18. In che modo il Gohonzon rappresenta la Cerimonia nell’aria, e cosa significa propagarlo come Bodhisattva della Terra
IKEDA: Nichiren Daishonin afferma di aver iscritto il Gohonzon come “il vessillo della propagazione del Sutra del Loto” (SND, 4, 202).
In altre parole è l’oggetto di culto per kosen-rufu, per realizzare una vasta propagazione della Legge mistica. Ne Il vero aspetto del Gohonzon si legge: «Com’è straordinario che Nichiren sia stato il primo a iscrivere questo grande mandala come il vessillo della propagazione del Sutra del Loto, mentre anche grandi maestri come Nagarjuna, Vasubandhu, T’ien-t’ai e Miao-lo non furono in grado di farlo!» (Ibidem).
E la Soka Gakkai sta propagando questo “oggetto di culto per kosen-rufu”, che il Daishonin, sopportando grandi persecuzioni, iscrisse per le persone dell’Ultimo giorno.
SAITO: Nichiren Daishonin assicurò “kosen-rufu dell’entità della Legge” e adesso la Soka Gakkai sta portando a compimento “kosen-rufu della concretizzazione”, cioè la realizzazione concreta di kosen-rufu[ref]“Kosen-rufu dell’entità della Legge” è l’istituzione del Gohonzon per il bene di tutta l’umanità. “Kosen-rufu della concretizzazione” è l’ampia accettazione della fede nel Gohonzon da parte delle persone. Si chiama anche “realizzazione concreta di kosen-rufu”.[/ref].
IKEDA: Queste due imprese costituiscono la missione dei Bodhisattva della Terra. Per approfondire la comprensione del Gohonzon vorrei ribadire il profondo significato della sua iscrizione da parte di Nichiren Daishonin analizzando la seconda parte del Vero oggetto di culto.
MORINAKA: Se l’argomento della prima parte era “l’osservazione della mente”, il tema della seconda è “l’oggetto di culto”. Qui il Daishonin spiega come ha iscritto il Gohonzon, l’oggetto di culto che ci permette, avendo fede in esso, di realizzare l’osservazione della mente.
In particolare descrive la forma assunta dall’oggetto di culto e spiega che il Gohonzon è il grande insegnamento del Buddismo della semina implicito nelle profondità del capitolo del Sutra del Loto Durata della vita del Tathagata. Inoltre afferma che nell’Ultimo giorno della Legge appariranno i Bodhisattva della Terra che faranno conoscere il Gohonzon.
SAITO: Anzitutto vorrei chiedere perché il Daishonin ha utilizzato la Cerimonia nell’aria come modello del Gohonzon.
IKEDA: Per l’esattezza il Daishonin ha modellato il Gohonzon secondo la Cerimonia nell’aria come viene raffigurata nel sutra al momento dell’esposizione del capitolo Durata della vita. Questo capitolo rivela l’eternità della Legge mistica su tre livelli: l’eternità del Budda (vero effetto), l’eternità degli esseri viventi (vera causa) e l’eternità della terra (vera terra). Solo con la predicazione del Budda nel capitolo Durata della vita è possibile per la prima volta identificare e rivelare la grande Legge eterna di Nam-myoho-renge-kyo.
MORINAKA: La rivelazione dell’eternità della Legge mistica a tre livelli è chiamata “integrazione dei tre principi mistici[ref]I tre principi mistici, vera causa, vero effetto e vera terra sono i primi tre dei dieci principi mistici dell’insegnamento essenziale del Sutra del Loto formulati da T’ien-t’ai nel Maka Shikan. Secondo T’ien-t’ai tutti i principi mistici sono inclusi nel singolo carattere myo. Viene detta “integrazione dei tre principi mistici” la loro presentazione congiunta nel capitolo Durata della vita. Essi riguardano la pratica per raggiungere l’Illuminazione (i nove mondi), l’Illuminazione (mondo di Buddità) e il luogo ove il Budda dimora. L’integrazione dei tre principi mistici rivela il vero aspetto del Budda, o ichinen sanzen concreto.[/ref]”. Nel Vero oggetto di culto il Daishonin dice: «Il mondo di saha esposto nel capitolo Juryo è l’eterna Pura Terra, immune dalle tre calamità e dai quattro cicli di cambiamento[ref]Le tre calamità sono i disastri che accadono alla fine di un kalpa. Vi sono due tipi di calamità, minori o maggiori. Quelle minori sono: guerra, pestilenza e carestia che si verificano all’interno di un mondo e quelle maggiori sono fuoco, acqua e vento che lo distruggono. I quattro cicli di cambiamento, secondo la cosmologia buddista, sono i periodi, chiamati kalpa, che un mondo attraversa: formazione, continuità, declino e distruzione.[/ref]. In questo mondo il Budda è eterno e trascende nascita e morte, e così i suoi discepoli. Questo è il motivo per cui i tremila mondi o i tre regni dell’esistenza[ref]L’insegnamento essenziale del Sutra del Loto rivela il principio che il mondo di saha è di per sé la Terra della Luce eternamente tranquilla. Con la definizione della Terra del Budda il regno dell’ambiente (uno dei tre regni dell’esistenza) e tutti i dieci mondi vengono riuniti. Insieme al mutuo possesso dei dieci mondi e ai dieci fattori questi producono i tremila regni dell’esistenza che, come afferma il Daishonin, sono contenuti nella vita di ogni persona. Egli spiega che questa è la rivelazione dell “ichinen sanzen concreto”.[/ref] sono presenti nella nostra vita» (SND, 1, 235).
IKEDA: Il significato della Cerimonia nell’aria diventa chiaro con l’integrazione dei tre principi mistici del capitolo Durata della vita. La Cerimonia nell’aria rivela simbolicamente che il Budda, gli esseri viventi e la terra sono tutte entità della Legge mistica eterna, che il Daishonin manifestò come Nam-myoho-renge-kyo. Essa pervade l’intero universo. Dapprima appare l’immagine di una enorme torre preziosa[ref]Nel capitolo del Sutra del Loto L’apparizione della torre preziosa si legge: «A quel tempo al cospetto del Budda apparve una torre decorata di sette tesori, alta cinquecento yojana, larga e profonda duecentocinquanta, che, emersa dalla terra, si librava sospesa nell’aria. Era adornata con oggetti preziosi di ogni genere: cinquemila balaustre, mille, diecimila nicchie e innumerevoli vessilli e stendardi la decoravano. Ghirlande di gemme, dieci miliardi di campanelli ingioiellati pendevano da essa» (SDL,11, 221).[/ref] che si libra verso l’alto come a collegare il cielo e la terra e che rappresenta la Legge mistica eterna come “asse centrale” dell’universo.
MORINAKA: Era un tema che avevamo affrontato anche ne La saggezza del Sutra del Loto.
L’indologo Shuntaro Matsuyama nel suo Hasu to Hokekyo (Il Loto e il Sutra del Loto) fa un’osservazione a proposito della torre preziosa del Budda Molti Tesori che appare da sotto la terra. Dice che è la trasposizione di un’immagine tratta da un’antica leggenda indiana, quella del “lungo stelo di loto cremisi con il ricettacolo pieno di semi” e anch’egli la identifica con l’axis mundi (l’asse del mondo)[ref]Shuntaro Matsuyama, Hasu to Hokekyo (Il loto e il Sutra del Loto), Tokyo, Daisan Bummeisha, 2000, pagg. 111 e 143.[/ref].
La torre preziosa del Budda Molti Tesori, un fiore di loto su scala cosmica, simboleggia l’energia e il potere fondamentale dell’universo. E Shakyamuni seduto nella torre preziosa evoca l’immagine del sole che splende in cielo.
SAITO: I molti semi del fiore di loto che, nutriti dalla luce del sole e dal terreno, germogliano, crescono, fioriscono e fruttificano, simboleggiano i figli del Budda. Essi indicano tutti gli esseri viventi, in particolare i Bodhisattva della Terra, i praticanti del Sutra del Loto che credono nella Legge mistica.
IKEDA: La torre preziosa della Cerimonia nell’aria raffigura la Legge mistica come un pilastro che sostiene il mondo. Simboleggia anche il Grande veicolo, o Mahayana, che trasporta gli esseri viventi dalla terra (realtà) al cielo (il supremo ideale). Simboleggia anche il sole della compassione e della saggezza che guida e nutre i figli del Budda con la sua luce.
MORINAKA: Corrisponde alle tre virtù del Budda, di sovrano, maestro e genitore.
IKEDA: Il Buddismo del Daishonin insegna che questa Legge mistica fondamentale è Nam-myoho-renge-kyo [Myoho-renge-kyo letteralmente significa “il Sutra del Loto della Legge mistica”]. Anche il nome Nichiren è una combinazione dei caratteri cinesi che significano sole (nichi) e loto (ren di renge). Il Buddismo spiega che la torre preziosa del Budda Molti Tesori appare in ogni tempo e in ogni luogo in cui venga predicato il Sutra del Loto. Anche questo simboleggia il potere universale del Sutra del Loto che trascende il tempo e lo spazio.
MORINAKA: Attraverso la triplice purificazione delle terre[ref]Triplice purificazione delle terre: per preparare la Cerimonia nell’Aria, Shakyamuni purifica tre volte innumerevoli terre per far spazio ai Budda giunti dai mondi delle dieci direzioni. Viene descritta nel capitolo undicesimo del Sutra del Loto, L’apparizione della torre preziosa.[/ref] Shakyamuni unifica tutti i mondi delle dieci direzioni in un’unica vasta terra del Budda, senza conflitti e divisioni, in cui le persone sono libere da ogni sofferenza. Questo significa che attraverso il potere del Sutra del Loto questo mondo di saha pieno di conflitti si rivela come un regno di pace e di felicità.
IKEDA: La testimonianza di Molti Tesori, un Budda del passato, indica l’universalità della Legge mistica attraverso il tempo. La testimonianza di tutti i Budda che sono emanazioni di Shakyamuni nei mondi delle dieci direzioni indica l’universalità della Legge mistica attraverso lo spazio.
L’assemblea dei tre Budda (Shakyamuni, Molti Tesori e i Budda delle dieci direzioni) nella Cerimonia nell’aria sta a significare che tutti i Budda sono un’unica entità basata sulla Legge mistica.
SAITO: In altre parole tutto fa riferimento all’unica Legge eterna.
IKEDA: Sì, ma anche se la Cerimonia nell’aria riesce a trasmettere la solennità e la magnificenza di un mondo eterno che trascende le realtà comune non basta a esprimere la Legge stessa. Perciò il capitolo Durata della vita presenta anche l’integrazione dei tre principi mistici per spiegare che la Legge mistica comprende il Budda, gli esseri viventi e la terra.
SAITO: Coloro che ascoltano l’esposizione del capitolo Durata della vita durante la Cermonia nell’Aria si illuminano alla Legge mistica eterna che pervade sia la loro vita che l’universo.
IKEDA: Nell’insegnamento essenziale o seconda metà del Sutra del Loto, attraverso la Cerimonia nell’aria e la predicazione del capitolo Durata della vita viene rivelata la Legge eterna di Nam-myoho-renge-kyo. Il punto importante è la Legge e come essa viene rivelata.
MORINAKA: Se volessimo paragonare la Cerimonia nell’aria a un codice segreto, il capitolo Durata della vita sarebbe la chiave per decifrarlo; e il messaggio decodificato sarebbe Nam-myoho-renge-kyo.
IKEDA: Nel Vero oggetto di culto il Daishonin afferma che Nam-myoho-renge-kyo è il “cuore dell’insegnamento essenziale”: «I cinque caratteri di Nam-myoho-renge-kyo, il cuore dello honmon [insegnamento essenziale] del Sutra del Loto, non furono trasmessi nemmeno a Monju o a Yakuo [i bodhisattva Manjushri e Re della Medicina] e tanto meno ad altri bodhisattva minori; il Budda li trasmise soltanto negli otto capitoli quando convocò i Bodhisattva della Terra» (SND, 1, 235).
Nella Cerimonia nell’aria Shakyamuni rivela la Legge mistica eterna di Nam-myoho-renge-kyo, l’insegnamento per l’Illuminazione di tutte le persone dopo la sua morte. Essa costituisce l’insegnamento che egli desiderava trasmettere nella sua interezza e ne affida la propagazione nel futuro ai suoi veri discepoli che la erediteranno completamente.
SAITO: Questo è il significato di trasmissione. Alla cerimonia erano presenti discepoli importanti come il bodhisattva Manjushri, chiamato principe del Dharma e riverito come il Budda e il bodhisattva Re della Medicina che nel capitolo Esortazione alla devozione esprime il voto solenne di propagare il sutra nella malvagia epoca seguente alla morte del Budda. Eppure Shakyamuni li scavalca e affida invece questo insegnamento unicamente ai Bodhisattva della Terra.
MORINAKA: I Bodhisattva della Terra appaiono solo negli otto capitoli che vanno dal quindicesimo, Emergere dalla terra, al ventiduesimo Affidamento, nei quali Shakyamuni non solo convoca questi bodhisattva e rivela la propria identità di Budda che ottenne l’Illuminazione nel remoto passato, ma rivela anche la causa fondamentale della sua Illuminazione e affida ai bodhisattva che ha convocato la propagazione della Legge mistica dopo la sua morte.
IKEDA: In questi otto capitoli Shakyamuni spiega l’insegnamento da diffondere dopo la sua morte e indica coloro che dovranno diffonderlo.
Come incarnazione del Bodhisattva Pratiche Superiori, il capo dei Bodhisattva della Terra, il Daishonin rivelò direttamente Nam-myoho-renge-kyo, la Legge fondamentale contenuta nelle profondità del capitolo Durata della vita e iscrisse il Gohonzon come specchio limpido che dovremmo abbracciare.
Se avesse insegnato solo Nam-myoho-renge-kyo [senza altre spiegazioni] il suo vero significato sarebbe stato difficile da cogliere. Perciò lo spiegò più approfonditamente facendo uso della Cerimonia nell’aria che era già ben conosciuta e compresa.
MORINAKA: Se il Daishonin avesse insegnato Nam-myoho-renge-kyo da solo probabilmente le persone avrebbero capito soltanto che si riferiva alla devozione al Sutra del Loto. Non avrebbero compreso che Nam-myoho-renge-kyo è la Legge eterna che costituisce la realtà fondamentale dell’universo.
IKEDA: In termini di insegnamento essenziale contrapposto a quello teorico, la Legge fondamentale di Nam-myoho-renge-kyo costituisce l’ “essenziale” e la cerimonia nell’Aria il “teorico”. Il Daishonin usa il teorico per rivelare l’essenziale.
SAITO: Osservando la struttura del Gohonzon è evidente che il Daishonin abbia usato la Cerimonia nell’aria per rivelare il significato di Nam-myoho-renge-kyo.
IKEDA: Nel Vero oggetto di culto il Daishonin descrive dettagliatamente il Gohonzon.
MORINAKA: Egli afferma: «Questo oggetto di culto è descritto nella cerimonia di trasmissione nel modo seguente: “Nell’aria sopra il mondo saha, Nam-myoho-renge-kyo appare al centro della Torre Preziosa con i Budda Shakyamuni e Taho seduti a destra e a sinistra, affiancati dai quattro Bodhisattva della Terra guidati da Jogyo. Manjushri e Maitreya (Monju e Miroku) e gli altri bodhisattva, che sono tutti seguaci dei quattro bodhisattva, sono seduti sotto di loro. Tutti gli altri bodhisattva maggiori o minori, discepoli del Budda nella sua condizione transitoria o dei Budda di altri mondi, sono come comuni cittadini inginocchiati alla presenza di nobili e alti ministri. I Budda convenuti dai mondi delle dieci direzioni dell’universo restano tutti a terra, mostrando che sono solo manifestazioni del Budda eterno e che le loro terre sono transitorie, non eterne e immutabili» (WND, 366-367).
IKEDA: Il Gohonzon è strutturato su più livelli e l’asse centrale è la torre preziosa di Nam-myoho-renge-kyo. Il Daishonin lo sottolinea anche ne Il vero aspetto del Gohonzon.
SAITO: Nel Vero oggetto di culto il Daishonin cita fra gli esseri presenti all’assemblea Shakyamuni, Molti Tesori, il Bodhisattva Pratiche Superiori (Jogyo) e altre guide dei Bodhisattva della Terra, i bodhisattva dell’insegnamento teorico e tutti i Budda delle dieci direzioni. Ma nel Vero aspetto del Gohonzon menziona anche gli ascoltatori della voce e altri esseri dei sei sentieri e afferma che nel Gohonzon sono riuniti innumerevoli esseri dei Dieci mondi[ref]Scrive il Daishonin: «I cinque caratteri del Sutra del Loto sono iscritti al centro della Torre Preziosa, mentre i quattro Re celesti sono seduti ai quattro angoli. I Budda Shakyamuni e Taho e le quattro guide dei Bodhisattva della Terra, sono allineati in alto. Seduti sotto di loro sono i bodhisattva Fugen e Monju e gli uomini di Studio, inclusi Shariputra e Maudgalyayana. A fianco di questi stanno gli dèi del sole e della luna, il Demone del sesto cielo, il Re Drago e Ashura; Fudo e Aizen si collocano rispettivamente a sud e a nord. Ci sono anche il perfido traditore Devadatta e l’ignorante figlia del Re dei Naga. Il demone Kishimojin appare con le sue dieci figlie, che succhiano la linfa vitale delle persone in tutto l’universo. Sono presenti anche le divinità guardiane del Giappone: Tensho Daijin e il bodhisattva Hachiman in rappresentanza dei sette ranghi di dèi celesti, dei cinque ranghi di dèi terreni e di tutte le altre divinità maggiori e minori. Dal momento che tutti gli dèi appaiono nella loro essenza, devono apparire anche nelle loro manifestazioni» (SND, 4, 202).[/ref].
Così facendo egli rivela che Nam-myoho-renge-kyo è l’insegnamento che abbraccia tutti gli esseri viventi e che l’intero universo costituisce un ordine armonioso (cosmo) che ha Nam-myoho-renge-kyo come fondamento e asse centrale.
IKEDA: Nam-myoho-renge-kyo al centro significa la verità fondamentale. Poiché Nam-myoho-renge-kyo è l’asse centrale della vita e dell’universo viene raffigurato dalla torre preziosa che si libra al centro della Cerimonia nell’Aria.
Ai due lati vi sono il Budda Shakyamuni e Molti Tesori che rappresentano le funzioni di Myoho-renge-kyo (vedi SND, 4, 230). Molti Tesori è il Budda del passato che rappresenta la verità eterna, la Legge come oggetto della saggezza ovvero ciò che la saggezza percepisce. Shakyamuni è il Budda del presente che rappresenta la saggezza capace di percepire la Legge. Questi sono i due aspetti di Nam-myoho-renge-kyo e i due Budda seduti insieme rappresentano la fusione di realtà e saggezza[ref]Fusione della realtà oggettiva o verità e della saggezza soggettiva di comprendere tale verità, che è la natura di Budda presente nella propria vita.[/ref].
MORINAKA: Il Daishonin afferma: «In cosa consistono dunque questi due elementi di realtà e saggezza? Sono semplicemente Nam-myoho-renge-kyo» (SND, 4, 98).
SAITO: Essi corrispondono alla “verità eterna e immutabile” rivelata nell’insegnamento teorico e alla “saggezza che opera in accordo con le circostanze mutevoli” rivelata nell’insegnamento essenziale[ref]Negli Insegnamenti orali si afferma a proposito di Nam (in giapponese kimyo, “dedicare la propria vita”) di Nam-myoho-renge-kyo: «Ki significa ritornare alla verità eterna e immutabile rivelata nell’insegnamento teorico; myo significa conformarsi alla saggezza dell’insegnamento essenziale che opera in accordo con le circostanze mutevoli. Devozione equivale a Nam-myoho-renge-kyo» (GZ, 708).[/ref].
IKEDA: Esatto, ma la cosa importante è non fare di Shakyamuni o di Molti Tesori il nostro oggetto di culto. Entrambi sono diventati Budda grazie a Nam-myoho-renge-kyo, che rimane l’insegnamento fondamentale per ottenere la Buddità, quello che dobbiamo assumere come oggetto di culto. Nella struttura del Gohonzon si deduce dal fatto che Nam-myoho-renge-kyo è scritto in grande al centro mentre Shakyamuni e Molti Tesori si trovano ai lati.
MORINAKA: In più al fianco di Shakyamuni ci sono anche Pratiche Superiori e le altre guide dei Bodhisattva della Terra.
IKEDA: Il Budda che si è risvegliato a Nam-myoho-renge-kyo svolge immancabilmente la pratica del bodhisattva per condurre tutte le persone all’Illuminazione. I quattro bodhisattva rappresentano queste pratiche. Pratiche Superiori, Pratiche Illimitate, Pratiche Pure e Pratiche Salde hanno tutti la parola “pratiche” nel loro nome perché essi esprimono la saggezza dell’Illuminazione nel comportamento pratico. Cioè compiono azioni superiori, illimitate, pure e salde basandosi sull’illimitata forza vitale che è una sola cosa con Myoho-renge-kyo.
SAITO: Nella sezione degli Insegnamenti orali in cui si tratta del capitolo Emergere dalla terra, Nichiren Daishonin cita un brano dal Fusho ki in cui i quattro bodhisattva vengono correlati alle quattro virtù di eternità, felicità, vero io e purezza[ref]«Le Quattro Guide di cui si parla nel sutra rappresentano le quattro virtù: Pratiche Superiori rappresenta il vero io, Pratiche Illimitate l’eternità, Pratiche Pure la purezza e Pratiche Salde la felicità» (GZ, 751).[/ref].
IKEDA: Le quattro virtù rappresentano uno stato vitale che dura per sempre (eternità), che è saldo e pieno di fiducia (vero io), fresco (purezza) e gioioso (felicità).
MORINAKA: Nell’Eredità della Legge fondamentale della vita il Daishonin afferma che il potere dei cinque elementi, terra, acqua, fuoco, aria e spazio (cielo) sono le funzioni dei «cinque caratteri di Myoho-renge-kyo» e «le funzioni benefiche dei Bodhisattva della terra» (SND, 4, 225) [lett: «l’accumulo dei benefici recati da Bodhisattva della Terra, discepoli del Budda nella sua vera identità» (WND, 218)][ref]Scrive il Daishonin: «La funzione del fuoco è bruciare e dare luce. La funzione dell’acqua è lavare la sporcizia. La funzione del vento è spazzar via la polvere e soffiare la vita nelle piante, negli animali e nell’uomo. Quella della terra è far crescere l’erba e gli alberi, e quella del cielo è provvedere alla pioggia. Anche i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo operano così: sono le funzioni benefiche dei Bodhisattva della Terra» (SND, 4, 225).[/ref].
IKEDA: I Bodhisattva della Terra, manifestando il potere intrinseco alla vita, proteggono e allontanano dalla sofferenza tutti gli esseri viventi e il mondo intero.
MORINAKA: Il Daishonin dice che anche i grandi bodhisattva dell’insegnamento teorico come Manjushri e Maitreya sono tutti seguaci dei quattro bodhisattva. Cosa significa?
IKEDA: Questi bodhisattva rappresentano le varie funzioni pratiche che la forza vitale intrinseca svolge quando si manifesta. In Giappone è risaputo che Manjushri (Monju) rappresenta la saggezza. Maitreya (Miroku), che in cinese è chiamato il Compassionevole o l’Onorato compassionevole, simboleggia la compassione. Il Daishonin afferma che tutti gli altri bodhisattva maggiori e minori dell’insegnamento teorico, come pure quelli provenienti da altre terre, non stanno sollevati nell’aria ma «restano a terra». Questi bodhisattva rappresentano le varie pratiche altruistiche o azioni concrete per favorire l’Illuminazione di tutte le persone secondo le loro circostanze individuali. Questi bodhisattva sono innumerevoli e quindi non possono essere raffigurati sul Gohonzon, che però ne comprende senza dubbio tutti i benefici.
MORINAKA: Il Daishonin afferma che anche i Budda che vengono dagli altri mondi delle dieci direzioni «rimangono a terra». Questi Budda sono emanazioni di Shakyamuni, sono Budda del corpo di manifestazione che portano avanti lo spirito di Shakyamuni ed espongono l’insegnamento nelle rispettive terre a seconda delle capacità delle persone.
IKEDA: In un certo senso potremmo dire che i Budda dei mondi delle dieci direzioni simboleggiano ciascuno un frammento dell’insegnamento di Shakyamuni. Espongono aspetti parziali della Legge mistica, in accordo con le circostanze e le capacità delle persone. Potremmo chiamarli insegnamenti “in accordo con la mente degli altri”.
SAITO: Nel Vero aspetto del Gohonzon, dopo aver descritto gli innumerevoli esseri dei dieci mondi, Nichiren Daishonin afferma: «Nel Gohonzon dimorano tutti i Budda, bodhisattva e grandi santi, come pure gli otto gruppi di esseri senzienti dei due regni[ref]Sono esseri riuniti alla Cerimonia nell’Aria. I “due mondi” sono il mondo del desiderio e il mondo della forma, due delle divisioni del triplice mondo. Gli “otto gruppi” sono gli otto tipi di esseri non umani o otto tipi di guardiani, spesso descritti come servitori nell’assemblea dove predica il Budda.[/ref] che appaiono nel primo capitolo del Sutra del Loto. Illuminati dai cinque caratteri della Legge mistica, rivelano la natura illuminata che possiedono intrinsecamente. Questo è il vero oggetto di culto» (SND, 4, 202-203)
IKEDA: Gli esseri dei dieci mondi riuniti davanti alla torre preziosa incarnano ciascuno una parte delle funzioni della Legge mistica; illuminati da questa, si manifestano come entità della Legge e, attraverso le proprie caratteristiche uniche, ne esprimono la ricchezza. Questo significa “rivelare la propria natura intrinseca”[ref]Rivelare la propria natura intrinseca: illuminare e manifestare la vera natura di tutti i fenomeni (realtà) attraverso la saggezza del Budda; è la fusione di realtà e saggezza.[/ref].
Quando la luce del sole passa attraverso un prisma, si divide in uno spettro continuo composto da tanti colori che vanno dal rosso al violetto. La luce del sole è la totalità di questi colori e ogni singolo colore è una porzione di quella luce. La luce del sole contiene infinite sfumature. Perciò quando brilla su qualcosa, alcuni dei suoi colori vengono assorbiti mentre altri vengono riflessi, producendo così le varie tonalità osservabili.
MORINAKA: Senza la luce del sole questo non sarebbe possibile. Se per esempio cerchiamo di diffrangere attraverso un prisma la luce di un lampada al sodio, come quella delle gallerie autostradali, otteniamo soltanto una banda di luce giallastra. Per questo sotto una simile luce tutto appare giallo e monocromatico e i vari oggetti non sono più distinguibili per il loro colore ma solo per la luminosità relativa.
IKEDA: La Legge mistica è la “sorgente fondamentale della vita” che genera e comprende tutte le cose. Illuminata dal sole di questa Legge omnicomprensiva ogni cosa manifesta il proprio splendore individuale.
Il Daishonin spiega che myo (di myoho o Legge mistica) ha tre significati[ref]Nel Daimoku del Sutra del Loto (SND, 5, 25) il Daishonin spiega i tre signficati di myo: essere pienamente dotato, aprire e rivitalizzare. “Essere pienamente dotato” significa che il Daimoku del Sutra del Loto è l’origine fondamentale di tutte le cose, e comprende tutti i benefici. “Aprire” significa che recitare Daimoku è la chiave per aprire il magazzino dei benefici. “Rivitalizzare” significa che grazie al suo beneficio potranno raggiungere la Buddità anche coloro che tradizionalmente si ritengono impossibilitati a farlo.[/ref]: aprire, essere pienamente dotato, e rivitalizzare. E i benefici del Gohonzon abbracciano queste tre funzioni. Il Gohonzon (Nam-myoho-renge-kyo) ha il potere di schiudere la natura di Budda presente in ogni persona; contiene tutti i benefici e tutte le capacità; ha il potere rivitalizzante di liberare le persone da ogni karma negativo e infelicità. In sintesi permette a qualsiasi cosa di manifestare il suo massimo potenziale.
È un insegnamento vivo e vitale.
(continua)