Coraggio, speranza e vittoria sono stati i temi al centro del corso nazionale della Divisione donne che si è tenuto a Roma il 21 e 22 aprile. Un incontro breve, ma di grande intensità che ha visto la partecipazione di responsabili da tutta Italia
«Facendo mio il cuore del maestro mi impegnerò con tutte le mie forze nell’incoraggiare ogni singolo membro affinché possa essere felice dedicandosi a kosen-rufu». Con questa promessa al presidente Ikeda, già sottoscritta a Cecina e ora ribadita da trecento responsabili di centro e territorio provenienti da ogni parte d’Italia, si è aperto a Roma il corso nazionale della Divisione donne. «Impegnarsi a mantenere una promessa di questo tipo ci rende più forti – ha sottolineato Marta Bonomo -, ci permette di vivere costantemente vicino al cuore del maestro senza farci sconfiggere dalle difficoltà personali più insidiose. Inoltre, questo tipo di decisione coraggiosa ci porta naturalmente a creare unità e a manifestare la saggezza e la compassione necessarie per aiutare gli altri. Il nostro obiettivo adesso è creare un’organizzazione veramente accogliente, piena di incoraggiamento reciproco, nella quale ogni persona possa sperimentare i benefici della pratica e sentire il sostegno dei responsabili nei momenti di difficoltà. In un’organizzazione così, lo spirito di ricerca e dell’offerta si diffondono naturalmente. Non si tratta di numeri, ma del successo nella rivoluzione umana di ogni singola persona. Per fare questo la prima cosa è cambiare il nostro cuore, migliorarci continuamente cercando di avvicinarci sempre di più al punto di vista del maestro, mettendo in pratica ciò che dice. Determiniamo quindi cosa realizzare nel nostro ambito di attività ripartendo da noi stesse, facendo noi per prime “il cambiamento che vorremmo vedere negli altri”. Con questo atteggiamento potremo rinnovare il nostro senso di responsabilità consolidando le fondamenta della nostra organizzazione».
«Negli ultimi due anni – ha esordito Asa Nakajima – il presidente Ikeda si sta dedicando intensamente a scrivere la Nuova rivoluzione umana per trasmettere lo spirito originale di Nichiren Daishonin con grande profondità, per chiarire fino in fondo come praticare, come fare attività per gli altri, come incoraggiare le persone. La SGI italiana sta crescendo molto, e per questo diventa sempre più importante creare unità tra di noi e allo stesso tempo approfondire la relazione con il maestro. Sensei scrive: “Eterna vincitrice è colei che mantiene fino in fondo la promessa”. Maestro e discepolo sono uniti perché condividono lo stesso voto di salvare le persone, perché decidono di combattere e di vincere per la felicità della gente comune e per la pace e la sicurezza del paese».
Entrando poi nel merito degli obiettivi di quest’anno, Asa ha sottolineato: «Consegnare due Gohonzon per gruppo significa aumentare le persone felici. In questo senso anche gli abbonamenti sono importantissimi, perché le nostre riviste ci trasmettono il cuore del maestro, ed è fondamentale che ogni persona possa studiare il Gosho e approfondire direttamente il legame con il presidente Ikeda. Anche l’offerta è una questione di fede, esprime la nostra riconoscenza per l’organizzazione grazie alla quale abbiamo potuto incontrare il Gohonzon e trasformare il nostro karma. Spesso i membri non partecipano solo perché i responsabili non trasmettono loro il significato dell’offerta, eppure Nichiren Daishonin spiega chiaramente che la vera felicità dipende dai tesori del cuore: coltivare un cuore generoso è la sola via per costruire uno stato vitale indistruttibile.
«La nostra missione è trasformare il karma in questa esistenza e infondere speranza agli altri mostrando la prova concreta del nostro cambiamento. Recitiamo Daimoku, quindi, per accendere la speranza nel cuore delle persone, con la consapevolezza che tutto comincia da noi. Sensei ci esorta a utilizzare questo momento di crisi per diventare più forti, decidendo: “Qualunque cosa accada, non abbandonerò mai il Gohonzon”.
«Il pensiero pessimista è il vero nemico da combattere dentro di noi: con un forte Daimoku possiamo rompere questa oscurità e far scaturire la gioia di poter incoraggiare tutti. Incontrare il Gohonzon è difficile, ci sono tante persone che stanno aspettando la nostra decisione. Inoltre, fare shakubuku è un’occasione preziosa prima di tutto per noi, per trasformare il nostro karma. Attualmente – ha concluso Asa – le giovani donne stanno consegnando tanti Gohonzon: come Divisione donne, sosteniamole e collaboriamo con loro, camminando insieme sulla stessa strada».
La responsabile europea Suzanne Pritchard ha dedicato il suo intervento all’approfondimento del significato della frase «Desiderano con tutto il cuore vedere il Budda» (SDL, 302), che recitiamo ogni giorno in Gongyo, mentre Maria Lucia De Luca e Giovanna Lerose hanno letto e commentato alcuni passaggi fondamentali della Proposta di pace del presidente Ikeda di quest’anno.
Dopo la proiezione di un video che ha commosso fino alle lacrime la platea riportando le testimonianze dei membri vittime del terremoto e dello tsunami in Giappone, Maki Okano ha parlato della gratitudine e dello spirito dell’offerta.
«La conclusione cui sono arrivata dopo tanti anni di pratica è che ciò che più influenza e determina la fortuna nella nostra vita è la gratitudine. Se iniziamo la giornata con entusiasmo pensando: “Che gioia, anche oggi posso impegnarmi come inviata del Budda!” da questo spirito scaturiscono grandi benefici. Se invece ci lamentiamo e siamo pessimisti, cancelliamo tutta la fortuna accumulata. Tutti noi abbiamo un enorme debito di gratitudine nei confronti del maestro, della Soka Gakkai, dei compagni di fede e di tutte le persone che ci circondano. Sensei afferma che la gratitudine è il trampolino di lancio che ci fa superare le barriere del piccolo io e ci permette di avanzare senza limiti. Risvegliamo quindi questo cuore colmo di apprezzamento e miriamo al 9 giugno portando quanti più amici possibile alla riunione di discussione».
«Dopo questo video – ha commentato Anna Conti – si prova una profonda gratitudine per i membri del Tohoku, perché grazie alla loro lotta per risollevarsi anche noi stiamo ricevendo questi potenti incoraggiamenti di sensei a trasformare qualunque veleno in medicina: quando decidiamo così, dalla nostra vita scaturisce un potere inimmaginabile. Se non riusciamo a risolvere una situazione, il blocco è sempre dentro di noi, dobbiamo lottare contro la nostra oscurità che ci impedisce di credere in questo potere inesplorato che esiste nella nostra vita. È per questo che abbiamo incontrato il Gohonzon.
«Innanzitutto rinnoviamo quindi la promessa di non tradire mai questo infinito potenziale della nostra vita, di dargli il massimo valore, di credere che valiamo ancora di più. La promessa che abbiamo fatto al presidente Ikeda parte dalla promessa a noi stesse di manifestare la Buddità che c’è in noi! Ma, per riuscirci, è necessario riconfermarlo ogni volta. Se invece pensiamo: “Questo già lo so”, diamo spazio all’arroganza e blocchiamo la nostra crescita.
«Nelle tre linee guide rivolte ai membri di Fukushima, (cfr. NR, 485, 20) sensei incoraggia a recitare Daimoku con tutte le forze per far rinascere la speranza non soltanto nella nostra vita, ma anche in quella degli altri. Daimoku è allo stesso tempo per sé e per gli altri, Daimoku e shakubuku hanno la stessa importanza. Makiguchi, ad esempio, non appena i nuovi membri ricevevano il Gohonzon li portava con sé a fare shakubuku, affinché anch’essi iniziassero subito a trasformare il loro karma.
«Il presidente Ikeda afferma che per vincere “dobbiamo sforzarci, usare il nostro ingegno e lavorare più di chiunque altro”. Con il Daimoku bisogna far emergere la saggezza del Budda e poi agire con coraggio, prendere continuamente decisioni. Noi donne abbiamo tanti impegni, ci vuole saggezza per sentire di volta in volta qual è la priorità, senza trascurare nulla. Nessun aspetto della vita è separato dalla realtà fondamentale: i figli, le amicizie, il lavoro, l’attività… quindi è importante pregare con questa apertura, tirando fuori la saggezza per decidere in ogni momento qual è l’azione che crea maggior valore.
«In una recente puntata della Nuova rivoluzione umana, Shin’ichi incoraggia alcuni minatori che hanno perso il lavoro con queste parole: “Adesso è il momento decisivo di manifestare tutto il potere della fede. Il Daimoku deve diventare la priorità. Con una fede di questo tipo riuscirete a trasformare il veleno in medicina” (NR, 488, 23). Sensei riesce a trasmettere una convinzione incrollabile. Ma noi, come possiamo trasmettere la stessa convinzione? Come responsabili dovremmo recitare Daimoku prima di incontrare una persona e continuare a farlo anche in seguito – ha affermato ancora Anna – mantenendo il contatto con lei, perché la sua vittoria è la nostra vittoria. Ad esempio, per risolvere nel lavoro bisogna recitare Daimoku fino in fondo e poi fare azioni coraggiose basate sulla saggezza; sono necessari “una forte preghiera, un attento esame e un’azione coraggiosa” (NR, 488, 24). Certo per fare questo ci vuole forza vitale, e una persona che ha perso il lavoro tende a perdere anche la forza vitale. Quindi, per noi responsabili è necessaria una forte preghieraper risvegliare il coraggio e infondere fiducia nel cuore di queste persone. Il nostro scopo, come dice lo slogan del corso, è manifestare speranza e coraggio, noi per prime».
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«Un corso meraviglioso, intenso e profondo. “Anelare a vedere il Budda”: “anelare” è più forte che desiderare o sperare… vedere la Buddità nella mia vita e in quella degli altri… Io non riesco mai a credere che sono un Budda, e sono determinata a fare un’esperienza su questo!»
Lucia Brongo
«Si riscopre ogni volta la meraviglia di questa Legge che ci permette di aprire il nostro cuore e arrivare al cuore degli altri.
Possiamo volare alto, anche nell’attività, oltre i limiti che mettiamo con la nostra mente»
Silvia Suzude
«È bellissimo poter ricominciare da capo, tornare alla fede. Se cambi lo sguardo cambia tutto»
Armelle Greco
«Una grande capacità di concentrare temi importanti in pochissimo tempo, senza autocelebrazioni. Un corso molto propositivo, volto al futuro. È stato importante pronunciare la nostra promessa a sensei ad alta voce, tutte insieme: «Facendo mio il cuore del maestro mi impegnerò con tutte le mie forze nell’incoraggiare ogni singolo membro affinché possa essere felice dedicandosi a kosen-rufu». È importante sapere che ci sono tante altre persone che si stanno sforzando nella stessa direzione»
Teresa Caldarola
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9 giugno: giorno della Divisione donne italiana
Le donne commemorano questa data portando il loro gioioso contributo nella prima riunione di discussione di questo mese, per far conoscere a più persone possibile la prova concreta della pratica buddista.
Il 9 giugno è anche il decimo anniversario della scomparsa di Amalia Miglionico (Dadina), la prima persona che ha iniziato a praticare in Italia negli anni Sessanta e che ha dedicato tutta la vita allo sviluppo del movimento di kosen-rufu nel nostro paese.