Qual è stato il percorso che ti ha portata a iniziare gli studi presso l’Institute for Daisaku Ikeda Studies in Education? Di che cosa si occupa questo Istituto?
Ho studiato Lettere in Italia e sono diventata dottoressa di ricerca in Svizzera. Poi, nel 2019, mi sono trasferita negli Stati Uniti con una borsa di ricerca. Desideravo utilizzare ciò che avevo imparato per l’empowerment delle persone, soprattutto degli studenti. Presto, però, mi sono resa conto che non avevo gli strumenti per farlo – spesso non trovavo neanche le parole per parlarne!
In quel periodo ho appreso che De Paul University aveva aperto un Master in Educazione per la creazione di valore e la cittadinanza globale. Era perfetto, pensavo, se solo avessi avuto più tempo e risorse: ero una ricercatrice con molto lavoro e pochi soldi.
Qualche tempo più tardi parlare con un’amica mi ha dato la sveglia: come potevo credere che il momento giusto arrivasse, se mi limitavo ad aspettarlo?
Con la pratica buddista ero già in grado di creare le condizioni opportune. Con questa determinazione mi sono iscritta e poco dopo ho vinto una borsa di studio che copriva metà delle spese. In seguito gli incarichi di insegnamento mi hanno permesso di continuare senza dover contrarre debiti, un vero privilegio nel sistema statunitense.
Lo scopo dell’Institute for Daisaku Ikeda Studies in Education è di sviluppare la ricerca sulla filosofia e le pratiche educative di Daisaku Ikeda, Josei Toda e Tsunesaburo Makiguchi, e disseminare queste conoscenze. Alcuni incontri sono aperti al pubblico, come le Ikeda Lectures e i simposi internazionali che si tengono ogni due anni. Nel 2018 l’Istituto ha aperto un corso di Master, e nel 2022 un corso di Dottorato, entrambi online. Ciò ha creato un’infrastruttura attraverso cui studenti, educatori e studiosi possono incontrarsi e approfondire gli scritti di Makiguchi, Toda e Ikeda, dialogando insieme su che cosa significano e come possono metterli in pratica nel contesto in cui si trovano.
Di che cosa ti occupi attualmente?
Lavoro all’Università di Harvard come insegnante di lingua e cultura italiana e assistente in pedagogia. Sto continuando la ricerca che mi ha condotta negli Stati Uniti, studiando le donne che hanno permesso la ricostruzione delle relazioni culturali fra Italia e Stati Uniti dopo la Seconda Guerra Mondiale. Spesso lavoravano dietro le quinte e il loro contributo alla costruzione della cultura è stato ignorato quasi del tutto. Ma la cosa di cui sono più orgogliosa e grata è che da gennaio seguo i corsi di De Paul come dottoranda!
Nella Proposta di pace 2022 il maestro Ikeda sottolinea l’importanza di realizzare un’educazione sempre più inclusiva e di qualità. Quanto è importante l’educazione nei momenti cruciali di trasformazione sociale? E quali sono in questa ottica i punti più significativi dell’educazione per la creazione di valore?
La prima cosa che mi viene in mente è uno scritto di Ikeda, Thoughts on the Aims of Education (1984): citando gli studi del folklorista Kunio Yanagita, Sensei parla della differenza tra insegnare a camminare tirando da davanti oppure sostenendo da dietro, in modo che il bimbo possa essere il protagonista delle sue esplorazioni. “Tirare da davanti” corrisponde a considerare uno studente incompleto o immaturo finché non ha terminato il corso di studi prescritto. Makiguchi, al contrario, scriveva che pensare agli studenti come a dei vasi da riempire è un insulto alla loro intelligenza: in certi ambiti sono anche più competenti dei loro insegnanti.
Grazie agli studi presso De Paul sto imparando che la scuola può essere un luogo in cui si vive e “si impara a imparare”, anziché la sede in cui ci si prepara a eseguire una routine di esercizi che non ha una relazione con la vita che viviamo. In un momento storico come il nostro credo sia ancora più importante stimolare le capacità straordinarie che gli studenti possiedono, anziché abituarli a percorrere il recinto delimitato dal “fare i compiti”.
Nella 40° Proposta di pace Sensei ci invita ad avere flessibilità e attenzione per gli obiettivi di chi impara.
Lo scorso semestre ho avuto l’opportunità di lavorare con una ragazza sorda che voleva migliorare il suo italiano. Dal punto di vista istituzionale il mio compito era adattare il corso alle sue difficoltà, ma grazie agli studi in educazione per la creazione di valore ho capito che gli obiettivi di questa studentessa erano altrettanto e più importanti. Dialogare con lei continuativamente mi ha permesso di migliorare il programma del corso, creando attività che la aiutassero ad affrontare con successo situazioni reali e coltivare interessi che le avrebbero permesso di continuare a imparare anche dopo la fine del corso.
Quali sono i tuoi obiettivi futuri? E come si inserisce la pratica buddista in questo percorso?
Desidero trovare il modo di collegare letteratura, rivoluzione umana e cura dell’ambiente. E voglio contribuire alla crescita di una rete di studiosi ed educatori impegnati che porti, entro il 2030, all’apertura di un centro di studi in educazione per la creazione di valore in Europa.
È difficile trovare il modo di inserirsi fra ciò che le istituzioni richiedono e ciò che gli studenti (e i genitori) vogliono, e fare spazio per ciò di cui le persone hanno bisogno per la loro crescita. Ma è possibile: mentre il Giappone stava diventando uno stato totalitario, prendendo fede nel Buddismo Makiguchi ha trovato gli strumenti per sviluppare una pedagogia che metteva al primo posto la felicità degli studenti. Avere Daisaku Ikeda come maestro e poter recitare Daimoku quotidianamente mi aiuta a ricordarlo, è una radice indistruttibile che mi sostiene e mi dà coraggio.

