo avendo una solida base economica, ho scritto a Sensei promettendogli che mi sarei impegnata al massimo e che avrei continuato a formarmi anche a livello accademico.
Qualche giorno dopo ho scoperto di un corso dedicato agli SDGs indetto dall’Università di Siena e da ASviS (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile) al quale mi sono candidata con una presentazione dal titolo: “Liberare tutto il proprio infinito potenziale”.
Poche settimane fa mi hanno comunicato che sono stata ammessa con una borsa di studio! Ora il mio sogno è di allargare la mia famiglia per kosen-rufu, far crescere tanti successori e migliorare sempre più nel mio lavoro per realizzare un mondo sostenibile in cui ogni essere vivente possa vivere felice.