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Educazione sportiva per la creazione di valore - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:13

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Educazione sportiva per la creazione di valore

Renato Giachino, Soldano (MI)

Dopo aver vissuto profonde sofferenze da ragazzo, Renato ha conosciuto il Buddismo, grazie al quale ha deciso di realizzare il sogno di creare una scuola calcio che metta al centro la felicità di ogni bambino

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Dopo aver vissuto profonde sofferenze da ragazzo, Renato ha conosciuto il Buddismo, grazie al quale ha deciso di realizzare il sogno di creare una scuola calcio che metta al centro la felicità di ogni bambino

COME È NATO IL SOGNO DI APRIRE UNA SCUOLA DI CALCIO?
Da ragazzo giocavo a calcio e ho sofferto molto per le critiche degli allenatori e per il tifo eccessivo di mio padre che invece di incoraggiarmi mi stroncavano.
In seguito ho avuto esperienze di tossicodipendenza e dopo la comunità ho sofferto di attacchi di panico che mi paralizzavano.
Durante queste esperienze sognavo sempre il calcio e di aprire una scuola basata su valori diversi, desideravo allenare i bambini con metodi meno oppressivi.
Era un sogno che non sapevo come concretizzare, poi ho incontrato il Buddismo e nel 2003 ho ricevuto il Gohonzon. Grazie alla recitazione di Nam-myoho-renge-kyo mi sono chiarito le idee, elaborando il mio progetto per creare una scuola calcio in cui tutti i bambini fossero valorizzati e rispettati. Il Buddismo mi ha insegnato che niente è impossibile, così ho realizzato il mio sogno.
Un altro grande beneficio della pratica è stato conquistare il patentino UEFA B, che avevo già provato a prendere senza mai riuscirci.
Oggi posso allenare i ragazzi fino a sedici anni in tutta Europa, compresi i club di serie A.

COME È ANDATO AVANTI IL PROGETTO?
Una volta creata la scuola l’ho chiamata: “Educazione sportiva per la creazione di valore”, ispirandomi al primo presidente della Soka Gakkai Tsunesaburo Makiguchi, che nel 1930 aveva fondato il “sistema educativo per la creazione di valore”.
Makiguchi insegna a riconoscere in ogni bambino un grande potenziale. Mi ha colpito molto la sua teoria che ribalta completamente l’educazione scolastica della società di oggi. Leggendola è come se vedessi scritte tutte le idee che ho sempre avuto.
Il primo anno si sono iscritti solo sette bambini e nella prima partita, quattro anni fa, abbiamo perso 28 a 0.
Nonostante il risultato, ero sicuro di ciò che stavo facendo e sono andato avanti. Non è stato facile, ma ero sostenuto dal Daimoku, dai compagni di fede, da mia moglie Sabrina e da mia figlia Maya. Avevo raccontato del mio progetto al vice sindaco e anche lui aveva fiducia in me.
Nonostante i risultati, i bambini erano felici e questa era la cosa più importante, ma dovevano arrivare anche i risultati. Inoltre ho notato che – come era stato per me – le sconfitte erano più dolorose per i genitori che per i bambini. Allora ho iniziato a recitare Daimoku affinché tutti fossero felici. Sono giunti ragazzi da altri Comuni fino ad arrivare a ventuno! Questo ha rivitalizzato tutti.
Il maestro Ikeda, rivolgendosi agli uomini, scrive: «Le persone potranno anche dire che non sono nessuno, potranno offendermi e calunniarmi, potranno ordire complotti e macchinazioni ai miei danni, ma io resterò in piedi con dignità e vincerò impavido, grazie alle mie intense e convinte preghiere» (L’orgoglio di essere pilastri d’oro di kosen-rufu, Esperia, pag. 68). Questo tipo di forza è quella che ricerco sempre dentro di me e che insegno ai miei allievi, li incoraggio sempre a non mollare mai, a superare i loro limiti. È più di una scuola di calcio, è una scuola di vita.

CI RACCONTI UNA TUA ESPERIENZA?
Il 5 maggio di quest’anno c’era la fase finale del campionato Under 14 e negli stessi giorni si svolgeva un corso buddista a Milano.
Non sapevo cosa scegliere, poi ho deciso di andare al corso e di sostenere la squadra da lontano… il mio Daimoku era tutto per loro. Quando ho saputo che avevano vinto e che erano diventati i campioni regionali ero al settimo cielo e ho ringraziato con tutto il cuore il Gohonzon! Mi ha colpito anche la concomitanza delle date, perché il 5 maggio è il giorno della fondazione del Gruppo futuro in Italia, di cui fanno parte i ragazzi delle medie e del liceo, i “giovanissimi di kosen-rufu”! Quella vittoria li ha fatti entrare di diritto nel campionato nazionale. La nostra squadra, proveniente da un paese di mille abitanti, rappresenterà l’intera Liguria!
Oggi, grazie alla pratica buddista e alla consapevolezza del funzionamento della vita, credo che tutti gli ostacoli che ho incontrato sono stati fondamentali per la realizzazione della mia missione. Il maestro Ikeda ci chiede di aprire nuove strade là dove non ci sono e credo di averlo potuto fare proprio grazie alle esperienze negative vissute da ragazzo.

COME È VISTA LA TUA SCUOLA CALCIO A SOLDANO, IL TUO PAESE?
Prima avevo rapporti formali, solo dei «Buongiorno! Arrivederci!». Ora, grazie alla scuola calcio, è cambiato tutto.
C’è molto rispetto verso quello che sto facendo per i bambini. Tantissime persone del paese mi dicono: «Io ci sono, conta su di me se hai bisogno!», e mi danno una mano preziosa per tante cose organizzative. Ad esempio mi aiutano a preparare il campo quando si gioca, o a preparare i panini…
Nichiren Daishonin afferma: «Se la mente degli esseri viventi è impura, anche la loro terra è impura, ma se la loro mente è pura, lo è anche la loro terra; non ci sono terre pure e terre impure di per sé: la differenza sta unicamente nella bontà o malvagità della nostra mente» (RSND, 1, 4). Questa frase mi ha incoraggiato nel cercare di cambiare me stesso per trasformare gli ostacoli che mi si presentavano davanti.

QUALI SONO I TUOI OBIETTIVI FUTURI?
Desidero accogliere sempre più ragazzi che possano vivere lo sport restando veramente se stessi, anche se non hanno grandi capacità calcistiche. Desidero che la mia scuola sia un esempio di creazione di valore per tutta la provincia di Imperia.
Sono infinitamente grato al Buddismo, al maestro Ikeda, alla mia famiglia, al mio amico Roberto che mi ha introdotto al Buddismo e a tutti i compagni di fede.

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