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"Felicità eterna", estratti dalle puntate 44, 45, 46, 47, 48 - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:35

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“Felicità eterna”, estratti dalle puntate 44, 45, 46, 47, 48

«Se potessi, scriverei una lettera di apprezzamento e incoraggiamento a ognuno di voi. Ma sono una persona sola e c’è un limite fisico a quello che posso realizzare. Così ogni giorno scrivo una puntata de La nuova rivoluzione umana. È la mia lettera quotidiana a tutti voi» (D. Ikeda)

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«Se potessi, scriverei una lettera di apprezzamento e incoraggiamento a ognuno di voi. Ma sono una persona sola e c’è un limite fisico a quello che posso realizzare. Così ogni giorno scrivo una puntata de La nuova rivoluzione umana. È la mia lettera quotidiana a tutti voi» (D. Ikeda)

Nella narrazione, l’autore, Daisaku Ikeda, rappresenta se stesso con lo pseudonimo Shin’ichi Yamamoto

[44] Alla fine salì sul palco il patriarca Nittatsu, per la Nichiren Shoshu. Dopo aver espresso la preoccupazione che i dissapori fra clero e Soka Gakkai divenissero oggetto di scherno da parte della gente, distruggendo tutta la comunità dei fedeli, dichiarò solennemente: «Partendo dalla premessa che la Soka Gakkai realizzi concretamente le linee concordate oggi, per quanto concerne lo scompiglio venutosi a creare, desidero che qui si ponga fine a ogni cosa e che, evitando ogni calunnia o maldicenza reciproca, vi impegniate a fondo per la realizzazione dell’ideale unità fra preti e laici». Il patriarca ribadì a conclusione del suo intervento che non si doveva più guardare al passato e, puntando alla realizzazione di una vera unità fra clero e laici, auspicò fortemente che la Soka Gakkai proteggesse la Nichiren Shoshu. Così ebbe termine la riunione commemorativa del quarantottesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai, e con essa avrebbero dovuto aver fine anche gli attacchi da parte del clero.
L’evento era stato pensato a questo scopo. Purtroppo però, a causa delle trame ordite, insieme ad alcuni preti malvagi, dall’avvocato Tomomasa Yamawaki che in preda all’avidità di denaro aveva abbandonato e tradito la Soka Gakkai, le macchinazioni proseguirono.
Persino in una situazione del genere la Soka Gakkai cercò di concentrare tutte le energie a favore dell’armonia fra preti e laici, affrontando ogni singola questione con la massima sincerità. Il 18 novembre, undici giorni dopo, presso il Centro culturale di Arakawa si tenne la riunione dei responsabili di centro.
Durante il suo intervento, Shin’ichi fece questo annuncio: considerando che il 1979, l’anno successivo, avrebbe segnato l’ultimo rintocco delle “sette campane”[ref]Una visione che scandisce la storia della Soka Gakkai, dalla sua fondazione nel 1930, in sette periodi di sette anni ciascuno (vedi Il mondo vi attende, esperia, pagg. 146-7)[/ref], puntando al duemila, anniversario del settantesimo, come prossimo grande obiettivo la Soka Gakkai avrebbe aperto un nuovo cammino scandito ogni cinque anni da un grande avanzamento. Questa riunione costituiva la vera partenza per kosen-rufu nel mondo, che dava il via a questo viaggio verso il nuovo secolo per la costruzione di un grande movimento di pace. Ad attenderla vi era un mare tempestoso; ma il cuore dei compagni di fede della Soka Gakkai si apriva a una grande speranza ed era colmo di infinito coraggio. Nel cuore di coloro che vivono per una missione risplende sempre un radioso arcobaleno.

[45] L’agenda di Shin’ichi anche nel mese di novembre era fittissima ma, nonostante gli innumerevoli impegni, egli continuò a scrivere i testi delle canzoni della Gakkai. Sul quotidiano Seikyo del 9 novembre venne annunciata la canzone del gruppo guide personali, intitolata Eterna primavera, e il giorno successivo ne furono pubblicati il testo e lo spartito. Il gruppo guide personali era composto da persone in età matura che avevano accumulato molta esperienza come responsabili dell’organizzazione, e la loro missione fu poi ereditata dal gruppo Molti Tesori. […]
La forza dell’incoraggiamento e delle guide personali date con impegno costante ha avuto un’importanza decisiva nel grande sviluppo della Soka Gakkai.
Se paragoniamo la Gakkai al corpo umano, l’organizzazione ne rappresenta l’ossatura, mentre le guide personali e gli incoraggiamenti sono come i vasi sanguigni che diffondono il calore del sangue in tutto il corpo.
Grazie a questi incoraggiamenti, tutti i membri della Gakkai sono progrediti con sempre maggiore vitalità e ricchezza interiore.

[46] L’organizzazione non è altro che una rete di interrelazioni tra le persone, e quando si creano legami di rispetto e di fiducia reciproci la forza di quest’unione si intensifica. D’altra parte è evidente che, ai fini del buon funzionamento dell’organizzazione, i responsabili centrali di settore e capitolo devono partecipare alle varie riunioni programmate e occuparsi di molte altre cose, e non riescono a trovare il tempo per dare anche guide personali.
In queste circostanze, i membri anziani che per lungo tempo hanno avuto delle responsabilità nell’organizzazione e hanno accumulato esperienza sia nella pratica buddista che nella vita personale, sostenendo i responsabili delle varie divisioni e concentrando le loro energie nelle guide personali, possono sicuramente incoraggiare numerosi compagni di fede, aiutarli a riprendere fiducia in se stessi basandosi sulla fede e a far crescere tante persone capaci che contribuiscano al conseguimento di kosen-rufu. Le persone che hanno fatto tesoro di tante esperienze costituiscono per ogni membro delle “funi di salvataggio nella fede”, e per la Gakkai possono essere paragonate a delle salde radici che sostengono il movimento di kosen-rufu.
Per questo Shin’ichi un tempo si era riferito al gruppo guide personali come alla “Croce Rossa di kosen-rufu“. Affinché i membri della Gakkai possano dedicarsi alla pratica buddista con gioia e diventare felici, è necessaria una rete di persone che possano sostenere con i loro incoraggiamenti tutti i membri, senza tralasciare nessuno. Gli “anziani nella fede” costituiscono l’asse portante di questa rete.
Se i membri della Gakkai, grazie a tali incoraggiamenti, si risvegliano alla loro missione di contribuire alla società ed estendono a loro volta questa rete di sincerità e amicizia in ogni angolo della comunità, allora questa diverrà una “rete di sicurezza” della società, capace di proteggere il cuore della gente.
I membri del gruppo guide personali, sforzandosi quotidianamente di incoraggiare gli altri, costituiscono senz’altro un grande punto di forza per la risoluzione di problemi che attanagliano la società contemporanea, quali l’isolamento o i conflitti tra le persone. Shin’ichi descrisse così le nobili attività e lo spirito di dedizione di questi membri:

Anche in quella terra così lontana
siamo accorsi ad abbracciare i nostri amici
camminando e piangendo insieme.

Condividendo il dolore e l’incoraggiamento la luce dell’umanesimo risplende. Grazie a queste azioni sgorga il coraggio nel cuore dell’altro e si intessono i legami tra le persone.

[47] Come buddista e come essere umano, Shin’ichi desiderava che i membri del gruppo guide personali potessero completare in modo magnifico la loro esistenza, che fino all’ultimo giorno di vita fossero pronti a lottare e a sforzarsi con entusiasmo per la causa di kosen-rufu proprio come fece il fondatore e primo presidente Tsunesaburo Makiguchi.
Il modo in cui si vivono gli ultimi anni di vita rappresenta il coronamento, il bilancio finale dell’esistenza umana. Pur avendo lottato strenuamente e sormontato ostacoli e difficoltà dedicandosi con tutte le forze alle attività nella Divisione giovani, se in età avanzata si indietreggia nella determinazione di conseguire kosen-rufu, non si potrà portare a termine la vita assaporando una grande vittoria. Nichiren Daishonin incoraggia: «Sviluppa sempre più la tua fede fino all’ultimo momento della tua vita, altrimenti avrai dei rimpianti» (Lettera a Niiike, RSND, 1, 911).
Molti membri con l’avanzare dell’età lasciano le loro responsabilità centrali alle generazioni più giovani, il che è importante per rinvigorire l’organizzazione. Ma se con il passaggio di responsabilità si comincia a pensare: «D’ora in poi è sufficiente che siano i giovani a darsi da fare» e si perde l’entusiasmo per le attività della Gakkai, lasceremo che le funzioni demoniache prendano il sopravvento nel nostro cuore. Qualunque sia la nostra posizione, è fondamentale sintonizzarsi sempre con le figure centrali dell’organizzazione e agire individuando ciò che possiamo fare per contribuire a kosen-rufu.
È necessario continuare a intraprendere sempre nuove sfide, determinando ogni volta che quello è il nostro momento decisivo: ecco qual è lo spirito della Gakkai. Più andiamo avanti con l’età e più riusciremo a trovare del tempo libero da dedicare alle guide personali, ai dialoghi sul Buddismo, e a tutte quelle azioni che ci porteranno a contribuire alla comunità e ad ampliare le nostre reti di amicizia. Le ricche esperienze di vita accumulate nel corso degli anni, che comprendono anche gli eventuali insuccessi, si trasformano in grandi capacità quando si tratta di incoraggiare altre persone o di parlare del Buddismo. Attraverso la fede possiamo utilizzare al meglio qualunque cosa abbiamo vissuto. E anche se non dovessimo essere molto attivi fisicamente, potremo comunque incoraggiare gli altri con una telefonata o una lettera. Possiamo inoltre recitare Daimoku per la felicità dei nostri amici.
Non c’è bisogno di stancarsi eccessivamente, la cosa importante è non dimenticare la decisione di lottare. Nella vita e nella società ogni cosa è mutevole ed effimera, ma vivendo con tutto il nostro impegno per la causa di kosen-rufu insieme ai compagni di fede e serbando sempre questa promessa, potremo assaporare un’esistenza pervasa dalle quattro virtù di eternità, felicità, vero io e purezza, basata sulla grande Legge della vita.

[48] Nichiren Daishonin afferma: «Recita Nam-myoho-renge-kyo con un’unica mente ed esorta gli altri a fare la stessa cosa; questo resterà il solo ricordo della tua vita presente in questo mondo umano» (RSND, 1, 58). Impegnarsi nella pratica per sé e per gli altri, desiderare sinceramente la felicità delle persone, insegnare il Buddismo e incoraggiare gli amici: qui il Daishonin afferma che questo sarà il solo ricordo della nostra vita presente in questo mondo umano. Siamo in grado di realizzare la grande impresa di kosen-rufu e di parlare di Buddismo agli altri adempiendo così la nostra missione di Bodhisattva della Terra proprio perché, essendo venuti al mondo come esseri umani, abbiamo incontrato il corretto insegnamento. Se ci risvegliamo a questa consapevolezza non possiamo che provare una gioia indescrivibile nel partecipare alle attività della Soka Gakkai.
A quante persone riusciamo a trasmettere la Legge mistica facendo nascere nel loro cuore una forte determinazione, quante persone di valore siamo in grado di far crescere? Da ciò deriva il supremo senso di appagamento e l’inestimabile tesoro della vita che brillerà per l’eternità. La gratitudine che si esprime in parole come: «La felicità che provo ora la devo a quella persona che ha continuato a farmi visita per incoraggiarmi», oppure: «Sono determinato ad alzarmi e a lottare grazie all’incoraggiamento che ho ricevuto da quella persona», rappresenta il vanto dei valorosi eroi di kosen-rufu.
Shin’ichi nutriva grandi aspettative nei confronti del gruppo guide personali. Immaginando il futuro del Giappone, ad attendere il paese vi era una società caratterizzata da una tendenza demografica all’invecchiamento mai vista prima. Oltre ai problemi legati alle pensioni, al lavoro e all’assistenza agli anziani, un tema di grande importanza per le persone sarebbe stato il senso da dare alla propria esistenza, e quale concezione della vita e della morte coltivare per poter trascorrere un’esistenza gioiosa e creativa. In altre parole, il punto cruciale era quale atteggiamento assumere nel proprio cuore.
L’esempio di questi compagni anziani nella fede, che con gioia si impegnavano al massimo per gli amici e per la comunità coltivando il Buddismo come filosofia di vita, sarebbe stato sicuramente un modello per le persone in età avanzata.

(continua)

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