18.358 visitatori, tutta la regione Emilia Romagna unita da un obiettivo comune: disarmarci nel cuore per creare un’onda di pace
Bologna – Dall’11 ottobre al 3 novembre le porte di Palazzo D’Accursio, sede del comune di Bologna nel centro storico della città, si sono spalancate alla pace internazionale per ospitare la mostra “Senzatomica. Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari”. 18.358 i visitatori, 122 le scuole e poi reading, spettacoli di musica e danza, flash mob, dialoghi con i cittadini, incontri con gli studenti universitari: la città è stata costellata di iniziative dedicate al disarmo nucleare e prima di tutto interiore.
All’inaugurazione era presente il sindaco Virginio Merola. «Questo tema sembra lontano – ha affermato il primo cittadino bolognese – ma, visitando la mostra, possiamo renderci conto di come invece abbia colpito duramente in passato; non dobbiamo permettere che ciò accada ancora». Sono intervenuti anche Michele Di Paoloantonio, presidente IPPNW, Andrea Bottai, vice direttore IBISG, Gian Piero Siroli, membro del Pugwash, Daniele Santi, segretario generale Senzatomica e, in rappresentanza dell’Università di Bologna, il prorettore Roberto Nicoletti secondo il quale «il tema del disarmo è molto vicino all’università che in secoli di storia ha visto convivere in pace studenti di diversa provenienza sociale e geografica». Presenti anche i Modena City Ramblers e Paolo Fresu che, accompagnato dalla chitarra di Alberto (Bebo) Ferra, ha suonato dal vivo.
Tre settimane di fermento non solo per il capoluogo emiliano, ma per tutta la regione Emilia Romagna che ha visto al centro delle attività svolte un solo obiettivo comune: disarmarci nel cuore per creare uniti un’onda di pace.
Senzatomica Bologna ha riscosso un grande successo anche tra i sindaci di altri comuni della regione e personaggi dello spettacolo decisi nel sostenere e diffondere il messaggio della campagna.
La mostra si è quindi conclusa il 3 novembre con la conferenza “Armi nucleari, una minaccia al futuro della vita. È possibile una scelta di pace?”. Sala Borsa, luogo conosciuto storicamente come baricentro della vita cittadina bolognese, ha accolto l’evento. Ospiti Vito Mancuso, teologo italiano, e Alessandro D’Alessandro, in rappresentanza dell’Istituto Buddista, moderati da Enza Pellecchia, vice direttore del Centro interdisciplinare di scienze per la pace dell’Università di Pisa. D’Alessandro, docente in storia della filosofia, ha affermato, citando Daisaku Ikeda: «Le armi nucleari sono un atto di barbarie che calpesta la vita». In questo senso Ikeda ha portato avanti il desiderio del suo maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda: noi cittadini del mondo abbiamo diritto alla vita e per proteggere questo dobbiamo far crescere una cultura di pace, riconoscendo che prima di tutto va sconfitto il male che esiste dentro di noi. Vito Mancuso ha quindi argomentato la sua tesi sostenendo che «Il ruolo delle religioni e della spiritualità è di disarmarci interiormente. Pace non è solo assenza di guerra, ma ricerca attiva quotidiana di armonia interiore dentro di noi. La pace nel mondo si crea grazie alla capacità di sorridere. Lavorare la pace quindi significa prima di tutto essere pace».
Cristina Provenzano e Cristina Ropa
Da una Proposta alle soluzioni
Attraverso la Proposta di pace 2013 di Daisaku Ikeda, un gruppo di accademici ha compiuto un primo passo per elaborare soluzioni creative da proporre alla società, che vedono al centro un processo di trasformazione interiore
Firenze, Centro culturale – Sabato 9 novembre si è svolta la prima giornata di riflessione su “Compassione, saggezza e coraggio. Costruire una società globale di pace e coesistenza creativa” dalla Proposta di pace 2013 di Daisaku Ikeda. La giornata è stata promossa dal gruppo degli accademici delle relazioni esterne dell’Istituto e ha visto la partecipazione di tredici invitati dal mondo accademico e artistico.
Lo scopo della giornata è stato quello di dar seguito al desiderio espresso nella Proposta di pace di realizzare un’ampia condivisione, tra culture ed esperienze diverse, di “una comune consapevolezza dei problemi immediati” e delineare soluzioni creative da proporre alla società civile, a partire dalla condivisione di un’educazione ai diritti umani che attraversi e pervada tutte le discipline e le arti.
È stata una riunione perfetta, dove soprattutto l’accoglienza e il calore umano hanno consentito a tutti di esprimersi e di ragionare liberamente intorno ai temi della Proposta di pace.
In particolare, nel corso della giornata, gli spunti e il contesto filosofico-spirituale della Proposta di pace hanno fornito un riferimento prezioso per la discussione che ha affrontato innanzitutto il problema della conoscenza della realtà e dei possibili strumenti di interazione. Il ruolo della lingua in questa fase di trasformazione è cruciale. Le parole ricorrenti per la ridefinizione di un diverso linguaggio sono state: “partecipazione, nuovo umanesimo, conoscenza, accoglienza, dialogo, parola, arte pubblica, comunità, consapevolezza, dal particolare all’universale, nuovo umanesimo”.
Inoltre si è discusso di come valorizzare la diversità culturale, di come porre l’educazione al centro dei nuovi processi relazionali, soprattutto nello sviluppare la disponibilità allo scambio e nel comprendere le difficoltà della differenza attraverso un processo di trasformazione interiore.
Alla fine della giornata tutti i partecipanti hanno espresso il desiderio di rivedersi per proseguire il cammino aperto.
Guido Giordano
Quattro redazioni, un’unica voce
«Cosa devo fare per diventare felice? È importante migliorarsi e avere l’atteggiamento di imparare sempre qualcosa dagli altri. Non si tratta di essere “meglio” o “peggio”, semplicemente siamo tutti diversi e da ogni persona possiamo imparare. Solo se miglioriamo noi stessi possiamo aiutare anche gli altri». Queste le semplici parole con cui Tamotsu Nakajima, direttore generale dell’Istituto Buddista Italiano, ha accolto i collaboratori di Buddismo e Società, Esperia, Il Nuovo Rinascimento e Il Volo Continuo, che si sono riuniti al Centro culturale di Firenze il 23 novembre per la riunione nazionale delle redazioni. «Tutti noi abbiamo lo stesso maestro – ha proseguito Nakajima abbiamo le sue guide. Il punto è come le stiamo mettendo in pratica nella vita quotidiana. Bisogna riflettere bene sul nostro comportamento. Tutto dipende da cosa decidiamo di fare e da quanto riusciamo a mantenere la nostra decisione. Spesso ci scegliamo “su misura” una parte dell’insegnamento, e ciò che non ci piace lo scartiamo. Solo basandoci sulla fede riusciamo a mettere in pratica davvero ciò che il maestro dice».
In seguito l’appassionante esperienza di Martina, illustratrice di numerose copertine del Nuovo Rinascimento e da poco tempo anche editrice in proprio di libri illustrati, ha dato prova di cosa significhi lottare per realizzare i propri sogni rimanendo coerenti con se stessi e con l’insegnamento del Daishonin.
E se nella vita, come nell’attività, emergono ostacoli ha concluso Nakajima ricordiamoci due semplici parole che fanno emergere dalla nostra vita l’atteggiamento adatto a trasformarli: «Grazie, cambio».
I pionieri del Molise
Il 24 novembre si è svolta nelle Officine della cultura di Isernia la quarta riunione regionale del Molise, un’occasione per approfondire il tema dei benefici della pratica buddista, gli incoraggiamenti di Ikeda e le esperienze, ritrovandosi con i compagni di fede, i responsabili regionali e i nuovi membri. Vivacità e calore sono state le percezioni diffuse in ognuno durante questo incontro, deciso tra tante difficoltà. Il Molise sta crescendo, è terra di pionieri, un settore in due province, ma la determinazione di vincere è stata incrollabile. È stato superato l’obiettivo dei cento partecipanti, che in una regione di sessanta membri è un’ambizione forte: le centodieci persone presenti sono state la prova concreta di una nuova era di kosen-rufu anche in questa terra. Prezioso il contributo e l’impegno delle città di Isernia, Campobasso e Termoli, in unità per creare relazioni armoniose e porre le cause necessarie per realizzare qualsiasi grande risultato. Con questo slancio di fiducia nel cuore e uno spirito coraggioso, il Molise ha lanciato la sua determinazione di essere nella nuova epoca un faro di kosen-rufu per tutta l’Italia.
Paola Pediconi
I Centri culturali europei della SGI aperti per un giorno al pubblico
Germania, Francia e Regno Unito sono stati protagonisti nei mesi di agosto e settembre di una giornata di apertura straordinaria al pubblico dei Centri culturali della SGI: 17 agosto a Francoforte, l’8 settembre a Villa Sachsen, 14 e 15 settembre a Trets, 15 settembre Taplow Court.
I visitatori hanno potuto assistere a eventi musicali ed esibizioni, godere di vari buffet, partecipare a giochi ed escursioni, ma anche all’ascolto “in diretta” della recitazione del Daimoku. Coloro che desideravano approfondire l’argomento hanno potuto poi prendere parte a conferenze e sessioni di domanda a risposta.
L’elemento comune in tutte e quattro le occasioni è stata la mostra intitolata “Compassione, saggezza e coraggio: costruire una società globale di pace e coesistenza creativa” ispirata alla Proposta di pace del 2013 di Daisaku Ikeda.
La solidarietà londinese non ha confini religiosi
Presso il Museo ebraico di Londra, l’8 settembre 2013 si è svolta una notte di solidarietà interreligiosa a cura di alcuni membri londinesi della SGI. Accompagnata da cibo e musica, la serata è nata per sostenere la HPA (Health Poverty Action), un’organizzazione che agisce a livello internazionale e che si occupa della salute di chi è socialmente emarginato e vive in uno stato di povertà. Artisti indi, ebrei, buddisti e non solo, insieme per dimostrare che quando più credo religiosi si uniscono si può fare qualcosa di importante, come sostenere la costruzione di una clinica in Sierra Leone. Evento interreligioso e internazionale anche sotto il profilo gastronomico, grazie al banchetto allestito con specialità provenienti da Polonia, Italia, Giappone, America e Angola.
Esperia presenta il primo volume della nuova edizione de La saggezza del Sutra del Loto, la serie di dialoghi in cui Daisaku Ikeda ci introduce alla comprensione di un testo fondamentale del Buddismo mahayana, in cui si afferma che la condizione di Budda è eterna e accessibile a ogni persona. Il testo prende in esame i profondi significati simbolici del sutra, offrendone un’interpretazione estremamente attuale con l’intento di aprire nuove prospettive al genere umano all’alba del terzo millennio. Come afferma l’autore, «il Sutra del Loto gode della fama di sommo fra i numerosissimi sutra buddisti […]. Esso descrive il grande universo in continua trasformazione e contemporaneamente parla dell’infinito potenziale racchiuso in un singolo istante di vita».
Il primo volume affronta i capitoli che vanno dal primo (“Introduzione”) all’undicesimo capitolo (“L’apparizione della torre preziosa”). Nel corso del 2014 seguiranno gli altri due volumi che completeranno la nuova edizione.
D. Ikeda, La saggezza del Sutra del Loto, vol. 1, Esperia Edizioni, 504 pagine, € 13,00.
2014:
il programma delle riunioni di tutto l’anno
Le riunioni di discussione
Gennaio 9 e 23
Febbraio 6 e 20
Marzo 6 e 20
Aprile 3 e 17
Maggio 8 e 22
Giugno 5 e 19
Luglio 3 e 17
Settembre 4 e 18
Ottobre 2 e 16
Novembre 6 e 20
Dicembre 4 e 11
Il programma dello studio mensile per il primo semestre
Gennaio
I tre maestri del Tripitaka pregano per la pioggia (RSND, 1, 531)
Febbraio
L’arco e la freccia (RSND, 1, 585)
Marzo
La voce pura e risonante
(RSND, 1, 291)
Aprile
Curare la malattia (RSND, 1, 985)
Maggio
Il Daimoku come seme della Buddità (RSND, 2, 755)
Giugno
Risposta alla madre di Ueno
(RSND, 1, 951)