Il pomeriggio del 6 giugno Adolfo Pérez Esquivel e Hiromasa Ikeda sono stati invitati dalla TV2000 a partecipare alla trasmissione I diari di Papa Francesco, dove hanno parlato del significato dell’appello rivolto ai giovani
Qual è il messaggio che volete affidare alle nuove generazioni con questo appello?
Hiromasa Ikeda: L’appello è rivolto a tutti i giovani, è un’esortazione a credere nella forza insita nella loro vita per poter cambiare il mondo. Desideriamo che i giovani abbiano questa convinzione.
Quali ideali ha ereditato da suo padre Daisaku Ikeda, che ha vissuto l’orrore della Seconda guerra mondiale?
H. Ikeda: Mio padre da bambino ha perso il fratello maggiore durante la Seconda guerra mondiale. Perciò comprese che per creare la pace era fondamentale l’educazione. Infatti, attraverso l’educazione l’essere umano può risvegliarsi al proprio valore, al proprio potere interiore. Per questo è fondamentale diffondere l’educazione a una cittadinanza globale. Adolfo Pérez Esquivel e Daisaku Ikeda desiderano far sì che l’educazione alla cittadinanza globale si sviluppi in tutto il mondo.
Lei, professor Pérez Esquivel, ha rischiato la vita per la pace. Che cos’è la pace?
Pérez Esquivel: Non possiamo condividere la pace se non coltiviamo la pace dentro di noi.
La pace non è mai l’assenza di conflitto, è una dinamica permanente di relazioni tra persone e popoli nella diversità. Questa grande diversità di pensiero è la ricchezza dei popoli. Dobbiamo imparare dalla madre Terra che sempre ha generato una grande diversità. Quando c’è una persona che soffre dobbiamo essere solidali, condividere il pane e la libertà. Non c’è niente di più contrario alla pace che la passività.
Con il maestro Ikeda abbiamo lavorato molto su questi punti, io come cristiano e lui come buddista. Il punto cruciale è come possiamo condividere la pace, a partire da diverse culture e diverse confessioni religiose.
Qual è il significato di questo appello?
H. Ikeda: Innanzitutto è un appello colmo di fiducia verso i giovani.
I giovani hanno il potere di diffondere messaggi e, soprattutto, hanno il potere di non arrendersi. Nella vita accadono tante cose che spingono a rassegnarsi. I giovani hanno la forza interiore per superare qualsiasi difficoltà. Noi crediamo in questo “potere” dei giovani, e con la forza dei giovani desideriamo cambiare il mondo. I giovani rappresentano la speranza, perché hanno la forza e la passione nella loro vita: questo è il contenuto del nostro appello.
Lei, da buddista, sente Papa Francesco come un riferimento tra coloro che vogliono cambiare questo mondo?
H. Ikeda: Sicuramente il Santo Padre sta cercando di salvare tutte le persone, soprattutto quelle che soffrono. Abbiamo lo stesso obiettivo di “non lasciare mai nessuno indietro”.
Esquivel-Ikeda